Amnesia e psicosi
Buongiorno. Mio marito ha subito nell'infanzia numerosi atti di violenza da parte della madre (bastonate, aggressioni e minacce con il coltello alla gola o con la mezzaluna, costrizioni a stare sveglio tutta la notte a studiare per ottenere sempre il massimo dei voti, ecc.). La madre ha spesso aggredito anche il marito, con pugni alla nuca, in pancia o nelle parti basse e pesanti offese verbali. Tanto che spesso, da ragazzino, ha pensato che il suicidio fosse l'unica via di salvezza, oltre alla fuga da casa. Finché non ha potuto andare a vivere da solo. Nonostante ciò ha sempre mantenuto i contatti con la madre (anche per paura di ritorsioni verso il padre) e non le ha mai rinfacciato le violenze subite nell'infanzia. Ora da qualche tempo mia suocera (85enne) è venuta ad abitare accanto a noi e sono scoppiate delle accese discussioni tra lei e mio marito, finché lui, esasperato, le ha rinfacciato tutto ciò che lei gli ha fatto passare da piccolo. Lei ha negato di aver fatto tutte quelle cose o per lo meno non ricorda di aver mai fatto violenza alcuna né al figlio né al marito. Sembra sincera e lo sembrava anche prima quando affermava di aver, sì, sgridato il figlio, ma come fanno tutte le mamme. Ha sempre detto che il figlio, anche da piccolino, non le voleva mai mettere le braccia al collo e voleva allontanarsi da lei. Mio marito non si capacita di come la madre possa aver dimenticato tutto ciò che gli ha fatto e di come descriva in modo idilliaco il rapporto tra lei e il defunto marito, che in realtà era completamente succube della moglie. Vorrei tanto poter aiutare mio marito a capire la patologia della madre (che lui definisce psicotica e con atteggiamenti ossessivo- compulsivi) e sapere quale sia il comportamento più giusto da adottare, vista anche l'età della donna. Per il momento io cerco di parlare con lei cercando di rassicurarla. Grazie.
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Gentile utente,
L'unico modo sensato è valutare le persone (entrambe) e il modo in cui espongono e commentano i fatti, oltre a utilizzare come materiale di dialogo l'insieme dei fatti documentabili, ovvero non le semplici affermazioni che uno riporta e l'altro nega.
L'unico modo sensato è valutare le persone (entrambe) e il modo in cui espongono e commentano i fatti, oltre a utilizzare come materiale di dialogo l'insieme dei fatti documentabili, ovvero non le semplici affermazioni che uno riporta e l'altro nega.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2k visite dal 07/12/2015.
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