Come comportarsi e cosa fare?

Salve,
vi scrivo per avere un consiglio che riguarda il migliore amico del mio compagno.
Si tratta di un uomo di circa 40 anni che in passato è stato ricoverato in reparto psichiatrico.
Sinceramente non conosco la diagnosi che fu fatta, so soltanto che era riuscito
a riprendere una vita socialmente "normale", senza più manifestare disagi "eclatanti".
Ieri purtroppo era in preda ad un delirio, a tratti sembrava lucido ma poi riprendeva discorsi senza senso e faceva capire che si sentiva perseguitato.
Per provare ad evitare un nuovo ricovero (che lui ha sempre ricordato come traumatico) a chi bisogna rivolgersi per poterlo aiutare?
Chiamando privatamente uno psichiatra della zona è possibile che decida di prenderlo in cura senza farlo di nuovo ricoverare?

Grazie anticipatamente
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Se una persona una un disturbo grave del pensiero e quindi spesso anche del comportamento che ne consegue, perché sforzarsi per "evitare" il ricovero ?

Comunque, l'unica alternativa sensata è che si faccia curare ambulatorialmente. Non è detto che questo sia possibile, perché non è sempre così facile che la persona, se delira, sia consapevole di quello che sta accadendo, e collabori al trattamento del proprio cervello.

Pertanto direi che la posizione migliore è di farlo vedere, senza partire dall'idea che si debba evitare di ricoverarlo.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Grazie mille per la risposta dott. Pacini,
per il momento è stato ricoverato.

La mia domanda nasceva dal fatto che ricordava traumaticamente
l'esperienza del ricovero e presentandogli l'idea di farlo, il suo stato peggiorava,
ma evidentemente non si è potuto evitare.
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Chi non è consapevole dei meccanismi che lo portano a pensare certe cose, purtroppo vive il ricovero come un atto di evitabile brutalità, ma di fatto nella psicosi attendere che la persona chieda aiuto per quello che ha significa attendere l'impossibile.