Discussioni continue nella mia testa
Buongiorno,
Vi scrivo perché mi trovo in una impasse e vorrei un consiglio da parte vostra. Io da non so più quanto tempo, ho dei periodi in cui sento il bisogno di parlare da sola. Per anni è stato un bisogno che mi dava un unico problema: perdere tempo! Ero impegnata in questa attività che non riuscivo a gestire,nè ad iniziare nè a terminare a mio piacimento. negli ultimi mesi però la cosa ha preso una piega diversa. Appena resto da sola, inizio a discutere con qualcuno che conosco. Vengo accusata di qualcosa che non ho fatto e inizio a difendermi. Io sento la mia voce che sussurra/ ripete i miei pensieri e i dialoghi che avvengono in quelle occasioni. Queste continue discussioni si bloccano se riesco ad impegnare la mente, ad esempio guardando la TV. La sera però fatico ad addormentarmi perché inizio a litigare e a difendermi. Se durante la giornata ho parlato con qualcuno di persona, al telefono o via mail, quando resto sola rivivo quelle occasioni, ma tutti i dialoghi sono accusatori nei miei confronti. Perdo spesso una o due ore di sonno, niente di grave. Ma l'indomani mi sveglio con dei mal di testa terribili. Io non ho mai sofferto di mal di testa prima del 2014. Inoltre ho brividi, dolori articolari, nausea ecc... A volte la mattina sto bene e i sintomi compaiono nel pomeriggio. A marzo 2015 feci una visita neurologica, ma non emerse nulla. Poi mi fu diagnosticato il diabete e sembrava che questi sintomi fossero causati da ipoglicemie. Tuttavia adesso comincio a pare sare che ci sia tutta una questione psichiatrica. Anche perché il 2015 è stato un anno di intenso stress. Però non voglio dare la colpa solo allo stress. Tra marzo e settembre ebbi qualcosa di molto simile ad un episodio ipomaniacale. Andai da una psichiatra che lo definì "maniforme ".
Adesso sono intrappolata in un circolo vizioso: ho delle giornate molto stressanti ( mi sto laureando), studio moltissimo. Appena smetto inizio a sentire i miei pensieri ripetuti in tempo reale dalla mia stessa voce. È una cosa che mi inquieta molto perché so che in brevissimo tempo dovrò difendermi da qualche accusa. Si, perché non sempre rivivo dei dialoghi già avvenuti. A volte sono dialoghi ex novo. Questa attività è frustrante, allora mi rimetto a studiare perché è l'unico modo che conosco per non sentire i miei pensieri. Quando ho mal di testa però non riesco a studiare e quindi sento tutto e il giorno seguente ho di nuovo mal di testa ecc...
Io purtroppo non posso tornare dalla psichiatra di quest'estate, alla quale non avevo minimamente accennato di questo problema. Anche perché in quel periodo non mi succedeva. Adesso non so cosa fare. Non so neanche se si tratta di un fenomeno ossessivo o altro. Quello che so è che mi serve aiuto, ma so che non riuscirei mai a parlare apertamente di questo problema! Mi sento davvero tormentata. Vorrei capire se è davvero una situazione seria. Magari è solo una mia impressione. Magari devo pazientare e dopo la laurea si risolverà tutto.
Grazie
Vi scrivo perché mi trovo in una impasse e vorrei un consiglio da parte vostra. Io da non so più quanto tempo, ho dei periodi in cui sento il bisogno di parlare da sola. Per anni è stato un bisogno che mi dava un unico problema: perdere tempo! Ero impegnata in questa attività che non riuscivo a gestire,nè ad iniziare nè a terminare a mio piacimento. negli ultimi mesi però la cosa ha preso una piega diversa. Appena resto da sola, inizio a discutere con qualcuno che conosco. Vengo accusata di qualcosa che non ho fatto e inizio a difendermi. Io sento la mia voce che sussurra/ ripete i miei pensieri e i dialoghi che avvengono in quelle occasioni. Queste continue discussioni si bloccano se riesco ad impegnare la mente, ad esempio guardando la TV. La sera però fatico ad addormentarmi perché inizio a litigare e a difendermi. Se durante la giornata ho parlato con qualcuno di persona, al telefono o via mail, quando resto sola rivivo quelle occasioni, ma tutti i dialoghi sono accusatori nei miei confronti. Perdo spesso una o due ore di sonno, niente di grave. Ma l'indomani mi sveglio con dei mal di testa terribili. Io non ho mai sofferto di mal di testa prima del 2014. Inoltre ho brividi, dolori articolari, nausea ecc... A volte la mattina sto bene e i sintomi compaiono nel pomeriggio. A marzo 2015 feci una visita neurologica, ma non emerse nulla. Poi mi fu diagnosticato il diabete e sembrava che questi sintomi fossero causati da ipoglicemie. Tuttavia adesso comincio a pare sare che ci sia tutta una questione psichiatrica. Anche perché il 2015 è stato un anno di intenso stress. Però non voglio dare la colpa solo allo stress. Tra marzo e settembre ebbi qualcosa di molto simile ad un episodio ipomaniacale. Andai da una psichiatra che lo definì "maniforme ".
Adesso sono intrappolata in un circolo vizioso: ho delle giornate molto stressanti ( mi sto laureando), studio moltissimo. Appena smetto inizio a sentire i miei pensieri ripetuti in tempo reale dalla mia stessa voce. È una cosa che mi inquieta molto perché so che in brevissimo tempo dovrò difendermi da qualche accusa. Si, perché non sempre rivivo dei dialoghi già avvenuti. A volte sono dialoghi ex novo. Questa attività è frustrante, allora mi rimetto a studiare perché è l'unico modo che conosco per non sentire i miei pensieri. Quando ho mal di testa però non riesco a studiare e quindi sento tutto e il giorno seguente ho di nuovo mal di testa ecc...
Io purtroppo non posso tornare dalla psichiatra di quest'estate, alla quale non avevo minimamente accennato di questo problema. Anche perché in quel periodo non mi succedeva. Adesso non so cosa fare. Non so neanche se si tratta di un fenomeno ossessivo o altro. Quello che so è che mi serve aiuto, ma so che non riuscirei mai a parlare apertamente di questo problema! Mi sento davvero tormentata. Vorrei capire se è davvero una situazione seria. Magari è solo una mia impressione. Magari devo pazientare e dopo la laurea si risolverà tutto.
Grazie
[#1]
Il sintomo descritto necessita di una attenzione diretta.
Genericamente, andrebbero capite anche se vi sono altre cause oltre quelle strettamente psichiatriche che sono responsabili di questo tipo di sintomatologia.
Dovrebbe parlarne con uno psichiatra che provvederà anche ad indagare la presenza di altre patologie.
Il solo diabete non può dare questo sintomo, anche se penso che faceva riferimento ai tremori, alle sudorazioni ed al resto quando ha fatto riferimento a sintomi del diabete.
Genericamente, andrebbero capite anche se vi sono altre cause oltre quelle strettamente psichiatriche che sono responsabili di questo tipo di sintomatologia.
Dovrebbe parlarne con uno psichiatra che provvederà anche ad indagare la presenza di altre patologie.
Il solo diabete non può dare questo sintomo, anche se penso che faceva riferimento ai tremori, alle sudorazioni ed al resto quando ha fatto riferimento a sintomi del diabete.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Ex utente
Gentile dottore,
La ringrazio per la risposta.
Si, mi riferivo ai sintomi fisici che sembravano corrispondere a delle ipoglicemie, anche se la mia glicemia in quei momenti era circa 80-90. Io avevo inizialmente avallato questa ipotesi perché consumando piccoli pasti ogni 3 ore, su consiglio del diabetologo, i sintomi fisici per qualche mese sono spariti. Io adesso ho presentato il mio problema fisico associandolo a quello mentale, ma potrebbero essere due fenomeni distinti. Li ho associati perché ho notato che quando peggiora uno peggiora anche l'altro e anche perché le situazioni stressanti li fanno peggiorare entrambi.
Però è inutile fare speculazioni senza una visita. Seguirò il suo consiglio e cercherò un nuovo medico.
Grazie della disponibilità
La ringrazio per la risposta.
Si, mi riferivo ai sintomi fisici che sembravano corrispondere a delle ipoglicemie, anche se la mia glicemia in quei momenti era circa 80-90. Io avevo inizialmente avallato questa ipotesi perché consumando piccoli pasti ogni 3 ore, su consiglio del diabetologo, i sintomi fisici per qualche mese sono spariti. Io adesso ho presentato il mio problema fisico associandolo a quello mentale, ma potrebbero essere due fenomeni distinti. Li ho associati perché ho notato che quando peggiora uno peggiora anche l'altro e anche perché le situazioni stressanti li fanno peggiorare entrambi.
Però è inutile fare speculazioni senza una visita. Seguirò il suo consiglio e cercherò un nuovo medico.
Grazie della disponibilità
[#3]
Ex utente
Buongiorno,
Qualche giorno fa ho fatto una visita psichiatrica. Ho esposto il mio problema è il medico mi ha proposto di fare psicoterapia e mi ha dato del tempo per riflettere. Io ho già fatto psicoterapia in passato e i risultati non sono stati buoni.
Vorrei chiedervi se una psicoterapia sia davvero la scelta migliore, alla luce di quello che mi è successo ieri:
mi sono confrontata con una mia amica psicologa sulla proposta della psichiatra. Siccome abita all'estero, ci siamo scambiate delle mail. In quelle mail lei Sosteneva che le precedenti psicoterapie sono fallite perché io non mi impegnavo abbastanza. Io mi sono sentita sotto processo e ho iniziato a difendermi, cercando di dimostrarle con degli esempio di essermi sempre impegnata. Lei però mi ha scritto un'altra mail insistendo sul mio scarso impegno. Mi sono agitata e il discorso è partito per la tangente! Poi mi sono calmata e le ho scritto" per favore, spiegami cosa devo dire per convincerti che il mio impegno è adeguato". La mia amica mi ha risposto di non aver neanche pensato che io non mi impegnassi e mi ha esortato a rileggere le sue mail. In effetti aveva ragione! Non c'era la minima allusione al mio impegno! Le ho ovviamente chiesto scusa. Dalla mattina alla sera io mi sento accusata di qualcosa da qualcuno. Trovo pace solo quando dormo. Io temo che tutti questi discorsi mi stiano confondendo al punto di arrivare a leggere accuse che non esistono! Inoltre le precedenti psicoterapie sono fallite principalmente perché litigavamo sempre su qualche mia mancanza/ difetto, fino a perdere di vista il vero argomento! Proprio come è successo ieri con la mia amica!
Ovviamente io ne parlerò con la specialista. io faccio mea culpa. Ammetto che se ho frainteso ieri, posso avere frainteso anche in passato. Ma potrei farlo anche in futuro! come posso sostenere una psicoterapia se mi invento le frasi dei miei interlocutori? Ormai non è più fraintendimento... È pura invenzione!
Grazie.
Qualche giorno fa ho fatto una visita psichiatrica. Ho esposto il mio problema è il medico mi ha proposto di fare psicoterapia e mi ha dato del tempo per riflettere. Io ho già fatto psicoterapia in passato e i risultati non sono stati buoni.
Vorrei chiedervi se una psicoterapia sia davvero la scelta migliore, alla luce di quello che mi è successo ieri:
mi sono confrontata con una mia amica psicologa sulla proposta della psichiatra. Siccome abita all'estero, ci siamo scambiate delle mail. In quelle mail lei Sosteneva che le precedenti psicoterapie sono fallite perché io non mi impegnavo abbastanza. Io mi sono sentita sotto processo e ho iniziato a difendermi, cercando di dimostrarle con degli esempio di essermi sempre impegnata. Lei però mi ha scritto un'altra mail insistendo sul mio scarso impegno. Mi sono agitata e il discorso è partito per la tangente! Poi mi sono calmata e le ho scritto" per favore, spiegami cosa devo dire per convincerti che il mio impegno è adeguato". La mia amica mi ha risposto di non aver neanche pensato che io non mi impegnassi e mi ha esortato a rileggere le sue mail. In effetti aveva ragione! Non c'era la minima allusione al mio impegno! Le ho ovviamente chiesto scusa. Dalla mattina alla sera io mi sento accusata di qualcosa da qualcuno. Trovo pace solo quando dormo. Io temo che tutti questi discorsi mi stiano confondendo al punto di arrivare a leggere accuse che non esistono! Inoltre le precedenti psicoterapie sono fallite principalmente perché litigavamo sempre su qualche mia mancanza/ difetto, fino a perdere di vista il vero argomento! Proprio come è successo ieri con la mia amica!
Ovviamente io ne parlerò con la specialista. io faccio mea culpa. Ammetto che se ho frainteso ieri, posso avere frainteso anche in passato. Ma potrei farlo anche in futuro! come posso sostenere una psicoterapia se mi invento le frasi dei miei interlocutori? Ormai non è più fraintendimento... È pura invenzione!
Grazie.
[#5]
Ex utente
Buonasera,
Volevo aggiornare la mia situazione. Ho sentito un secondo parere, che è stato identico al primo: non è stato rilevato in me una patologia che giustifichi una terapia farmacologica. I problemi da me espressi sono stati definiti "rimuginazioni " e mi è stato detto che a tutti capita di fraintere un discorso. Va bene. Accetto anche questo parere, non voglio essere malata a tutti i costi. Io però scrivo ora perché mi è stato detto ( dalle due psichiatre che ho consultato) che la consapevolezza dei propri problemi e la disponibilità a voler cambiare sono importantissimi. Io ho provato a spiegare che la mia consapevolezza non mi impedisce di comportarmi in modo insensato e dunque non mi protegge!
Volevo però porre l'attenzione su questo fatto: io mi dimentico parti di me stessa. Mi spiego. Se io fingessi di non sapere di essere a dieta per poter mangiare un dolce senza poi sentirmi in colpa, potrei capirlo. Ma non capisco come io possa dimenticarlo veramente! Io dimentico cose che nessuno dimentica, tipo il mio orientamento sessuale. Mi sembra un tipo di dimenticanza/dissociazione su un altro livello. Se dimentico, mi comporto in modo coerente solo a ciò che ricordo. Per fare un esempio io ho dei periodi in cui dimentico che un sintomo isolato non fa una patologia e divento improvvisamente ipocondriaca, preoccupandomi di sintomi insignificanti. Tutti i miei pensieri sono rivolti a quel sintomo. Faccio ricerche in internet e mi preparo al peggio. Questa situazione può durare ore o giorni. Poi improvvisamente passa e ritorno ragionevole. Altre volte mi comporto all'opposto. Mi trovai casualmente un nodulo al seno a 22 anni e feci un'ecografia. il radiologo diagnosticò un tumore benigno ( fibroadenoma) e mi disse di ritornare a fare un controllo per vedere se fosse cresciuto. Io ho completamente ignorato la patologia e mi sono presentata quando aveva ormai raggiunto 8 cm di diametro maggiore! Recentemente ho trascorso un anno intero scaricandomi una volta a settimana. Improvvisamente ho iniziato a scaricarmi 3 volte al giorno e ho lasciato trascorrere un altro anno prima di rivolgermi a un medico. Niente male per un'ipocondriaca!
Tornando al discorso psichiatrico, le due psichiatre che ho consultato, mi hanno parlato per un paio d'ore in tutto e mi hanno valutata in modo molto positivo. Però io sistematicamente mi comporto in modo assurdo. Poi rinsavisco e acconto l'episodio in modo critico, dando l'impressione che io abbia la situazione sotto controllo. In realtà, io continuo a comportarmi così, perché in quei momenti/ periodi la mia consapevolezza cala a picco e il mio comportamento mi sembra assolutamente normale. Per due anni ho dimenticato di essere una donna e mi sono comportata come un uomo. Siccome nessuno capiva che ero un uomo, ho iniziato la riattribuzione chirurgica del sesso. Dopo aver fatto il primo intervento ed essere in lista d'attesa per il secondo, ho deciso deciso di non operarmi più e ho ripreso a comportarmi come una donna. Dico questo col senno di poi. Per anni non ho saputo spiegare perché volevo cambiare sesso e neanche perché poi ho cambiato idea! A me sembra un comportamento pericoloso.
Domanda: come si esce da un problema simile? Io non ho nemmeno idea di che problema sia... Sicuramente tornerò da una di quelle psichiatre, ma volevo capire se insistere per avere una terapia farmacologica. Fra 9 mesi andrò a vivere da sola, lontano da casa. Anche volendo, iniziare una psicoterapia e interromperla perché mi trasferisco sarebbe inutile, quindi chiedo un consiglio su come affrontare i problemi che ho elencato in questo consulto, supponendo che siano tutti collegati tra loro...
Volevo aggiornare la mia situazione. Ho sentito un secondo parere, che è stato identico al primo: non è stato rilevato in me una patologia che giustifichi una terapia farmacologica. I problemi da me espressi sono stati definiti "rimuginazioni " e mi è stato detto che a tutti capita di fraintere un discorso. Va bene. Accetto anche questo parere, non voglio essere malata a tutti i costi. Io però scrivo ora perché mi è stato detto ( dalle due psichiatre che ho consultato) che la consapevolezza dei propri problemi e la disponibilità a voler cambiare sono importantissimi. Io ho provato a spiegare che la mia consapevolezza non mi impedisce di comportarmi in modo insensato e dunque non mi protegge!
Volevo però porre l'attenzione su questo fatto: io mi dimentico parti di me stessa. Mi spiego. Se io fingessi di non sapere di essere a dieta per poter mangiare un dolce senza poi sentirmi in colpa, potrei capirlo. Ma non capisco come io possa dimenticarlo veramente! Io dimentico cose che nessuno dimentica, tipo il mio orientamento sessuale. Mi sembra un tipo di dimenticanza/dissociazione su un altro livello. Se dimentico, mi comporto in modo coerente solo a ciò che ricordo. Per fare un esempio io ho dei periodi in cui dimentico che un sintomo isolato non fa una patologia e divento improvvisamente ipocondriaca, preoccupandomi di sintomi insignificanti. Tutti i miei pensieri sono rivolti a quel sintomo. Faccio ricerche in internet e mi preparo al peggio. Questa situazione può durare ore o giorni. Poi improvvisamente passa e ritorno ragionevole. Altre volte mi comporto all'opposto. Mi trovai casualmente un nodulo al seno a 22 anni e feci un'ecografia. il radiologo diagnosticò un tumore benigno ( fibroadenoma) e mi disse di ritornare a fare un controllo per vedere se fosse cresciuto. Io ho completamente ignorato la patologia e mi sono presentata quando aveva ormai raggiunto 8 cm di diametro maggiore! Recentemente ho trascorso un anno intero scaricandomi una volta a settimana. Improvvisamente ho iniziato a scaricarmi 3 volte al giorno e ho lasciato trascorrere un altro anno prima di rivolgermi a un medico. Niente male per un'ipocondriaca!
Tornando al discorso psichiatrico, le due psichiatre che ho consultato, mi hanno parlato per un paio d'ore in tutto e mi hanno valutata in modo molto positivo. Però io sistematicamente mi comporto in modo assurdo. Poi rinsavisco e acconto l'episodio in modo critico, dando l'impressione che io abbia la situazione sotto controllo. In realtà, io continuo a comportarmi così, perché in quei momenti/ periodi la mia consapevolezza cala a picco e il mio comportamento mi sembra assolutamente normale. Per due anni ho dimenticato di essere una donna e mi sono comportata come un uomo. Siccome nessuno capiva che ero un uomo, ho iniziato la riattribuzione chirurgica del sesso. Dopo aver fatto il primo intervento ed essere in lista d'attesa per il secondo, ho deciso deciso di non operarmi più e ho ripreso a comportarmi come una donna. Dico questo col senno di poi. Per anni non ho saputo spiegare perché volevo cambiare sesso e neanche perché poi ho cambiato idea! A me sembra un comportamento pericoloso.
Domanda: come si esce da un problema simile? Io non ho nemmeno idea di che problema sia... Sicuramente tornerò da una di quelle psichiatre, ma volevo capire se insistere per avere una terapia farmacologica. Fra 9 mesi andrò a vivere da sola, lontano da casa. Anche volendo, iniziare una psicoterapia e interromperla perché mi trasferisco sarebbe inutile, quindi chiedo un consiglio su come affrontare i problemi che ho elencato in questo consulto, supponendo che siano tutti collegati tra loro...
[#7]
Ex utente
Buonasera,
Scrivo per aggiornare la mia situazione: negli ultimi mesi sentivo che stavo gradualmente perdendo il controllo di me stessa. Così ho iniziato ad agire in modo ipercontrollato cronometrando l'inizio e la fine di tutto ciò che faccio ( quando iniziò a fare una cosa qualsiasi, non riesco a smettere di fare quella cosa). Io però temevo perdere completamente il controllo della mia vita e del mio corpo. Ho chiesto aiuto a 3 psichiatre e tutte mi hanno detto che non ho problemi di natura psichiatrica. Io temevo che a capodanno avrei perso il controllo. Tipo che avrei iniziato a bere fino a stare male ( sono un'alcolista in totale astinenza da un anno, ma la ricaduta è sempre in agguato). invece è successo due settimane dopo: durante una discussione con mia madre ( di circa 30 minuti) ho improvvisamente perso la testa: ho iniziato a urlare, a piangere e a parlare contemporaneamente. faticavo a respiravo da quanto ero agitata. picchiavo i pugni sdraiata sul divano a pancia in giu. credo di essermi calmata dopo circa mezz'ora, ma anche di piu. mia madre si è spaventata molto. io non so ripetere quello che ho detto in quell'occasione. ho ricordi confusi. dicevo:" sono terrorizzata", ma in quel momento non provavo paura, provavo rabbia. io so cosa mi ha fatto scattare ma non perchè abbia reagito in un modo cosi esagerato. o meglio, temo che la famigerata "perdita di controllo" si sia manifestata sotto questa forma. adesso sì che sono terrorizzata! mi è andata bene che in quel momento fosse stata presente solo mia madre, ma se fosse accaduto in un luogo pubblico o sul posto di lavoro? adesso che cosa faccio? io ho il terrore che mi succeda un'altra volta. sembravo una bambina che fa i capricci, cosa che per altro non ho mai fatto. come non ho mai urlato in vita mia. io comprendo che le psichiatre abbiano pensato che non fosse il caso di preoccuparsi di qualcosa che doveva ancora accadere. ma io me lo sentivo ed infatti è successo! temo che ricapitera e di rovinare la mia reputazione di persona gentile e paziente. sentendomi dire da tre medici che non avevo nulla di cui preoccuparmi, io ho smesso di preoccuparmi. quello che è successo 3 giorni fa è stato davvero grave. anche se ho dei ricordi confusi, ricordo benissimo che il giorno seguente mia madre era ancora spaventata. mi sento in colpa. io voglio ritornare da una di queste psichiatre e farla parlare con mia madre. io non ho problemi ad ammettere di avere un problema, ma qualcuno mi deve aiutare perche da sola non ce la faccio.
domanda: perche quando scrivo qualcosa in questo consulto mi viene risposto che ho bisogno di una terapia psichiatrica, ma quando parlo di persona con i medici, nessuno mi prescrive niente? ormai questo consulto sta diventando una farsa: espongo un problema per capire perche se si tratta veramente di un problema. mi sento rispondere che sicuramente ho un problema, ma da un medico che non di fatto non puo curarmi perche viviamo in regioni distanti.
detto questo, ringrazio caldamente per la pazienza e il tempo dedicatomi e per il servizio offerto. è evidente che non riesco a comunicare bene durante le conversazioni vis a vis. se avete un suggerimento per uscire da questo ginepraio, io ne sarei lieta. in ogni caso ringrazio ed evitero di esporvi sempre lo stesso problema.
grazie!
Scrivo per aggiornare la mia situazione: negli ultimi mesi sentivo che stavo gradualmente perdendo il controllo di me stessa. Così ho iniziato ad agire in modo ipercontrollato cronometrando l'inizio e la fine di tutto ciò che faccio ( quando iniziò a fare una cosa qualsiasi, non riesco a smettere di fare quella cosa). Io però temevo perdere completamente il controllo della mia vita e del mio corpo. Ho chiesto aiuto a 3 psichiatre e tutte mi hanno detto che non ho problemi di natura psichiatrica. Io temevo che a capodanno avrei perso il controllo. Tipo che avrei iniziato a bere fino a stare male ( sono un'alcolista in totale astinenza da un anno, ma la ricaduta è sempre in agguato). invece è successo due settimane dopo: durante una discussione con mia madre ( di circa 30 minuti) ho improvvisamente perso la testa: ho iniziato a urlare, a piangere e a parlare contemporaneamente. faticavo a respiravo da quanto ero agitata. picchiavo i pugni sdraiata sul divano a pancia in giu. credo di essermi calmata dopo circa mezz'ora, ma anche di piu. mia madre si è spaventata molto. io non so ripetere quello che ho detto in quell'occasione. ho ricordi confusi. dicevo:" sono terrorizzata", ma in quel momento non provavo paura, provavo rabbia. io so cosa mi ha fatto scattare ma non perchè abbia reagito in un modo cosi esagerato. o meglio, temo che la famigerata "perdita di controllo" si sia manifestata sotto questa forma. adesso sì che sono terrorizzata! mi è andata bene che in quel momento fosse stata presente solo mia madre, ma se fosse accaduto in un luogo pubblico o sul posto di lavoro? adesso che cosa faccio? io ho il terrore che mi succeda un'altra volta. sembravo una bambina che fa i capricci, cosa che per altro non ho mai fatto. come non ho mai urlato in vita mia. io comprendo che le psichiatre abbiano pensato che non fosse il caso di preoccuparsi di qualcosa che doveva ancora accadere. ma io me lo sentivo ed infatti è successo! temo che ricapitera e di rovinare la mia reputazione di persona gentile e paziente. sentendomi dire da tre medici che non avevo nulla di cui preoccuparmi, io ho smesso di preoccuparmi. quello che è successo 3 giorni fa è stato davvero grave. anche se ho dei ricordi confusi, ricordo benissimo che il giorno seguente mia madre era ancora spaventata. mi sento in colpa. io voglio ritornare da una di queste psichiatre e farla parlare con mia madre. io non ho problemi ad ammettere di avere un problema, ma qualcuno mi deve aiutare perche da sola non ce la faccio.
domanda: perche quando scrivo qualcosa in questo consulto mi viene risposto che ho bisogno di una terapia psichiatrica, ma quando parlo di persona con i medici, nessuno mi prescrive niente? ormai questo consulto sta diventando una farsa: espongo un problema per capire perche se si tratta veramente di un problema. mi sento rispondere che sicuramente ho un problema, ma da un medico che non di fatto non puo curarmi perche viviamo in regioni distanti.
detto questo, ringrazio caldamente per la pazienza e il tempo dedicatomi e per il servizio offerto. è evidente che non riesco a comunicare bene durante le conversazioni vis a vis. se avete un suggerimento per uscire da questo ginepraio, io ne sarei lieta. in ogni caso ringrazio ed evitero di esporvi sempre lo stesso problema.
grazie!
[#8]
Provi a portare lo scritto che ha prodotto per fare le richieste di consulto in modo da poter esplicitare meglio le sue dubbiosità che, da come sono scritte, sembrano dei sintomi psichiatrici abbastanza evidenti.
Ciò potrà orientare meglio chi la visita senza necessariamente liquidarla con una "assenza di patologia" anche perché la presenza di una qualsiasi manifestazione clinica evidente potrebbe anche tranquillizzarla dal punto di vista pratico e gestire questi sintomi in modo più produttivo.
Ciò potrà orientare meglio chi la visita senza necessariamente liquidarla con una "assenza di patologia" anche perché la presenza di una qualsiasi manifestazione clinica evidente potrebbe anche tranquillizzarla dal punto di vista pratico e gestire questi sintomi in modo più produttivo.
[#9]
Ex utente
Buongiorno,
Scrivo l'epilogo ella mia situazione: ho rivisto le specialiste. Mia hanno detto che capita a tutti di arrabbiarsi e che un episodio isolato non significa nulla. Riguardo le altre questioni, come il mio passare dall'essere ipocondriaca all'ignorare i miei problemi di salute, è stata data la definizione di "moti dell'inconscio" di cui assolutamente non devo preoccuparmi. Io ho smesso di preoccuparmi, ma questo non mi ha impedito di avere un altro scoppio d'ira. Mi è capitato di cercare una vecchia email e di trovare un centinaio di mail scritte a persone che non ricordo di aver conosciuto. Ne ho lette alcune a caso per farmi tornare la memoria e ho trovato scritte cose personali di cui non parlo facilmente, come le idee religiose o politiche. Ma soprattutto io non capisco come possa aver sostenuto proprio quelle idee perché sono estranee alla mia scala di valori.
Ad ogni modo, se anche questi sono "moti dell'inconscio" mi metto il cuore in pace. Se sbattere le porte in faccia alla gente è il mio nuovo modo di gestire le discussioni, mi metto il cuore in pace. In ogni caso dopo Natale ho rigorosamente evitato di frequentare amici o persone che non fosse strettamente necessario frequentare, perché non vorrei che fossero loro a sbattermi la porta in faccia a causa del mio nuovo comportamento. Onestamente, giustificarmi tirando in ballo i " moti dell'inconscio " non sarebbe sufficiente e non mi farebbe sentire meno in colpa. Io ho avuto un periodo di 3 anni in cui non sono riuscita a frequentare nessuno al di fuori della mia famiglia e del mio psichiatra. Spero che questo periodo duro un po' meno.
Grazie per avermi ascoltata.
Scrivo l'epilogo ella mia situazione: ho rivisto le specialiste. Mia hanno detto che capita a tutti di arrabbiarsi e che un episodio isolato non significa nulla. Riguardo le altre questioni, come il mio passare dall'essere ipocondriaca all'ignorare i miei problemi di salute, è stata data la definizione di "moti dell'inconscio" di cui assolutamente non devo preoccuparmi. Io ho smesso di preoccuparmi, ma questo non mi ha impedito di avere un altro scoppio d'ira. Mi è capitato di cercare una vecchia email e di trovare un centinaio di mail scritte a persone che non ricordo di aver conosciuto. Ne ho lette alcune a caso per farmi tornare la memoria e ho trovato scritte cose personali di cui non parlo facilmente, come le idee religiose o politiche. Ma soprattutto io non capisco come possa aver sostenuto proprio quelle idee perché sono estranee alla mia scala di valori.
Ad ogni modo, se anche questi sono "moti dell'inconscio" mi metto il cuore in pace. Se sbattere le porte in faccia alla gente è il mio nuovo modo di gestire le discussioni, mi metto il cuore in pace. In ogni caso dopo Natale ho rigorosamente evitato di frequentare amici o persone che non fosse strettamente necessario frequentare, perché non vorrei che fossero loro a sbattermi la porta in faccia a causa del mio nuovo comportamento. Onestamente, giustificarmi tirando in ballo i " moti dell'inconscio " non sarebbe sufficiente e non mi farebbe sentire meno in colpa. Io ho avuto un periodo di 3 anni in cui non sono riuscita a frequentare nessuno al di fuori della mia famiglia e del mio psichiatra. Spero che questo periodo duro un po' meno.
Grazie per avermi ascoltata.
[#10]
Lei introduce una tematica relativa ad un precedente rapporto con uno psichiatra che teoricamente curava dei disturbi.
Potrebbe fare riferimento a quello stesso psichiatra per capire se vi siano dei problemi riaffioranti appartenenti alla precedente condizione.
Potrebbe fare riferimento a quello stesso psichiatra per capire se vi siano dei problemi riaffioranti appartenenti alla precedente condizione.
[#11]
Ex utente
Lei ha certamente ragione. Questo medico mi curava una patologia. Anche se non ho mai avuto una diagnosi in 5 anni, la terapia funzionava abbastanza. Il problema con questo medico è stata la perdita di fiducia: lui mi diceva frasi che io ritenevo offensive ( "sei grassa" " sei single perché non sei attraente" ecc...) oppure parolacce ( testa di...). Gli chiesi più volte di smettere ma non ha mai smesso. Così, dopo 5 anni, ho interrotto la psicoterapia, credendo che trovare un sostituto sarebbe stato facile. La psichiatra che l'ha sostituito, ha fortemente criticato i metodi del mio psichiatra e Mi ha sospeso la terapia farmacologica. per un anno è stata cordiale con me. Poi si è licenziata dal l'impiego pubblico e io l'ho rivista in privato per non dover ricominciare con un altro medico e perché mi trovavo bene! Lei però ha accettato di visitarmi un paio di volte nel suo studio, ma la terza volta, a inizio seduta, ma ha detto che ho un pessimo carattere e che tutti i miei problemi sono dovuti a questo! la dottoressa mi disse queste parole urlando e usando fatti rivelati in precedenti sedute come esempi ( "se ti sopportano solo persone violente è colpa del tuo brutto carattere"). Sono uscita dal suo studio in lacrime. Anche perché aveva perfettamente ragione su tutto. Un mese fa l'ho ricontattata perché speravo fosse solo uno scoppio d'ira fino a sè stesso, ma non mi ha risposto...
Da quel momento non ho più avuto uno psichiatra di riferimento perché le specialiste che ho contattato in seguito non hanno ritenuto necessario prendermi in cura.
Questo per farle capire che la situazione è un tantino complicata... Potrei tornare dal mio vecchio psichiatra, non me lo vieta nessuno. Ma al momento non me la sento di affidare la mia salute ad una persona che mi diceva "se qualcuno mostra interesse nei tuoi confronti, accontelo, perché nella tua vita non ti capiterà molto spesso". sarò permalosa, ma a me danno fastidio...
Grazie comunque del suggerimento, ma onestamente non ho il coraggio di ritornare dal medico da cui mi ero volontariamente allontanata.
Da quel momento non ho più avuto uno psichiatra di riferimento perché le specialiste che ho contattato in seguito non hanno ritenuto necessario prendermi in cura.
Questo per farle capire che la situazione è un tantino complicata... Potrei tornare dal mio vecchio psichiatra, non me lo vieta nessuno. Ma al momento non me la sento di affidare la mia salute ad una persona che mi diceva "se qualcuno mostra interesse nei tuoi confronti, accontelo, perché nella tua vita non ti capiterà molto spesso". sarò permalosa, ma a me danno fastidio...
Grazie comunque del suggerimento, ma onestamente non ho il coraggio di ritornare dal medico da cui mi ero volontariamente allontanata.
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 3.7k visite dal 16/11/2015.
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Approfondimento su Cefalea
Cefalea è il termine che descrive tutte le diverse forme di mal di testa: sintomi, cause, diagnosi e terapie possibili per le cefalee primarie e secondarie.