Escitalopram - effetti a lungo termine ?
SALVE , espongo brevemente la mia situazione:
Ho 32 anni e 2 anni fa per la prima volta ho avuto una sindrome depressiva (con flessioni sul tono dell'umore, ansia generalizzata,qualche attacco di panico) ,reattiva ad una situazione sentimentale/professionale molto stressante, che ,coinvolgendo molti piani della mia vita, mi ha lasciato senza lavoro e senza amore. Insomma, una bella caduta in una vita serena e piena di soddisfazioni lavorative e personali, dal quale ho creduto di non uscire più!
Mi sono subito affidata ad una bravissima psicoterapeuta e poco dopo ad un bravissimo psichiatra, che mi hanno seguito e ancora mi seguono.
L'anno scorso ho assunto Cipralex per 5 mesi circa, dose graduale da 10 a 15 mg, e Mirtazapina 15 mg per pochissimo( mi dava troppo sonnolenza). Questa terapia mi ha aiutato a riprendermi da questo trauma improvviso.
Da questo gennaio, si sono ripresentate alcune crisi , depressione e senso di forte ansia,anche se meno forti dell'anno prima, e a marzo il mio psichiatra mi ha prescritto nuovamente il Cipralex, 5 mg per un paio di mesi, poi tutt'ora 10 mg la mattina. La mirtazapina invece è stata portata a 7mg, che ,anche se il dosaggio è piccolissimo, mi fa sentire sicura nel riuscire a prendere sonno.
Ho sempre seguito le indicazioni dello psichiatra ovviamente, il mio stato d'animo è migliorato e soprattutto le forze fisiche.
La settimana scorsa però ,causa un virus intestinale/febbre alta/influenza, per 5 giorni sono rimasta a letto vomitando e non ho assunto il cipralex.
Non avrei dovuto farlo, lo so,ma mi è stato impossibile ingerire qualsiasi cosa...
In questi 5 giorni sono stata comunque bene a livello emotivo, solo un po' di paura legata al fatto di non averlo preso etc,ma irrilevante.
Da domani, sotto indicazione del mio psichiatra, ricomincerò regolarmente.
L'idea di ridurre il cipralex,sempre sotto guida dello psichiatra, comincio a considerarla. Invece ho un po' di riserve sul fatto di smettere,infatti abbiamo concordato che è ancora presto.
Cerco di rimanere serena e vado avanti con la mia vita,accettando il fatto che questa terapia potrebbe servirmi ancora a lungo.
Mi si pongono alcune questioni sull'idea dell'uso prolungato di Escitalopram e vorrei un vostro parere :
- quali effetti potrebbe avere sul mio organismo a livello gastrointestinale ed epatico?
- a parte un piccolo calo della libido che ho notato(col quale comunque posso convivere), esistono altri effetti collaterali sul lungo termine?
- Può instaurarsi un po' di dipendenza psicologica dal farmaco?
Vi ringrazio da subito,
S.
Ho 32 anni e 2 anni fa per la prima volta ho avuto una sindrome depressiva (con flessioni sul tono dell'umore, ansia generalizzata,qualche attacco di panico) ,reattiva ad una situazione sentimentale/professionale molto stressante, che ,coinvolgendo molti piani della mia vita, mi ha lasciato senza lavoro e senza amore. Insomma, una bella caduta in una vita serena e piena di soddisfazioni lavorative e personali, dal quale ho creduto di non uscire più!
Mi sono subito affidata ad una bravissima psicoterapeuta e poco dopo ad un bravissimo psichiatra, che mi hanno seguito e ancora mi seguono.
L'anno scorso ho assunto Cipralex per 5 mesi circa, dose graduale da 10 a 15 mg, e Mirtazapina 15 mg per pochissimo( mi dava troppo sonnolenza). Questa terapia mi ha aiutato a riprendermi da questo trauma improvviso.
Da questo gennaio, si sono ripresentate alcune crisi , depressione e senso di forte ansia,anche se meno forti dell'anno prima, e a marzo il mio psichiatra mi ha prescritto nuovamente il Cipralex, 5 mg per un paio di mesi, poi tutt'ora 10 mg la mattina. La mirtazapina invece è stata portata a 7mg, che ,anche se il dosaggio è piccolissimo, mi fa sentire sicura nel riuscire a prendere sonno.
Ho sempre seguito le indicazioni dello psichiatra ovviamente, il mio stato d'animo è migliorato e soprattutto le forze fisiche.
La settimana scorsa però ,causa un virus intestinale/febbre alta/influenza, per 5 giorni sono rimasta a letto vomitando e non ho assunto il cipralex.
Non avrei dovuto farlo, lo so,ma mi è stato impossibile ingerire qualsiasi cosa...
In questi 5 giorni sono stata comunque bene a livello emotivo, solo un po' di paura legata al fatto di non averlo preso etc,ma irrilevante.
Da domani, sotto indicazione del mio psichiatra, ricomincerò regolarmente.
L'idea di ridurre il cipralex,sempre sotto guida dello psichiatra, comincio a considerarla. Invece ho un po' di riserve sul fatto di smettere,infatti abbiamo concordato che è ancora presto.
Cerco di rimanere serena e vado avanti con la mia vita,accettando il fatto che questa terapia potrebbe servirmi ancora a lungo.
Mi si pongono alcune questioni sull'idea dell'uso prolungato di Escitalopram e vorrei un vostro parere :
- quali effetti potrebbe avere sul mio organismo a livello gastrointestinale ed epatico?
- a parte un piccolo calo della libido che ho notato(col quale comunque posso convivere), esistono altri effetti collaterali sul lungo termine?
- Può instaurarsi un po' di dipendenza psicologica dal farmaco?
Vi ringrazio da subito,
S.
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Questo tipo di farmaci é spesso usato in terapie che durano molto mesi, anche oltre i due o tre anni, per la necessità di stabilizzare i risultati ottenuti. Al momento non vi sono studi che evidenzino danni particolari correlati all'uso prolungato, entro i termini descritti dalle principali linee guida e secondo le indicazioni mediche e della scheda tecnica del farmaco. In genere i fastidi sulla sfera sessuale possono attenuarsi dopo i primi mesi o comunque stabilizzarsi. Più che dipendenza psicologica può instaurarsi una sorta di timore di sospendere la terapia. In genere se la terapia é mantenuta per il giusto tempo e ai dosaggi giusti, alla graduale sospensione non dovrebbero esservi particolari problemi o fastidi.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 20.2k visite dal 19/11/2015.
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