Disturbo Bipolre II: Psicoterapia, decido da solo?
Buongiorno,
sofro di Disturbo Bipolare di tipo II,
le prime manifestazioni risalgono al 2003,
la prima volta che ho capito che c'era qualcosa che non andava e sono andato da uno psichiatra è stata nel 2005,
da allora si sono susseguite diagnosi, psichiatri e psicoterapie sbagliate, la situazione è rimasta immutata fino al 2013, quando un neuropsichiatra mi ha diagnosticato tale disturbo, da allora ho cambiato completamente farmacoterapia, i cambiamenti ci sono stati ma sono stati parziali, allora ho deciso per la soluzione drastica: Comunità, in un anno ho fatto molti progressi e la farmacoterapia è stata molto perfezionata, ma poi ho cominciato a percepire che la comunità più di tanto non poteva darmi, non facevo più progressi e allora ho deciso per le dimissioni contro il parere dei sanitari, che ritenevano buono il mio umore ma non risolti i miei problemi d'ansia.
Dopo la comunità, mi sto facendo seguire dallo stesso psichiatra appunto che mi seguiva in comunità, che io ritengo bravo, ci vediamo una volta al mese, sia per un colloquio psicologico di un'ora, sia per valutare cambi di terapia farmacologica, in più lo tengo aggiornato tramite sms.
Attualmente sto assumendo:
Topiramato 100 mg ore 8 e ore 20
delorazepam 1 mg ore 8-12-20
fluoxetina 20+20 mg ore 8
wellbutrin 300 mg ore 12
muscoril 4 mg ore 20
il mio problema adesso è che sono pieno di paure preoccupazioni, problemi per la testa che mi causano ansia e fobia sociale con evitamento.
Prima della comunità avevo intrapreso un percorso psicoanalitico, che ho dovuto interrompere con l'ingresso in comunità, Ho sempre avuto problemi con l'ansia, anche prima del disturbo bipolare, ma non sapevo nemmeno che esistesse l'ansia. Comunque ne i farmaci ne la comunità ne i colloqui che faccio con lo psichiatra sono serviti.
Ho chiesto allo psichiatra di riprendere la psicoanalisi, siamo rimasti d'accordo di telefonargli che ne parliamo, avevamo appuntamento ieri alle 15 ma non risponde ne alle chiamate ne ai messaggi.
Io sono convinto che a creare tutta questa ansia siano fatti successi nel passato interpretati male e che mi fanno interpretare male la realtà, come sostiene anche anche la teoria cognitiva, infatti per me andrebbe bene anche una psicoterapia cognitiva o cognitivo-comportamentale.
Ma se lo psichiatra non mi da il suo ok, posso decidere da solo?
Grazie.
sofro di Disturbo Bipolare di tipo II,
le prime manifestazioni risalgono al 2003,
la prima volta che ho capito che c'era qualcosa che non andava e sono andato da uno psichiatra è stata nel 2005,
da allora si sono susseguite diagnosi, psichiatri e psicoterapie sbagliate, la situazione è rimasta immutata fino al 2013, quando un neuropsichiatra mi ha diagnosticato tale disturbo, da allora ho cambiato completamente farmacoterapia, i cambiamenti ci sono stati ma sono stati parziali, allora ho deciso per la soluzione drastica: Comunità, in un anno ho fatto molti progressi e la farmacoterapia è stata molto perfezionata, ma poi ho cominciato a percepire che la comunità più di tanto non poteva darmi, non facevo più progressi e allora ho deciso per le dimissioni contro il parere dei sanitari, che ritenevano buono il mio umore ma non risolti i miei problemi d'ansia.
Dopo la comunità, mi sto facendo seguire dallo stesso psichiatra appunto che mi seguiva in comunità, che io ritengo bravo, ci vediamo una volta al mese, sia per un colloquio psicologico di un'ora, sia per valutare cambi di terapia farmacologica, in più lo tengo aggiornato tramite sms.
Attualmente sto assumendo:
Topiramato 100 mg ore 8 e ore 20
delorazepam 1 mg ore 8-12-20
fluoxetina 20+20 mg ore 8
wellbutrin 300 mg ore 12
muscoril 4 mg ore 20
il mio problema adesso è che sono pieno di paure preoccupazioni, problemi per la testa che mi causano ansia e fobia sociale con evitamento.
Prima della comunità avevo intrapreso un percorso psicoanalitico, che ho dovuto interrompere con l'ingresso in comunità, Ho sempre avuto problemi con l'ansia, anche prima del disturbo bipolare, ma non sapevo nemmeno che esistesse l'ansia. Comunque ne i farmaci ne la comunità ne i colloqui che faccio con lo psichiatra sono serviti.
Ho chiesto allo psichiatra di riprendere la psicoanalisi, siamo rimasti d'accordo di telefonargli che ne parliamo, avevamo appuntamento ieri alle 15 ma non risponde ne alle chiamate ne ai messaggi.
Io sono convinto che a creare tutta questa ansia siano fatti successi nel passato interpretati male e che mi fanno interpretare male la realtà, come sostiene anche anche la teoria cognitiva, infatti per me andrebbe bene anche una psicoterapia cognitiva o cognitivo-comportamentale.
Ma se lo psichiatra non mi da il suo ok, posso decidere da solo?
Grazie.
[#1]
Non è detto che vi siano indicazioni al trattamento psicoterapeutico nel suo caso.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
La psicologa della comunità mi ha detto che ho una personalità depressiva e dipendente. Da test della personalità fatti in passato, risultava una personalità del cluster B. L'ansia, la rabbia, quasi sempre repressa e l'angoscia di fondo con una bassa autostima, instabilità e discontinuità in tutti i settori della vita, mi hanno accompagnato praticamente da sempre. Unitamente ad un modo originale ma disadattivo di pensare e ad un elevato livello d'intelligenza riconosciuto da tutti ma che non ha prodotto risultati apprezzabili. Io credo di avere e già da prima del disturbo dell'umore, problemi seri di personalità. Alcuni specialisti sostengono che i problemi di personalità non si possano risolvere neanche con le psicoterapie lunghe e profonde. Altri invece sostengono il contrario. È la famosa discussione tra psichiatri e psicoterapeuti. A chi devo credere?
[#3]
La questione è che un trattamento psicoterapeutico non si applica sulla base della diagnosi ma sulla base di caratteristiche del paziente.
Non è un trattamento per cui si può considerare una applicazione standard, non stiamo parlando della pillola della pressione oppure di quella per il diabete.
Le condizioni di eleggibilità sono quelle che vanno prioritariamente valutate, altrimenti i trattamenti psicoterapeutici risultano essere fallimentari.
Di fatto, lei ha già seguito alcuni percorsi con risultati non soddisfacenti per cui non è detto che ci possano essere le condizioni per cui lei possa iniziare un nuovo percorso psicoterapeutico.
La condizione può variare nel tempo ma non penso sia possibile stabilire a priori quale sarà l'evoluzione.
Consideri che se ci si ferma alla sola diagnosi difficilmente si può trovare una soluzione appropriata.
Non è un trattamento per cui si può considerare una applicazione standard, non stiamo parlando della pillola della pressione oppure di quella per il diabete.
Le condizioni di eleggibilità sono quelle che vanno prioritariamente valutate, altrimenti i trattamenti psicoterapeutici risultano essere fallimentari.
Di fatto, lei ha già seguito alcuni percorsi con risultati non soddisfacenti per cui non è detto che ci possano essere le condizioni per cui lei possa iniziare un nuovo percorso psicoterapeutico.
La condizione può variare nel tempo ma non penso sia possibile stabilire a priori quale sarà l'evoluzione.
Consideri che se ci si ferma alla sola diagnosi difficilmente si può trovare una soluzione appropriata.
[#4]
Utente
Capisco Dottore.
Il mio psichiatra mi ha scritto un messaggio, ha detto che non ha avuto tempo di parlare al telefono a causa di imprevisti. Non ha escluso a priori la psicoanalisi. Ha detto che appena trova 10 minuti di tranquillità mi chiama per valutare insieme se e cosa fare. Grazie della disponibilità.
Il mio psichiatra mi ha scritto un messaggio, ha detto che non ha avuto tempo di parlare al telefono a causa di imprevisti. Non ha escluso a priori la psicoanalisi. Ha detto che appena trova 10 minuti di tranquillità mi chiama per valutare insieme se e cosa fare. Grazie della disponibilità.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.5k visite dal 01/03/2016.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Disturbo bipolare
Il disturbo bipolare è una patologia che si manifesta in più fasi: depressiva, maniacale o mista. Scopriamo i sintomi, la diagnosi e le possibili terapie.