Ecg presentava solo lieve blocco di branca destra incompleto con pr 0.15
Gent.mo Dottore sono qui per chiederle un chiarimento per quanto possibile.
In passato ho sofferto di DAP curato con citalopram e per qualche anno sono stato bene.A settembre mentre tagliavo l'erba ho sentito le gambe cedere e poi tachicardia.
Dopo un po' e' finito tutto.Forse in seguito allo stress accumulato per un corso di formazione dopo due mesi sono ricaduto.
Il medico di base ha ritenuto opportuno prescrivermi un 1/4 di nobistar per contenere la tachicardia. A suo parere dovrei assumere citalopram pero' dall'ultima visita cardiologica dove ecocuore ok, test da sforzo ok, ecg presentava solo lieve blocco di branca destra incompleto con Pr 0.15, Qrs 0.88ms Qt 354ms/ Qtc 429ms.Mi e' stato detto che il citalopram puo' allungare il qt.Premetto che non ho disturbi ma mi capita che quando esco in giro ho la testa pesante e una sensazione di debolezza alle gambe.Purtroppo la psicoterapia non posso permettermela.
Cosa mi consiglia riguardo al citalopram?Cordiali Saluti.
In passato ho sofferto di DAP curato con citalopram e per qualche anno sono stato bene.A settembre mentre tagliavo l'erba ho sentito le gambe cedere e poi tachicardia.
Dopo un po' e' finito tutto.Forse in seguito allo stress accumulato per un corso di formazione dopo due mesi sono ricaduto.
Il medico di base ha ritenuto opportuno prescrivermi un 1/4 di nobistar per contenere la tachicardia. A suo parere dovrei assumere citalopram pero' dall'ultima visita cardiologica dove ecocuore ok, test da sforzo ok, ecg presentava solo lieve blocco di branca destra incompleto con Pr 0.15, Qrs 0.88ms Qt 354ms/ Qtc 429ms.Mi e' stato detto che il citalopram puo' allungare il qt.Premetto che non ho disturbi ma mi capita che quando esco in giro ho la testa pesante e una sensazione di debolezza alle gambe.Purtroppo la psicoterapia non posso permettermela.
Cosa mi consiglia riguardo al citalopram?Cordiali Saluti.
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La questione del QT è diventato un ostacolo a quanto pare.
Se una persona ha bisogno di terapia ed è ansioso, evidentemente pensare a questo o ad altri effetti collaterali gli farà aumentare l'ansia, e fare dei controlli periodici, uno all'anno, di meno, di più, farebbe sempre mantenere alto il livello di ansia del paziente.
Non esiste una certezza nel merito, solo un problema posto con forza da alcune case farmaceutiche contro le altre, finché non si è scoperto che quasi tutti i farmaci omologhi avevano, come era prevedibile, lo stesso problema.
Scagliata con veemenza la prima pietra contro un effetto collaterale ha prodotto un boomerang contro l'uso dei farmaci, che ha colpito tutte le case farmaceutiche.
D'altra parte ridurre qualche effetto collaterale o scoprire quelli dei farmaci concorrenti è diventato l'unico sport della maggior parte delle case farmaceutiche, soprattutto in psichiatria, dove ormai da oltre trent'anni non si prova neanche a fare una scoperta significativa.
Non è possibile a noi psichiatri fare altro che da casse di risonanza, spesso con il contributo del ministero che ci impone questo ruolo, essendo diventato impossibile fare ricerca, dato il livello sofisticato dei laboratori necessari, ed essendo pertanto ridotti a meri prescrittori secondo standard decisi altrove e da altri.
Questa alienazione dello psichiatra (e del medico in generale) è molto frustrante, quando sappiamo che non esistono alternative valide, e siamo costretti a predire lutti, ma nel caso della psichiatria abbiamo il paradosso della persistenza o aggravamento dei sintomi non curati o non curabili senza alcun esito, generalmente, per il paziente.
Questa sospensione in un mondo di sofferenza acuisce la difficoltà di gestione, da parte del paziente stesso, dei familiari e poi dei sanitari, finché queste bolle nate per la concorrenza tra case farmaceutiche non fanno scoppiare anche l'ultimo brandello di fiducia tra medico e paziente.
Non possiamo in rete fare che un SPOT, in favore della casa farmaceutica o del suo psichiatra di fiducia. Non esiste una realtà scientifica tale da accertare esattamente in nessun modo se lei proverà solo vantaggi come l'X% dei pazienti o se subirà effetti collaterali come l'Y% dei pazienti più sfortunati.
Le statistiche non ci dicono nulla sulla sua condizione e non ci permettono di prevedere in psichiatria alcunché.
Eccedere nella prudenza da parte del medico, a causa del problema a lei frose ignoto della cosiddetta "medicina difensiva", aumenta questi paradossi, riducendo la fiducia medico paziente e cancellando ogni possibile beneficio specificamente per i pazienti ansiosi che resteranno in ogni caso sospesi un questa bolla paradossale, tra l'ansia per cui prendono il farmaco e l'ansia degli effetti collaterali possibili del farmaco.
Lei per adesso è in questa bolla paradossale.
La medicina difensiva che l'ha informata eccessivamente e la concorrenza tra case farmaceutiche che vanno a cercare solo peli nell'uovo, invece che trovare soluzioni diverse e drasticamente migliori, rendono impossibile fornirle una risposta definitiva.
L'unico adagio umanamente possibile è: Tentar non Nuoce.
Se una persona ha bisogno di terapia ed è ansioso, evidentemente pensare a questo o ad altri effetti collaterali gli farà aumentare l'ansia, e fare dei controlli periodici, uno all'anno, di meno, di più, farebbe sempre mantenere alto il livello di ansia del paziente.
Non esiste una certezza nel merito, solo un problema posto con forza da alcune case farmaceutiche contro le altre, finché non si è scoperto che quasi tutti i farmaci omologhi avevano, come era prevedibile, lo stesso problema.
Scagliata con veemenza la prima pietra contro un effetto collaterale ha prodotto un boomerang contro l'uso dei farmaci, che ha colpito tutte le case farmaceutiche.
D'altra parte ridurre qualche effetto collaterale o scoprire quelli dei farmaci concorrenti è diventato l'unico sport della maggior parte delle case farmaceutiche, soprattutto in psichiatria, dove ormai da oltre trent'anni non si prova neanche a fare una scoperta significativa.
Non è possibile a noi psichiatri fare altro che da casse di risonanza, spesso con il contributo del ministero che ci impone questo ruolo, essendo diventato impossibile fare ricerca, dato il livello sofisticato dei laboratori necessari, ed essendo pertanto ridotti a meri prescrittori secondo standard decisi altrove e da altri.
Questa alienazione dello psichiatra (e del medico in generale) è molto frustrante, quando sappiamo che non esistono alternative valide, e siamo costretti a predire lutti, ma nel caso della psichiatria abbiamo il paradosso della persistenza o aggravamento dei sintomi non curati o non curabili senza alcun esito, generalmente, per il paziente.
Questa sospensione in un mondo di sofferenza acuisce la difficoltà di gestione, da parte del paziente stesso, dei familiari e poi dei sanitari, finché queste bolle nate per la concorrenza tra case farmaceutiche non fanno scoppiare anche l'ultimo brandello di fiducia tra medico e paziente.
Non possiamo in rete fare che un SPOT, in favore della casa farmaceutica o del suo psichiatra di fiducia. Non esiste una realtà scientifica tale da accertare esattamente in nessun modo se lei proverà solo vantaggi come l'X% dei pazienti o se subirà effetti collaterali come l'Y% dei pazienti più sfortunati.
Le statistiche non ci dicono nulla sulla sua condizione e non ci permettono di prevedere in psichiatria alcunché.
Eccedere nella prudenza da parte del medico, a causa del problema a lei frose ignoto della cosiddetta "medicina difensiva", aumenta questi paradossi, riducendo la fiducia medico paziente e cancellando ogni possibile beneficio specificamente per i pazienti ansiosi che resteranno in ogni caso sospesi un questa bolla paradossale, tra l'ansia per cui prendono il farmaco e l'ansia degli effetti collaterali possibili del farmaco.
Lei per adesso è in questa bolla paradossale.
La medicina difensiva che l'ha informata eccessivamente e la concorrenza tra case farmaceutiche che vanno a cercare solo peli nell'uovo, invece che trovare soluzioni diverse e drasticamente migliori, rendono impossibile fornirle una risposta definitiva.
L'unico adagio umanamente possibile è: Tentar non Nuoce.
Dr. Manlio Converti
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 4.3k visite dal 09/02/2016.
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