Dubbio sull'atteggiamento dello specialista
Buongiorno. Da circa 7 anni lamento astenia con malditesta abbastanza frequenti, di tipo e intensità variabile. Negli ultimi anni sono comparsi(e forse stanno peggiorando) dei dolori muscolari e sporadicamente articolari, con problemi di memoria e concentrazione forse anch'essi in crescita. Ho effettuato due sedute presso uno psichiatra psicoterapeuta. Alla fine dell'ultima seduta mi è stato prescritto il farmaco Efexor, da dosare gradualmente in un mese circa fino a 150 mg al giorno, insieme a una lista di "compitini" da svolgere per monitorare la mia condizione, anche in relazione alla terapia farmacologica. Devo stilare degli elenchi di eventuali idee ossessive, dubbi principali, rituali anche legati alla spossatezza e evitamenti(immagino nei confronti di persone visti alcuni miei comportamenti durante l'adolescenza). Quello che non mi convince appieno è il suo atteggiamento molto vago nel fare una diagnosi e in generale durante i colloqui. Dopo la prescrizione del farmaco gli ho esplicitamente chiesto una diagnosi chiara di cui non aveva parlato e gli ho "strappato" un "disturbo ossessivo", che potrebbe aver generato depressione secondaria e ansia con conseguenti somatizzazioni, ma ha detto anche "le diagnosi non vanno bene per quelli come te". Durante le 2 sedute ha detto "ti controlli troppo" ,"hai troppi dubbi" e che con i pazienti come me bisogna stare attenti a pesare le parole, usando anche con atteggiamento cauto la parola ipocondria, immagino per avergli chiesto se potessi essere affetto da fibromialgia o encefalomielite mialgica. Sulla seconda non ha proferito parola, mentre ha dei dubbi sulla prima, a cui comunque non crede molto nel mio caso, ma che ovvaimente e anche per sua ammissione non può diagnosticare perchè si procede per esclusione. Nonostante nutra dei dubbi sulla diagnosi(immagino possano essere comunque associati alla mia eventuale condizione) non ho problemi ad accettarla visto che proviene dalla bocca di un professionista, ma per carattere apprezzo molto la schiettezza e il suo atteggiamento vago non mi permette di avere piena fiducia, almeno in questo momento iniziale, tanto da farmi dubitare della sua competenza. E' prassi comportarsi in questo modo? Nel caso in cui non fosse normale dovrei parlargiene? Cambiare specialista?
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E' molto difficile decidere perché dietro la scelta di fare o meno una diagnosi precisa esistono ideologie e problematiche complesse che esulano dal suo problema sanitario.
Se la terapia funziona, in termini pragmatici, qualunque sia il nome non cambierebbe il suo beneficio.
Diversamente se non funziona, in ogni caso il suo medico cambierebbe la terapia, e magari anche il nome della diagnosi, nel caso gliela avesse data.
Non mi dilungo sulle diverse scuole di pensiero, davvero troppe e molte anche contraddittorie. Di fatto sono convinto che l'unica cosa che conta, avendo a disposizione solo quattro categorie farmacologiche e la psicoterapia, che lei non possa avere alcun beneficio dal "nome" della diagnosi, perché, come diceva Shackespeare, ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserva sempre il suo profumo!
La sua descrizione per quanto dettagliata non ci consente di fare una diagnosi, mentre le ricordo che molti dei nomi da lei usati sono oggettivamente dei sinonimi, basati sulle problematiche ansiose, di controllo, ipocondriache che dir si vogliano, la cui terapia sarà l'antidepressivo e la psicoterapia, speriamo in modo efficace al punto da farle pensare a costruire una propria vita indipendentemente dalle conoscenze in termini di medicina-legale.
Se la terapia funziona, in termini pragmatici, qualunque sia il nome non cambierebbe il suo beneficio.
Diversamente se non funziona, in ogni caso il suo medico cambierebbe la terapia, e magari anche il nome della diagnosi, nel caso gliela avesse data.
Non mi dilungo sulle diverse scuole di pensiero, davvero troppe e molte anche contraddittorie. Di fatto sono convinto che l'unica cosa che conta, avendo a disposizione solo quattro categorie farmacologiche e la psicoterapia, che lei non possa avere alcun beneficio dal "nome" della diagnosi, perché, come diceva Shackespeare, ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserva sempre il suo profumo!
La sua descrizione per quanto dettagliata non ci consente di fare una diagnosi, mentre le ricordo che molti dei nomi da lei usati sono oggettivamente dei sinonimi, basati sulle problematiche ansiose, di controllo, ipocondriache che dir si vogliano, la cui terapia sarà l'antidepressivo e la psicoterapia, speriamo in modo efficace al punto da farle pensare a costruire una propria vita indipendentemente dalle conoscenze in termini di medicina-legale.
Dr. Manlio Converti
[#2]
Utente
La ringrazio per la risposta celere. Non mi sarei certo sognato di ricevere una diagnosi psichiatrica su internet. So che questioni del genere sono ingarbugliate e richiedono una valutazione diretta. Volevo solo che qualcuno mi confermasse di potermi fidare del mio psichiatra e così è stato.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.7k visite dal 25/02/2016.
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