Paroxetina e ossessività

Gentili medici,

Seguo una terapia a base di Paroxetina (Daparox 20 mg) da circa sei settimane. I primi sei giorni mezza compressa dopodiché una compressa al giorno, quindi sono 5 settimane che assumo la terapia a una dose terapeutica.

Lo psichiatra non ha fatto una diagnosi precisa, più che altro un abbozzo, rilevando dai miei racconti la presenza di depressione (umore depresso, apatia, mancanza di piacere), disturbo ossessivo compulsivo (da bambina mi sentivo costretta a seguire dei rituali,che col tempo si sono affievoliti ma hanno lasciato il posto in adolescenza a pensieri intrusivi sull’idea di perdere il controllo e uccidere chi mi stava vicino; spariti anche questi ho sviluppato una tendenza a rimuginare e a mettere in dubbio tutto, dai miei sentimenti all’orientamento sessuale, ecc.), fobia sociale e la fobia di vomitare. Mi ha prescritto Paroxetina perché secondo lui avrebbe un raggio d’azione che copre tutti questi potenziali disturbi.

Ora, dopo un periodo iniziale di grande stanchezza la terapia ha cominciato a fare effetto. L’umore è migliorato moltissimo, mi sento bene, ho voglia di parlare, ho ripreso in mano la mia vita universitaria, riesco a intravedere un futuro (prima avevo la sensazione che sarei morta di lì a breve), la sera non mi sento stanca mentre prima crollavo di sonno. Sono migliorati anche alcuni sintomi fisici,come mal di pancia e somatizzazioni a livello gastrointestinale quindi conseguentemente anche la paura di vomitare è stata meno presente e anche in mezzo alla gente vivo meglio l’ansia sociale non essendo sopraffatta da dolori e fastidi fisici.

Però rimane questa tendenza a rimuginare, a volte sotto forma di pensieri auto svalutanti (nonostante l’umore sia buono, anche se sembra un controsenso), altre volte sotto forma di progetti, sogni, idee per il futuro, mi sento mentalmente euforica, è come se fossi affamata di pensieri e progetti che però non mi sfamano, anzi faccio fatica a mantenere l’attenzione su quello che sto facendo perché i miei pensieri sono già altrove.
Questo è un problema perché devo finire la tesi e fatico a organizzare il lavoro, anzi mi riduco a orari improponibili di notte quando ho delle consegne e magari altre volte dormo fino a mezzogiorno, ecc.
La definirei una sorta di euforia agitata.
Da fuori forse non si vede neanche, perché di base sono una persona piuttosto controllata nei comportamenti, ma dentro è come se avessi una centrifuga che non smette di andare.

Quest’agitazione aumenta anche il bisogno di fumare e bere caffè, sostanze di cui in una certa misura mi sento dipendente (già da prima del farmaco), proprio perché cerco anche dall’esterno un effetto ‘stimolante’.

Secondo Voi, su questi aspetti che riporto i farmaci possono fare qualcosa? Si può arrivare a una sorta di, non dico pace, ma equilibrio, senza essere sopraffatti da questo turbine di pensieri? Sicuramente ne parlerò dal vivo con lo psichiatra quando faremo il prossimo controllo.

Grazie.
[#1]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Questi aspetti che lei definisce come una sorta di euforia erano presenti anche prima dell'inizio della terapia?

Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it

[#2]
Utente
Utente
Gentile dott. Martiadis,

grazie per la risposta. Sì, in effetti a volte succedeva, ma era sempre presente un sottofondo depressivo che tendeva il più delle volte a prendere il sopravvento e che invece adesso è sparito perché l'umore è buono.
Ho usato la parola euforia ma non so se è la parola adatta. E' uno stato di caos interiore, un'iperattività del mio cervello, che mi porta a fantasticare cose per il futuro, cercare informazioni, ripensare o immaginare situazioni, come un disco rotto. In tutto questo prevale il dubbio, anche adesso che sto scrivendo ho paura di esagerare.
Le conseguenze di questo stato sono che non mi porta a 'stare nel presente', quindi fatico a dare un ordine alla mia vita e alle mie priorità.

Chiedo scusa se non riesco a descrivere meglio quello che sento.
[#3]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Il fatto che non sia una reale euforia e che questo stato fosse presente anche prima di iniziare la terapia sgombra parzialmente i dubbi sulla possibilità che possa trattarsi di un effetto farmacologico. Adesso non le resta che approfondire la questione con lo specialista di fiducia per valutare se occorra attendere ancora o iniziare già a valutare eventuali modifiche alla terapia.
Cordiali saluti
[#4]
Utente
Utente
Sì sì, in realtà non stavo dando la 'colpa' al farmaco, al quale anzi sono grata per avermi riportato a un buon livello di umore, piuttosto mi chiedevo se questa condizione sia da considerarsi un tratto caratteriale - sul quale c'è poco da fare - oppure ci sia ancora la possibilità per un margine di miglioramento, eventualmente anche modificando la terapia (su scelta del curante, ovviamente).
Mi sento dire dalle persone che mi stanno vicino che rimuginare è normale e lo fanno tutti, ma a me sinceramente questa condizione crea disagio e non mi sembra 'sana'.

Comunque la visita è già fissata quindi non mi resta che attendere.

Ricambio i saluti e La ringrazio per l'attenzione.
[#5]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
Ci aggiorni sull'evoluzione se vorrà.
Cordiali saluti
[#6]
Utente
Utente
Buongiorno, lo psichiatra mi ha aumentato il dosaggio di mezza compressa al giorno (quindi ora in totale 30 mg al giorno) per coprire anche l'ossessività che a quanto pare necessita di dosaggi maggiori.

Non gli ho posto una domanda però, non mi è venuta in mente lì per lì, è possibile che l'aumento di dosaggio nel primo periodo possa dare come effetto un peggioramento del mio stato?
All'inizio della terapia farmacologica mi era stato spiegato che potevo aspettarmi un peggioramento iniziale dei sintomi, infatti così è stato, apatia e grande stanchezza, ma non mi sono mai demoralizzata né ho perso fiducia nella cura perché ne ero a conoscenza.

Ora mi chiedo se funzioni allo stesso modo anche quando si aumenta il dosaggio. Sto notando un ritorno di questa apatia con stanchezza e quindi anche dei pensieri depressivi del tipo "non cambierà mai nulla" ecc.

Grazie ancora.
[#7]
Dr. Vassilis Martiadis Psichiatra, Psicoterapeuta 7.3k 161
È possibile sperimentare gli stessi disagi anche per gli incrementi di dosaggio. In genere, qualora si verifichino, tendono a diminuire per poi scomparire nell'arco di alcune settimane.
Cordiali saluti
[#8]
Utente
Utente
Grazie infinite. Cari saluti
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