Diagnosi da scegliere
Gentili,
tempo fa scrissi un consulto in questa sezione in merito alla diagnosi di "schizofrenia paranoide".
Il mio ragazzo ha 34 anni e da 4 è in terapia con paliperidone da 6 mg poichè fu ricoverato 4 anni fa in seguito a un evento psicotico.
La diagnosi di dimissione fu di "psicosi delirante cronica".
Dimesso, la sua prima psichiatra, dopo 2 anni di terapia, giunse alla diagnosi di "psicosi schizofrenica", a causa della quale i suoi genitori decisero perentoriamente di cambiare specialista.
La scorsa settimana siamo andati insieme dalla nuova psichiatra che lo ha in cura da più di un anno. All'inizio si è mostrata reticente alla nostra richiesta di diagnosi, per poi proporcene due:
- boufee delirante;
- disturbo schizoaffettivo.
In realtà, ha tenuto a precisarci che la terapia che segue il mio ragazzo è per uno psicotico, precisamente per la schizofrenia, sebbene questo, come ha sottolineato lei, cozzi contro il suo sospetto di disturbo schizoaffettivo.
Ad ogni modo, ha aggiunto che "dato che la terapia funziona, va bene cosi e non è necessario ridurre i 6mg, poichè il ragazzo non mostra effetti collaterali".
Alla fine della visita, ha anche continuato dicendoci: "la diagnosi è difficile da fare e comunque non è importante. Ciò che conta è che lui stia bene con la terapia. Anzi, fate cosi... Prendete il DSM V, fate delle fotocopie e leggete i sintomi della schizofrenia e del disturbo schizoaffettivo. Vedete quelli in cui lui possa rispecchiarsi e scegliete una diagnosi".
In tutta sincerità,questo suo discorso ci ha lasciati attoniti.
Mi è parso strano che lei non conoscesse l'anamnesi familiare del mio ragazzo (solo la scorsa settimana le abbiamo detto che nella sua famiglia ci sono casi di disturbi dell'umore, lei non aveva mai chiesto nulla in merito) e che non avesse preso visione del foglio di dimissione di anni fa (le abbiamo detto noi cosa avessero scritto in ospedale).
A vostro avviso sarebbe necessario cambiare specialista o ciò che ha detto corrisponde a ciò che qualsiasi altro psichiatra potrà dire?
Grazie per le risposte.
tempo fa scrissi un consulto in questa sezione in merito alla diagnosi di "schizofrenia paranoide".
Il mio ragazzo ha 34 anni e da 4 è in terapia con paliperidone da 6 mg poichè fu ricoverato 4 anni fa in seguito a un evento psicotico.
La diagnosi di dimissione fu di "psicosi delirante cronica".
Dimesso, la sua prima psichiatra, dopo 2 anni di terapia, giunse alla diagnosi di "psicosi schizofrenica", a causa della quale i suoi genitori decisero perentoriamente di cambiare specialista.
La scorsa settimana siamo andati insieme dalla nuova psichiatra che lo ha in cura da più di un anno. All'inizio si è mostrata reticente alla nostra richiesta di diagnosi, per poi proporcene due:
- boufee delirante;
- disturbo schizoaffettivo.
In realtà, ha tenuto a precisarci che la terapia che segue il mio ragazzo è per uno psicotico, precisamente per la schizofrenia, sebbene questo, come ha sottolineato lei, cozzi contro il suo sospetto di disturbo schizoaffettivo.
Ad ogni modo, ha aggiunto che "dato che la terapia funziona, va bene cosi e non è necessario ridurre i 6mg, poichè il ragazzo non mostra effetti collaterali".
Alla fine della visita, ha anche continuato dicendoci: "la diagnosi è difficile da fare e comunque non è importante. Ciò che conta è che lui stia bene con la terapia. Anzi, fate cosi... Prendete il DSM V, fate delle fotocopie e leggete i sintomi della schizofrenia e del disturbo schizoaffettivo. Vedete quelli in cui lui possa rispecchiarsi e scegliete una diagnosi".
In tutta sincerità,questo suo discorso ci ha lasciati attoniti.
Mi è parso strano che lei non conoscesse l'anamnesi familiare del mio ragazzo (solo la scorsa settimana le abbiamo detto che nella sua famiglia ci sono casi di disturbi dell'umore, lei non aveva mai chiesto nulla in merito) e che non avesse preso visione del foglio di dimissione di anni fa (le abbiamo detto noi cosa avessero scritto in ospedale).
A vostro avviso sarebbe necessario cambiare specialista o ciò che ha detto corrisponde a ciò che qualsiasi altro psichiatra potrà dire?
Grazie per le risposte.
[#1]
Dire di scegliere la diagnosi mi sembra paradossale, così come la scelta di cambiare specialista di fronte ad una diagnosi che non piace o che spaventa. Se la specialista era seria nell'affermare quanto da lei descritto allora può essere opportuno cambiare, non perché non abbia le idee chiare sul trattamento, ma perché non é possibile dire ad una famiglia di scegliersi la diagnosi del figlio, anche se probabilmente il quadro diagnostico é di difficile interpretazione. Per inciso, comunque, il paliperidone é indicato sia per la schizofrenia che per il disturbo schizoaffettivo.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#2]
Utente
Gent. Dottore,
purtroppo la dottoressa era molto seria quando ci ha detto di scegliere da noi perchè "tanto la diagnosi non è importante" e "una vale l'altra".
Mentre prescriveva il paliperidone come di consueto da 2 anni a questa parte, si è bloccata e ci ha detto "mi pare opportuno dirvi che la terapia che prescrivo è per curare la schizofrenia, sebbene io pensi che sia un disturbo schizoaffettivo. Però, dato che lui sta bene con una terapia da psicotico, allora sta bene anche a me".
Terrò presente il suo suggerimento e la ringrazio per la celerità.
purtroppo la dottoressa era molto seria quando ci ha detto di scegliere da noi perchè "tanto la diagnosi non è importante" e "una vale l'altra".
Mentre prescriveva il paliperidone come di consueto da 2 anni a questa parte, si è bloccata e ci ha detto "mi pare opportuno dirvi che la terapia che prescrivo è per curare la schizofrenia, sebbene io pensi che sia un disturbo schizoaffettivo. Però, dato che lui sta bene con una terapia da psicotico, allora sta bene anche a me".
Terrò presente il suo suggerimento e la ringrazio per la celerità.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 1.6k visite dal 04/10/2015.
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