Non ce la faccio più
Non ce la faccio più quindi vengo al dunque. Questo mondo è troppo pesante e sono più di 10 anni che mi sta inesorabilmente schiacciando, oltre tutto ho 22 anni. Fatico a fare TUTTO. E tutto mi mette a disagio. Lavoro da 7 anni ovunque capita non mi ricordo nemmeno quanti lavori ho fatto, anche a Londra e Firenze, e non mi è mai riuscito tenermelo perchè sono incompetente come a scuola i perchè sono molteplici. sono di natura malinconica perchè sono riflessivo e penso sempre in modo astratto tanto che non riesco a esprimere le mie opinioni provo un grandissimo disagio a confrontarmi con le persone tanto che per tutta la vita sono sempre andato dallo stesso parrucchiere che sta anche lontano da dove vivo adesso, quando mi trasferivo mi facevo crescere i capelli lunghi e io non sopporto i capelli lunghi. Non ho trovato nemmeno il coraggio di provare a prendere la patente. mi disturba qualunque contatto fisico e credo di avere una forte fobia per il sesso, infatti tutte le persone mi disgustano e mi faccio schifo anche da solo per come sono venuto al mondo. ovviamente poi le persone non fanno altro che parlare di quello. Quando cammino in strada mi sento sempre osservato perchè TUTTI quelli che ho conosciuto nella vita ci hanno sempre tenuto a farmi notare (cortesemente o meno) che sono strano, fin da bambino. In cosa io sarei strano non l'ho mai capito. Nel caso non si fosse capito sono anche diventato profondamente misantropo. ho solo 2 amici d'infanzia che non vivono vicino ma vengono a trovarmi ogni tanto forse perchè per loro non sono tanto strano ma del resto non mi sono mai confidato molto con loro, non per davvero, e nemmeno con i miei parenti per cui io sarei soltanto un po' timido e immaturo per questo non riesco a tenermi un lavoro e ovviamente me lo fanno pesare. Sono continuamente in balia dei miei sentimenti troppo forti che non riesco a gestire, prima fa tutti la paura, ho paura di tutto: insetti, ragni sopra tutto, cani gatti, tuoni, macchine ecc... E poi c'è la rabbia che a volte mi prende e non ci vedo più. sono arrivato a urlare insulti al mio datore di lavoro che è rimasto ammutolito, ovviamente ho perso il lavoro (dopo neanche 2 mesi). e non dimentichiamoci della tristezza che a volte è così intensa che mi ritrovo accasciato su una sedia senza la forza nemmeno di mettermi in una posizione che sia comoda. In questi casi il vino è l'unico amico a farmi compagnia. E sono sempre più dipendente dalle sigarette, tanto che a vole sono andato a comprarle nel cuore della notte quando mi svegliavo all'improvviso col cuore che pulsava fortissimo per non so quale sogno visto che in tutta la vita non mi sono mai ricordato neanche un secondo di sogno. Ma intanto il mondo va avanti e io rimango li fermo a farmi schiacciare un po' alla volta. Un po' di anni va volevo tornare bambino ora sarei voluto morire da bambino perchè quello è stato l'unico periodo quasi felice della mia vita. Non so che fare.
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Gentile utente,
In questa storia ad un certo punto è stato a farsi visitare per sapere se questa condizione avesse un nome e fosse curabile ?
In questa storia ad un certo punto è stato a farsi visitare per sapere se questa condizione avesse un nome e fosse curabile ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
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Utente
Innanzitutto grazie dell'attenzione. E' stato molto difficile per me scrivere di me. Qualche anno fa mio padre mi portò da uno psicologo dopo che mi ero preso una sbronza colossale, da solo, e in casa con lui, di nascosto a lui. Credo di avere rischiato il coma etilico. Rimasi dal dottore per diversi mesi ma non mi disse nulla su ciò che avevo o non avevo. Mio padre mi disse soltanto che gli aveva detto che c'era tanto lavoro da fare. Il problema anche li fu che io non riuscivo ad esprimermi veramente, le sedute consistevano in me che mi mettevo a fare della filosofia sul mondo e lo psicologo mi ascoltava rapito. L'unica cosa positiva di quelle sedute fu che almeno avevo qualcuno di intelligente con cui fare una conversazione più interessante, ma non me la sentii di dire veramente tutto. Una volta arrivai anche a rubare del daparox da una farmacia, perchè ovviamente non avevo il coraggio di chiedere una prescrizione, e devo dire che in effetti funzionò abbastanza bene contro l'ansia e contro i pensieri distruttivi e autodistruttivi. Mi rendo conto di dovermi decidere a riandare da uno specialista prima di scoppiare, ma ovviamente mi crea grandissimo disagio anche solo pensarci. Per questo mi sono costretto a usare internet, forse riesco ad abituarmi un po' a parlare veramente di me. E anche ora che mi limito a scrivere mi ritrovo a sentire il pulsare del cuore e il respiro affannato per la troppa emozione mi tremano anche le mani. Grazie ancora dell'attenzione.
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Gentile utente,
Uno psichiatra sente storie con questi connotati ogni giorno, non ha ragione di rimanerne stupito, turbato ed è lì appositamente per darLe una soluzione, che magari è semplicissima.
Sia pure emozionato nel parlare con lo psichiatra, cercherà lui di metterla a suo agio eventualmente, se c'è un posto in cui non deve aver paura di far figuracce nel farsi vedere emotivo o preoccupato o in difficoltà è dal medico.
Uno psichiatra sente storie con questi connotati ogni giorno, non ha ragione di rimanerne stupito, turbato ed è lì appositamente per darLe una soluzione, che magari è semplicissima.
Sia pure emozionato nel parlare con lo psichiatra, cercherà lui di metterla a suo agio eventualmente, se c'è un posto in cui non deve aver paura di far figuracce nel farsi vedere emotivo o preoccupato o in difficoltà è dal medico.
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Utente
Ma vorrei un consiglio. Ma se io chiamo uno psicologo gli devo chiedere semplicemente un apputamento e finisce li? O si mette a farmi domande? Lo chiedo perchè se è la seconda so già che andrei nel panico (i telefoni mi mettono in soggezione) e si noterebbe e la cosa mi manderebbe ancora più nel panico. Ma vorrei anche un altro consiglio. Se riesco a presentarmi, senza accasciarmi dietro al portone di casa per non farmi più sentire, una volta che sono li è meglio che io sia me stesso o mi devo attenere ai protocolli sociali? Mi spiego meglio: se io non voglio farmi toccare e voglio rimanere in piedi (quindi non dargli neanche la mano) un dottore poi come reagisce? E se poi non lo guardo mai per poi mettermi a fissarlo negli occhi o se parlo in modo monotono di qualsiasi cosa tanto da sembrare cinico? Oppure se un soprammobile o qualsiasi altro oggetto mi angoscia in modo insopportabile? Insomma comportamenti (che io ho scoperto recentemente grazie alla solerzia dei colleghi) considerati "strani" sono accettabili almeno in quell'occasione? E cosa più importante come faccio a dirgli che l'aspetto fisico dell'intimità delle persone mi disgusta? Perchè dopo tutto anche lui è una persona ergo si sentirebbe, giustamente, tirato in causa.
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Gentile utente,
Uno psichiatra vede gente con mille stranezze, o che si sente di essere strana ma non lo è poi così tanto, tutti i giorni.
Se le dà fastidio dare la mano o cose del genere e non ha intenzione di farlo glielo dice prima o sul momento e così non ci sono equivoci.
Uno psichiatra vede gente con mille stranezze, o che si sente di essere strana ma non lo è poi così tanto, tutti i giorni.
Se le dà fastidio dare la mano o cose del genere e non ha intenzione di farlo glielo dice prima o sul momento e così non ci sono equivoci.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.4k visite dal 30/03/2016.
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