Psicosi?

Gentili medici,

Mi è stato diagnosticato un disturbo bipolare, ma alla base dei miei problemi c''è e permane una tendenza alla autogestione farmacologica. In particolare farmaci che mi sono stati altamente sconsigliati per la mia condizione, ma in effetti mi procuro anche farmaci che potrebbero avere una certa utilità per il mio problema, tuttavia il problema resta. Alla reiterazione di questo comportamento il mio curante disse: o sei un forte compulsivo o uno psicotico, non penso che tu sia psicotico quindi propendo per la prima ipotesi. Tuttavia il desiderio di assumere farmaci fuori terapia, quando sto male, è fortissima..smbra più che una compulsione, da qui il dubbio di essere psicotico o meno. La domanda è, pur sapendo che quel medicinale fa male, continuare a prenderlo fuori dalle indicazioni del curante, potrebbe essere sintomo di un pensiero distorto o comunque di un comportamento disorganizzato, tipico di una psicosi? Alcune volte in passato mi sono trovato inoltre a dire cose che erano palesemente fuori luogo e la gente restava un pò sconcertata, ho sciatteria nel vestire, tutti sintomi aspecifici in realtà. Comunque il mio dubbio principale è relativo alla prima domanda e cioè reiterare un comportamento distruttivo è semplicemente "compulsione" o magari un sintomo di una psicosi? Grazie per l'attenzione, cordialmente
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Dr. Manlio Converti Psichiatra, Psicoterapeuta 799 17
A me pare evidente che sia scorretto nei suoi confronti rispondere ad una qualsivoglia curiosità. Intanto perché lei fa autoterapia e questo è pericoloso per lei. Poi perché lei ha detto di mentire ai suoi psichiatri dal vivo, e quindi non vedo perché non dobbiamo pensare che stia mentento anche a noi. Infine perché sinceramente la sua descrizione è confusa e le sue domande poco chiare.

Lei sta male ed ha bisogno di uno psichiatra dal vivo che segua la sua terapia senza che lei si inventi nulla cercandolo in rete!

Dr. Manlio Converti

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Utente
Utente
Gentile dott. Converti,

Che io stia male, questo è fuori dubbio, non scriverei consulti e non mi procurerei medicine random..Che io abbia formulato domande poco chiare, questo è un pò pi dubbio. Mi sembra di essere stato chiarissimo nel dire che faccio autogestione, che so che non andrebbe fatta, ma che tuttavia non riesco a resistere, questo implica un sintomo..impulsività, psicosi, non so cosa, la domanda era appunto per cercare di avere un'idea più chiara di quello che potrebbe essere. Mi pare inoltre che la prenda quasi sul personale quando dice che mento ai miei psichiatri dal vivo e "forse anche qua".Ma che scherziamo? Il mio psichiatra è assolutamente al corrente di questa mia attività ed ho infatti premesso che stesso lui si sia posto il dubbio: sei uno psicotico o sei un forte compulsivo, ma al punto di dire mi procuro le medicine per divertirmi alle spalle del mio psichiatra,abbia pazienza, questo no: malato si, stupido no. Quindi per riassumere non cercavo proprio nulla, nè prescrizioni, nè suggerimenti, ma semplicemente uno specialista che mi potesse magari chiarire le idee riguardo questo mio fare autogestito, detto ciò, la saluto. Cordialmente
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Dr. Mario Zampardi Psichiatra 120 3
Gentile Signore,
ho letto il Suo quesito e qualche altro della sua lunga scheda.
La diagnosi di Disturbo Bipolare, penso Le sia stata posta da un Collega specialista e quindi la terapia (direi abbastanza sostenuta) è sempre in rapporto alla fase, depressiva o ipomaniacale, che di volta in volta, fa parte del quadro clinico.

Lei ci dice che, per quanto attiene alla gestione dei farmaci, ha sviluppato una certa tendenza all'autosomministrazione che esula dalla primitiva prescrizione medica. Però dice anche che questa così detta "compulsione" si attiva "quando sta male".

Quindi, a mio parere, stando così le cose, potrebbe non trattarsi di una "compulsione" genuina ma di un Suo comportamento, quasi automatico, per cercare di lenire quanto prima possibile le Sue sofferenze.
E ovviamente non si tratta neanche di un esordio di sintomatologia psicotica.

Resterebbe da capire quali sintomi vengono da Lei interpretati come "insopportabili". Ma il ricorrere ad altre molecole non prescritte, non solo la espone (come Lei già sa) ad altri pericoli ma, a mio giudizio, è anche sintomo di una certa immaturità caratteriale, del tipo...subito.."hic et nunc".
Un saluto

Dr. Mario Zampardi

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Utente
Utente
Gentile dott. Zampardi,

La ringrazio veramente per la risposta, lei mi incoraggia a pensare che effettivamente possa non essere l'esordio di una sintomatologia psicotica, quindi una cosa abbastanza grave..nè necessariamente una compulsione, tenterò di far fronte comunque a quest'urgenza di modificare la cura a mio piacimento. Io e lei parlammo già, tempo fa, della possibilità che nella fase depressiva del disturbo bipolare, da cui sono affetto, vi fosse la presenza di un antidepressivo, ipotesi scartata dal mio curante. Devo dire però che ho "adorato" la sua posizione in merito, perchè mi ha fatto capire che quella di procedere del mio curante, non fosse l'unica via percorribile. Tra l'altro era anche la più dolorosa e lo è ancora, perchè di fatto da quando ad ottobre parlammo sul relativo post, la mia depressione non è mai andata via..questo sicuramente ha inciso sulla mia volontà ad un certo punto "a fare da me". Tra un paio di giorni dovrei avere la visita di controllo e vorrei tra le altre cose parlargli proprio di questa possibilità, tuttavia già son quasi sicuro che verrà scartata da subito. Dato per assodato ciò, come lei giustamente notava nei precedenti post e nota adesso la mia terapia è abbastanza sostenuta: Litio 1050mg, Depakin 1500mg, Seroquel 800mg, Abilify 15mg, Gabapentin 2800mg..una cosa mostruosa a mio parere. Conosco gente sofferente di disturbo bipolare, con episodi ben più drammatici dei miei, stare con 400mg Tegretol e 400mg Seroquel ad esempio..Adesso io comprendo che non siamo tutti uguali, ma è piuttosto scoraggiante vedere persone con cure assai meno generose, ed io che invece "onde evitare qualsiasi possibilità di ricaduta" sono tenuto in cura con dosaggi ben più che congrui e la ricaduta la ho lo stesso!!Comunque come dicevo, lei nota che appunto la terapia sia ben sostenuta, in alternativa ad un antidepressivo potrebbe essere sensato proporre al curante una riduzione dei dosaggi? Se si, di quali farmaci in particolare? Il mio ragionamento è che sono tutti quelli che prendo farmaci con un'azione deprimente il sistema nervoso centrale, quindi magari nell'ipotesi di una loro diminuzione potrebbe esserci una parziale risoluzione di questo stato depressivo che mi porto appresso, mi sbaglio o può essere un ragionamento corretto? Resto in attesa di un suo, come sempre, gentile riscontro. Cordialmente.
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Dr. Mario Zampardi Psichiatra 120 3
Gentile Signore,
ho riletto i precedenti post del mese di Ottobre.
Vedo che continua ancora a dibattersi fra mille dubbi e ansie per cercare di venire a capo, sul piano terapeutico, di questi Suoi sintomi.
Per quanto attiene al "modo di procedere del suo curante" (e che Lei accetta con mal celata passività..), penso che nelle terapie che il Suo Psichiatra prescrive, debba esserci una qual certa "ratio".
Mi spiego.
Magari quei sintomi che Lei interpreta come "depressivi", in effetti e valutati da un occhio critico, come il Suo Medico, sono "stati" di eccessiva ansia generalizzati con somatizzazioni ulteriori e che farebbero intravedere larvati stati a carattere ipomaniacale che tendono a far capolino sulla scena clinica.
Si spiegherebbe, allora, la linea terapeutica assunta dal Collega che, in atto, se ho ben capito, non ha alcuna intenzione di prescrivere antidepressivi.
O magari avrà notato in passato che con minime assunzioni di tali molecole, Lei ha subìto un viraggio repentino nella maniacalità.
Pertanto, veda anche di focalizzare, con il Collega, l'attenzione sulle giuste coordinate delle fasi dei suoi disturbi, premessa indispensabile per accettare serenamente la terapia e non "sforare" con l'auto-somministrazione"
Un saluto cordiale
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