Un pensiero fisso che io non ritorno più come prima, ho paura che possa impazzire,non so comr
Ciao sono un ragazzo di 18 anni, ho avuto la febbre un paio di settimane fa, che persisteva a 37, siccome sono un tipo molto ansioso, incominciai a preoccuparmi e a sbirciare su internet e questo mi ha fatto salire ancora più ansia, andai in ospedale per vedere perché la febbre persisteva, fatte le analisi tutto apposto, il giorno dopo i miei genitori mi gridarono perché io mi fissavo e mi dissero che se mi fissavo poi in futuro erano guai, da li e incominciato un periodo molto più ansioso di paura non so come definirlo, ultimamente mi sento tra le nuvole come non stessi vivendo la realtà, mi sento come se stessi vivendo in un buco nero, anche se sto bene in me c'è sempre un pensiero fisso che io non ritorno più come Prima, ho paura che possa impazzire,non so comr fare, mi sento triste non mi viene voglia di far niente, non so che mi sta succendo, anche da piccolo io ho sofferto per la perdita di mia nonna e per avermi sentito male con la pancia, ma poi con il tempo si e tolto tutto e mi sentivo una favola, pensando a questo le mie paure aumentano sempre di più, appena e iniziato tutto questo non riuscivo a dormire non mangiavo, però adesso che mi sono calmato mangio dormo ma non mi sento mai tranquillo, mi sentivo gli occhi oppressi e la fronte che mi faceva male, la mattina avevo , vorrei tornare alla tranquillità ma la mia testa pensa che non può mai ritornarci e questo mi provoca ansia, a volte riesco a lasciar perdere tutto ma a volte la testa e più forte di me, adesso i miei mi capiscono di più e riesco a parlare a sfogarmi con loro, mi dicono che e un momento e tutto passerà, e io penso che lo dicono solo per non farmi preoccupare, insomma ho paura di impazzire e tutto il resto, non so come fare, sono triste.
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Gentile utente,
Sarà magari il caso di farsi vedere da uno psichiatra, così le indica se iniziare una cura. Questo tipo di pensieri sono comuni, quel che varia è la durata, l'intensità e il fatto che ricorrano più o meno spesso. Il contenuto cambia, è la forma che è importante, cioè l'incapacità a impedire che si presentino e l'essere quindi costretti a svolgerli con conseguente aggiunta di dettagli, pulci nell'orecchio e pareri che amplificano i pensieri.
Sarà magari il caso di farsi vedere da uno psichiatra, così le indica se iniziare una cura. Questo tipo di pensieri sono comuni, quel che varia è la durata, l'intensità e il fatto che ricorrano più o meno spesso. Il contenuto cambia, è la forma che è importante, cioè l'incapacità a impedire che si presentino e l'essere quindi costretti a svolgerli con conseguente aggiunta di dettagli, pulci nell'orecchio e pareri che amplificano i pensieri.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#3]
Gentile utente,
No, non le darei una mano per due motivi. Intanto, se non scompaiono si sentirebbe terrorizzato dal fatto che invece le avevano detto di sì'.
Poiché sono curabili, si possono cacciare, e non attraverso la rassicurazione, che non funziona se non per poco tempo.
No, non le darei una mano per due motivi. Intanto, se non scompaiono si sentirebbe terrorizzato dal fatto che invece le avevano detto di sì'.
Poiché sono curabili, si possono cacciare, e non attraverso la rassicurazione, che non funziona se non per poco tempo.
[#5]
Gentile utente
Vedo che non ha capito. Intendo dire che la rassicurazione non è "dare una mano" a chi è preda di ossessioni, perché si rischia di alimentarle. Per cinque minuti di tranquillità si alimenta un pensiero che si nutre proprio di risposte, qualsiasi esse siano.
Se io dico "lei non ha niente", il pensiero dopo si riproduce sulla base di un dubbio che supera questa risposta, perché razionalmente il dubbio può trovare un "ma se..." a qualsiasi risposta, e quindi a questo punto serve una doppia rassicurazione etc.
Quando si hanno queste ossessioni vi sono tecniche per farle andar via, a volte in maniera rapida, a volte in maniera più lenta.
Vedo che non ha capito. Intendo dire che la rassicurazione non è "dare una mano" a chi è preda di ossessioni, perché si rischia di alimentarle. Per cinque minuti di tranquillità si alimenta un pensiero che si nutre proprio di risposte, qualsiasi esse siano.
Se io dico "lei non ha niente", il pensiero dopo si riproduce sulla base di un dubbio che supera questa risposta, perché razionalmente il dubbio può trovare un "ma se..." a qualsiasi risposta, e quindi a questo punto serve una doppia rassicurazione etc.
Quando si hanno queste ossessioni vi sono tecniche per farle andar via, a volte in maniera rapida, a volte in maniera più lenta.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.6k visite dal 14/04/2016.
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