Da dove iniziare

Salve mi chiamo Ruben, ho 22 anni, penso che sia inutile dire che sono maschio. Incomincio da una situazione iniziata ad aprile che tutt'ora sto vivendo. Prima però di andare avanti devo fare questa premessa, da piccolo sono stato un bambino triste.
Comunque ad aprile mi accade qualcosa di insolito, stavo vedendo delle foto dei miei genitori, tali foto mi fanno commuovere, dopodiché, svengo (in realtà come capirete dopo no) e quando rinvengo incomincio a piangere disperatamente urlando. Tali crisi continuano e peggiorano, mi venivano tutti i giorni e mi duravano ore. Le crisi incominciano, rapidamente, ad assumere forme diverse, nel senso che incomincio a fare dei movimenti e segni con braccia e mani (per me tali segni hanno dei significati), incomincio addirittura a picchiarmi e a fare tentativi di suicidio (io però non ero cosciente, avevo gli occhi chiusi, ero come svenuto) e durante queste crisi incomincio anche a emettere con la bocca una musica straziante (né io né i miei familiari la conoscono). Tali crisi durano fino ad Agosto. Purtroppo l'altro ieri mi è riaccaduto.
Quando ebbi la prima crisi venivo da un periodo di depressione nera (mai data a vedere) la notte non riuscivo a dormire per quanto soffrivo (in generale in tutta la mia vita la notte è stato un periodo dove ho sempre pianto e sofferto) e quindi quando vidi le foto dei miei genitori, pensando che stavano invecchiando, mi mise una tristezza incredibile (tristezza che si andò ad aggiungere a quella che io già avevo). Secondo me questa fu la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Ora veniamo al discorso crisi, per me le crisi, i suoi movimenti, le sue stranezze ecc. hanno tutto un significato ben preciso, il mio stato d'animo, i miei pensieri più profondi (per esempio quando mi picchiavo era per esternare il mio odio verso me stesso). Sui tentati suicidi, non c'è molto da interpretare - piccola nota a 8 anni tentai il suicidio. Gli altri movimenti che facevo con le mani servivano per comunicare i miei stati d'animo. La cosa che ancora non mi spiego è la musica che intonavo, era un lamento possiamo dire anche funebre, forse la musica rappresenta la mia sofferenza il mio dolore?
Ho fatto Risonanza Magnetica, elettroencefalogramma e tanti altri esami, con risultati tutti buoni.
Giustamente dovrei spiegare tante altre cose, ma converrete con me che in unico messaggio non è possibile.
Per voi che crisi sono? Che problema ho? Lo so che non potete fare una diagnosi, però dalla vostra esperienza potete dirmi più o meno cosa può essere.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
La descrizione non consente di capire di che tipo possano essere questo tipo di fenomeni.

Escluse le cause epilettiche è da considerarsi una patogenesi psicosomatica che va valutata direttamente da uno psichiatra per un trattamento appropriato.

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Dr. Mario Zampardi Psichiatra 120 3
Gentile Signore,
mentre leggevo il suo post, già avevo in mente di chiederle se le fosse mai stato prescritto un EEgramma.
Ma vedo che si è già sottoposto a tale analisi ed anche alla Risonanza che non hanno evidenziato, a quanto dice, alcun problema.
Una domanda: nella sua famiglia (ma anche negli zii e zie..cugini ecc.) c'è o c'è mai stata qualche patologia di interesse psichiatrico o psicologico-comportamentale?
Questo per capire se, prescindendo dal suo caso specifico, possa esserci una eventuale predisposizione.
Lei si definisce triste fin quasi dalla prima infanzia.
Addirittura, a suo dire, avrebbe all'età di otto anni, già esperito un tentativo di suicidio.
E' allora urgente, a mio parere, smettere con gli esami strumentali che, a quanto sembra, non ci dicono per fortuna nulla di nuovo e affidarsi alle cure, sia psicoterapiche e/o farmacologiche, di un buon psichiatra.
Leggo anche che non ha vissuto armonicamente a casa con la famiglia.
Questo potrebbe far pensare ad eventuali stati conflittuali, esorditi fin dai primi anni e con gradualità, nel tempo, divenuti sempre più ingestibili.
Le "crisi" psicosomatiche accompagnate da una gestualità con attribuzione di significati e quindi con attribuzione di un "senso", potrebbero rappresentare una sorta di linguaggio simbolico con cui lei, inconsapevolmente, esplicita le sue dinamiche interiori.
E' pertanto urgente, ripeto, che lei sia adeguatamente indirizzato da uno Psicoterapeuta e che non tenti, da solo, di risolvere questo suo problema.
Un saluto

Dr. Mario Zampardi

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Utente
Utente
Dr. Mario Zampardi, prima di tutto grazie per la risposta. Volevo dirvi che ho uno zio con problemi mentali anche seri. Riguardo alle crisi lei ha capito perfettamente, io esprimo il mio mondo interiore con i vari gesti. Io so che le mie crisi sono una conseguenza del mio stato interiore(quindi possiamo dire che le crisi sono un sintomo), per questo è importante non tanto curare i sintomi ma la causa, per questo io sono contrario ai psicofarmaci e non li prenderò mai, preferisco diventare pazzo. Quello che voglio dire è che io non cerco qualcosa che mi faccia stare bene, ma cerco qualcuno che mi faccia capire che mi aiuti a trovare delle risposte, lo so che molto probabilmente quel qualcuno posso essere soltanto io, ma ho bisogno di qualcuno che mi indirizzi sui giusti binari ( per questo ho bisogno che qualcuno mi dica la verità con sincerità). Io sono andato da una psicoanalista, ma ho smesso per vari motivi tra cui l'idea di parlare e di non ascoltare una parola un giudizio una propria impressione da parte dell'analista non mi piaceva. Dottore tenendo in mente questo lei che cosa mi consiglia?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
La causa è in lei già determinata.
Vuole sottrarsi alle cure elucubrando sul suo stato e sui suoi gesti peggiorando di giorno in giorno la sua situazione potendo giungere ad azioni ben più gravi della rappresentazione che vuole attribuire alle sue crisi somatiche.

Non è detto che una terapia farmacologica possa essere in contrasto con quella psicologica.
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Dr. Mario Zampardi Psichiatra 120 3
Gentile Signore,
ho letto la sua risposta e sia per i suoi disturbi come anche sul "cosa" fare, vedo che gravita in una certa confusione.
Allora, come le dicevo, lei ha bisogno, in assoluto e senza perdere ulteriore tempo di uno psichiatra-psicoterapeuta.
Vede, io non sarei così negato (come fa lei) nell'assumere eventuali psicofarmaci che le possono venire prescritti.
Forse il termine stesso le fa già paura.
Ma le molecole che oggi vengono prescritte non hanno più gli effetti collaterali di un tempo e favoriscono anzi uno stato di tranquillità e maggiore coerenza mentale che le permetterebbe, in una seconda fase e quindi migliorando sul piano clinico-comportamentale, come lei dice di cercare di venire a capo delle cause esogene, forse attribuibili all'ambiente familiare e/o endogene, quindi addebitabili ad una sua eventuale predisposizione caratteriale, tanto più che c'è uno zio con problemi mentali.
Questo non vuol dire che lei possa avere gli stessi suoi problemi, ma semplicemente che potrebbe avere una certa fragilità caratteriale con tendenza all'introspezione, ma che, nel caso, deve essere giustamente incanalata e tutto questo non può farlo da solo.
L'analista che non dice una parola è possibilmente dovuto al fatto che appartiene ad un certo orientamento di Scuola.
Se non ci si trova bene lo cambi.
Ma, come ha detto il collega, le due "terapie", farmacologica e psicoterapica, posso benissimo convivere.
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