Un umano, normale stato d'ansia temporaneo
Salve, sono qui per chiedere un parere riguardo una situazione che mi riguarda da un po' di tempo. Esattamente non so da dove cominciare perchè avrei più cose da esporre ma mi rendo conto che al primo consulto che faccio non posso fare un sermone altrimenti chi mi risponde più!
Non posso negare che fin da piccolo sia stato sempre un po' predisposto a pensare alla morte ( forse per la perdita di persone a me care) o meglio alla paura di morire magari in giovane età.
Tuttavia durante la fase adolescenziale non ricordo di aver avuto dei periodi in cui questi tristi e brutti pensieri mi "impegnavano" un po' la giornata e mi creavano angoscia, se non che da alcuni anni, all'incirca due, il pensiero di morire giovane, magari improvvisamente è venuto a disturbarmi e anche se non sono uno psicologo mi rendo conto che questa situazione di angoscia è tornata quando un mio coetaneo si è ammalato di tumore e soprattutto, quando un altro giovane conoscente ha avuto un aneurisma cerebrale, da cui per altro, è uscito bene, riprendendosi per continuare a vivere normalmente. Da quando ho scoperto questa patologia, non posso negare che la qualità della mia vita non sia cambiata un po'. Sono rimasto colpito da tale malformazione che in modo subdolo si può trovare in una persona e in maniera altrettanto improvvisa, senza alcun segnale di preavviso ( se non in rari casi o comunque male interpretabili) può cambiare le sorti di tale vita, con esito spesso infausto, anche in età giovane. Senz'altro la sua "cattiveria", con cui "colpisce" e "porta via" o con cui, per non voler essere drastici, crea danni di importante entità, avrà influito nel creare in me uno stato di preoccupazione piuttosto elevato, accentuato da una mia successiva presa di coscienza riguardo il non poter prevenire tale patologia, che si scopre nella stragrande maggioranza dei casi, solo in modo casuale ( effettuando altri tipi di esami). Se 1+1 fa 2, una volta scoperto l'aneurisma, scoperto il suo "comportamento" e l'impossibilità di prevenirlo, quello che magari era un umano, normale stato d'ansia temporaneo ( per la serie " vengo a conoscenza di una malattia, che magari ha causato dei problemi o la morte in una persona e per, direi, l'umano rapportami alle situazioni che mi circondano penso " e se accadesse a me?" e poi finisce li) finisce per diventare permanente e ossessivo. Non mi piace parlare di ipocondria nel mio caso, o meglio non per adesso, perchè, anche se la paura di poter avere questa patologia mi porta in alcuni momenti a viver male quella che è la mia età ( in cui dovrei pensare solo a studiare e divertirmi) riesco a darmi un contegno e a rendermi conto crescendo che in questa vita si dovrebbe allora aver paura di niente e di tutto e che non devo entrare nel circolo vizioso del " e se ho questo? o quello? o quell'altro?".Vorrei sapere per ora dai dottori:perchè non ci si deve preoccupare di tali patologie subdole e pericolose che però possono esserci,senza modo di prevenirle?
Non posso negare che fin da piccolo sia stato sempre un po' predisposto a pensare alla morte ( forse per la perdita di persone a me care) o meglio alla paura di morire magari in giovane età.
Tuttavia durante la fase adolescenziale non ricordo di aver avuto dei periodi in cui questi tristi e brutti pensieri mi "impegnavano" un po' la giornata e mi creavano angoscia, se non che da alcuni anni, all'incirca due, il pensiero di morire giovane, magari improvvisamente è venuto a disturbarmi e anche se non sono uno psicologo mi rendo conto che questa situazione di angoscia è tornata quando un mio coetaneo si è ammalato di tumore e soprattutto, quando un altro giovane conoscente ha avuto un aneurisma cerebrale, da cui per altro, è uscito bene, riprendendosi per continuare a vivere normalmente. Da quando ho scoperto questa patologia, non posso negare che la qualità della mia vita non sia cambiata un po'. Sono rimasto colpito da tale malformazione che in modo subdolo si può trovare in una persona e in maniera altrettanto improvvisa, senza alcun segnale di preavviso ( se non in rari casi o comunque male interpretabili) può cambiare le sorti di tale vita, con esito spesso infausto, anche in età giovane. Senz'altro la sua "cattiveria", con cui "colpisce" e "porta via" o con cui, per non voler essere drastici, crea danni di importante entità, avrà influito nel creare in me uno stato di preoccupazione piuttosto elevato, accentuato da una mia successiva presa di coscienza riguardo il non poter prevenire tale patologia, che si scopre nella stragrande maggioranza dei casi, solo in modo casuale ( effettuando altri tipi di esami). Se 1+1 fa 2, una volta scoperto l'aneurisma, scoperto il suo "comportamento" e l'impossibilità di prevenirlo, quello che magari era un umano, normale stato d'ansia temporaneo ( per la serie " vengo a conoscenza di una malattia, che magari ha causato dei problemi o la morte in una persona e per, direi, l'umano rapportami alle situazioni che mi circondano penso " e se accadesse a me?" e poi finisce li) finisce per diventare permanente e ossessivo. Non mi piace parlare di ipocondria nel mio caso, o meglio non per adesso, perchè, anche se la paura di poter avere questa patologia mi porta in alcuni momenti a viver male quella che è la mia età ( in cui dovrei pensare solo a studiare e divertirmi) riesco a darmi un contegno e a rendermi conto crescendo che in questa vita si dovrebbe allora aver paura di niente e di tutto e che non devo entrare nel circolo vizioso del " e se ho questo? o quello? o quell'altro?".Vorrei sapere per ora dai dottori:perchè non ci si deve preoccupare di tali patologie subdole e pericolose che però possono esserci,senza modo di prevenirle?
[#1]
Ha una domanda clinica da porre per se stesso?
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Gentile Dottore,
onestamente credevo che si potesse chiedere un consulto anche di carattere più generico e non strettamente clinico. Ad ogni modo provo a riformulare la domanda finale. Data la possibile presenza di tale patologia, del tutto asintomatica e pericolosa, e diffusa tra la popolazione, tra cui rientro anche io, c'è un modo per cui io possa accertare di non esserne affetto? Esiste un modo per cui io possa prevenirla? Grazie per la precedente risposta e per l'eventuale replica.
.
Cordialità
onestamente credevo che si potesse chiedere un consulto anche di carattere più generico e non strettamente clinico. Ad ogni modo provo a riformulare la domanda finale. Data la possibile presenza di tale patologia, del tutto asintomatica e pericolosa, e diffusa tra la popolazione, tra cui rientro anche io, c'è un modo per cui io possa accertare di non esserne affetto? Esiste un modo per cui io possa prevenirla? Grazie per la precedente risposta e per l'eventuale replica.
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Cordialità
[#3]
Gentile Signore,
a quanto ci racconta, fin dalla giovane età, forse come Lei stesso dice, avendo subìto la perdita di persone a Lei care, è stato predisposto a pensare emotivamente (magari per un fenomeno di "imprinting" emozionale) al morire e alla fobia del morire.
Su questa base emozionale, nel tempo e superata la fase adolescenziale, questo tipo di fobia è tornata a manifestarsi, maggiormente sensibilizzata da patologie intercorrenti di Suoi coetanei conoscenti.
Nella fattispecie, la Sua ideazione (un tantino ossessiva?..) si è polarizzata sugli aneurismi in sede cerebrale.
Certo, come Lei ha letto, si tratta di una patologia subdola, inizialmente asintomatica e gli stessi sintomi iniziali sono molto generici.
Ma scusi, tutto questo...cosa c'entra con Lei? Perchè potrebbe ammalarsi repentinamente?
Ma è a conoscenza di quante altre patologie possono manifestarsi, così, all'improvviso, (in Lei e in qualsiasi altro individuo..) che, in men che non si dica conducono all'exitus finale?
Ammattiremmo tutti se ci sottoponessimo agli specifici esami senza alcun sintomo,soltanto per toglierci ogni preoccupazione.
Morale: stia tranquillo. Non manifesta al riguardo sintomi di alcun tipo.
E, come Lei stesso dice, studi e frequenti quante più amicizie è possibile.
Un saluto
a quanto ci racconta, fin dalla giovane età, forse come Lei stesso dice, avendo subìto la perdita di persone a Lei care, è stato predisposto a pensare emotivamente (magari per un fenomeno di "imprinting" emozionale) al morire e alla fobia del morire.
Su questa base emozionale, nel tempo e superata la fase adolescenziale, questo tipo di fobia è tornata a manifestarsi, maggiormente sensibilizzata da patologie intercorrenti di Suoi coetanei conoscenti.
Nella fattispecie, la Sua ideazione (un tantino ossessiva?..) si è polarizzata sugli aneurismi in sede cerebrale.
Certo, come Lei ha letto, si tratta di una patologia subdola, inizialmente asintomatica e gli stessi sintomi iniziali sono molto generici.
Ma scusi, tutto questo...cosa c'entra con Lei? Perchè potrebbe ammalarsi repentinamente?
Ma è a conoscenza di quante altre patologie possono manifestarsi, così, all'improvviso, (in Lei e in qualsiasi altro individuo..) che, in men che non si dica conducono all'exitus finale?
Ammattiremmo tutti se ci sottoponessimo agli specifici esami senza alcun sintomo,soltanto per toglierci ogni preoccupazione.
Morale: stia tranquillo. Non manifesta al riguardo sintomi di alcun tipo.
E, come Lei stesso dice, studi e frequenti quante più amicizie è possibile.
Un saluto
Dr. Mario Zampardi
[#4]
Utente
Gentile Dottor Zampardi,
come non poter concordare con ciò che gentilmente scrive.
Se stessimo a pensare a tutte le patologie da cui potremmo essere affetti non basterebbe un'intera vita per effettuare tutti gli accertamenti e oltre a ciò, francamente, di che "vita" si potrebbe parlare?
Questa mia ideazione, come lei dice e purtroppo io consto, un tantino ossessiva, si è incentrata sugli aneurismi cerebrali e chissà di cos'altro staremmo a parlare oggi, se a suo tempo, piuttosto che dagli aneurismi, fossi rimasto colpito e impaurito da altro...
Però, alla Sua domanda "tutto questo cosa c'entra con Lei?" sono spinto a rispondere che onestamente non so cosa questo possa entrarci con me. Presumibilmente nulla, come "qualcosa".
Perchè dico questo?
Perchè dal momento che mi rendo conto di parlare di una patologia che può colpire chiunque, e che si manifesta in modo asintomatico o talmente generico tale da non poter rendersi conto della sua presenza in anticipo, sono spinto a dire, pur cercando di vivere serenamente e senza molti pensieri, che qualora ne fossi affetto non potrei accorgermene. E come dice giustamente Lei, chissà da quante altre patologie asintomatiche e pericolose, si può essere affetti senza accorgersene.
E quando Lei scrive "Non manifesta sintomi di alcun tipo" io capisco e apprezzo tale frase che ha come scopo principale quello di rassicurare chi come me si pone tali dubbi...Ma concretamente parlando, come fa Lei ( e chiunque altro medico) ad accertare tale condizione se è la medicina stessa a dire che solo su base sintomatologica descritta dal paziente, è impossibile diagnosticare patologie del genere?
E dunque? Non resta altro che vivere la vita serenamente, affidandola alla mera fortuna ( e curando anche lo stile di vita che però ,in patologie come quella che ho citato, ha un suo relativo peso) senza alcuna possibilità di prevenire alcuni eventi che possono caratterizzarla sia in positivo ma anche in negativo? In nessun caso?
Abbia pazienza Dottore, sarà che sono giovane e devo ancora capire molto di come "gira" il mondo, se però a questa domanda la risposta è si, spero mi comprenderà se le risponderò che questa idea del " su un filo di un rasoio" mi desta un po' di pensiero.
La ringrazio cordialmente per la sua risposta.
Un saluto
come non poter concordare con ciò che gentilmente scrive.
Se stessimo a pensare a tutte le patologie da cui potremmo essere affetti non basterebbe un'intera vita per effettuare tutti gli accertamenti e oltre a ciò, francamente, di che "vita" si potrebbe parlare?
Questa mia ideazione, come lei dice e purtroppo io consto, un tantino ossessiva, si è incentrata sugli aneurismi cerebrali e chissà di cos'altro staremmo a parlare oggi, se a suo tempo, piuttosto che dagli aneurismi, fossi rimasto colpito e impaurito da altro...
Però, alla Sua domanda "tutto questo cosa c'entra con Lei?" sono spinto a rispondere che onestamente non so cosa questo possa entrarci con me. Presumibilmente nulla, come "qualcosa".
Perchè dico questo?
Perchè dal momento che mi rendo conto di parlare di una patologia che può colpire chiunque, e che si manifesta in modo asintomatico o talmente generico tale da non poter rendersi conto della sua presenza in anticipo, sono spinto a dire, pur cercando di vivere serenamente e senza molti pensieri, che qualora ne fossi affetto non potrei accorgermene. E come dice giustamente Lei, chissà da quante altre patologie asintomatiche e pericolose, si può essere affetti senza accorgersene.
E quando Lei scrive "Non manifesta sintomi di alcun tipo" io capisco e apprezzo tale frase che ha come scopo principale quello di rassicurare chi come me si pone tali dubbi...Ma concretamente parlando, come fa Lei ( e chiunque altro medico) ad accertare tale condizione se è la medicina stessa a dire che solo su base sintomatologica descritta dal paziente, è impossibile diagnosticare patologie del genere?
E dunque? Non resta altro che vivere la vita serenamente, affidandola alla mera fortuna ( e curando anche lo stile di vita che però ,in patologie come quella che ho citato, ha un suo relativo peso) senza alcuna possibilità di prevenire alcuni eventi che possono caratterizzarla sia in positivo ma anche in negativo? In nessun caso?
Abbia pazienza Dottore, sarà che sono giovane e devo ancora capire molto di come "gira" il mondo, se però a questa domanda la risposta è si, spero mi comprenderà se le risponderò che questa idea del " su un filo di un rasoio" mi desta un po' di pensiero.
La ringrazio cordialmente per la sua risposta.
Un saluto
[#5]
Caro Signore,
vedo che l'idea (leggermente ossessiva..) che l'angustia, se ho capito bene, deriva dal fatto che lei pensa che in patologie come questa considerata, nel momento (più o meno occasionale) di "irruzione" di una qualche specifica sintomatologia, siamo quasi ai ferri corti.
Cioè, si deve senz'altro afferire ad una medicina d' urgenza.
Ma, (è questo è il punto che le sfugge..) patologie del genere possono essere diagnosticate anche con un certo anticipo.
Come? Intanto, tramite un'opportuna storia clinica, si indaga su episodi similari avvenuti nell'albero familiare dei collaterali e degli scendenti o magari attenzionando cefalee insistenti a specifica localizzazione, eventuali disturbi accessuali alla vista e via dicendo..
Allora in questi casi ( e solo in questi..) ci si avvia verso ulteriori indagini strumentali. Come vede, questi quadri clinici non arrivano sempre all'improvviso, (per fortuna).
Ma mi preme sottolineare in lei più il quadro psicologico che queste patologie.
Stia attento, potrebbe nel tempo, continuando con questi dubbi, sfociare in un franco quadro di tipo ipocondriaco,abituandosi a queste modalità di pensiero, da cui per uscirne, le servirebbe l'aiuto di uno psichiatra.
Non ne vale la pena.
Ancora un saluto
vedo che l'idea (leggermente ossessiva..) che l'angustia, se ho capito bene, deriva dal fatto che lei pensa che in patologie come questa considerata, nel momento (più o meno occasionale) di "irruzione" di una qualche specifica sintomatologia, siamo quasi ai ferri corti.
Cioè, si deve senz'altro afferire ad una medicina d' urgenza.
Ma, (è questo è il punto che le sfugge..) patologie del genere possono essere diagnosticate anche con un certo anticipo.
Come? Intanto, tramite un'opportuna storia clinica, si indaga su episodi similari avvenuti nell'albero familiare dei collaterali e degli scendenti o magari attenzionando cefalee insistenti a specifica localizzazione, eventuali disturbi accessuali alla vista e via dicendo..
Allora in questi casi ( e solo in questi..) ci si avvia verso ulteriori indagini strumentali. Come vede, questi quadri clinici non arrivano sempre all'improvviso, (per fortuna).
Ma mi preme sottolineare in lei più il quadro psicologico che queste patologie.
Stia attento, potrebbe nel tempo, continuando con questi dubbi, sfociare in un franco quadro di tipo ipocondriaco,abituandosi a queste modalità di pensiero, da cui per uscirne, le servirebbe l'aiuto di uno psichiatra.
Non ne vale la pena.
Ancora un saluto
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 1.5k visite dal 29/10/2015.
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Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.