Uso lunghissimo di benzodiazepine
Salve, ho letto che uno studio medico francese ha stabilito che l'uso prolungato delle benzodiazepine, al di sopra dei tre mesi, porta ad un' incidenza del 51 % in più circa lo sviluppo del morbo di alzheimer nei dieci anni successivi alla terapia rispetto a chi non ne ha mai fatto uso.
Premetto che sono un uomo di 60 anni e che da circa 35, per motivi di ansia ed insonnia, ne faccio uso quasi continuato con il controllo del mio medico di famiglia ed anche di uno psichiatra, Riesco a ridurre il dosaggio nei periodi migliori per poi ritornare a prendere la dose intera quando l'ansia ritorna. Mi è stato cambiato più volte il principio attivo ma quello che ho assunto di più è il prazepam ( massimo 10 mg alla sera) e negli ultimi anni ho fatto dei cicli con la paroxetina ( max 20 mg al mattino) per qualche episodio di depressione reattiva ed anche perché lo psichiatra mi aveva assicurato che usando l'antidepressivo SSRI avrei potuto interrompere in maniera semplice l'uso delle benzodiazepine, cosa che non è mai stata possibile per via di gravi reazioni fisiche da astinenza,
Io attualmente vivo bene e sono realizzato, ma leggendo l'articolo menzionato all'inizio del mio scritto ho cominciato a preoccuparmi seriamente circa il mio prossimo futuro come probabile ammalato di alzheimer.
Adesso cortesemente chiedo a chi ha esperienza nel settore se le mie paure sono pienamente giustificate, o quello che affermano gli studiosi francesi è opinabile!
Ringrazio sentitamente chi mi leggerà ed in particolare chi potrà chiarirmi questo punto che rischia di manomettere la mia stabilità psichica duramente raggiunta nel corso degli anni.
Distinti saluti.
Premetto che sono un uomo di 60 anni e che da circa 35, per motivi di ansia ed insonnia, ne faccio uso quasi continuato con il controllo del mio medico di famiglia ed anche di uno psichiatra, Riesco a ridurre il dosaggio nei periodi migliori per poi ritornare a prendere la dose intera quando l'ansia ritorna. Mi è stato cambiato più volte il principio attivo ma quello che ho assunto di più è il prazepam ( massimo 10 mg alla sera) e negli ultimi anni ho fatto dei cicli con la paroxetina ( max 20 mg al mattino) per qualche episodio di depressione reattiva ed anche perché lo psichiatra mi aveva assicurato che usando l'antidepressivo SSRI avrei potuto interrompere in maniera semplice l'uso delle benzodiazepine, cosa che non è mai stata possibile per via di gravi reazioni fisiche da astinenza,
Io attualmente vivo bene e sono realizzato, ma leggendo l'articolo menzionato all'inizio del mio scritto ho cominciato a preoccuparmi seriamente circa il mio prossimo futuro come probabile ammalato di alzheimer.
Adesso cortesemente chiedo a chi ha esperienza nel settore se le mie paure sono pienamente giustificate, o quello che affermano gli studiosi francesi è opinabile!
Ringrazio sentitamente chi mi leggerà ed in particolare chi potrà chiarirmi questo punto che rischia di manomettere la mia stabilità psichica duramente raggiunta nel corso degli anni.
Distinti saluti.
[#1]
Gentile Utente,
credo di capire a quale studio Lei si riferisca. La struttura di questo studio è del tipo caso-controllo. Tale tipo di studio consente unicamente di fare un' ipotesi di un'eventuale associazione tra demenza ed assunzione di benzodiazepine ma non può dimostrare che esista un rapporto diretto causale tra l'uso di BDZ ed l'insorgenza di demenza. Affermare inoltre che bastino 3 o 6 mesi di terapia con BDZ per avere un aumento del rischio di ammalarsi di demenza appare almeno discutibile perché non si basa si dati scientificamente dimostrabili.
D’altra parte esistono molti studi scientifici che supportano conclusioni completamente opposte; alcuni di questi non confermano un aumento del rischio, altri addirittura riconoscono alla benzodiazepine un effetto positivo sulla malattia di Alzheimer. Riferendomi al Suo tentativo di sospendere l'uso di Prazepam forse avrebbe potuto essere di aiuto in aggiunta alla Paroxetina l'uso di stabilizzanti dell'umore.
Cordialità
credo di capire a quale studio Lei si riferisca. La struttura di questo studio è del tipo caso-controllo. Tale tipo di studio consente unicamente di fare un' ipotesi di un'eventuale associazione tra demenza ed assunzione di benzodiazepine ma non può dimostrare che esista un rapporto diretto causale tra l'uso di BDZ ed l'insorgenza di demenza. Affermare inoltre che bastino 3 o 6 mesi di terapia con BDZ per avere un aumento del rischio di ammalarsi di demenza appare almeno discutibile perché non si basa si dati scientificamente dimostrabili.
D’altra parte esistono molti studi scientifici che supportano conclusioni completamente opposte; alcuni di questi non confermano un aumento del rischio, altri addirittura riconoscono alla benzodiazepine un effetto positivo sulla malattia di Alzheimer. Riferendomi al Suo tentativo di sospendere l'uso di Prazepam forse avrebbe potuto essere di aiuto in aggiunta alla Paroxetina l'uso di stabilizzanti dell'umore.
Cordialità
Dr. Roberto Di Rubbo
[#2]
Utente
Egregio Dottore,
la ringrazio sentitamente per la tranquillizzante ed esauriente risposta ed in particolare per il consiglio di abbinare all' SSRI uno stabilizzante dell' umore per facilitare la dismissione di BDZ sperando che sia la volta buona dopo ben 35 anni di uso quasi continuato.
Cordiali saluti con riconoscenza...
la ringrazio sentitamente per la tranquillizzante ed esauriente risposta ed in particolare per il consiglio di abbinare all' SSRI uno stabilizzante dell' umore per facilitare la dismissione di BDZ sperando che sia la volta buona dopo ben 35 anni di uso quasi continuato.
Cordiali saluti con riconoscenza...
[#3]
L'indicazione fornita non può essere considerata come risolutiva e deve essere presa in considerazione dai suoi curanti attraverso una visita diretta, che potrà stabilire se vi è necessità di utilizzo dei prodotti suggeriti e compatibilità con il suo stato di salute generale.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#4]
Utente
Egregio Dott.Ruggiero,
grazie della precisazione!
Ovviamente il consiglio dato dal Suo collega verrà da me esposto al medico curante che valuterà, in base ai vari parametri, il da farsi.
Gradirei, se possibile, anche un suo parere circa l'incidenza delle BDZ nell'insorgenza del morbo di alzheimer od altre demenze senili irreversibili.
Nel ringraziarla porgo distinti saluti.
grazie della precisazione!
Ovviamente il consiglio dato dal Suo collega verrà da me esposto al medico curante che valuterà, in base ai vari parametri, il da farsi.
Gradirei, se possibile, anche un suo parere circa l'incidenza delle BDZ nell'insorgenza del morbo di alzheimer od altre demenze senili irreversibili.
Nel ringraziarla porgo distinti saluti.
[#5]
le benzodiazepine sono considerate farmaci che possono anticipare alcuni quadri di demenza senile.
Attualmente le teorie sono piuttosto controverse, da un lato la possibilità che pregresse patologie depressive non curate predispongano alla demenza e dall'altro l'utilizzo appunto delle benzodiazepine al posto dei trattamenti con antidepressivi.
Consideri che la familiarità, la scolarità ed altri parametri sono fattori da prendere in considerazione per l'eventuale insorgenza di demenza.
Attualmente le teorie sono piuttosto controverse, da un lato la possibilità che pregresse patologie depressive non curate predispongano alla demenza e dall'altro l'utilizzo appunto delle benzodiazepine al posto dei trattamenti con antidepressivi.
Consideri che la familiarità, la scolarità ed altri parametri sono fattori da prendere in considerazione per l'eventuale insorgenza di demenza.
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 8.2k visite dal 17/10/2015.
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