Ansia e depressione nonostante 2 mesi di cure
Buongiorno a tutti.
Dopo due mesi di cura per una sindrome ansiosa-depressiva vedo pochissimi miglioramenti e il pianto, l'angoscia, i pensieri ossessivi mi sono compagni per tutto il giorno tranne nelle ore notturne.. o forse anche no, visto che di tanto in tanto i sogni sono nemici del mio buon riposo.
Con il mio psichiatra-psicoterapeuta sono in cura da due mesi con antidepressivi e sedute per venirne a capo della mia situazione, ma non trovo una via d'uscita. Lui insiste che la terapia non va cambiata ma solo proseguita, e che prima o poi questo stato d'ansia mi abbandonerà.
Sto iniziando a perdere fiducia perchè in primis la diagnosi è stata di depressione reattiva poi tramutata in ansia generalizzata e infine ansia ipocondriaca, inoltre la sofferenza che si prova nello star male e nel continuare a prendere medicine che non danno grossi risultati ti mette davanti la realtà nuda e cruda della vita attuale.
L'episodio scatenante di tutti i miei malesseri si verificò ad inizio luglio quando smisi di andare a lavorare per conflitti con i capi, ora da alcuni mesi sono tornato nello stesso posto "rappacificando" e mettendo dei paletti che prima non c'erano.. ma non riesco a capire se abbia fatto bene o male.
Nel senso, quando ho iniziato a curarmi sentivo il bisogno di fare qualcosa che mi togliesse dalla monotonia divano-letto-divano-pianto, e alla proposta "vuoi ritornare?sentiamo la tua mancanza fisica e professionale!" non ho esitato, e seppur nell'immensa difficoltà dello stato di salute psico-fisico in cui ero.. ci sono andato.
Premetto che il mio capo lo abbia sempre reputato un doppia faccia e che non abbia mai affrontato la questione (a parte nel litigio prima di andarmene) per il semplice quieto vivere. A volte l'ho ritenuto viscido, e forse anche tutt'ora. Però non ho la capacità di mollare tutto completamente, il lavoro in sè mi piace e ritornare a stare a casa completamente so già che mi fionderebbe nello spettro estivo di pianto-nausea-divano-letto. La nausea c'è anche adesso ed è stato il sintomo più invalidante da quando ho iniziato a stare male fisicamente.
Non so più cosa fare, come agire, come pensare.. anzi, a pensare penso sempre troppo e cerco ciò che è dentro di me e non riesce ad uscire.
La mia cura attuale è di Cymbalta 60 mg la mattina e Remeron 30 mg la sera.
Lo so che non si possono fare diagnosi tramite web anche perchè la mia storia è complessa e ingarbugliata, ma se una terapia desse pochi risultati in due mesi converrete con me che sarebbe meglio cambiare? Provare dell'altro?
In 8 mesi di sofferenza mi sono dimenticato cosa significhi ridere di gusto, uscire spensierato con gli amici (che ho perso tra l'altro) e non avere l'incubo di aprire gli occhi affrontando poi una nuova giornata.
Grazie!
Dopo due mesi di cura per una sindrome ansiosa-depressiva vedo pochissimi miglioramenti e il pianto, l'angoscia, i pensieri ossessivi mi sono compagni per tutto il giorno tranne nelle ore notturne.. o forse anche no, visto che di tanto in tanto i sogni sono nemici del mio buon riposo.
Con il mio psichiatra-psicoterapeuta sono in cura da due mesi con antidepressivi e sedute per venirne a capo della mia situazione, ma non trovo una via d'uscita. Lui insiste che la terapia non va cambiata ma solo proseguita, e che prima o poi questo stato d'ansia mi abbandonerà.
Sto iniziando a perdere fiducia perchè in primis la diagnosi è stata di depressione reattiva poi tramutata in ansia generalizzata e infine ansia ipocondriaca, inoltre la sofferenza che si prova nello star male e nel continuare a prendere medicine che non danno grossi risultati ti mette davanti la realtà nuda e cruda della vita attuale.
L'episodio scatenante di tutti i miei malesseri si verificò ad inizio luglio quando smisi di andare a lavorare per conflitti con i capi, ora da alcuni mesi sono tornato nello stesso posto "rappacificando" e mettendo dei paletti che prima non c'erano.. ma non riesco a capire se abbia fatto bene o male.
Nel senso, quando ho iniziato a curarmi sentivo il bisogno di fare qualcosa che mi togliesse dalla monotonia divano-letto-divano-pianto, e alla proposta "vuoi ritornare?sentiamo la tua mancanza fisica e professionale!" non ho esitato, e seppur nell'immensa difficoltà dello stato di salute psico-fisico in cui ero.. ci sono andato.
Premetto che il mio capo lo abbia sempre reputato un doppia faccia e che non abbia mai affrontato la questione (a parte nel litigio prima di andarmene) per il semplice quieto vivere. A volte l'ho ritenuto viscido, e forse anche tutt'ora. Però non ho la capacità di mollare tutto completamente, il lavoro in sè mi piace e ritornare a stare a casa completamente so già che mi fionderebbe nello spettro estivo di pianto-nausea-divano-letto. La nausea c'è anche adesso ed è stato il sintomo più invalidante da quando ho iniziato a stare male fisicamente.
Non so più cosa fare, come agire, come pensare.. anzi, a pensare penso sempre troppo e cerco ciò che è dentro di me e non riesce ad uscire.
La mia cura attuale è di Cymbalta 60 mg la mattina e Remeron 30 mg la sera.
Lo so che non si possono fare diagnosi tramite web anche perchè la mia storia è complessa e ingarbugliata, ma se una terapia desse pochi risultati in due mesi converrete con me che sarebbe meglio cambiare? Provare dell'altro?
In 8 mesi di sofferenza mi sono dimenticato cosa significhi ridere di gusto, uscire spensierato con gli amici (che ho perso tra l'altro) e non avere l'incubo di aprire gli occhi affrontando poi una nuova giornata.
Grazie!
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A volte la realtà fa schifo.
Ciò nonostante a meno che lei non trovi un'alternativa lavorativa, il miglior stile di vita è quello attuale.
Non possiamo inventarci una terapia online, non sarebbe corretto, ma rimandarla al suo psichiatra soprattutto per una psicoterapia, nella quale affrontare tutti i drammi esistnziali di cui qui a potuto solo dare cenno.
E' molto importante mantenere un equilibrio occupandosi sempre, parlando delle proprie angosce a professionisti e prendendo laddove necessario psicofarmaci.
Speriamo presto trovi un equilibrio esistenziale migliore.
Ciò nonostante a meno che lei non trovi un'alternativa lavorativa, il miglior stile di vita è quello attuale.
Non possiamo inventarci una terapia online, non sarebbe corretto, ma rimandarla al suo psichiatra soprattutto per una psicoterapia, nella quale affrontare tutti i drammi esistnziali di cui qui a potuto solo dare cenno.
E' molto importante mantenere un equilibrio occupandosi sempre, parlando delle proprie angosce a professionisti e prendendo laddove necessario psicofarmaci.
Speriamo presto trovi un equilibrio esistenziale migliore.
Dr. Manlio Converti
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.9k visite dal 30/03/2016.
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