Trimipramina, come funziona?
Buona sera, sono in cura da alcuni anni per un sindrome ansioso depressiva con DAP e tratti di personalità depressiva ed evitante.
Attualmente sono seguito da una psichiatra del mio Centro Psicosociale. A seguito di una grave malattia in famiglia seguita da un lutto sono andato incontro a un peggioramento generale del tono dell'umore, alcuni "picchi" di ansia con somatizzazione intestinale e disturbi del sonno (insonnia, brutti sogni, ansia al momento di coricarmi e difficoltà a farlo nel mio letto per cui dormivo stabilmente sul divano con la TV accesa). Per questo lo psichiatra mi ha portato da 100 a 150 mg la dose di sertralina e da circa due settimane ha aggiunto Surmontil 25 mg da prendere la sera. Oltre ad agire da subito sull'ansia e l'insonnia quest'ultimo farmaco mi pare inizi a dare risultati anche sull'umore.
Ora io che sono un curioso e appassionato di medicina e farmacologia mi sono informato in rete sulla trimipramina ed ho scoperto che a differenza della maggior parte degli antidepressivi non inibisce la ricaptazione di serotonina e noradrenalina. Se l'effetto sedativo è dovuto all'attività antistaminica ed antiadrenergica, come si spiega quello antidepressivo? Se non si può spiegare in modo esauriente ci sono almeno delle teorie in merito?
Grazie.
P.S. per favore, si astengano dal rispondermi coloro che ritengono queste domande (per chissà quale motivo) "illegittime", coloro che pensano che i pazienti non debbano mai interessarsi agli aspetti tecnici delle prescrizioni... io me ne interesso per motivi miei...
Attualmente sono seguito da una psichiatra del mio Centro Psicosociale. A seguito di una grave malattia in famiglia seguita da un lutto sono andato incontro a un peggioramento generale del tono dell'umore, alcuni "picchi" di ansia con somatizzazione intestinale e disturbi del sonno (insonnia, brutti sogni, ansia al momento di coricarmi e difficoltà a farlo nel mio letto per cui dormivo stabilmente sul divano con la TV accesa). Per questo lo psichiatra mi ha portato da 100 a 150 mg la dose di sertralina e da circa due settimane ha aggiunto Surmontil 25 mg da prendere la sera. Oltre ad agire da subito sull'ansia e l'insonnia quest'ultimo farmaco mi pare inizi a dare risultati anche sull'umore.
Ora io che sono un curioso e appassionato di medicina e farmacologia mi sono informato in rete sulla trimipramina ed ho scoperto che a differenza della maggior parte degli antidepressivi non inibisce la ricaptazione di serotonina e noradrenalina. Se l'effetto sedativo è dovuto all'attività antistaminica ed antiadrenergica, come si spiega quello antidepressivo? Se non si può spiegare in modo esauriente ci sono almeno delle teorie in merito?
Grazie.
P.S. per favore, si astengano dal rispondermi coloro che ritengono queste domande (per chissà quale motivo) "illegittime", coloro che pensano che i pazienti non debbano mai interessarsi agli aspetti tecnici delle prescrizioni... io me ne interesso per motivi miei...
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"ho scoperto che a differenza della maggior parte degli antidepressivi non inibisce la ricaptazione di serotonina e noradrenalina."
Deve aver scoperto male, non è così. Ma anche fosse, il fatto che agisca su altri recettori perché non potrebbe essere associato all'umore ?
Vede, alcuni psichiatri sconsigliano di interessarsi di questi aspetti, prima di tutto perché si può interessarsi della propria malattia senza scendere in inutili e incomprensibili dettagli tecnici, e in secondo luogo perché chi legge può per vari motivi capire male, leggere male, presupporre cose che si è messo in testa perché ovviamente non ha le basi della materia, e così via.
I pazienti che fanno questo sono in genere quelli con tratto ossessivo, e non di rado creano confusione in sé e nella gestione del rapporto col medico attraverso questa pseudo-documentazione via internet o libri vari.
Deve aver scoperto male, non è così. Ma anche fosse, il fatto che agisca su altri recettori perché non potrebbe essere associato all'umore ?
Vede, alcuni psichiatri sconsigliano di interessarsi di questi aspetti, prima di tutto perché si può interessarsi della propria malattia senza scendere in inutili e incomprensibili dettagli tecnici, e in secondo luogo perché chi legge può per vari motivi capire male, leggere male, presupporre cose che si è messo in testa perché ovviamente non ha le basi della materia, e così via.
I pazienti che fanno questo sono in genere quelli con tratto ossessivo, e non di rado creano confusione in sé e nella gestione del rapporto col medico attraverso questa pseudo-documentazione via internet o libri vari.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
Cito una delle tante fonti dell' informazione, il volume del 2012 "Pharmacology of sleep": 'Trimiupramine has only WEAK EFFECT on norepinephrine and serotonin uptake. It is a strong adrenergic-receptor blocker, and has marked antagonistic H1 activity. Its action is centered on the alpha1 receptors".
In un articolo del 1989, "Clinical originality and new biology of trimipramine" si dice: 'trimipramine DOES NOT INHIBIT reuptake of noradrenaline and serotonin, and does not down-regulate beta 1-adrenoceptors.'
In un altro del '91, "Trimipramine: pharmacological reevaluation and comparison with clozapine": 'Trimipramine has been reported to differ from other typical tricyclic antidepressant drugs in several aspects, for instance IT DOES NOT INHIBIT NEURONAL UPTAKE and does not cause down-regulation of beta-adrenoceptors.'
"Galactorrhea during treatment with trimipramine. A case report", 2005: "Trimipramine, a tricyclic antidepressant, faced renewed attention in the last decade for its well-established antidepressant as well as its sleep-promoting properties. While the antidepressant mode of action of trimipramine is still unclear, its antihistaminic and anticholinergic potency is far better known'.
Ora se di 4 fonti due mi dicono che non inibisce l'uptake, una mi dice che lo inibisce debolmente, una che il suo meccanismo antidepressivo non è chiaro...
E in più se vado a vedere la scheda tecnica del farmaco alla voce "farmacodinamica" si cita solo l'azione anticolinergica e non si fa parola di inibizione della ricaptazione...
Ne deduco che la ricaptazione non c'è oppure è poco rilevante per la sua azione antidepressiva. Forse il blocco sui recettori alpha1-adrenergici causa un maggior rilascio di noradrernalina e/o indirettamente la downregulation dei recettori beta1-adrenergici (come accade con gli SSRI)?
Oppure ci sono ricerche più recenti che stabiliscano una potente attività di ricaptazione neuronale che in precedenza non era stata trovata?
Probabilmente ho dei tratti ossessivi, che venivano spesso sottolineati dal mio primo psicoterapeuta (più che altro come tendenza a rimuginare), ma ho anche una (secondo me) sana voglia di capire le cose...
"Colui che chiede è sciocco per cinque minuti ma colui che non chiede rimane sciocco per sempre."
In un articolo del 1989, "Clinical originality and new biology of trimipramine" si dice: 'trimipramine DOES NOT INHIBIT reuptake of noradrenaline and serotonin, and does not down-regulate beta 1-adrenoceptors.'
In un altro del '91, "Trimipramine: pharmacological reevaluation and comparison with clozapine": 'Trimipramine has been reported to differ from other typical tricyclic antidepressant drugs in several aspects, for instance IT DOES NOT INHIBIT NEURONAL UPTAKE and does not cause down-regulation of beta-adrenoceptors.'
"Galactorrhea during treatment with trimipramine. A case report", 2005: "Trimipramine, a tricyclic antidepressant, faced renewed attention in the last decade for its well-established antidepressant as well as its sleep-promoting properties. While the antidepressant mode of action of trimipramine is still unclear, its antihistaminic and anticholinergic potency is far better known'.
Ora se di 4 fonti due mi dicono che non inibisce l'uptake, una mi dice che lo inibisce debolmente, una che il suo meccanismo antidepressivo non è chiaro...
E in più se vado a vedere la scheda tecnica del farmaco alla voce "farmacodinamica" si cita solo l'azione anticolinergica e non si fa parola di inibizione della ricaptazione...
Ne deduco che la ricaptazione non c'è oppure è poco rilevante per la sua azione antidepressiva. Forse il blocco sui recettori alpha1-adrenergici causa un maggior rilascio di noradrernalina e/o indirettamente la downregulation dei recettori beta1-adrenergici (come accade con gli SSRI)?
Oppure ci sono ricerche più recenti che stabiliscano una potente attività di ricaptazione neuronale che in precedenza non era stata trovata?
Probabilmente ho dei tratti ossessivi, che venivano spesso sottolineati dal mio primo psicoterapeuta (più che altro come tendenza a rimuginare), ma ho anche una (secondo me) sana voglia di capire le cose...
"Colui che chiede è sciocco per cinque minuti ma colui che non chiede rimane sciocco per sempre."
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Utente
Dottor Pacini onestamente il suo suo modo di porsi non mi piace per nulla. Posso capire la sua posizione ma... punto primo: se non vuole rispondere a una domanda nessuno la obbliga; punto secondo: se decide di rispondere può dire le stesse cose con toni meno bruschi e "accusatori" nei confronti di chi pone la domanda, che viene sempre "patologizzato": "chi fa queste domande ha tratti ossessivi". Può essere, ma non è pertinente con la domanda che ho fatto. Non ho chiesto di dirmi se ho o meno tratti ossessivi...
Chiedo se cortesemente c'è uno specialista diverso dal dott. Pacini che ha voglia di rispondere alla mia domanda.
Chiedo se cortesemente c'è uno specialista diverso dal dott. Pacini che ha voglia di rispondere alla mia domanda.
[#4]
Gentile utente,
Infatti, è un effetto debole, e ovviamente dipende a che dose, perché tipicamente quel farmaco si usa a dosi basse come sonnifero, e a quella dose sicuramente non ha un'azione significativa di tipo antidepressivo mediante il meccanismo che lei citava.
Ora però è Lei che si pone in un certo modo, ovvero sollevando la questione che certi medici non amano che i pazienti facciano domande tecniche. Non è che non lo amano, è che sono domande su cui in realtà si fanno discussioni o sostanzialmente inutili, o controproducenti. Ques'ultimo caso è il caso dei soggetti ossessivi (che non è un'offesa, è un tratto biologico che riguarda la tendenza a cercare risposte). Cercare risposte non è sempre un pregio operativo, perché a volte aspettando e osservando si ricavano più informazioni utili che non chiedendo.
Questo specialmente se non si conosce la materia, si finisce per accumulare dettagli ed essere esperti del dettaglio, senza sapere le basi. Ci si mette in mente che le cose vadano così perché si trova scritto così, e non è sempre vero.
Ma si perde soprattutto di vista l'importanza che invece il ruolo di paziente e di medico hanno nel produrre una gestione semplice ed efficace dei problemi.
I pazienti che sono esperti in neurofarmacologia perché lo sono di professione, ad esempio pazienti che di mestiere fanno gli psichiatri o i neurobiologi, non rendono le cose più facili, anzi.
E' Lei che si sente patologizzato perché probabilmente lo pensa Lei, e in effetti dà questa impressione quando mette le mani avanti. Per quanto mi riguarda, rispondo perché voglio rispondere, come in questo caso, e nel modo che più ritengo opportuno, come in questo caso. Non solo per rispondere alla lettera come se fossimo, e non siamo, macchine automatiche (per questo c'è la rete, Wikipedia etc con tutte le sue inesattezze), ma partendo anche dal tipo di richiesta, con tutti i suoi connotati psicologici.
Infatti, è un effetto debole, e ovviamente dipende a che dose, perché tipicamente quel farmaco si usa a dosi basse come sonnifero, e a quella dose sicuramente non ha un'azione significativa di tipo antidepressivo mediante il meccanismo che lei citava.
Ora però è Lei che si pone in un certo modo, ovvero sollevando la questione che certi medici non amano che i pazienti facciano domande tecniche. Non è che non lo amano, è che sono domande su cui in realtà si fanno discussioni o sostanzialmente inutili, o controproducenti. Ques'ultimo caso è il caso dei soggetti ossessivi (che non è un'offesa, è un tratto biologico che riguarda la tendenza a cercare risposte). Cercare risposte non è sempre un pregio operativo, perché a volte aspettando e osservando si ricavano più informazioni utili che non chiedendo.
Questo specialmente se non si conosce la materia, si finisce per accumulare dettagli ed essere esperti del dettaglio, senza sapere le basi. Ci si mette in mente che le cose vadano così perché si trova scritto così, e non è sempre vero.
Ma si perde soprattutto di vista l'importanza che invece il ruolo di paziente e di medico hanno nel produrre una gestione semplice ed efficace dei problemi.
I pazienti che sono esperti in neurofarmacologia perché lo sono di professione, ad esempio pazienti che di mestiere fanno gli psichiatri o i neurobiologi, non rendono le cose più facili, anzi.
E' Lei che si sente patologizzato perché probabilmente lo pensa Lei, e in effetti dà questa impressione quando mette le mani avanti. Per quanto mi riguarda, rispondo perché voglio rispondere, come in questo caso, e nel modo che più ritengo opportuno, come in questo caso. Non solo per rispondere alla lettera come se fossimo, e non siamo, macchine automatiche (per questo c'è la rete, Wikipedia etc con tutte le sue inesattezze), ma partendo anche dal tipo di richiesta, con tutti i suoi connotati psicologici.
[#5]
Utente
La ringrazio per la risposta dott. Pacini. Capisco perfettamente il suo punto di vista.
In effetti a me il Surmontil è stato prescritto più che altro con lo scopo di facilitare il sonno e controllare l'ansia senza dover riprendere benzodiazepine (ho sospeso l'alprazolam dopo anni di assunzione di fatto autogestita). Nel prescriverlo lo psichiatra mi ha comunque detto che si tratta di un antidepressivo e che dunque si aspettava un effetto positivo sul tono dell'umore, anche se leggero visto il dosaggio.
Ora è probabile che l'umore migliori in ogni caso con l'attenuarsi dell'ansia e con un sonno migliore.
Tuttavia per tornare allo specifico effetto antidepressivo della trimipramina, questo resta non chiarito, anche se si suppone che la sua attività di blocco su alcuni tipi di recettori adrenergici, serotoninergici e dopaminergici, causi modificazioni in questi recettori e aumenti la disponibilità dei rispettivi neurotrasmettitori.
In effetti a me il Surmontil è stato prescritto più che altro con lo scopo di facilitare il sonno e controllare l'ansia senza dover riprendere benzodiazepine (ho sospeso l'alprazolam dopo anni di assunzione di fatto autogestita). Nel prescriverlo lo psichiatra mi ha comunque detto che si tratta di un antidepressivo e che dunque si aspettava un effetto positivo sul tono dell'umore, anche se leggero visto il dosaggio.
Ora è probabile che l'umore migliori in ogni caso con l'attenuarsi dell'ansia e con un sonno migliore.
Tuttavia per tornare allo specifico effetto antidepressivo della trimipramina, questo resta non chiarito, anche se si suppone che la sua attività di blocco su alcuni tipi di recettori adrenergici, serotoninergici e dopaminergici, causi modificazioni in questi recettori e aumenti la disponibilità dei rispettivi neurotrasmettitori.
[#6]
Gentile utente,
Dunque, il surmontil usato a 25-50 mg può avere qualche effetto sull'umore, ma sostanzialmente siamo sotto le dosi antidepressive, mentre invece agisce in maniera sedativa, più simile a un antipsicotico atipico che a un antidepressivo. Infatti anche diversi antipsicotici sono impiegati come ipnotici.
Le modificazioni in generale che un farmaco dà non consistono nell'aumentata disponibilità dei neurotrasmettitori, cosa che avviene subito. E' qualcosa che avviene dopo, pare correlato a equilibri recettoriali, ma è solo un parametro che torna con i tempi. Ragionare sui neurotrasmettitori è grossolano, servono a cose diverse a seconda dell'area. Non è ad esempio escluso che l'azione di un medicinale in una zona del cervello sia diversa perché diversi sono i sottotipi recettoriali, la loro densità, l'afflusso di sangue, e altre caratteristiche.
Dunque, il surmontil usato a 25-50 mg può avere qualche effetto sull'umore, ma sostanzialmente siamo sotto le dosi antidepressive, mentre invece agisce in maniera sedativa, più simile a un antipsicotico atipico che a un antidepressivo. Infatti anche diversi antipsicotici sono impiegati come ipnotici.
Le modificazioni in generale che un farmaco dà non consistono nell'aumentata disponibilità dei neurotrasmettitori, cosa che avviene subito. E' qualcosa che avviene dopo, pare correlato a equilibri recettoriali, ma è solo un parametro che torna con i tempi. Ragionare sui neurotrasmettitori è grossolano, servono a cose diverse a seconda dell'area. Non è ad esempio escluso che l'azione di un medicinale in una zona del cervello sia diversa perché diversi sono i sottotipi recettoriali, la loro densità, l'afflusso di sangue, e altre caratteristiche.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 19.9k visite dal 14/01/2016.
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Approfondimento su Insonnia
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