Non capisco perché tutti questi pregiudizi sugli antidepressivi
Come da titolo sopra .. io nn riesco a capire perché ci sono continui pregiudizi sugli antidepressivi. ...se prescritti da uno specialista sono davvero utili....ok ci sono effetti collaterali sul fatto che tendono molti di questi farmaci a far ingrassare.....ma credetemi se una persona ha bisogno servono eccome..cavoli se non era per questi farmaci forse sei anni fa mi sarei buttata dal balcone..per un acufenè. ...okk ho associato il tutto con una terapia psicologica..ma ripeto se nn mi aiutavano queste due cose io forse ora nn sarei qui a scrivere....tanto era la mia fragilità. .quindi sinceramente quando leggo che la gente innoridisce mi fa davvero arrabbiare....chi non li prende perché sennò diventa barile..ma per piacere se vi vengono dei sintomi forti voglio vedere se vi fate tutti sti pregiudizi....a gambe levate li prendete..tutto qui. ..Ora già che ci sono voglio fare una domanda a qlc esperto sto assumendo oramai da sei anni un antidepressivo che nn faccio nome abbinato al lorazepam. .la mia domanda è questa .sull antidepressivo nessuno me lo tocca perché ora come ora nn posso diminuire il dosaggio perché sto attraversando un brutto periodo il lorazepam va diminuito oppure nn ci sono controindicazioni
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Gentile utente,
"un brutto periodo" (sia che si tratta di malattia o piuttosto delle circostanze di vita in generale) è poco ottimale per programmare la riduzione delle dosi degli ansiolitici, perché in un tale periodo la riduzione può essere più difficilmente tollerata e fallire. Anzi, a secondo della valutazione dello specialista, se si tratta di una recrudescenza della malattia o delle circostanze ambientali che possono costituire un fattore di peggioramento per la malattia, la terapia farmacologica in generale, compreso l'ansiolitico) può essere rinforzata anziché ridotta.
Fermo restando, che, in linea di principio, la riduzione del farmaco ansiolitico dovrebbe essere programmata già nelle prime fasi della cura: dopo che la terapia più "di fondo" (come quella antidepressiva) dimostra i segni di efficacia sufficiente e dopo che la persona si ritrova nel compenso sufficiente, raggiunta la stabilità, per tutto il periodo successivo, nel quale la terapia viene considerata "di mantenimento", sarebbe ottimale non avere più l'ansiolitico nella terapia. Altrimenti, la compresenza dell'ansiolitico, a parte i fenomeni di assuefazione e di dipendenza, rende difficile la valutazione dell'efficacia del resto della terapia (l'antidepressivo): in effetti, se è necessario anche l'ansiolitico, è possibile che l'antidepressivo da solo non funziona abbastanza bene, ma quando si associano assieme due o più farmaci non possiamo essere certi se è così e al quale farmaco è dovuta quale parte dell'effetto nel dato caso.
Tuttavia, in non pochi casi di alcune malattie si riesce ad ottenere la stabilità solo con l'aggiunta dell'ansiolitico. In tali casi gli ansiolitici sono da considerarsi la parte della cura più specifica anche a lungo termine. Sempre in tali casi, tenendo conto del fenomeno dell'assuefazione degli ansiolitici benzodiazepinici (come lo Xanax), e della tendenza al rispettivo calo della loro efficacia nel tempo, andrebbe impiegata la minima dose indispensabile, e andrebbe studiata anche la scelta dell'ansiolitico. Ma tali casi non devono essere confusi con quelli nei quali l'ansiolitico è, in realtà, solo una terapia della fase acuta e non è stata programmata al tempo giusto la sua sospensione.
"un brutto periodo" (sia che si tratta di malattia o piuttosto delle circostanze di vita in generale) è poco ottimale per programmare la riduzione delle dosi degli ansiolitici, perché in un tale periodo la riduzione può essere più difficilmente tollerata e fallire. Anzi, a secondo della valutazione dello specialista, se si tratta di una recrudescenza della malattia o delle circostanze ambientali che possono costituire un fattore di peggioramento per la malattia, la terapia farmacologica in generale, compreso l'ansiolitico) può essere rinforzata anziché ridotta.
Fermo restando, che, in linea di principio, la riduzione del farmaco ansiolitico dovrebbe essere programmata già nelle prime fasi della cura: dopo che la terapia più "di fondo" (come quella antidepressiva) dimostra i segni di efficacia sufficiente e dopo che la persona si ritrova nel compenso sufficiente, raggiunta la stabilità, per tutto il periodo successivo, nel quale la terapia viene considerata "di mantenimento", sarebbe ottimale non avere più l'ansiolitico nella terapia. Altrimenti, la compresenza dell'ansiolitico, a parte i fenomeni di assuefazione e di dipendenza, rende difficile la valutazione dell'efficacia del resto della terapia (l'antidepressivo): in effetti, se è necessario anche l'ansiolitico, è possibile che l'antidepressivo da solo non funziona abbastanza bene, ma quando si associano assieme due o più farmaci non possiamo essere certi se è così e al quale farmaco è dovuta quale parte dell'effetto nel dato caso.
Tuttavia, in non pochi casi di alcune malattie si riesce ad ottenere la stabilità solo con l'aggiunta dell'ansiolitico. In tali casi gli ansiolitici sono da considerarsi la parte della cura più specifica anche a lungo termine. Sempre in tali casi, tenendo conto del fenomeno dell'assuefazione degli ansiolitici benzodiazepinici (come lo Xanax), e della tendenza al rispettivo calo della loro efficacia nel tempo, andrebbe impiegata la minima dose indispensabile, e andrebbe studiata anche la scelta dell'ansiolitico. Ma tali casi non devono essere confusi con quelli nei quali l'ansiolitico è, in realtà, solo una terapia della fase acuta e non è stata programmata al tempo giusto la sua sospensione.
Dr. Alex Aleksey Gukov
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Utente
Difatti dottore ultimamente quando ancora nn stavo proprio. Maluccio avevo dimezzato parecchio sia la mirtazaPina e il lorazepam....poi a causa di una sventura con i denti sono entrata in depressione e ansia per paura di nn venirne fuori ho addirittura ripreso una compressa intera di Mirta. .. e il lorazepam....poi sono andata dalla mia psichiatra e mi ha detto di arrivare a prendere mezza.poi in quarto di mirtazaPina peeche le avevo spiegato che mi aveva fatto ingrassare quattro Kiki in poco tempo e di prendere al posto del lorazepam xanax 1 mg compressa ...e se insonnia lorazepam.1/2 o intera.....io però lo xanax l sinceramente nn l ho mai preso... e.ho fatto di testa mia mirtazaPina intera e lorazepam..per adesso che va così. ...mi dica ma lorazepam e xanax sono diversi??? Lei mi ha detto che va bene per i miei problemi psicosomatici invece il lorazepam funge da sonnifero è vero?.
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Il Lorazepam e l'Alprzolam (Xanax) sono i farmaci abbastanza simili, ed in realtà possono essere usati per le stesse indicazioni, ovviamente, ciascuno a proprio dosaggio e tenendo conto che ogni persona ha la propria sensibilità individuale agli effetti sedativo-ansiolitici, ed alcuni si trovano meglio con uno e gli altri - con l'altro. La differenza è soprattutto nella durata dell'effetto, che normalmente è più lunga con il Lorazepam, e l'effetto del quale è di solito avvertito come un po' più sedativo. Tuttavia, a dosaggio adeguato, l'Alprazolam (Xanax) può funzionare in modo molto simile, e viceversa, a dosaggi molto contenuti, il Lorazepam può avvicinarsi nelle proprie caratteristiche allo Xanax. In altre parole, le differenze sono soprattutto quantitative e correggibili con il dosaggio. Fra i due ci sono più somiglianze che le differenze: entrambi sono a emivita relativamente breve, con più scarsa tendenza all'accumularsi nell'organismo rispetto ad alcuni altri farmaci dello stesso gruppo. Questo può essere un vantaggio per certi versi, ma uno svantaggio per altri versi: essendo velocemente eliminabili dall'organismo, lasciano più facilmente i periodi della giornata non coperti dall'effetto ansiolitico.
Per quanto riguarda l'autogestione, non è una buona cosa, per vari motivi.
In particolare, la nostra percezione dell'andamento della nostra malattia è soggettivo, e non può dirigerci da sola in maniera affidabile nelle decisioni sulle cure.
All'inizio di questa discussione Lei ha difeso i farmaci antidepressivi dallo stigma che hanno purtroppo nella mente umana. E sono d'accordo con Lei, che quando servono, allora servono. Non è facile accettarlo, ma è così. Tuttavia, nel mondo del malessere psichico ci sono anche le altre cose che non sono facili da accettare: ad esempio, che le malattie psichiche (sia gravi che lievi) sono problematiche di natura cronica, ed anche la loro cura ha bisogno di molta pazienza.
Ad esempio, la terapia antidepressiva è meglio che rimanga tanto più invariata nel dosaggio quanto possibile nell'arco di tutto il periodo (anni) della cura, perché non si tratta dei farmaci sintomatici, che possono facilmente compensare la sintomatologia nell'arco di poco tempo, e perché le oscillazioni del loro dosaggio possono contribuire all'instabilità emotiva.
E' meglio essere "conservatori" con la farmacoterapia: evitare le decisioni bruschi e consultare sempre lo specialista. Questo atteggiamento introduce, già di per sé, una certa maggiore stabilità. Ed, ovviamente, la stabilità del dosaggio è importante.
Nella mia pratica, ad esempio, quando è necessario un cambiamento, questo si fa, ma si cerca poi di mantenerlo per un periodo prolungato, altrimenti non si ottengono effetti, oppure la persona non ha tempo per abituarsi ai nuovi dosaggi.
Da quello che Lei scrive, riesco a capire, che neanche il periodo precedente (non stavo maluccio) non è stato uno di compenso ottimale. Se fosse di compenso ottimale, Lei non avrebbe avuto la ricaduta, legata a poca tolleranza ai fattore del dolore dentale. Il dolore dentale è una cosa importante, lo so, ma normalmente si fa ricorso agli antidolorifici, e la maggior parte delle persone non usa anche gli ansiolitici. Il dolore è sempre un sintomo legato alla nostra sensibilità e tolleranza. La soglia del dolore può essere più bassa quando lo stato psicoemotivo della persona è più precario. In altre parole, questo periodo poteva essere una prova che nemmeno prima si è trattato di un compenso ottimale. Anche la decisione autonoma sulla cura può essere un segno di non compenso: la persona si sente un po' meglio, sente che è più libera, ma vine meno la consapevolezza di malattia e la consapevolezza che la strada può essere un po' più lunga. Allora è come trascurare qualcosa..
In altre parole, la mia impressione, è che nella Sua storia bisogna ancora arrivare al compenso ottimale (non solo alla copertura del momento) e questo dovrebbe essere l'obbiettivo principale.
Se il farmaco contribuisce al'incremento ponderale indesiderato, ma per il resto è efficace e ben tollerato, andrebbe trovata una dose ottimale, mantenuta però stabile. In alternativa, si volge alla ricerca di un altro antidepressivo. Se invece l'idea non è il cambio del farmaco, ma l'estinzione graduale di questo, allora l'antidepressivo non deve essere scalato contemporaneamente con l'ansiolitico, ma l'ansiolitico andrebbe scalato ed eliminato per primo, e molto tempo prima.
Per quanto riguarda l'autogestione, non è una buona cosa, per vari motivi.
In particolare, la nostra percezione dell'andamento della nostra malattia è soggettivo, e non può dirigerci da sola in maniera affidabile nelle decisioni sulle cure.
All'inizio di questa discussione Lei ha difeso i farmaci antidepressivi dallo stigma che hanno purtroppo nella mente umana. E sono d'accordo con Lei, che quando servono, allora servono. Non è facile accettarlo, ma è così. Tuttavia, nel mondo del malessere psichico ci sono anche le altre cose che non sono facili da accettare: ad esempio, che le malattie psichiche (sia gravi che lievi) sono problematiche di natura cronica, ed anche la loro cura ha bisogno di molta pazienza.
Ad esempio, la terapia antidepressiva è meglio che rimanga tanto più invariata nel dosaggio quanto possibile nell'arco di tutto il periodo (anni) della cura, perché non si tratta dei farmaci sintomatici, che possono facilmente compensare la sintomatologia nell'arco di poco tempo, e perché le oscillazioni del loro dosaggio possono contribuire all'instabilità emotiva.
E' meglio essere "conservatori" con la farmacoterapia: evitare le decisioni bruschi e consultare sempre lo specialista. Questo atteggiamento introduce, già di per sé, una certa maggiore stabilità. Ed, ovviamente, la stabilità del dosaggio è importante.
Nella mia pratica, ad esempio, quando è necessario un cambiamento, questo si fa, ma si cerca poi di mantenerlo per un periodo prolungato, altrimenti non si ottengono effetti, oppure la persona non ha tempo per abituarsi ai nuovi dosaggi.
Da quello che Lei scrive, riesco a capire, che neanche il periodo precedente (non stavo maluccio) non è stato uno di compenso ottimale. Se fosse di compenso ottimale, Lei non avrebbe avuto la ricaduta, legata a poca tolleranza ai fattore del dolore dentale. Il dolore dentale è una cosa importante, lo so, ma normalmente si fa ricorso agli antidolorifici, e la maggior parte delle persone non usa anche gli ansiolitici. Il dolore è sempre un sintomo legato alla nostra sensibilità e tolleranza. La soglia del dolore può essere più bassa quando lo stato psicoemotivo della persona è più precario. In altre parole, questo periodo poteva essere una prova che nemmeno prima si è trattato di un compenso ottimale. Anche la decisione autonoma sulla cura può essere un segno di non compenso: la persona si sente un po' meglio, sente che è più libera, ma vine meno la consapevolezza di malattia e la consapevolezza che la strada può essere un po' più lunga. Allora è come trascurare qualcosa..
In altre parole, la mia impressione, è che nella Sua storia bisogna ancora arrivare al compenso ottimale (non solo alla copertura del momento) e questo dovrebbe essere l'obbiettivo principale.
Se il farmaco contribuisce al'incremento ponderale indesiderato, ma per il resto è efficace e ben tollerato, andrebbe trovata una dose ottimale, mantenuta però stabile. In alternativa, si volge alla ricerca di un altro antidepressivo. Se invece l'idea non è il cambio del farmaco, ma l'estinzione graduale di questo, allora l'antidepressivo non deve essere scalato contemporaneamente con l'ansiolitico, ma l'ansiolitico andrebbe scalato ed eliminato per primo, e molto tempo prima.
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Utente
GraziE dottore..difatti devo dire..questo che appena.li prendo all improvviso non sembro.più io ..ossia.la.persona con disturbi xome se nella mia testa dicessi ma quanto.sei stupida a essere così. ...poi però .mi accorgo che quando mi sveglio .sono la.solita paranoica e depressa della.Sera. prima di.prenderli chiaramente non tutti.i gg .....poi quando ho la visita con.la.mia.psicologa che purtroppo. È ogni due. Settimane. Mi.sento.un leone ...completamente diversa...be diciamo.che i farmaci servono per. Rilassarsi e..eliminare quei.sintomi fastidiosi ( ora per esempio la bocca che brucia) .....ma la psicologa ha un supporto davvero eccellente nei miei confronti .....anche se spesso quello che lei mi dice dopo due gg me lo dimentico nel.senso lo so che me l ha detto ma io nn lo metto in pratica. .povera me
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Utente
Inoltre voglio aggiungere una cosa.....I farmaci antidepressivi. E.ansiolitici poverini la loro parte la fanno ( anche la bravura dello psichiatra che deve capire la.terapia giusta) ripeto.lo psichiatra nn il neurologo che in questo caso non serve.proprio...la gente pensa.che è meglio andare dal neurologo perché fa meno paura vergogna non si sa...la psicologa ancora meglio ....nel senso .che adoro..capire perché sto.così. .....però .se.nn vengono messe i pratica le.cose.dette da questi professionisti i miracoli nn ci sono e siccome.io sono capa dura e infantile poi ci metto più tempo.... a guarire una cosa..che .è. sicura che ho sperimentato sulla.mia salute sopratutto mentale è quello.di fare sempre.cose.che davvero ci piacciono e di avere il più possibile una vita soddisfacente.....difatti una cosa.la.voglio.dire ..tanti anni fa mi innamorai di una persona voi nn ci crederete l acufenè. .e.il bruciore.di lingua e gola.spari..ogni tanto lo.sentivo ma nn mi faceva ne caldo e ne freddo..bisogna crearsi il più possibile una vita entusiasmante enon noiosa ...d
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Utente
E caro dottore......per quanto riguarda l antidepressivo lui fa ormai parte della mia vita....ma anche per colpa mia....scelte sbagliate nella vita ....si non stavo bene prima della.storia. denti ma.nn di salute.....anzi ....semmai mentalmente ....lei pensi che mangiavo mangiavo in continuazione cibi buoni tipo briosc anche due pacchetti ..tre pacchetti di big babol fini allo sfinimento....ma non li ingoiavo. ...volevo solo sentire.il gusto nel palato eppoi sputavo ( lo so uno schifo) ma nn potevo fare altrimenti ormai era.un ossessione compulsiva...sempre.se si chiama così. ..arrivavo fino alle due di notte a far così. ...e quindi cosa succede poi all improvviso i miei poveri dentini non c'è l hanno fatta più. ....e ho incominciato ad essere vulnerabile nei denti..e sono convinta che questa vulnerabilità dei denti è arrivata paradossalmente per.salvarmi da quella.ossessione ne sono convinta. ...è subentrato questo sintomo per salvarmi dall altro..però le.dico la verità preferivo la.mia ossessione di prima che questa nuova cosa che mi ha mandato in paranoia......cmq ripeto anche stavolta i farmaci mi hanno salvato .perché mi sono sentita disperata come quando mi scoppio l acufenè.è subentrata la paura del dolore che nn passasse.più. ....... ...e se nn era per.loro bo...nn lo so....io sono convinta che se cambio modo di fare di agire un giorno non avrò più bisogno ne di uno e ne Dell altro e forse anche della psicologa. ..quindi il mio titolo non è stato scritto tanto per.....mi sono sentita in dovere di difendere gli antidepressivi. .che a.mio parere se servono aiutano e fanno sicuramente meno male.dei fans....che si prendono senza.pregiudizi..ma la gente nn sa.che quelli a lungo andare.rovinano lo stomaco......per.adesso l unico.effetto collaterale è. Molta fame e sicuramente diminuisce.il metabolismo..ma nn mi importa ..farò. otto.km al.giorno di corsa o anche camminando..ma finché hi bisogno.li uso...ma nello stesso tempo voglio far capire alla gente non soffrite per niente solo per paura di chissà quale mostro possa essere il farmaco.....Concludo dicendo questo che è. Molto importante all inizio prendere.questi farmaci non sarà molto facile nel.senso non sempre il medico azzecchera' quello giusto .....io ne avevo provati mi pare tre o quattro .ma nn andavano bene o forse bo non li accettato poi ho preso la Mirta. .....ma vi dico il.primo giorno fu bruttissimo al.risveglio camminavo appoggiata al mobile con le mani mi pareva di cadere per terra ma poi piano piano questo effetto è sparito
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Utente
E dottore......per quanto riguarda l antidepressivo lui fa ormai parte della mia vita....ma anche per colpa mia....scelte sbagliate nella vita ....si non stavo bene prima della.storia. denti ma.nn di salute.....anzi ....semmai mentalmente ....lei pensi che mangiavo mangiavo in continuazione cibi buoni tipo briosc anche due pacchetti ..tre pacchetti di big babol fini allo sfinimento....ma non li ingoiavo. ...volevo solo sentire.il gusto nel palato eppoi sputavo ( lo so uno schifo) ma nn potevo fare altrimenti ormai era.un ossessione compulsiva...sempre.se si chiama così. ..arrivavo fino alle due di notte a far così. ...e quindi cosa succede poi all improvviso i miei poveri dentini non c'è l hanno fatta più. ....e ho incominciato ad essere vulnerabile nei denti..e sono convinta che questa vulnerabilità dei denti è arrivata paradossalmente per.salvarmi da quella.ossessione ne sono convinta. ...è subentrato questo sintomo per salvarmi dall altro..però le.dico la verità preferivo la.mia ossessione di prima che questa nuova cosa che mi ha mandato in paranoia......cmq ripeto anche stavolta i farmaci mi hanno salvato .perché mi sono sentita disperata come quando mi scoppio l acufenè.è subentrata la paura del dolore che nn passasse.più. ....... ...e se nn era per.loro bo...nn lo so....io sono convinta che se cambio modo di fare di agire un giorno non avrò più bisogno ne di uno e ne Dell altro e forse anche della psicologa. ..quindi il mio titolo non è stato scritto tanto per.....mi sono sentita in dovere di difendere gli antidepressivi. .che a.mio parere se servono aiutano e fanno sicuramente meno male.dei fans....che si prendono senza.pregiudizi..ma la gente nn sa.che quelli a lungo andare.rovinano lo stomaco......per.adesso l unico.effetto collaterale è. Molta fame e sicuramente diminuisce.il metabolismo..ma nn mi importa ..farò. otto.km al.giorno di corsa o anche camminando..ma finché hi bisogno.li uso...ma nello stesso tempo voglio far capire alla gente non soffrite per niente solo per paura di chissà quale mostro possa essere il farmaco.....Concludo dicendo questo che è. Molto importante all inizio prendere.questi farmaci non sarà molto facile nel.senso non sempre il medico azzecchera' quello giusto .....io ne avevo provati mi pare tre o quattro .ma nn andavano bene o forse bo non li accettato poi ho preso la Mirta. .....ma vi dico il.primo giorno fu bruttissimo al.risveglio camminavo appoggiata al mobile con le mani mi pareva di cadere per terra ma poi piano piano questo effetto è sparito
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Utente
E comunque una cosa la voglio dire....perché ci tengo a cuore su una cosa.....sono sensibilissima sulle persone che soffrono e nn riescono a venire a capo su una situazione. ..nella mia vita ho avuto molta esperienza sui disturbi psicosomatici. ..tanto è vero che la mia psichiatra disse che avevo disturbi da manuale....e con questo voglio dire ... perché questa cosa l ho vissuta direttamente sulla mia persona ed...è stata a analizzata anche dalla mia psicologa ..TUTTI i SINTOMI CRONICI che nn hanno niente di patologico esempio una semplice emorroidi curata ma poi il dolore persiste oppure un bruciore. di gola persistsente dove la maggioranza dei medici ( sopratutto otorini) da la colpa al.reflusso ....ma poi non è. ... per non parlare Dell Acufenè ..l le. Persone disperate non sanno dove sbattere la testa perche tutti gli otorini l unica cosa che sanno dire.....le cellule Ciliate sono morte bka bka bka oppure disturbo della.microcircolazione.......ma per favore l acufenè se nn ce un problema organico tipo otosclerosi. ...è psicosomatico. Sono venuta a conoscenza che persino i denti hanno una storia psicologica .mai l avrei pensato.....guarda mai......per uscirne fuori bisogna farsi aiutare per forza come inizio da due specialisti importanti ( ogni città ha un centro psico sociale con psichiatri e psicologi) si paga il normale.ticket e se esenti nulla..........e per finire cambiare stile di vita.....tutto qui
[#12]
Utente
Una cosa è certa i farmaci non faranno mai cambiare il carattere il temperamento...il mio narcisismo ...il non amare mai nessuno....solo i miei figli. ...per quanto riguarda il prendere i psicofarmaci i nel mio caso aumento tarli quando si ha un mal di dente....è dettato dalla paura del dolore..e di non uscirne piu....eppoi la parola trigemino mi mette brividi quanto la parola tumore.....ora il pensiero he devo andare dal dentista mercoledì mi mette depressione.......come farò non lo so..purtroppo la psicologa non c'è l ho questa sett....mi sentirò scoperta..help me
[#13]
Utente
Ed eccomi qua ancora a scrivere. ..allora come dicevo l altra volta quando non c'è nulla di organico e un sintomo persiste è psicogeno....ma non basta sapere che è di origine psicosomatica ma bisogna capire la motivazione. ...ebbene è da due mesi che ho la fissa per i denti...ora si è aggiunta la nevralgia da gengivite...l altra volta avevo scritto che forse il disturbo paradossalmente veniva per risolvere quel disturbo di mangiare mangiare fino allo sfinimento sempre sputando. ...ma ora sono convinta che nn è quello perché ancora un po lo faccio e quindi non è lui..seconda ipotesi potrebbe essere la paura del dolore che nn va via piu...i perché essendo stata rovinata e ancora devo terminare di farmi curare una devitalizzazione potrebbe essersi instaurato questo dolore alla gengiva ma dalla parte opposta...terza ipotesi potrebbe essere l odio che ho verso una persona.......questa persona mi ha fatto e dato la possibilità di lasciare il mio ex marito perché aiutata economicamente a vivere da sola.....ma forse.inconsciamente nutro odio per lui perché sento che questa persona nonostante sia zerbino nei miei confronti. .si amore si tesoro si faccio tutto quello che vuoi...mi ha fatta lasciare dal mio marito perché lui l aveva fatta con la sua perché innamorato di me....sennò non si spiega il mio odio .....vedi adesso sto parlando di questa cosa e il dolore lo sento di più. ....siccome è un disturbo nuovo l ho affrontato solo una volta con la mia psicologa dovrò parlarne la settimana prossima..e approfondire. ......perché vi dico questo per far capire alle persone scettiche nei confronti degli psichiatri e psicologi. ..non sanno invece xhe ruolo importante hanno questè due figure. .lo psichiatra peeche all inizio di un forte stress deve capire la terapia farmacologica adatta al caso ..attenziine ....e lo psichiatra e non il neurologo...che si occupa di ben altre.cose (parkinson ecc ecc )..lo psicologo analizza a fondo le cose che tu racconti .....c'è una bella differenza tra le due figure.....a me personalmente piace andare dallo psicologo. ..leggendo l altra volta la risposta di una psicologa ho letto che diceva che si può essere esenti le prime volte. ....forse in quella.regione..perché nella mia cioè Lombardia se sei esente lo sei per sempre a meno che nn viene fuori un altra legge.....o sennò paghi un tichet.....vabbo chiudo......
[#14]
Utente
Allora mi farebbe però piacere anche avere una risposta da qualche psicologo....perché è vero che mi sono fatta autodiagnosi da.sola.. è vero.che faccio colloqui con la stessa psicologa dall età di 17 anni con alcuni intervalli di anni e quasi quasi psicologa lo sto.diventando pure io ( parole.dette dalla.mia.psixologa) ..però. potrebbero essere sbagliate se su di me.le.faccio io..ora vi chiedo può un disagio o meglio quei tre disagi che ho elencato prima provocarmi il disturbo alla gengiva .....
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Gentile utente,
la diagnosi non si può fare in internet: né per quanto riguarda le gengive, né sul piano psichico, ma per quanto riguarda la gengiva, mi sento in dovere di scriverLe, che è un problema di competenza del dentista (c'è qualcosa che non va nella bocca dal punto di visto obbiettivo), e se il dentista Le dice che sono aspetti psicosomatici, bisogna cambiare il dentista (però, da quanto ho capito, non è il dentista, ma è Lei stessa che lo dice, forse per mitigare la preoccupazione; e penso che Lei non è sulla strada giusta: in ogni disturbo fisico sempre c'è una componente psicosomatica, ma attribuendo tutto allo psicosomatico, si rischia di trascurare il problema).
Invece, per quanto riguarda il vostro lavoro con la psicologa, c'è spazio per il miglioramento. Sopratutto quando una persona è seguita da anni c'è il rischio che il caso venga considerato ormai immutabile, accettato nella sua cronicità, e si instaurano certe abitudini.
Lei scrive:
<< .ora il pensiero che devo andare dal dentista mercoledì mi mette depressione.......come farò non lo so..purtroppo la psicologa non c'è l ho questa sett....mi sentirò scoperta..>>
- questo vuol dire, che la psicologa ha per Lei, in fondo, tuttora soprattutto il ruolo di sostegno. Tuttavia, in maniera ottimale, la psicoterapia è qualcos'altro. Ad esempio, l'obbiettivo della psicoterapia potrebbe essere renderLa più immune da tutti questi condizionamenti e paure in modo che Lei non abbia bisogno di "copertura", ma succede il contrario.
Lei scrive:
<< ..ma la psicologa ha un supporto davvero eccellente nei miei confronti ..>>
- Veramente la cosa più importante è il supporto ? Lei non ha più 17 anni. Lei è una persona adulta, abbastanza consapevole. Rimanere una che ha sempre bisogno di supporto e che ha questo supporto nelle aspettative e nei valori della vita: questo attegiamento è l'essenza della Sua malattia. E' uno dei problemi principali.
<<.....anche se spesso quello che lei mi dice dopo due gg me lo dimentico nel.senso lo so che me l ha detto ma io nn lo metto in pratica ..>>
- Ricevere (o dare) i consigli e la psicoterapia sono due cose diverse. Nella psicoterapia l'incontro con lo psicoterapeuta è soprattutto quell'ambito di tempo e di relazione nel quale si lavora, mentre i discorsi su tutto quello che riguarda la vita al di fuori di tali incontri e di tale relazione non possono cambiare questa vita direttamente. La possono cambiare secondariamente, se cambia Lei, ma per riuscire a cambiare, bisogna, probabilmente, lavorare in un altro modo.
la diagnosi non si può fare in internet: né per quanto riguarda le gengive, né sul piano psichico, ma per quanto riguarda la gengiva, mi sento in dovere di scriverLe, che è un problema di competenza del dentista (c'è qualcosa che non va nella bocca dal punto di visto obbiettivo), e se il dentista Le dice che sono aspetti psicosomatici, bisogna cambiare il dentista (però, da quanto ho capito, non è il dentista, ma è Lei stessa che lo dice, forse per mitigare la preoccupazione; e penso che Lei non è sulla strada giusta: in ogni disturbo fisico sempre c'è una componente psicosomatica, ma attribuendo tutto allo psicosomatico, si rischia di trascurare il problema).
Invece, per quanto riguarda il vostro lavoro con la psicologa, c'è spazio per il miglioramento. Sopratutto quando una persona è seguita da anni c'è il rischio che il caso venga considerato ormai immutabile, accettato nella sua cronicità, e si instaurano certe abitudini.
Lei scrive:
<< .ora il pensiero che devo andare dal dentista mercoledì mi mette depressione.......come farò non lo so..purtroppo la psicologa non c'è l ho questa sett....mi sentirò scoperta..>>
- questo vuol dire, che la psicologa ha per Lei, in fondo, tuttora soprattutto il ruolo di sostegno. Tuttavia, in maniera ottimale, la psicoterapia è qualcos'altro. Ad esempio, l'obbiettivo della psicoterapia potrebbe essere renderLa più immune da tutti questi condizionamenti e paure in modo che Lei non abbia bisogno di "copertura", ma succede il contrario.
Lei scrive:
<< ..ma la psicologa ha un supporto davvero eccellente nei miei confronti ..>>
- Veramente la cosa più importante è il supporto ? Lei non ha più 17 anni. Lei è una persona adulta, abbastanza consapevole. Rimanere una che ha sempre bisogno di supporto e che ha questo supporto nelle aspettative e nei valori della vita: questo attegiamento è l'essenza della Sua malattia. E' uno dei problemi principali.
<<.....anche se spesso quello che lei mi dice dopo due gg me lo dimentico nel.senso lo so che me l ha detto ma io nn lo metto in pratica ..>>
- Ricevere (o dare) i consigli e la psicoterapia sono due cose diverse. Nella psicoterapia l'incontro con lo psicoterapeuta è soprattutto quell'ambito di tempo e di relazione nel quale si lavora, mentre i discorsi su tutto quello che riguarda la vita al di fuori di tali incontri e di tale relazione non possono cambiare questa vita direttamente. La possono cambiare secondariamente, se cambia Lei, ma per riuscire a cambiare, bisogna, probabilmente, lavorare in un altro modo.
[#16]
Utente
Ho potuto rispondere solo ora perché stamattina sono andata al patibolo ( dentista).....ho letto che lei scrive che tutti i disturbi li attribuisco allo psicosomatico..no dottore dopo accurate visite girato miriadi di specialisti epoi il perdurare del sintomo non trovandomi niente e analizzando la mia vita con psicologa viene fuori questo.... siamo nel anno 1999 sono in cinta di due gemelli vengo ospitata in casa da mio padre per gravidanza pesante. .un giorno mio padre mi accusa che in fondo sono solo un ospite. ...mi si scatena un pianto che dura un giorno. ..da li parte un disturbo che nn avevo mai avuto. .e lo chiamo soffocamento al naso giro rigiro otorini diagnosi rinite vaso motoria. .ma io sto male come se avessi un tumore ma nn c'è l ho....questo sintomo dura quasi un anno come è venuto se ne andato....poi nasce.un nuovo sintomo fuoco in gola ..visita ancora con otorini faccio anche una laringosccopia nulla non c'è niente ..gli specialisti attribuiscono il mio sintomo forse a come uso la voce ..be un po isterica lo sono non è facile crescere due gemelli.....ma xome è venuto se ne va..2009 vita stressante xon i figli a scuola per di più non amo il marito. .mia sorella con un cancro al seno esplode un acufenè. ....un sintomo che se nn si è forti non si augura neanche al peggior nemico ....ma grazie alle cure della psichiatra cambi di medicine perché le.prime nn andavano bene e avevo anche molta ansia ma sopratutto alla psicologa riesco a conviverci. ..cmq la.psicologa sostiene che anche questo sintomo e di origine psicosomatica perché mi conosce e sa che il mio corpo funziona così paradossalmente preferisco dedicarmi al sintomo. ...anziché pensare alle cose davvero serie che nn vanno nella mia vita...quello è solo un sintomo ma la causa è un altra...più tardi mi innamoro di uno e l acufenè mi scompare. .si ogni tanto mi ricorda che lui c'è ma.proprio non lo sento mai......poi due anni dopo compare un altro sintomo bruciore lingua da impazzire ........insomma mia sorella deve morire tanti problemi il mio fisico non vuol.sentire più nulla........poi come è venuto se ne andato. ..come vede dottore di specialisti sopratutto otorini ..ne ho visti anche fin troppo.....adesso io parlo che anche il dente ha una sua storia psicologica. ...il dentista ha guardato gengiva e dente. .ha detto che li nn c'è niente. .ora nn ho capito una cosa ..sbaglio o mi dice che il lavoro che faccio con la mia psicologa non va bene...si ma come vede di stress nella mia vita ne ho avuti...io ho bisogno del sostegno della mia psicologa quando mi vengono questi sintomi che mi per durano emi mandano in depressione sennò riesco a stare senza di lei ..... ps la MIA Psicologa mi conosce da 30 anni ed è una cosa importantissima essere seguiti sempre dalla stessa
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Gentile utente,
non intendo, che la Sua psicologa lavori male o che bisogna cambiarla... Capisco anche, che il caso è abbastanza complesso per proporre gl approcci da "attacco frontale" alla malattia, perché siamo nella psichiatria, non nella sala di intervento chirurgico. Ma... intendevo, che non bisogna dare per scontato che Lei debba rimanere sempre in questa fase, e che "meglio di così non si può ottenere". Come scrivevo, possono esserci nel vostro stile di lavoro con la psicologa alcuni abitudini che forse cronicizzano la malattia... Prova a parlarne con la psicologa.
Non è un'accusa né nei confronti della Sua psicologa, né nei confronti di Lei, ma uno spunto.
non intendo, che la Sua psicologa lavori male o che bisogna cambiarla... Capisco anche, che il caso è abbastanza complesso per proporre gl approcci da "attacco frontale" alla malattia, perché siamo nella psichiatria, non nella sala di intervento chirurgico. Ma... intendevo, che non bisogna dare per scontato che Lei debba rimanere sempre in questa fase, e che "meglio di così non si può ottenere". Come scrivevo, possono esserci nel vostro stile di lavoro con la psicologa alcuni abitudini che forse cronicizzano la malattia... Prova a parlarne con la psicologa.
Non è un'accusa né nei confronti della Sua psicologa, né nei confronti di Lei, ma uno spunto.
[#19]
Utente
Allora non riesco da ben una settimana a chiedere un consulto con un radiologo di medici Italia. ..la domanda è questa ....dopo aver fatto una lastra rachide cervicale per un dolore sopraggiunto tipo collo che tira ...dopo esercizi al collo di allungamento ecc ecc nella lastra viene fuori questo...in c4 e c5 distacco parcella re di verosimilmente osteofita. .... devo preoccuparmi so che devo andare da ortopedico ma cosa significa può essere pericoloso. .cosa può essere successo al mio povero collo?
[#21]
Utente
Poi siccome ho aperto questo vecchio post .....dove parla di pregiudizi sugli antidepressivi....ci tengo a far sapere agli utenti che leggeranno.....poi presi lo xanax..NON FATELO....ho visto .sorci verdi e ho dovuto liberarmeno al più presto mi creava ansia e.sintomi fisici pazzeschi non usate xanax
Questo consulto ha ricevuto 21 risposte e 10k visite dal 07/11/2015.
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Approfondimento su Acufeni
L'acufene (o tinnito) è un disturbo dell'orecchio che si manifesta sotto forma di ronzio o fischio costante o pulsante. Scopri i sintomi, le cause e i rimedi.