Anaffettività
Salve ai dottori.
Volevo sapere se l 'anaffettività , ossia l'inibizione e coartazione (nel mio caso molto profonda) della sfera psico-affettiva possa essere totalmente o parzialmente recuperata con il solo trattamente farmacologico
(nel mio specifico caso con ABILIFY) nei casi di disturbo schizo-affettivo.
Grazie
Volevo sapere se l 'anaffettività , ossia l'inibizione e coartazione (nel mio caso molto profonda) della sfera psico-affettiva possa essere totalmente o parzialmente recuperata con il solo trattamente farmacologico
(nel mio specifico caso con ABILIFY) nei casi di disturbo schizo-affettivo.
Grazie
[#1]
Gentile utente,
per rispondere, bisogna conoscere un po' meglio il caso.
Comunque, se la cura è azzeccata, deve migliorare anche la sfera affettiva.
La sfera affettiva non può essere curata solo a livello farmacologico, perché ci sono diversi fattori caratteriali ed ambientali, i quali i farmaci non modificano, ma sui quali si lavora in un altro modo, e bisognerà individuare questi fattori, ma... nei disturbi psichici gravi la cura farmacologica è spesso di importanza ritica, è quella dalla quale si comincia, e alla quale si dà la priorità, perché da un recupero, pur parziale, ma sufficiente per ritornare nella normalità. Poi, nella normalità è naturale che l'umore possa essere insoddisfacente, ma la persona recupera la capacità a gestirlo e recupera i propri meccanismi naturali di compenso.
per rispondere, bisogna conoscere un po' meglio il caso.
Comunque, se la cura è azzeccata, deve migliorare anche la sfera affettiva.
La sfera affettiva non può essere curata solo a livello farmacologico, perché ci sono diversi fattori caratteriali ed ambientali, i quali i farmaci non modificano, ma sui quali si lavora in un altro modo, e bisognerà individuare questi fattori, ma... nei disturbi psichici gravi la cura farmacologica è spesso di importanza ritica, è quella dalla quale si comincia, e alla quale si dà la priorità, perché da un recupero, pur parziale, ma sufficiente per ritornare nella normalità. Poi, nella normalità è naturale che l'umore possa essere insoddisfacente, ma la persona recupera la capacità a gestirlo e recupera i propri meccanismi naturali di compenso.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#2]
Ex utente
Dunque, ultima diagnosi di Disturbo Schizo-affettivo (tipo depressivo ?).
Assumo al momento : Abilify 15 mg , Sereupin 20 mg al di.
Per anni scambiato come Disturbo depressivo Maggiore.
Ultimo episodio molto acuto con sintomi forti di:
Disturbi della Senso-percezione , paralisi Motoria, Catatonismo, forti paure immotivate.
Sintomi depr. maggiore.
Mia paranoia attuale: Si sarà ormai cronicizzata dopo tanti anni e dopo questo forte episodio??
Nota:
Dal test di Rorhschach che ho fatto:
Funzioni cgnitive nella norma ma processi qualitativi inibiti a causa della coartazione.
Funzioni affettive profondamente inibite e coartate tali da determinare un blocco psichico totale. A discapito ovviamente delle relazioni interpersonali.
Assumo al momento : Abilify 15 mg , Sereupin 20 mg al di.
Per anni scambiato come Disturbo depressivo Maggiore.
Ultimo episodio molto acuto con sintomi forti di:
Disturbi della Senso-percezione , paralisi Motoria, Catatonismo, forti paure immotivate.
Sintomi depr. maggiore.
Mia paranoia attuale: Si sarà ormai cronicizzata dopo tanti anni e dopo questo forte episodio??
Nota:
Dal test di Rorhschach che ho fatto:
Funzioni cgnitive nella norma ma processi qualitativi inibiti a causa della coartazione.
Funzioni affettive profondamente inibite e coartate tali da determinare un blocco psichico totale. A discapito ovviamente delle relazioni interpersonali.
[#3]
Gentile utente,
anche conoscendo la diagnosi e la storia, ma senza conoscere e seguire la persona, non è possibile essere abbastanza obbiettivi. Chi può essere più obbiettivo è il Suo psichiatra, il quale La segue di persona.
Comunque, posso rispondere, dando a Lei le informazioni generali su un caso simile.
Lei scrive: "... sarà ormai cronicizzata .. ?"
- In realtà, è più corretto dire, che il disturbo schizo-affettivo è già di per sé cronico, nella sua concezione moderna. Se non viene curato, il suo andamento è, appunto, cronico. Se viene curato, c'è la possibilità di recupero almeno parziale.
Tuttavia, stiamo parlando del "disturbo chizo-affettivo", ma tale diagnosi, secondo me, non è abbastanza attendibile, si lascia alle interpretazioni troppo diverse, con la prognosi diversa. Quando il termine è stato coniato per prima volta, decenni fa, descriveva quei casi di psicosi, che insorgevano sullo sfondo di un forte condizionamento delle circostanze emotive. La durata era più lunga rispetto al disturbo psicotico breve, ma comunque, in quei casi, si assisteva al recupero quasi spontaneo e non alla cronicità. In seguito, il termine è stato utilizzato per descrivere quelle forme di schizofrenia cronica, nelle quali è rilevante e ciclica la componente di umore. Ad oggi, infine, si tende spesso a dare questa diagnosi nei casi nei quali si tratterebbe di una via di mezzo fra la schizofrenia ed il disturbo di umore grave. Dunque, questa diagnosi non introduce la chiarezza, ma evita il problema della diagnosi differenziale. Una possibilità è che tale diagnosi è stata data semplicemente per poter prescrivere l'Abilify (perché, sebbene questo farmaco può essere utile nei disturbi depressivi, il sistema sanitario nazionale non lo prescrive in regime agevolato se non si tratta della psicosi...).
Dunque, la diagnosi poteva anche riflettere le esigenze burocratche. In ogni caso, questa diagnosi sarebbe da rivalutare dopo qualche anno.
Per quanto riguarda il referto del Test di Rorschach, in questa forma e in questo contesto tale referto non ha senso, e, più che chiarire il caso, rischia di condizionare Lei, iniziando Lei a far parte dei propri vissuti quello che è scritto nel referto. In realtà, il Test di Rorschach è utile, ma non quando si lascia al paziente il referto scritto in un linguaggio tecnico. Non è un esame di laboratorio. I risultati del test si esprimono al paziente da parte del testista o da parte dello specialista curante nel contesto del dialogo, e solo nel contesto di tale incontro e nella luce della situazione clinica diventano uno strumento utile.
anche conoscendo la diagnosi e la storia, ma senza conoscere e seguire la persona, non è possibile essere abbastanza obbiettivi. Chi può essere più obbiettivo è il Suo psichiatra, il quale La segue di persona.
Comunque, posso rispondere, dando a Lei le informazioni generali su un caso simile.
Lei scrive: "... sarà ormai cronicizzata .. ?"
- In realtà, è più corretto dire, che il disturbo schizo-affettivo è già di per sé cronico, nella sua concezione moderna. Se non viene curato, il suo andamento è, appunto, cronico. Se viene curato, c'è la possibilità di recupero almeno parziale.
Tuttavia, stiamo parlando del "disturbo chizo-affettivo", ma tale diagnosi, secondo me, non è abbastanza attendibile, si lascia alle interpretazioni troppo diverse, con la prognosi diversa. Quando il termine è stato coniato per prima volta, decenni fa, descriveva quei casi di psicosi, che insorgevano sullo sfondo di un forte condizionamento delle circostanze emotive. La durata era più lunga rispetto al disturbo psicotico breve, ma comunque, in quei casi, si assisteva al recupero quasi spontaneo e non alla cronicità. In seguito, il termine è stato utilizzato per descrivere quelle forme di schizofrenia cronica, nelle quali è rilevante e ciclica la componente di umore. Ad oggi, infine, si tende spesso a dare questa diagnosi nei casi nei quali si tratterebbe di una via di mezzo fra la schizofrenia ed il disturbo di umore grave. Dunque, questa diagnosi non introduce la chiarezza, ma evita il problema della diagnosi differenziale. Una possibilità è che tale diagnosi è stata data semplicemente per poter prescrivere l'Abilify (perché, sebbene questo farmaco può essere utile nei disturbi depressivi, il sistema sanitario nazionale non lo prescrive in regime agevolato se non si tratta della psicosi...).
Dunque, la diagnosi poteva anche riflettere le esigenze burocratche. In ogni caso, questa diagnosi sarebbe da rivalutare dopo qualche anno.
Per quanto riguarda il referto del Test di Rorschach, in questa forma e in questo contesto tale referto non ha senso, e, più che chiarire il caso, rischia di condizionare Lei, iniziando Lei a far parte dei propri vissuti quello che è scritto nel referto. In realtà, il Test di Rorschach è utile, ma non quando si lascia al paziente il referto scritto in un linguaggio tecnico. Non è un esame di laboratorio. I risultati del test si esprimono al paziente da parte del testista o da parte dello specialista curante nel contesto del dialogo, e solo nel contesto di tale incontro e nella luce della situazione clinica diventano uno strumento utile.
[#4]
Ex utente
Grazie dottore per la risposta.
Ma ci tengo a precisare un Po di cose:
IL "Si sarà ormai cronicizzata" di cui parlo era riferito ai sintomi e non al disturbo che so bene essere cronico (praticamente ne soffrivo da almeno 20 anni e fino ad ora non è mai stato curato come si deve) che quindi faranno fatica a regredire anche con la cura.
-So benissimo come funziona il meccanismo burocratico per gli antipsicotico, ma il trucco delladiagnosi forzata non è il mio caso.
-Il mio caso NON è di semplice depressione maggiore.
-Ho dovuto consultare più psichiatri con la copia del Test e la maggior parte concordano con questa diagnosi.
-So bene che il test oltre alla parte descrittiva, ha dei valori parametrici di valutazione che solo uno specialista può usare per fare diagnosi.
Ma ci tengo a precisare un Po di cose:
IL "Si sarà ormai cronicizzata" di cui parlo era riferito ai sintomi e non al disturbo che so bene essere cronico (praticamente ne soffrivo da almeno 20 anni e fino ad ora non è mai stato curato come si deve) che quindi faranno fatica a regredire anche con la cura.
-So benissimo come funziona il meccanismo burocratico per gli antipsicotico, ma il trucco delladiagnosi forzata non è il mio caso.
-Il mio caso NON è di semplice depressione maggiore.
-Ho dovuto consultare più psichiatri con la copia del Test e la maggior parte concordano con questa diagnosi.
-So bene che il test oltre alla parte descrittiva, ha dei valori parametrici di valutazione che solo uno specialista può usare per fare diagnosi.
[#5]
Gentile Signore,
prendo atto di quello che Lei ha specificato. Non è possibile fare o disfare le diagnosi via internet, e non è stata questa la mia intenzione, ma volevo segnalarLe, che il concetto di disturbo schizo-affettivo ad oggi non è univoco.
Comunque, se cerchiamo ad essere rigorosi, quello che segnala tale termine è la presenza di un disturbo psicotico. Se la Sua domanda implicita a noi è stata: del tipo "... ho un disturbo psicotico nel quale domina l'anaffettività... prendo l'Abilify e Sereupun ... sono sulla strada giusta ? fino a che punto tale cura può ristabilirmi ? "
Allora, per un disturbo psicotico, questa cura può funzionare, ma bisogna vedere se funzionerà. Perché, per un disturbo psicotico, tali farmaci corrispondono ad un approccio più moderno e meno tradizionale. Un approccio più tradizionale, ovvero più provato sui disturbi psicotici, comprenderebbe alcuni neurolettici più vecchi, e sarebbe più cauto con l'uso di antidepressivi. Questa è un'idea nel caso nel quale sarete costretti a rivalutare la cura; ma io vi auguro che questa cura funzioni.
prendo atto di quello che Lei ha specificato. Non è possibile fare o disfare le diagnosi via internet, e non è stata questa la mia intenzione, ma volevo segnalarLe, che il concetto di disturbo schizo-affettivo ad oggi non è univoco.
Comunque, se cerchiamo ad essere rigorosi, quello che segnala tale termine è la presenza di un disturbo psicotico. Se la Sua domanda implicita a noi è stata: del tipo "... ho un disturbo psicotico nel quale domina l'anaffettività... prendo l'Abilify e Sereupun ... sono sulla strada giusta ? fino a che punto tale cura può ristabilirmi ? "
Allora, per un disturbo psicotico, questa cura può funzionare, ma bisogna vedere se funzionerà. Perché, per un disturbo psicotico, tali farmaci corrispondono ad un approccio più moderno e meno tradizionale. Un approccio più tradizionale, ovvero più provato sui disturbi psicotici, comprenderebbe alcuni neurolettici più vecchi, e sarebbe più cauto con l'uso di antidepressivi. Questa è un'idea nel caso nel quale sarete costretti a rivalutare la cura; ma io vi auguro che questa cura funzioni.
[#6]
Ex utente
GentileDottore
Grazie nuovamente per la risposta.
In realtà c'è da considerare tutta la mia storia clinica che in parte è specificata in qualche consulto precedente.
L' anaffettività è (ed era.). solo uno dei tanti problemi o sintomi che spero si rimettano in maniera soddisfacente e in un tempo ragionevolmente "breve".
Saluti
Grazie nuovamente per la risposta.
In realtà c'è da considerare tutta la mia storia clinica che in parte è specificata in qualche consulto precedente.
L' anaffettività è (ed era.). solo uno dei tanti problemi o sintomi che spero si rimettano in maniera soddisfacente e in un tempo ragionevolmente "breve".
Saluti
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 5k visite dal 07/11/2015.
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