Consigli sulla Paroxetina: diminuire, smettere, effetti
Salve,
Non sapevo bene quale titolo mettere esattamente perché ho un po' di dubbi generali riguardo a vari punti.
Inizio col dire che ho iniziato con la paroxetina un anno e mezzo fa, e me l'ha prescritta il neurologo (già al tempo mi chiedevo perché scegliere il neurologo piuttosto che lo psichiatra, e tuttora non ne ho idea). Da allora non son più tornato, e ogni tanto mi ha "seguito" il dottore di base. I motivi per cui l'avevo presa erano principalmente sintomi psicosomatici (son riuscito a comprendere la natura dei miei problemi dopo mesi e dottori cambiati, esami inutili e quant'altro) di bruciore agli occhi e secchezza alla bocca, in più insonnia. Nel tempo son migliorato, e dopo mesi ho cominciato a diminuire pian piano. Ne ho sempre presa mezza pastiglia, quindi per fortuna son rimasto sempre basso col dosaggio. Già dalla primavera-estate scorsa la prendevo una volta ogni 3-4 giorni. Ora penso che anche a un mese posso tirare senza troppi problemi...
MA
in tutto questo, ogni tanto, ci sono due punti oscuri:
- il bruciore viene sempre randomicamente (alle volte tutti i giorni, alle volte non lo sento per una settimana; alle volte è quasi insopportabile, alle volte è lieve, ecc) e anche senza dirette cause esterne (alle volte che son stato male lo sentivo poco, altre volte che stavo bene mi poteva capitare per qualche ora a livelli penosi);
- mal di testa: in genere son sempre stato tipo da averlo non così raramente, ma sicuramente l'ho sento più spesso, anche tutti i giorni
- dopo tot tempo, e anche qui randomicamente, capitano gli effeetti collaterali peggiori: febbre, nausea, mischiati a mal di testa e bruciore. Io nel diminuire ho fatto che quando presagivo di cadere in quest'ultimo caso la prendevo, e più o meno mi son sempre salvato, tranne l'ultima volta che non ho fatto quasi in tempo a rendermi conto che son stato subito male.
Son andato dal dottore, e mi ha detto di tornare a prenderla metà ogni due giorni e vedersi fa un mese. Ma così non la smetto più di prendere? non mi ha dato l'impegnativa né per il neurologo né psichiatra, e la cosa mi lascia perplesso.
Scusate se ho scritto troppo, ma volevo alcuni pareri esterni competenti. Anche perché, in tutto ciò, c'è anche da chiedersi se "devo" smettere. Da una parte ovvio che vorrei, dall'altra, sapendo che se non la prendo ho quei bruciori e in più ho il morale altalenante non so. Indipendentemente da tutto (se è possibile), quanto "conviene" continuare a prendere ste pastiglie a tempo indeterminato, considerando che, perlomeno, sono a un livello relativamente basso?
grazie
Non sapevo bene quale titolo mettere esattamente perché ho un po' di dubbi generali riguardo a vari punti.
Inizio col dire che ho iniziato con la paroxetina un anno e mezzo fa, e me l'ha prescritta il neurologo (già al tempo mi chiedevo perché scegliere il neurologo piuttosto che lo psichiatra, e tuttora non ne ho idea). Da allora non son più tornato, e ogni tanto mi ha "seguito" il dottore di base. I motivi per cui l'avevo presa erano principalmente sintomi psicosomatici (son riuscito a comprendere la natura dei miei problemi dopo mesi e dottori cambiati, esami inutili e quant'altro) di bruciore agli occhi e secchezza alla bocca, in più insonnia. Nel tempo son migliorato, e dopo mesi ho cominciato a diminuire pian piano. Ne ho sempre presa mezza pastiglia, quindi per fortuna son rimasto sempre basso col dosaggio. Già dalla primavera-estate scorsa la prendevo una volta ogni 3-4 giorni. Ora penso che anche a un mese posso tirare senza troppi problemi...
MA
in tutto questo, ogni tanto, ci sono due punti oscuri:
- il bruciore viene sempre randomicamente (alle volte tutti i giorni, alle volte non lo sento per una settimana; alle volte è quasi insopportabile, alle volte è lieve, ecc) e anche senza dirette cause esterne (alle volte che son stato male lo sentivo poco, altre volte che stavo bene mi poteva capitare per qualche ora a livelli penosi);
- mal di testa: in genere son sempre stato tipo da averlo non così raramente, ma sicuramente l'ho sento più spesso, anche tutti i giorni
- dopo tot tempo, e anche qui randomicamente, capitano gli effeetti collaterali peggiori: febbre, nausea, mischiati a mal di testa e bruciore. Io nel diminuire ho fatto che quando presagivo di cadere in quest'ultimo caso la prendevo, e più o meno mi son sempre salvato, tranne l'ultima volta che non ho fatto quasi in tempo a rendermi conto che son stato subito male.
Son andato dal dottore, e mi ha detto di tornare a prenderla metà ogni due giorni e vedersi fa un mese. Ma così non la smetto più di prendere? non mi ha dato l'impegnativa né per il neurologo né psichiatra, e la cosa mi lascia perplesso.
Scusate se ho scritto troppo, ma volevo alcuni pareri esterni competenti. Anche perché, in tutto ciò, c'è anche da chiedersi se "devo" smettere. Da una parte ovvio che vorrei, dall'altra, sapendo che se non la prendo ho quei bruciori e in più ho il morale altalenante non so. Indipendentemente da tutto (se è possibile), quanto "conviene" continuare a prendere ste pastiglie a tempo indeterminato, considerando che, perlomeno, sono a un livello relativamente basso?
grazie
[#2]
Utente
Intanto volevo aggiornare su una cosa anche se non avessi ricevuto risposte, e riguarda il bruciore randomico agli occhi: occhi ho preso la dose, in generale anche prima ero di umore tranquillo, poi son stato più o meno uguale e anche ora mi sento come prima. Con la differenza del bruciore. Non ho fatto niente di diverso, mi sento uguale, con solo il bruciore, anche se lieve.
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Ma quella dose me l'aveva data il neurologo all'inizio, un anno e mezzo fa! nel tempo mi ha stabilizzato e fatto star meglio. Come può esser stata insufficiente?
mi incuriosisce però il definirla "terapeutica". Io so che la terapia e comunque il risolvere i problemi che stanno alla base sono la terapia, non gli psicofarmaci; nel senso: non sono come le tachipirine che ti guariscono dalla febbre. Ti aiutano e basta, che non è poco di certo, ma è sufficiente. E io credo che nel periodo di stabilizzazione abbia avuto quell'effetto. Da come l'ha messa mi fa intendere che, per così dire, quella dose mi abbia solo tenuto sotto controllo ma non "guarito", e che se avessi avuto una dose maggiore e per il tempo necessario ora starei bene.
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Ma quella dose me l'aveva data il neurologo all'inizio, un anno e mezzo fa! nel tempo mi ha stabilizzato e fatto star meglio. Come può esser stata insufficiente?
mi incuriosisce però il definirla "terapeutica". Io so che la terapia e comunque il risolvere i problemi che stanno alla base sono la terapia, non gli psicofarmaci; nel senso: non sono come le tachipirine che ti guariscono dalla febbre. Ti aiutano e basta, che non è poco di certo, ma è sufficiente. E io credo che nel periodo di stabilizzazione abbia avuto quell'effetto. Da come l'ha messa mi fa intendere che, per così dire, quella dose mi abbia solo tenuto sotto controllo ma non "guarito", e che se avessi avuto una dose maggiore e per il tempo necessario ora starei bene.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 3.9k visite dal 27/01/2016.
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