Effetto molto ritardato benzodiazepine
[#1]
Gentile utente,
No, specialmente se è assuefatto. Però mancano informazioni fondamentali: per che cosa le assume, e quale benzodiazepina ?
No, specialmente se è assuefatto. Però mancano informazioni fondamentali: per che cosa le assume, e quale benzodiazepina ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Grazie dott. Pacini,
mi rendo conto della notevole incompletezza, cerco di rimediare. Ho assunto con continuità da quando avevo 25/27 anni prima triciclici e, dopo una lunga interruzione perché non li tolleravo, diverisi SSRI, paroxetina-sertralina-citalopram e Xeristar-Amisulpride-Wellbutrin ecc. con diversi dosaggi e con risultati buoni agli inizi e poi altalenanti, discontinui o pressoché modesti. Quindi posso dire che dagli anni di uscita degli SSRI li ho provati quasi tutti, con quasi continuità fino a oggi. Non so se le definizioni - non solo mie - di distimia, depressione cronica o resistente siano sufficienti a indicare le situazioni mie e di difficoltà di chi si era preso carico di me nel tempo.
Da poco ho cominciato a riprendere Paroxetina 20 mg. in concomitanza di una sempre maggiore situazione di ansietà (ansia generalizzata, sociale....libera...). Sempre da quando avevo 25/27 anni ho fatto uso con notevole continuità di benzodiazepine, credo un po' tutte. Ora alterno Rivotril da 2 mg. con Xanax da 1 mg. o Xanax RP da 2 e ora 3 mg., più alla sera Minias da 2 mg. Mi rendo conto che prima o poi dovrò ridimensionare tutto questo e sarà certamente un problema.
Quello che da un po' sto osservando è un notevole ritardo dell'effetto delle benzodiazepine che posso spiegarmi nel caso dello Xanax RP, ma non non capisco con gli altri.
Ora come ora non sono seguito da nessuno se non dalla confidenza -o forse anche il contrario - che dovrei avere con me e con quanto ho sperimentato da una discreta quantità di farmaci e da troppe frequentazioni di medici; è il mio parere, anche certamente discutibile.
I miei problemi, in questo momento, sono in realtà quello di un umore che in qualche modo tollero e, in parte, gestisco con i farmaci - appunto Paroxetina con l'obiettivo di gestire alla meno peggio anche l'ansia che mi accompagna in modo non leggero. L'altro è appunto quello dell'ansietà che mi sovrasta e che mi governa. Cerco un appoggio nella Mindfulness...ma alle volte sto abbastanza male da abbandonare.
Per motivi - anche economici - potrei considerare una psicoterapia piuttosto breve...ma non ho più un'età freschissima.
Vorrei con tutto il cuore uscire, anche di poco, da questo labirinto. Anche quello della almeno parziale dismissioni di bdz.
E' una descrizione molto, molto parziale della mia storia e dei suoi contorni. Non voglio approffittare ulteriormente della Sua pazienza; se Le è possibile farmi vedere uno spiraglio La ringrazio di cuore.
Un cordiale saluto.
mi rendo conto della notevole incompletezza, cerco di rimediare. Ho assunto con continuità da quando avevo 25/27 anni prima triciclici e, dopo una lunga interruzione perché non li tolleravo, diverisi SSRI, paroxetina-sertralina-citalopram e Xeristar-Amisulpride-Wellbutrin ecc. con diversi dosaggi e con risultati buoni agli inizi e poi altalenanti, discontinui o pressoché modesti. Quindi posso dire che dagli anni di uscita degli SSRI li ho provati quasi tutti, con quasi continuità fino a oggi. Non so se le definizioni - non solo mie - di distimia, depressione cronica o resistente siano sufficienti a indicare le situazioni mie e di difficoltà di chi si era preso carico di me nel tempo.
Da poco ho cominciato a riprendere Paroxetina 20 mg. in concomitanza di una sempre maggiore situazione di ansietà (ansia generalizzata, sociale....libera...). Sempre da quando avevo 25/27 anni ho fatto uso con notevole continuità di benzodiazepine, credo un po' tutte. Ora alterno Rivotril da 2 mg. con Xanax da 1 mg. o Xanax RP da 2 e ora 3 mg., più alla sera Minias da 2 mg. Mi rendo conto che prima o poi dovrò ridimensionare tutto questo e sarà certamente un problema.
Quello che da un po' sto osservando è un notevole ritardo dell'effetto delle benzodiazepine che posso spiegarmi nel caso dello Xanax RP, ma non non capisco con gli altri.
Ora come ora non sono seguito da nessuno se non dalla confidenza -o forse anche il contrario - che dovrei avere con me e con quanto ho sperimentato da una discreta quantità di farmaci e da troppe frequentazioni di medici; è il mio parere, anche certamente discutibile.
I miei problemi, in questo momento, sono in realtà quello di un umore che in qualche modo tollero e, in parte, gestisco con i farmaci - appunto Paroxetina con l'obiettivo di gestire alla meno peggio anche l'ansia che mi accompagna in modo non leggero. L'altro è appunto quello dell'ansietà che mi sovrasta e che mi governa. Cerco un appoggio nella Mindfulness...ma alle volte sto abbastanza male da abbandonare.
Per motivi - anche economici - potrei considerare una psicoterapia piuttosto breve...ma non ho più un'età freschissima.
Vorrei con tutto il cuore uscire, anche di poco, da questo labirinto. Anche quello della almeno parziale dismissioni di bdz.
E' una descrizione molto, molto parziale della mia storia e dei suoi contorni. Non voglio approffittare ulteriormente della Sua pazienza; se Le è possibile farmi vedere uno spiraglio La ringrazio di cuore.
Un cordiale saluto.
[#3]
Gentile utente,
I prodotti a rilascio ritardato hanno effetto ritardato rispetto alle formulazioni a rilascio rapido, e alcune benzodiazepine hanno effetto più lento di altre (clonazepam), ovviamente per via orale.
La funzione delle forme a effetto ritardato è terapeutica in alcune situazioni, anche dopo tempo che le si assume. Quelle rapide tendono ad avere un effetto controproducente nel lungo termine.
Non ha senso mischiare le diverse benzodiazepine, su questo si faccia assistere dal medico.
La depressione resistente ha alcune terapie possibili, partendo dall'antidepressivo a cui risponde meglio di solito.
I prodotti a rilascio ritardato hanno effetto ritardato rispetto alle formulazioni a rilascio rapido, e alcune benzodiazepine hanno effetto più lento di altre (clonazepam), ovviamente per via orale.
La funzione delle forme a effetto ritardato è terapeutica in alcune situazioni, anche dopo tempo che le si assume. Quelle rapide tendono ad avere un effetto controproducente nel lungo termine.
Non ha senso mischiare le diverse benzodiazepine, su questo si faccia assistere dal medico.
La depressione resistente ha alcune terapie possibili, partendo dall'antidepressivo a cui risponde meglio di solito.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.2k visite dal 05/04/2016.
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