Perdita padre
Buongiorno, sono una ragazza di 21 anni e sei mesi fa ho perso mio padre improvvisamente in un mese, in più ho cambiato radicalmente la mia vita perché oltre alla morte di mio padre io e mia mamma abbiamo dovuto cambiare casa improvvisamente per problemi economici. Dopo l accaduto ho cominciato ad avvertire forti vertigini e senso di sbandamento.. paura improvvisa di cadere per terra e di morire.. pochi mesi dopo mi sono resa conto che erano tutte sensazioni post lutto.. e che il mio equilibrio di prima non esisteva più.. successivamente ho avuto un attacco o di panico a causa dei forti formicoli che sentivo su tutto il corpo, così per paura di avere qualcosa di brutto andai in pronto soccorso.. dove mi prescrivere un ansiolitici. . Successivamente presi un infezione alle vie urinarie che mi mise k.o. ma dopo essermi ripresa l ansia sembrava sparita.. e per tre settimane sono stata bene.. da li poi il calvario.. tutti i giorni mi sento qualcosa.. prima nausea, poi dolori allo stomaco.. ma la cosa che mi mette più ansia é questo mal di testa che ho sempre.. che non so neanche se definirlo tale.. ma sento la testa sempre pesante al centro o vicino alla fronte.. ho sempre collo, spalle rigidi.. e da li i miei pensieri si amplificano in fobie.. ad esempio meningite.. e non mi spiego perché improvvisamente mi sia venuta questa fobia.. mi rendo conto che tutto questo é la causa di quello che é successo.. ma ho sempre bisogno di essere rassicurata su questi sintomi.. adesso ho paura di affrontare la mia quotidianità.. paura possa succedere ancora qualcosa che mi distrugga.. sto facendo dei colloqui con uno psicologo.. sono al 5 colloquio e devo farne 10.. ma penso che deciderà di mandarmi da uno psichiatra per una cura farmacologica.. mi sento persa ho paura di non riprendermi più.. vorrei tornare ad essere una ragazza forte e spensierata come prima.. mi farebbe piacere avere un vostro parere. Grazie per l attenzione
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Attendere la prescrizione di un farmaco da parte di uno psichiatra in attesa del termine dei colloqui psicologici è una perdita di tempo prezioso utile per la possibilità di introdurre una terapia corretta per i suoi disturbi.
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Gentile Signorina,
ho letto la Sua sintetica storia familiare.
Come Lei stessa racconta, "ha perso Suo Padre improvvisamente".
Sei mesi sono pochi per elaborare il lutto di una figura paterna e, in più, per problemi economici, ha dovuto cambiare abitazione.
La Sua vita, ha subìto una drastica revisione e, adesso, Le si richiedono nuove e repentine possibilità di adattamento.
Tutto questo vissuto negativo, presentatosi "d'emblèe", senza forse che nulla lasciasse prevedere questi eventi, ha in prima istanza determinato un quadro clinico di tristezza e depressione, tipicamente "reattiva" a questi eventi e, secondariamente e con modalità quasi automatiche, tutta una serie di "somatizzazioni", cioè svariati sintomi a diversa localizzazione, che in tanto la mettono ulteriormente in ansia con una buona dose di paura ma che, in ultima analisi, sono soltanto di natura "funzionale", come si dice in gergo, cioè innescate da un primitivo stato psicologico improntato ad estrema tristezza.
Tutto questo Lei, però, lo ha già compreso.
Ovviamente ne avrà già parlato con il Suo psicologo.
Una breve cura farmacologica non guasterebbe.
Ma, ricordi, deve farsene una ragione di questi avvenimenti purtroppo dolorosi accaduti nella Sua famiglia.
Riprenda le antiche amicizie e con il sostegno anche dello psicologo e dello psichiatra (per quanto attiene all'aspetto medico..), penso che riuscirà gradualmente a ritrovare un rinnovato equilibrio.
Un cordiale saluto
ho letto la Sua sintetica storia familiare.
Come Lei stessa racconta, "ha perso Suo Padre improvvisamente".
Sei mesi sono pochi per elaborare il lutto di una figura paterna e, in più, per problemi economici, ha dovuto cambiare abitazione.
La Sua vita, ha subìto una drastica revisione e, adesso, Le si richiedono nuove e repentine possibilità di adattamento.
Tutto questo vissuto negativo, presentatosi "d'emblèe", senza forse che nulla lasciasse prevedere questi eventi, ha in prima istanza determinato un quadro clinico di tristezza e depressione, tipicamente "reattiva" a questi eventi e, secondariamente e con modalità quasi automatiche, tutta una serie di "somatizzazioni", cioè svariati sintomi a diversa localizzazione, che in tanto la mettono ulteriormente in ansia con una buona dose di paura ma che, in ultima analisi, sono soltanto di natura "funzionale", come si dice in gergo, cioè innescate da un primitivo stato psicologico improntato ad estrema tristezza.
Tutto questo Lei, però, lo ha già compreso.
Ovviamente ne avrà già parlato con il Suo psicologo.
Una breve cura farmacologica non guasterebbe.
Ma, ricordi, deve farsene una ragione di questi avvenimenti purtroppo dolorosi accaduti nella Sua famiglia.
Riprenda le antiche amicizie e con il sostegno anche dello psicologo e dello psichiatra (per quanto attiene all'aspetto medico..), penso che riuscirà gradualmente a ritrovare un rinnovato equilibrio.
Un cordiale saluto
Dr. Mario Zampardi
[#3]
Utente
Grazie molte per le risposte tempestive.. quando ragiono razionalmente mi rendo conto che tutti i miei sintomi sono dovuti a causa del lutto ecc.. il problema é che nel momento in cui ho un sintomo non riesco a razionalizzare.. e la paura diventa la mia nemica.. so che ci vuole tempo.. ma spero di ritrovare la forza per venirne fuori.. grazie ancora per la vostra disponibilità, ho appreso i vostri consigli e ne parlerò con la mia psicologa.
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"Individuare" le cause di alcuni disturbi non presuppone che essi si possano risolvere senza un trattamento farmacologico.
L'evento esterno stressante, qualunque esso sia, comporta delle modificazioni neuro chimiche che vanno ristabilite velocemente.
L'evento esterno stressante, qualunque esso sia, comporta delle modificazioni neuro chimiche che vanno ristabilite velocemente.
[#5]
Utente
Quindi lei mi consiglia di cominciare la terapia farmacologica? É anche vero che io non voglio diventare come alcune persone che riescono a stare bene solo grazie al farmaco.. d'altra parte io so molto poco per quanto riguarda questa terapia.. non avendo mai assunto prima d'ora questi farmaci
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Le consiglio un approccio che prenda in considerazione anche questa strada.
Se avesse il diabete o l'ipertensione vorrebbe stare bene grazie ad un farmaco, siccome la depressione e le patologie psichiatriche sono impalpabili e non obiettivabili con esami strumentali allora si ritiene che non si debbano curare con una terapia valida ed efficace.
Fermo restando che può eventualmente stabilire di farsi seguire in un percorso specifico qualora ci siano le condizioni di eleggibilità necessarie.
Se avesse il diabete o l'ipertensione vorrebbe stare bene grazie ad un farmaco, siccome la depressione e le patologie psichiatriche sono impalpabili e non obiettivabili con esami strumentali allora si ritiene che non si debbano curare con una terapia valida ed efficace.
Fermo restando che può eventualmente stabilire di farsi seguire in un percorso specifico qualora ci siano le condizioni di eleggibilità necessarie.
[#7]
Gentile Signorina,
come Le ha già consigliato il Collega, ritengo anche io che una blanda terapia ansiolitica e antidepressiva, in questa prima fase, Le possa essere senz'altro di aiuto.
Tenga però conto che, ripeto, questi Suoi disturbi (che non vanno sottovalutati..) sono stati primitivamente innescati dalle suddette tristi condizioni affettive che si sono verificate con cambiamenti anche delle condizioni familiari.
Voglio dire che iniziali, drastici, combiamenti di natura psicologico-affettiva si ripercuotono poi, come le precisava il collega Ruggiero, in specifiche alterazioni biochimiche cerebrali che le ingenerano questi stati di estrema tristezza.
Pertanto, inizi tranquillamente una terapia antidepressiva che, però, dovrà essere attuata soltanto per un breve periodo di tempo.
Tanto quanto basta.
La causa prima della Sua depressione, come Le ho già detto, è psicogena, cioè di natura funzionale. Dovrà pertanto gradualmente ritrovare un suo personale equilibrio.
Un saluto
come Le ha già consigliato il Collega, ritengo anche io che una blanda terapia ansiolitica e antidepressiva, in questa prima fase, Le possa essere senz'altro di aiuto.
Tenga però conto che, ripeto, questi Suoi disturbi (che non vanno sottovalutati..) sono stati primitivamente innescati dalle suddette tristi condizioni affettive che si sono verificate con cambiamenti anche delle condizioni familiari.
Voglio dire che iniziali, drastici, combiamenti di natura psicologico-affettiva si ripercuotono poi, come le precisava il collega Ruggiero, in specifiche alterazioni biochimiche cerebrali che le ingenerano questi stati di estrema tristezza.
Pertanto, inizi tranquillamente una terapia antidepressiva che, però, dovrà essere attuata soltanto per un breve periodo di tempo.
Tanto quanto basta.
La causa prima della Sua depressione, come Le ho già detto, è psicogena, cioè di natura funzionale. Dovrà pertanto gradualmente ritrovare un suo personale equilibrio.
Un saluto
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 1.7k visite dal 11/01/2016.
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