Poco sonno

Gentile dr. io ho 65 anni e tutte le mattine anche ora che sono in pensione alle 5,30 sono sveglio e fino alle 24 non vado a dormire. ed a volte ho difficolta ad addormentarmi. la sera prendo 30 gocce di rivotril per dormire ma a volte ho difficolta ad addormentarmi. e questo da molti anni. Io credo di avere nel DNA questo. Mia madre dormiva 4 ore a notte ed e' vissuta fino ad 85 anni. Il fatto di dormire cosi' poco non mi comporta pero' problemi durante la giornata. Mi vuole dare il Suo parere? Grazie
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
con l'età si riduce la durata complessiva delle ore del sonno in 24 ore, ed il sonno stesso diventa spesso meno profondo. Non sono necessariamente sintomi di malattia, ma una caratteristica della fisiologia che cambia con l'età.

Questo: in linea generale.

E, sempre in linea generale, l'uso dell'ipnoinducente o di un calmante (come il rivotril) per correggere il sonno non è indicato per lunghi periodi e, quando si cerca di correggere i problemi del sonno con i farmaci, va comunque capita e curata la causa dell'insonnia (quello che, purtroppo, né la gente, né, spesso, i medici, non fanno, accontentandosi di risolvere il problema con il farmaco). Ma il farmaco stesso (parlo di rivotril), col tempo, può costituire un problema, perché altera la fisiologia del sonno, in un certo senso, altera la capacità fisiologica della persona a dormire, sostituendone l'effetto farmacologico anestetizzante. Tuttavia, che cosa succede con i farmaci come il rivotril.. - col tempo man mano tendono a perdere l'effetto, l'organismo sviluppa l'assuefazione ai suoi effetti (questo vuol dire, che l'organismo diventa meno sensibile al farmaco, e, per ottenere l'effetto desiderato, ci vuole, col passare del tempo, sempre una dose un po' maggiore...). Alla fine, gli effetti collaterali descritti superano i benefici, ed è un approccio non costruttivo, se noi pensiamo ad una cura per un lungo periodo. E, purtroppo, è anche possibile sviluppare l'insonnia secondaria, da farmaco stesso. Dunque, questa può essere un'altra causa.

A molti pazienti psichiatrici vengono comunque prescritti gli ipnoinducenti anche per lunghi periodi, ma in quei casi si tratta anche delle malattie psichiche, che può essere difficile compensare senza tali farmaci; ma anche in tali casi l'uso di tale categoria dei farmaci cronicamente è discutibile; ed infine, non di rado i pazienti psichiatrici sono più suscettibili alla dipendenza anche psicologica dal farmaco.

Tutto questo: in linea generale. Per quanto riguarda invece il Suo caso specifico, non posso esprimere una valutazione più precisa, perché, per farla, bisogna seguire il Suo caso.

Quello che io Le posso consigliare è indagare meglio, assieme con il Suo curante, le cause della Sua insonnia, tenendo conto anche del quadro clinico complessivo (comorbilità psichiche e non psichiche) e della situazione ambientale. Se si tratta davvero di una fisiologica minore necessità del sonno correlata all'età, che Lei tollera bene, allora potrebbe non essere necessario correggerla.

Invece, se si tratta di una situazione più psichiatrica (dove il problema del sonno è correlato ad altre problematiche, come quelle emotive, d'ansia ecc.), allora va valutato un approccio meno sintomatico e più serio.

In ogni caso, andrebbe rivalutata la terapia farmacologica con il rivotril, perché può essere anche una concausa del problema. Nel caso nel quale si decidesse di scalarlo, questo dovrà essere fatto molto (molto!) gradualmente e sotto monitoraggio specialistico.

Ovviamente, devono essere presi in considerazione anche gli altri eventuali farmaci, se li assume, che possono avere gli effetti collaterali sul sonno.

un saluto

Dr. Alex Aleksey Gukov

[#2]
Utente
Utente
Gentile Dr. Gukov a me bastava anche una risposta piu' breve, considerando il fatto che non si tratta di di cosa recente ma sono decenni che dormo poco eppure ho potuto svolgere il mio impegno di consulente del lavoro con profitto. E non conta niente il fatto che anche mia madre avesse questo problema? saluti e grazie
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
certamente, possono esserci anche le concause genetiche
o legate al condizionamento da uno stile di vita della madre.

Comunque,
per quanto poco posso conoscere il Suo caso,
il Rivotril (nel Suo caso) non mi piace:

ora sono stato più breve.
[#4]
Utente
Utente
IO la ringrazio sinceramente delle Sue risposte. ma mi deve una spiegazione sul Rivotril. Perche' <non le piace>? e cosa dovrei prendere senza fare nomi specifici ma solo principio attivo. Ormai sono anni che lo prendo e non posso certo lasciarlo cosi' di botto rischiando di andare in astinenza come e' gia' successo. Evidentemente il mio medico non ha la capacita' non essendo psichiatra di capire e cambiarmi medicina. Io dopo l'infarto prendo Cardioaspirina, Plavix, Tareg 40 e Torvast 20. Infarto avuto il 22 8 2012
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Gentile utente,
in realtà, questo ansiolitico poteva essere utile, come profilassi, nella problematica cardiaca, ma, col passare del tempo, l'effetto calmante e anestetizzante perde l'efficacia, e la dose di 30 gocce (alta) testimonia, che, se Lei ha bisogno di una tale dose, siamo già ad un certo stadio avanzato di assuefazione. Per normalizzare il sonno è discutibile (anzi, può essere una delle cause dell'insonnia, alterando la capacità fisiologica a dormire).

Sicuramente, non bisogna scalarlo di colpo (e l'ho anche scritto nella mia prima risposta): "Nel caso nel quale si decidesse di scalarlo, questo dovrà essere fatto molto (molto!) gradualmente e sotto monitoraggio specialistico".

Nel caso nel quale tale farmaco è scalato molto gradualmente (possono volerci mesi o anni), l'organismo può abituarsi più facilmente alla sua "mancanza". Fra i vantaggi possono essere: il ripristino (si spera) di una fisiologia naturale del sonno ed il ripristino della sensibilità a questo tipo di farmaci (ansiolitici, ipnoinducenti), che un giorno potrà essere di nuovo utile.

Ma non posso dare indicazioni io a Lei tramite internet su come gestire il farmaco, e non posso sostituirmi al Suo medico curante o ad uno psichiatra che Lei potrebbe consultare dal vivo. Il mio ruolo è nel segnalarLe il problema. Prima di decidere come scalare, bisogna valutare se è il caso, nel contesto della situazione complessiva. Le consiglio di fare una visita specialistica dallo psichiatra. Ma, comunque, potrebbe essere un'idea consultare a proposito di Rivotril anche il cardiologo.

Grazie di aver specificato gli altri farmaci che Lei assume. Non dovrebbero dare problemi al sonno.
[#6]
Utente
Utente
Proprio venerdi 20 prossimo devo andare a visita di controllo dal mio cardiologo che opera in Ospedale. Lo chiedero a lui. Se a Lei non disturba le faro' poi sapere. Grazie
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