Depakin e forte irritabilità
Salve!
Mio padre sta assumendo Depakin Chrono (una pastiglia da 500 la sera + 500 la mattina) per curare l'epilessia. All'inizio gli era stato dato il Keppra che è stato sospeso a causa dei forti effetti collaterali (mio padre è sensibilissimo agli effetti collaterali dei farmaci). Con il Depakin non gli sono venute più crisi, tuttavia ha su di lui un effetto collaterale: è molto irritabile. Se lo si contraddice si arrabbia subito. L'altro giorno erano a da me a cena i miei zii e mio padre stava tagliando dell'affettato e a un certo punto ha chiesto a mia madre se poteva bastare, lei ha detto credo di si, lascialo fuori che al limite ne tagliamo ancora... E lui: "Insomma basta o non basta!?". Giusto per fare un esempio. Sono normali questi effetti con il depakin? Durano per sempre? Come dobbiamo comportarci?
Mio padre sta assumendo Depakin Chrono (una pastiglia da 500 la sera + 500 la mattina) per curare l'epilessia. All'inizio gli era stato dato il Keppra che è stato sospeso a causa dei forti effetti collaterali (mio padre è sensibilissimo agli effetti collaterali dei farmaci). Con il Depakin non gli sono venute più crisi, tuttavia ha su di lui un effetto collaterale: è molto irritabile. Se lo si contraddice si arrabbia subito. L'altro giorno erano a da me a cena i miei zii e mio padre stava tagliando dell'affettato e a un certo punto ha chiesto a mia madre se poteva bastare, lei ha detto credo di si, lascialo fuori che al limite ne tagliamo ancora... E lui: "Insomma basta o non basta!?". Giusto per fare un esempio. Sono normali questi effetti con il depakin? Durano per sempre? Come dobbiamo comportarci?
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No, queste manifestazioni non sono normali o solite con il Depakin. E' possibile come effetto collaterale di questo farmaco, ma nella minor parte dei casi. Non presumerei per forza che si tratta solo dell'effetto del farmaco sul comportamento; valuterei anche le altre ipotesi.
E' importante notare, che nell'esempio dato da Lei quello che ha costituito lo stimolo scatenante non è stata una contraddizione, ma una risposta poco chiara: "credo di si", ma: "lascialo fuori che al limite ne tagliamo ancora... ". Per comprendere o per accettare tale risposta come una risposta ci vuole una certa flessibilità mentale e alcune altre capacità cognitive. Invece il Suo padre avrebbe forse preferito una risposta più concreta.. Dunque, avanzerei anche l'ipotesi di una problematica cognitiva su base organica. Questa base organica può essere data anche dall'epilessia (nella vecchia letteratura all'epilessia sono stati attribuiti non solo i sintomi neurologici, ma anche certi tratti di carattere, come la rigidità e la viscosità del pensiero). Ad oggi tale letteratura è ritenuta superata, e l'epilessia è considerata esclusivamente come una malattia neurologica; ma in realtà tali aspetti, che in passato sono stati descritti come "il carattere dell'epilettico" potevano e possono essere piuttosto dei sintomi di una lieve compromissione cognitiva in un disturbo neurologico organico, e può segnalare la possibile progressione della malattia. Potrebbero essere coinvolti anche i fattori cerebro-vascolari. Una persona che ha difficoltà cognitive spesso può essere irritabile proprio a causa di questo, perché la sua quotidianità diventa piena delle situazioni che lui non sa come affrontare oppure a lui sembra che, nonostante i suoi sforzi, qualcosa non quadra. I messaggi che si dà a lui dovrebbero essere quanto più possibile chiari.
Ha senso riferire questo sintomo al neurologo che segue il Suo padre e raccogliere anche le altre situazioni, per capire meglio il fenomeno.
Può avere senso uno screening con i test neuropsicologici (una batteria dei test che saggiano diverse aree delle funzionalità cognitive e sono di molto aiuto nella diagnosi).
L'ipotesi dell'effetto collaterale del farmaco può esserci (anche come l'inibizione intellettiva da Depakin), ma non è l'unica ipotesi.
In ogni caso, se il Suo padre ha una certa età ed è affetto dall'epilessia, bisogna fare con una certa regolarità un check-up delle condizioni del sistema nervoso centrale (con la visita neurologica, esami strumentali, ecc). E bisogna considerare anche le altre eventuali comorbilità organiche.
E' importante notare, che nell'esempio dato da Lei quello che ha costituito lo stimolo scatenante non è stata una contraddizione, ma una risposta poco chiara: "credo di si", ma: "lascialo fuori che al limite ne tagliamo ancora... ". Per comprendere o per accettare tale risposta come una risposta ci vuole una certa flessibilità mentale e alcune altre capacità cognitive. Invece il Suo padre avrebbe forse preferito una risposta più concreta.. Dunque, avanzerei anche l'ipotesi di una problematica cognitiva su base organica. Questa base organica può essere data anche dall'epilessia (nella vecchia letteratura all'epilessia sono stati attribuiti non solo i sintomi neurologici, ma anche certi tratti di carattere, come la rigidità e la viscosità del pensiero). Ad oggi tale letteratura è ritenuta superata, e l'epilessia è considerata esclusivamente come una malattia neurologica; ma in realtà tali aspetti, che in passato sono stati descritti come "il carattere dell'epilettico" potevano e possono essere piuttosto dei sintomi di una lieve compromissione cognitiva in un disturbo neurologico organico, e può segnalare la possibile progressione della malattia. Potrebbero essere coinvolti anche i fattori cerebro-vascolari. Una persona che ha difficoltà cognitive spesso può essere irritabile proprio a causa di questo, perché la sua quotidianità diventa piena delle situazioni che lui non sa come affrontare oppure a lui sembra che, nonostante i suoi sforzi, qualcosa non quadra. I messaggi che si dà a lui dovrebbero essere quanto più possibile chiari.
Ha senso riferire questo sintomo al neurologo che segue il Suo padre e raccogliere anche le altre situazioni, per capire meglio il fenomeno.
Può avere senso uno screening con i test neuropsicologici (una batteria dei test che saggiano diverse aree delle funzionalità cognitive e sono di molto aiuto nella diagnosi).
L'ipotesi dell'effetto collaterale del farmaco può esserci (anche come l'inibizione intellettiva da Depakin), ma non è l'unica ipotesi.
In ogni caso, se il Suo padre ha una certa età ed è affetto dall'epilessia, bisogna fare con una certa regolarità un check-up delle condizioni del sistema nervoso centrale (con la visita neurologica, esami strumentali, ecc). E bisogna considerare anche le altre eventuali comorbilità organiche.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Utente
Mio padre ha effettuato da pochi giorni una visita di controllo da un neurologo. Il medico ha visionato le tac e la risonanza magnetica cerebrale (fatta ancora a luglio dopo il primo attacco epilettico) e ci ha detto che da quest'ultima si vedono dei minuscoli esiti lacunari, ma cose a suo parere che non gli danno problemi, a parte purtroppo l'epilessia. Ha detto che può tornare a un controllo tra 2 anni. Gli abbiamo detto dell'irritabilità ma non gli ha dato peso, dicendo comunque che può essere un effetto del depakin. Ha dett piuttosto che gli è sembrato di vedere mio padre con l'umore depresso e di riscontrare in lui un alto livello di ansia, ed in effetti ha avuto un bruttissimo stato depressivo fino a due mesi fa, poi è molto migliorato fino possiamo dire a guarire, poi un paio di settimane fa è tornato sul suo vecchio posto di lavoro e da quel giorno è un po' giù diciamo, un po' depresso, ma non come all'inizio. Mio padre ha sempre avuto il terrore dei medici, delle malattie e ora che si è visto costretto a una serie di visite e accertamenti è un po' giù diciamo. Inoltre ha avuto per un periodo moltissimi attacchi di ansia e panico (terrore improvviso, nausea improvvisa, gambe che non reggevano, palpitazioni, ecc.), e per questo è stato visitato, tutti i medici concordano nel dire che mio padre soffre di ansia
Può uno stato depressivo magari latente provocare questa irritabilità?
Ad ogni modo, tornando al depakin, ho appena letto il bugiardino e parla chiaramente di irritabilità, nonostante dica che non sia così comune, perché scarta questa ipotesi come poco probabile? Il mio sospetto, anche se non sono medico, ricade sul depakin perché abbiamo notato, sia noi che i medici, che mio padre è sensibilissimo agli effetti collaterali dei farmaci. Il Keppra e altri farmaci antidepressivi gli hanno fatto malissimo sia psicologicamente che fisicamente. Siccome poi mio padre ha sempre avuto problemi di sonno ha preso per anni l'halcion, ma dopo le crisi epilettiche questo farmaco lo mandava completamente fuori di testa e lo abbiamo subito sospeso. Gli è stata data la quietiapina e mezza pastiglia lo faceva dormire anche per mezza giornata, gli faceva fare incubi, parlava nel sonno, lo mandava in confusione, ripeto, con mezza pastiglia! Come vede mio padre è molto sensibile ai farmaci. Nn può essere che sia molto sensibile anche al Depakin?
Inoltre ha qualche lieve deficit di memoria, e anche questo è scritto sul bugiardino.
Un altra cosa che non ho capito è se questi minuscoli esiti lacunari si riassorbiranno pian piano o no.
Può uno stato depressivo magari latente provocare questa irritabilità?
Ad ogni modo, tornando al depakin, ho appena letto il bugiardino e parla chiaramente di irritabilità, nonostante dica che non sia così comune, perché scarta questa ipotesi come poco probabile? Il mio sospetto, anche se non sono medico, ricade sul depakin perché abbiamo notato, sia noi che i medici, che mio padre è sensibilissimo agli effetti collaterali dei farmaci. Il Keppra e altri farmaci antidepressivi gli hanno fatto malissimo sia psicologicamente che fisicamente. Siccome poi mio padre ha sempre avuto problemi di sonno ha preso per anni l'halcion, ma dopo le crisi epilettiche questo farmaco lo mandava completamente fuori di testa e lo abbiamo subito sospeso. Gli è stata data la quietiapina e mezza pastiglia lo faceva dormire anche per mezza giornata, gli faceva fare incubi, parlava nel sonno, lo mandava in confusione, ripeto, con mezza pastiglia! Come vede mio padre è molto sensibile ai farmaci. Nn può essere che sia molto sensibile anche al Depakin?
Inoltre ha qualche lieve deficit di memoria, e anche questo è scritto sul bugiardino.
Un altra cosa che non ho capito è se questi minuscoli esiti lacunari si riassorbiranno pian piano o no.
[#3]
Gentile utente,
se vuole insistere sulla propria idea, questo può avere senso, ma non qui; perché qui noi non decidiamo né sulle cure, né sulla diagnosi e non diamo le soluzioni pratiche. Diamo solo una informazione in base alla nostra esperienza e al nostro sapere, che Lei può integrare con i propri.
Certo, il Depakin può essere una delle ipotesi, ma non è l'unica ipotesi non la più preoccupante.
- se l'epilessia è insorta di recente (a luglio) e sullo sfondo degli "esiti lacunari", allora non siamo di fronte ad una epilessia primaria (quella che insorge apparentemente senza lesioni neurologiche macro-anatomico di solito in età giovane), ma siamo di fronte ad una epilessia secondaria alle lesioni cerebrali probabilmente di natura vascolare, tipiche dell'età più avanzata, come in generale le malattie cerebro-vascolari. Questi esiti lacunari normalmente non si riassorbono, ma corrispondono alle zone di perdita di sostanza in seguito a piccoli infarti cerebrali. Questo succede coll'avanzare dell'età e, di più, in presenza di certi fattori di rischio, come ipertensione arteriosa, malattie cardiache, arteriosclerosi, livelli alti dei lipidi nel sangue, fumo di sigaretta, stile di vita sedentario con poca attività fisica, tendenza al sovrappeso; ed anche i disturbi psichici costituiscono un fattore che può contribuire al rischio. Non so se il Suo padre ha alcuni di questi fattori di rischio (a parte i problemi di umore, che è sicuramente un fattore di rischio), ma se tali lesioni sono comparse, l'obbiettivo non è aspettare che si riassorbiscono, ma cercare di prevenire che insorgano delle lesioni nuove, indagando sulle cause, e limitando i fattori di rischio.
L'atteggiamento del vostro neurologo è stato rassicurante, e lui è riuscito anche a trovare una cura efficace per l'epilessia, ma ora bisogna trovare un medico che seguirà il Suo padre. Non fra due anni. Adesso. Sicuramente c'è spazio di lavoro per il medico di famiglia. Ma anche un esame neuropsichico più attento.
Come ho già scritto, può trattarsi dei problemi cognitivi su sfondo delle lesioni cerebro-vascolari.
Può essere, sicuramente, in parte, anche l'impatto delle condizioni psicoemotive.
Il Suo padre è seguito anche da uno psichiatra ?
Se sì, potrete esprimere a lui i vostri dubbi (anche sul Depakin, aggiungendo quello che ho scritto io).
se vuole insistere sulla propria idea, questo può avere senso, ma non qui; perché qui noi non decidiamo né sulle cure, né sulla diagnosi e non diamo le soluzioni pratiche. Diamo solo una informazione in base alla nostra esperienza e al nostro sapere, che Lei può integrare con i propri.
Certo, il Depakin può essere una delle ipotesi, ma non è l'unica ipotesi non la più preoccupante.
- se l'epilessia è insorta di recente (a luglio) e sullo sfondo degli "esiti lacunari", allora non siamo di fronte ad una epilessia primaria (quella che insorge apparentemente senza lesioni neurologiche macro-anatomico di solito in età giovane), ma siamo di fronte ad una epilessia secondaria alle lesioni cerebrali probabilmente di natura vascolare, tipiche dell'età più avanzata, come in generale le malattie cerebro-vascolari. Questi esiti lacunari normalmente non si riassorbono, ma corrispondono alle zone di perdita di sostanza in seguito a piccoli infarti cerebrali. Questo succede coll'avanzare dell'età e, di più, in presenza di certi fattori di rischio, come ipertensione arteriosa, malattie cardiache, arteriosclerosi, livelli alti dei lipidi nel sangue, fumo di sigaretta, stile di vita sedentario con poca attività fisica, tendenza al sovrappeso; ed anche i disturbi psichici costituiscono un fattore che può contribuire al rischio. Non so se il Suo padre ha alcuni di questi fattori di rischio (a parte i problemi di umore, che è sicuramente un fattore di rischio), ma se tali lesioni sono comparse, l'obbiettivo non è aspettare che si riassorbiscono, ma cercare di prevenire che insorgano delle lesioni nuove, indagando sulle cause, e limitando i fattori di rischio.
L'atteggiamento del vostro neurologo è stato rassicurante, e lui è riuscito anche a trovare una cura efficace per l'epilessia, ma ora bisogna trovare un medico che seguirà il Suo padre. Non fra due anni. Adesso. Sicuramente c'è spazio di lavoro per il medico di famiglia. Ma anche un esame neuropsichico più attento.
Come ho già scritto, può trattarsi dei problemi cognitivi su sfondo delle lesioni cerebro-vascolari.
Può essere, sicuramente, in parte, anche l'impatto delle condizioni psicoemotive.
Il Suo padre è seguito anche da uno psichiatra ?
Se sì, potrete esprimere a lui i vostri dubbi (anche sul Depakin, aggiungendo quello che ho scritto io).
[#4]
Utente
Mio padre è stato seguito anche da una psichiatra, ma lei ha detto che non ha bisogno né di psicofarmaci né di essere seguito da psichiatri, in quanto la depressione sta pian piano svanendo e non trova alterazioni psichiche significative. Stessa cosa che ha detto il neurologo peraltro. Rimane questa irritabilità, che però non è sempre presente, in genere insorge quando è nervoso (per esempio perché magari ha fatto una litigata con mia mamma).
Vorrei capire una cosa riguardo alle cause dell'ischemia. Mio padre è diabetico e fumatore. Neanche un mese prima che gli venisse l'epilessia è stato operato in anestesia totale per riaprire una vena occlusa in una gamba. A parte questa vena le altre (carotidi, aorta,ecc.) sono nella norma per l'età, con sorpresa anche dei medici. E' possibile che queste minuscole ischemie si siano verificate durante l'anestesia totale senza che nessuno se ne accorgesse?
Vorrei capire una cosa riguardo alle cause dell'ischemia. Mio padre è diabetico e fumatore. Neanche un mese prima che gli venisse l'epilessia è stato operato in anestesia totale per riaprire una vena occlusa in una gamba. A parte questa vena le altre (carotidi, aorta,ecc.) sono nella norma per l'età, con sorpresa anche dei medici. E' possibile che queste minuscole ischemie si siano verificate durante l'anestesia totale senza che nessuno se ne accorgesse?
[#5]
L'insorgenza di un fenomeno di questo tipo in corrispondenza di possibili alterazioni dello stato emotivo è da considerarsi correlato a possibili fenomeni di variazioni di afflusso cerebrale anche per variazioni di pressione arteriosa.
Sarebbe da considerare, quindi, se la condizione primaria responsabile dei fenomeni ischemici che hanno portato l'epilessia secondaria è effettivamente in compenso ed in trattamento.
Il depakin di per sè non può dare fenomeni di irritabilità come quelli descritti.
Sarebbe da considerare, quindi, se la condizione primaria responsabile dei fenomeni ischemici che hanno portato l'epilessia secondaria è effettivamente in compenso ed in trattamento.
Il depakin di per sè non può dare fenomeni di irritabilità come quelli descritti.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#6]
Utente
Le alterazioni dello stato emotivo (lieve depressione) era già presente prima dell'epilessia e di tutto il resto, in quanto mio padre doveva subire l'operazione alla gamba che ho menzionato e lui ha il terrore di ospedali, medici e malattie. Dopo essere stato ricoverato per l'epilessia ha avuto un periodo di forte depressione, ma è sostanzialmente passato, anche se c'è ancora qualche "rimasuglio". Devo dire che mio padre è sempre stato un tipo lunatico e un po' irritabile, io vedo solo un'accentuazione di quello che era già il suo carattere.
Come possiamo sapere qual è stata la causa dei fenomeni ischemici? Potrebbe essere stata l'anestesia totale, dato che l'epilessia si è manifestata una decina di giorni dopo l'intervento?
Con gli altri farmaci antiepilettici (Keppra), gli ansiolitici e gli antidepressivi non solo era irritabile, era anche aggressivo, senza contare tutti gli altri effetti collaterali, sospesi i farmaci è tornato normale, rimane questa irritabilità che salta fuori quando viene contraddetto. Per questo il mio sospetto ricade sul depakin... lei mi dice che non può dare questi effetti, eppure sul bugiardino è scritto a chiare lettere "irritabilità", anche se è segnata tra gli effetti non comuni.
Come possiamo sapere qual è stata la causa dei fenomeni ischemici? Potrebbe essere stata l'anestesia totale, dato che l'epilessia si è manifestata una decina di giorni dopo l'intervento?
Con gli altri farmaci antiepilettici (Keppra), gli ansiolitici e gli antidepressivi non solo era irritabile, era anche aggressivo, senza contare tutti gli altri effetti collaterali, sospesi i farmaci è tornato normale, rimane questa irritabilità che salta fuori quando viene contraddetto. Per questo il mio sospetto ricade sul depakin... lei mi dice che non può dare questi effetti, eppure sul bugiardino è scritto a chiare lettere "irritabilità", anche se è segnata tra gli effetti non comuni.
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Piuttosto difficile che sia responsabilità del depakin.
L'irritabilità è indicata con quasi tutti i farmaci anche gli antiinfiammatori.
Il fenomeno è descritto come più situazionale e non legato a possibili effetti collaterali.
Le hanno spiegato la causa di questa epilessia secondaria?
Ha avuto delle crisi epilettiche vere e proprie?
L'irritabilità è indicata con quasi tutti i farmaci anche gli antiinfiammatori.
Il fenomeno è descritto come più situazionale e non legato a possibili effetti collaterali.
Le hanno spiegato la causa di questa epilessia secondaria?
Ha avuto delle crisi epilettiche vere e proprie?
[#8]
Utente
Si, ha avuto crisi epilettiche vere e proprie.
A luglio mio padre si è operato ad una gamba in quanto aveva una vena ostruita. L'intervento è stato fatto in anestesia totale. Prima dell'intervento era un po' giù perché aveva moltissima paura. E' stato portato anche al pronto soccorso, sia prima che dopo l'intervento,in quanto aveva episodi brevissimi di gambe che "mancavano" e mancanza della parola (sempre quando prendeva paura per le gambe che mancavano questo ultimo sintomo), gli accertamenti (tac, esami del sangue, ecg, ecc.) non hanno mostrato anomalie e hanno detto che si trattava di attacchi di ansia/panico. Dopo l'intervento si era fissato che non avevano fatto le cose per bene e dopo circa 10 giorni gli è venuta la prima crisi epilettica. E' stato ricoverato in neurologia, è stata rifatta la tac cerebrale e non ha mostrato anomalie, mentre la risonanza magnetica con contrasto ha evidenziato dei piccolissimi stati lacunari. Poche ore dopo il ricovero ha avuto un'altra crisi epilettica così hanno iniziato subito la terapia con il Keppra che non ha più fatto venire le crisi, ma lo ha mandato letteralmente fuori di testa (aggressività, rifiuto del cibo, non dormiva mai, ecc.). Questo farmaco è stato sospeso e gli è stato dato il depakin. Con un dosaggio basso gli è venuta una crisi, ora invece non ha più crisi con il dosaggio aumentato.
Pochi giorni fa ha fatto una visita neurologica privatamente e il neurologo non ha trovato anomalie e ha detto che le crisi epilettiche sono probabilmente imputabili a questi stati lacunari, nonostante siano minuscoli (infatti con la tac non sono visibili). Gli ha detto che lo vede un po' depresso e molto ansioso, ma non ha voluto dargli farmaci antidepressivi in quanto quelli che ha preso precedentemente gli hanno fatto solamente male. Ha detto di stare tranquilli, di dosare ogni 3 mesi l'acido valproico e di tornare al controllo tra uno o due anni. L'unico problema che ha attualmente è un lieve deficit di memoria, ma anche su questo ha recuperato moltissimo, e questa irritabilità essenzialmente quando lo si contraddice. Il neurologo non ha dato peso alle due cose. Il "mancamento" alle gambe ora ce l'ha a volte appena si alza in piedi, il neurologo ha detto che ha i muscoli atrofizzati dall'inattività e dalla mancanza di apporto di sangue alla gamba operata per la vena occlusa. I tronchi sovraortici sono a posto.
Possono questi stati lacunari influenzare in questo modo il carattere? E' una cosa che passa con il tempo o che si aggraverà? C'entra qualcosa con la demenza vascolare?
A luglio mio padre si è operato ad una gamba in quanto aveva una vena ostruita. L'intervento è stato fatto in anestesia totale. Prima dell'intervento era un po' giù perché aveva moltissima paura. E' stato portato anche al pronto soccorso, sia prima che dopo l'intervento,in quanto aveva episodi brevissimi di gambe che "mancavano" e mancanza della parola (sempre quando prendeva paura per le gambe che mancavano questo ultimo sintomo), gli accertamenti (tac, esami del sangue, ecg, ecc.) non hanno mostrato anomalie e hanno detto che si trattava di attacchi di ansia/panico. Dopo l'intervento si era fissato che non avevano fatto le cose per bene e dopo circa 10 giorni gli è venuta la prima crisi epilettica. E' stato ricoverato in neurologia, è stata rifatta la tac cerebrale e non ha mostrato anomalie, mentre la risonanza magnetica con contrasto ha evidenziato dei piccolissimi stati lacunari. Poche ore dopo il ricovero ha avuto un'altra crisi epilettica così hanno iniziato subito la terapia con il Keppra che non ha più fatto venire le crisi, ma lo ha mandato letteralmente fuori di testa (aggressività, rifiuto del cibo, non dormiva mai, ecc.). Questo farmaco è stato sospeso e gli è stato dato il depakin. Con un dosaggio basso gli è venuta una crisi, ora invece non ha più crisi con il dosaggio aumentato.
Pochi giorni fa ha fatto una visita neurologica privatamente e il neurologo non ha trovato anomalie e ha detto che le crisi epilettiche sono probabilmente imputabili a questi stati lacunari, nonostante siano minuscoli (infatti con la tac non sono visibili). Gli ha detto che lo vede un po' depresso e molto ansioso, ma non ha voluto dargli farmaci antidepressivi in quanto quelli che ha preso precedentemente gli hanno fatto solamente male. Ha detto di stare tranquilli, di dosare ogni 3 mesi l'acido valproico e di tornare al controllo tra uno o due anni. L'unico problema che ha attualmente è un lieve deficit di memoria, ma anche su questo ha recuperato moltissimo, e questa irritabilità essenzialmente quando lo si contraddice. Il neurologo non ha dato peso alle due cose. Il "mancamento" alle gambe ora ce l'ha a volte appena si alza in piedi, il neurologo ha detto che ha i muscoli atrofizzati dall'inattività e dalla mancanza di apporto di sangue alla gamba operata per la vena occlusa. I tronchi sovraortici sono a posto.
Possono questi stati lacunari influenzare in questo modo il carattere? E' una cosa che passa con il tempo o che si aggraverà? C'entra qualcosa con la demenza vascolare?
[#13]
Gentile utente,
Le lascio a confrontarsi con il mio collega, il quale Le sta rispondendo in maniera competente;
ma volevo comunque commentare le Sue repliche.
<<..Possono questi stati lacunari influenzare in questo modo il carattere? E' una cosa che passa con il tempo o che si aggraverà? C'entra qualcosa con la demenza vascolare?..>>
- Possono influenzare. Se passa o se si aggrava è una questione di prognosi, e non si può esprimerlo senza conoscere bene il caso. Da una parte, se si parla limitamente delle lesioni già subite, il sistema nervoso ha normalmente la capacità di recupero (almeno parziale), grazie alle zone del cervello rimaste integre; ma se noi parliamo del quadro clinico nell'insieme e della sua evoluzione, questo dipende dalla malattia nella sua complessità, che non è solo quelle lesioni che sono state individuate: la malattia cerebrovascolare è una malattia cronica progressiva (che progressivamente si aggrava, SE si aggiungono le nuove lesioni, non sempre visibili, in funzione dei fattori di rischio, dei quali ho già scritto).
Dunque, la valutazione della prognosi non può esimersi dalla valutazione dei fattori di rischio, e, nello specifico, l'abitudine al fumo è correlata ad una prognosi meno positiva; anche diabete, se non è compensato, ed anche i problemi psico-emotivi. Questi fattori sono comunque almeno in parte modificabili: vi consiglio di consultare il Medico di Famiglia (!).
Si tratta di una malattia, cui origini non sono nel cervello stesso, ma il cervello subisce l'impatto negativo degli altri fattori legati alle condizioni e alla salute degli altri organi. Oltre ai fattori già citati, anche le malattie tromboemboliche sono un fattore di rischio. Lei scrive, che il Suo padre è stato operato ad una gamba in quanto aveva una vena ostruita... Ebbene.. Nei vasi ostruiti, nei quali si forma la stasi del flusso sanguigno, più facilmente si formano i trombi, i quali possono staccarsi dalle pareti del vaso e diventare tromboemboli, ed essere trasportati con il corrente sanguigno fino ai vasi cerebrali, dove possono ostruire i vasi piccoli e causare un microinfarto del tessuto locale. Anche l'intervento in sé è un fattore di rischio simile, perché sottopone le rispettive vene della gamba a temporanee alterazioni del flusso e dello stato di coagulabilità. E' un elemento di rischio ben noto, associato a molte procedure chirurgiche. Ed è molto probabile, che siano stati questi fattori a determinare i microlesioni cerebrali e non l'anestesia.
Lei scrive:
<< Mio padre è stato seguito anche da una psichiatra, ma lei ha detto che non ha bisogno né di psicofarmaci né di essere seguito da psichiatri, in quanto la depressione sta pian piano svanendo e non trova alterazioni psichiche significative. Stessa cosa che ha detto il neurologo peraltro. Rimane questa irritabilità, che però non è sempre presente, in genere insorge quando è nervoso (per esempio perché magari ha fatto una litigata con mia mamma). >>
- Dunque, è possibile che il caso sia stato sottovalutato.
Se questa irritabilità fosse poco rilevante, se non La preoccupasse, allora Lei non ne avrebbe scritto a noi.
Se il problema dell'irritabilità del Suo padre La occupa (con o senza la correlazione con il Depakin), ha senso riconsultare lo psichiatra. Se sospetta che sia il Depakin, a maggior ragione va consultato lo psichiatra perché è un quesito di sua competenza.
Di che aiuto può essere lo psichiatra ? (se non si intende sperimentare di nuovo con altri psicofarmaci e se intanto non si intende cambiare il Depakin per un altro farmaco, visto che per l'epilessia funziona bene ?)
- Il mestiere dello psichiatra non è solo nel prescrivere i farmaci, ma anche nel sapere valutare la situazione, monitorare il caso. E conviene monitorarla.
Non a caso Lei ha postato la domanda nella nostra sezione. Spero, che Lei ha ricevuto alcune informazioni che Le hanno aiutato a capire meglio la situazione; però conviene avere uno psichiatra, con il quale si può consultarsi dal vivo e monitorare il caso.
Le lascio a confrontarsi con il mio collega, il quale Le sta rispondendo in maniera competente;
ma volevo comunque commentare le Sue repliche.
<<..Possono questi stati lacunari influenzare in questo modo il carattere? E' una cosa che passa con il tempo o che si aggraverà? C'entra qualcosa con la demenza vascolare?..>>
- Possono influenzare. Se passa o se si aggrava è una questione di prognosi, e non si può esprimerlo senza conoscere bene il caso. Da una parte, se si parla limitamente delle lesioni già subite, il sistema nervoso ha normalmente la capacità di recupero (almeno parziale), grazie alle zone del cervello rimaste integre; ma se noi parliamo del quadro clinico nell'insieme e della sua evoluzione, questo dipende dalla malattia nella sua complessità, che non è solo quelle lesioni che sono state individuate: la malattia cerebrovascolare è una malattia cronica progressiva (che progressivamente si aggrava, SE si aggiungono le nuove lesioni, non sempre visibili, in funzione dei fattori di rischio, dei quali ho già scritto).
Dunque, la valutazione della prognosi non può esimersi dalla valutazione dei fattori di rischio, e, nello specifico, l'abitudine al fumo è correlata ad una prognosi meno positiva; anche diabete, se non è compensato, ed anche i problemi psico-emotivi. Questi fattori sono comunque almeno in parte modificabili: vi consiglio di consultare il Medico di Famiglia (!).
Si tratta di una malattia, cui origini non sono nel cervello stesso, ma il cervello subisce l'impatto negativo degli altri fattori legati alle condizioni e alla salute degli altri organi. Oltre ai fattori già citati, anche le malattie tromboemboliche sono un fattore di rischio. Lei scrive, che il Suo padre è stato operato ad una gamba in quanto aveva una vena ostruita... Ebbene.. Nei vasi ostruiti, nei quali si forma la stasi del flusso sanguigno, più facilmente si formano i trombi, i quali possono staccarsi dalle pareti del vaso e diventare tromboemboli, ed essere trasportati con il corrente sanguigno fino ai vasi cerebrali, dove possono ostruire i vasi piccoli e causare un microinfarto del tessuto locale. Anche l'intervento in sé è un fattore di rischio simile, perché sottopone le rispettive vene della gamba a temporanee alterazioni del flusso e dello stato di coagulabilità. E' un elemento di rischio ben noto, associato a molte procedure chirurgiche. Ed è molto probabile, che siano stati questi fattori a determinare i microlesioni cerebrali e non l'anestesia.
Lei scrive:
<< Mio padre è stato seguito anche da una psichiatra, ma lei ha detto che non ha bisogno né di psicofarmaci né di essere seguito da psichiatri, in quanto la depressione sta pian piano svanendo e non trova alterazioni psichiche significative. Stessa cosa che ha detto il neurologo peraltro. Rimane questa irritabilità, che però non è sempre presente, in genere insorge quando è nervoso (per esempio perché magari ha fatto una litigata con mia mamma). >>
- Dunque, è possibile che il caso sia stato sottovalutato.
Se questa irritabilità fosse poco rilevante, se non La preoccupasse, allora Lei non ne avrebbe scritto a noi.
Se il problema dell'irritabilità del Suo padre La occupa (con o senza la correlazione con il Depakin), ha senso riconsultare lo psichiatra. Se sospetta che sia il Depakin, a maggior ragione va consultato lo psichiatra perché è un quesito di sua competenza.
Di che aiuto può essere lo psichiatra ? (se non si intende sperimentare di nuovo con altri psicofarmaci e se intanto non si intende cambiare il Depakin per un altro farmaco, visto che per l'epilessia funziona bene ?)
- Il mestiere dello psichiatra non è solo nel prescrivere i farmaci, ma anche nel sapere valutare la situazione, monitorare il caso. E conviene monitorarla.
Non a caso Lei ha postato la domanda nella nostra sezione. Spero, che Lei ha ricevuto alcune informazioni che Le hanno aiutato a capire meglio la situazione; però conviene avere uno psichiatra, con il quale si può consultarsi dal vivo e monitorare il caso.
[#14]
Utente
Grazie della chiarissima risposta dottore! Dunque è lecito sospettare che questi piccoli infarti cerebrali si siano sviluppati non in seguito all'anestesia ma in seguito all'intervento in sé che ha portato variazioni "improvvise" del flusso sanguigno, ho capito bene? Se non si aggiungessero nuovi "infarti" la situazione rimarrebbe invariata o, come ha detto lei, in genere migliora, giusto? In quanto tempo generalmente questi "infarti" si "riassorbono"?
Per quanto riguarda lo stato delle altre vene i medici non hanno trovato grossi problemi.
Personalmente non credo che sia preoccupante il suo livello di irritabilità, è mia mamma che è in ansia per questo. E' irritabile più che altro proprio con lei in quanto lei ha un modo di parlare che definirei brusco, sempre sulla difensiva, da persona ansiosa e tende ad alzare la voce. E poi lo fa irritare il nostro cane, che è decisamente disobbediente.
Un'altra cosa che vorrei chiederle riguarda un sintomo che mi sono dimenticato di citare: ogni tanto gli capita di avere un attacco di nausea improvviso (a volte quando si spaventa per qualcosa, altre volte capita a ciel sereno). Potrebbero essere attacchi di ansia?
Per quanto riguarda lo stato delle altre vene i medici non hanno trovato grossi problemi.
Personalmente non credo che sia preoccupante il suo livello di irritabilità, è mia mamma che è in ansia per questo. E' irritabile più che altro proprio con lei in quanto lei ha un modo di parlare che definirei brusco, sempre sulla difensiva, da persona ansiosa e tende ad alzare la voce. E poi lo fa irritare il nostro cane, che è decisamente disobbediente.
Un'altra cosa che vorrei chiederle riguarda un sintomo che mi sono dimenticato di citare: ogni tanto gli capita di avere un attacco di nausea improvviso (a volte quando si spaventa per qualcosa, altre volte capita a ciel sereno). Potrebbero essere attacchi di ansia?
[#15]
Da ciò che ha descritto, l'anestesia può aver slatentizzato una condizione già presente precedentemente creando dei fenomeni epilettici.
Se fosse una conseguenza dell'anestesia il fenomeno si sarebbe ridotto in qualche giorno, invece la diagnosi è di epilessia di tipo grande male.
I fenomeni ischemici lasciano delle lacune cerebrali, è materia grigia che si perde e lascia cicatrici che sono responsabili nel caso di suo padre di fenomeni epilettici.
Tutto quanto descrive a me sembrano, nel limite della sua descrizione, fenomeni pre-epilettogeni che non esitano in una vera e propria crisi in quanto suo padre è in trattamento, e ciò che descrive come nausea potrebbe esserlo.
Anche il controllo tra uno o due anni non è propriamente come dire tra 1 o 2 mesi.....
Se effettivamente suo padre ha anche sintomi depressivi, che vanno distinti da ciò che appartiene all'epilessia come sintomo secondario, può essere trattato con farmaci con cautela.
Secondo il mio parere la terapia stabilizzante deve essere più funzionali. Il valproato raramente crea agitazione.
Se fosse una conseguenza dell'anestesia il fenomeno si sarebbe ridotto in qualche giorno, invece la diagnosi è di epilessia di tipo grande male.
I fenomeni ischemici lasciano delle lacune cerebrali, è materia grigia che si perde e lascia cicatrici che sono responsabili nel caso di suo padre di fenomeni epilettici.
Tutto quanto descrive a me sembrano, nel limite della sua descrizione, fenomeni pre-epilettogeni che non esitano in una vera e propria crisi in quanto suo padre è in trattamento, e ciò che descrive come nausea potrebbe esserlo.
Anche il controllo tra uno o due anni non è propriamente come dire tra 1 o 2 mesi.....
Se effettivamente suo padre ha anche sintomi depressivi, che vanno distinti da ciò che appartiene all'epilessia come sintomo secondario, può essere trattato con farmaci con cautela.
Secondo il mio parere la terapia stabilizzante deve essere più funzionali. Il valproato raramente crea agitazione.
[#16]
Utente
A dire il vero i medici consultati sono contrari a curare la depressione con farmaci, in quanto è una depressione veramente lievissima che sparisce e poi torna (sempre in forma lieve) per brevi periodi dopo una causa scatenante (ad esempio se sente parlare di una malattia e si fissa di averla oppure se torna sul suo vecchio posto di lavoro).
Quindi lei non è d'accordo con quanto scritto dal suo collega, il quale dice che questi piccoli "infarti" sono stati quasi sicuramente creati dall'intervento che ha sottoposto le vene della gamba ad improvvise variazioni di flusso e di coagulazione che possono aver formato piccoli trombi? Cioè, secondo lei questi "infarti" c'erano già o si sono formati con l'intervento? Le faccio presente che le crisi epilettiche sono arrivate una decina di giorni dopo l'intervento. La demenza vascolare, su cui mi sono un po' documentato, c'entra qualcosa o no?
Quindi lei non è d'accordo con quanto scritto dal suo collega, il quale dice che questi piccoli "infarti" sono stati quasi sicuramente creati dall'intervento che ha sottoposto le vene della gamba ad improvvise variazioni di flusso e di coagulazione che possono aver formato piccoli trombi? Cioè, secondo lei questi "infarti" c'erano già o si sono formati con l'intervento? Le faccio presente che le crisi epilettiche sono arrivate una decina di giorni dopo l'intervento. La demenza vascolare, su cui mi sono un po' documentato, c'entra qualcosa o no?
[#17]
Di fatto, non si può parlare di depressione se il fenomeno si circoscrive al racconto di una malattia.
Se c'è una depressione, la diagnosi deve essere chiara ed evidente. Altrimenti il termine utilizzato non è corretto.
E' chiaro che le crisi sono iniziate dopo l'intervento, e comunque la diagnosi è chiaramente di epilessia.
Non posso discernere la causa primaria del disturbo di suo padre, da ciò che racconta è probabile che queste lesioni fossero già presenti e l'anestesia ha slatentizzato i sintomi.
La demenza vascolare può essere presa in considerazione anche in base agli esami strumentali cui è stato sottoposto suo padre, tra cui le varie tac prima e dopo l'intervento, ma ciò lo dovrebbero fare i medici che lo visitano.
Se c'è una depressione, la diagnosi deve essere chiara ed evidente. Altrimenti il termine utilizzato non è corretto.
E' chiaro che le crisi sono iniziate dopo l'intervento, e comunque la diagnosi è chiaramente di epilessia.
Non posso discernere la causa primaria del disturbo di suo padre, da ciò che racconta è probabile che queste lesioni fossero già presenti e l'anestesia ha slatentizzato i sintomi.
La demenza vascolare può essere presa in considerazione anche in base agli esami strumentali cui è stato sottoposto suo padre, tra cui le varie tac prima e dopo l'intervento, ma ciò lo dovrebbero fare i medici che lo visitano.
[#18]
Utente
Cioè, mi sta dicendo che la demenza vascolare è una ipotesi concreta?
Mio padre è stato visitato da 3 o 4 neurologi e nessuno ha mai parlato di demenza vascolare e, riguardo alla risonanza magnetica con contrasto, tutti hanno detto che le lesioni sono veramente minime. Dalla tac non risulta nulla.
Nel caso di demenza vascolare come e in quanto tempo evolve (se evolve) la malattia?
Per quanto riguarda la memoria mio padre sta facendo, come consigliato dal neurologo, le parole crociate, cosa che gli è sempre piaciuta, all'inizio presentava qualche difficoltà, ora invece è tornato come prima. Solo che tende a non ricordare alcune cose vecchie, anche se appena gli si ricorda queste cose gli vengono immediatamente in mente. A volte non ricorda alcune cose fatte giorni addietro, ma la cosa è assolutamente molto lieve.
Mio padre è stato visitato da 3 o 4 neurologi e nessuno ha mai parlato di demenza vascolare e, riguardo alla risonanza magnetica con contrasto, tutti hanno detto che le lesioni sono veramente minime. Dalla tac non risulta nulla.
Nel caso di demenza vascolare come e in quanto tempo evolve (se evolve) la malattia?
Per quanto riguarda la memoria mio padre sta facendo, come consigliato dal neurologo, le parole crociate, cosa che gli è sempre piaciuta, all'inizio presentava qualche difficoltà, ora invece è tornato come prima. Solo che tende a non ricordare alcune cose vecchie, anche se appena gli si ricorda queste cose gli vengono immediatamente in mente. A volte non ricorda alcune cose fatte giorni addietro, ma la cosa è assolutamente molto lieve.
[#19]
La demenza vascolare è una ipotesi concreta se è evidente alla tac che penso sia stata visionata dai neurologi.
Se non ne hanno parlato o non l'hanno presa in considerazione vuol dire che non vi è evidenza di sofferenza vascolare cronica.
Può parlarsi di una forma acuta che sta riducendo nei suoi sintomi.
Se non ne hanno parlato o non l'hanno presa in considerazione vuol dire che non vi è evidenza di sofferenza vascolare cronica.
Può parlarsi di una forma acuta che sta riducendo nei suoi sintomi.
[#20]
Utente
Confermo che non è stata presa in considerazione questa ipotesi dai neurologi. Quindi questi esiti lacunari visibili solo alla risonanza magnetica, nonostante siano presenti lievi deficit di memoria e questa saltuaria irritabilità, non è sinonimo di demenza vascolare, giusto? Alla tac o alla risonanza una demenza vascolare da che tipo di lesioni è evidenziata? Sempre parlando della memoria alla visita neurologica di poco tempo fa il neurologo ha chiesto da quanto tempo mio padre soffrisse di diabete, lui ha risposto che gli hanno scoperto il diabete all'ultimo ricovero, cioè a luglio, e mia madre lo ha corretto dicendo che ce l'ha da più di 10 anni, ora però, a parte quel momentaneo deficit di memoria, è perfettamente consapevole che il diabete è stato scoperto tramite visita del lavoro nel 2002. Ha un significato questa momentanea "confusione"?
[#21]
Non sto dicendo che non è stata presa in considerazione per qualche motivo ma ipotizzo che non sia stata presa in considerazione in quanto non sono visibili i segni alla tac di questo tipo di patologia.
Chiaramente suo padre ha anche delle lacune mnesiche insieme all'epilessia, non è una questione da interpretare in qualche modo, sono tutti sintomi da mettere insieme e capire nel tempo quali regrediranno.
Chiaramente suo padre ha anche delle lacune mnesiche insieme all'epilessia, non è una questione da interpretare in qualche modo, sono tutti sintomi da mettere insieme e capire nel tempo quali regrediranno.
[#22]
Utente
Non ho capito cosa intende dire con la prima frase: intende dire che sulla tac e sulla risonanza di mio padre non sono visibili i segni di questa patologia o che la demenza vascolare in genere non è visibile con questi esami?
La seconda frase invece mi è chiarissima, non capisco solamente se, stando così le cose (cioè se non si aggiungono nuove lacune ischemiche) i sintomi potrebbero comunque peggiorare.
Con queste due ultime domande la saluto e la ringrazio perché mi rendo conto che sto approfittando troppo di voi.
La seconda frase invece mi è chiarissima, non capisco solamente se, stando così le cose (cioè se non si aggiungono nuove lacune ischemiche) i sintomi potrebbero comunque peggiorare.
Con queste due ultime domande la saluto e la ringrazio perché mi rendo conto che sto approfittando troppo di voi.
[#23]
Non sta approfittando.
Teoricamente dagli esami precedenti si sarebbero potuti vedere alcuni segni di demenza vascolare che risultano essere radiografici ed indicativi, penso che non ci fossero.
Per quanto attiene al peggioramento, considerando che suo padre è in trattamento ed in esattezza diagnostica potrà avere dei miglioramenti lenti ma progressivi.
Eventuali peggioramenti vanno valutati di volta in volta per capire se siano peggioramenti o segnali di nuove patologie.
Teoricamente dagli esami precedenti si sarebbero potuti vedere alcuni segni di demenza vascolare che risultano essere radiografici ed indicativi, penso che non ci fossero.
Per quanto attiene al peggioramento, considerando che suo padre è in trattamento ed in esattezza diagnostica potrà avere dei miglioramenti lenti ma progressivi.
Eventuali peggioramenti vanno valutati di volta in volta per capire se siano peggioramenti o segnali di nuove patologie.
[#24]
Utente
Le confermo che questi segni non ci sono, e mio padre ha eseguito almeno 5 tac. Anche una nostra amica dottoressa, a cui abbiamo fatto vedere la risonanza magnetica, ci ha confermato che ci sono questi stati lacunari e basta, e ha detto di non preoccuparci aggiungendo: "Ne hanno trovato uno anche a me!". Mi chiedo solamente se queste ischemie siano predittive di ictus futuri. Faccio presente che mio padre, da dopo l'intervento alla gamba, sta prendendo la cardioaspirina, non so se questo farmaco può scongiurare l'ictus.
[#25]
Per la predittività di ictus futuri vanno considerati i diversi fattori di rischio specifici di suo padre, ed ovviamente non è possibile saperlo online ma è complicato anche dal vivo.
La prevenzione ha un ruolo importante e riduce ma non elimina la possibilità se vi sono fattori di rischio presenti.
La prevenzione ha un ruolo importante e riduce ma non elimina la possibilità se vi sono fattori di rischio presenti.
Questo consulto ha ricevuto 26 risposte e 47.7k visite dal 10/11/2015.
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