Penso sempre al suicidio
Salve,
Sono un ragazzo di 23 Anni.
Scrivo perché da qualche giorno ho un pensiero fisso. Penso continuamente al suicidio. Non ho deciso di suicidarmi, la mia piuttosto è una paura del fatto che io abbia deciso di farlo. Mi spiego meglio. Nella mia vita non ho mai pensato a suicidarmi. Semplicemente in alcuni "momenti" (che durano qualche giorno) penso al suicidio e ho paura dei pensieri che faccio. Ho paura che io decida di fare questo gesto. Da qualche giorno questi pensieri sono tornati e sono più intensi del passato. Ho paura che in seguito a un raptus di follia possa suicidarmi. Oscillo tra il ripetermi "è un gesto che non farei mai " e la paura che io possa farlo. Poi mi capita di pensare cosa penserebbero le persone che conosco se io mi suicidassi.
Io sono seguito da uno psichiatra. Ho avuto un episodio psicotico (durato pochi giorni) un anno e mezzo fa, e da allora prendo risperidone. Non ricordo quanto ne prendevo subito dopo la crisi, ma uscito dal momento critico la dose si è abbassata a 2 milligrammi. Ne prendo tutt'oggi 2 milligrammi. Questa dose, oltre a prevenire momenti come quello, tiene a bada la mia emotività, che è decisamente straripante (mi perdoni il termine) e estremamente intensa. Del pensiero di questi giorni ancora non gliene ho parlato per il fatto che ancora non l'ho visto. Volevo un parere anche di un altro specialista.
Non essendo in passato questi sintomi forti come in questi giorni, questo tema non è stato uno dei temi centrali della terapia che faccio con questo psichiatra (appena lo vedrò gliene parlerò). In generale tutte le volte che abbiamo toccato l'argomento lui è stato molto rassicurante, dicendomi che un gesto simile avviene solo nei casi in cui ci fosse una disperazione intensa, assieme alla certezza che le cose non possano cambiare, e una notevole dose di rabbia contro sè stessi ( rassicurandomi del fatto che io non avrei questi prerequisiti).
Volevo anche un'altra opinione, anche perché di parlarne con la mia famiglia non se ne parla, non voglio dare loro questo peso, quando trall'altro potrebbe anche non esserci alcun rischio concreto.
Come vede sono confuso. Non so cosa pensare e non so se ci sia il rischio concreto.
Ho il terrore che il mio psichiatra sottovaluti, e che il rischio vi sia.
Sono un ragazzo di 23 Anni.
Scrivo perché da qualche giorno ho un pensiero fisso. Penso continuamente al suicidio. Non ho deciso di suicidarmi, la mia piuttosto è una paura del fatto che io abbia deciso di farlo. Mi spiego meglio. Nella mia vita non ho mai pensato a suicidarmi. Semplicemente in alcuni "momenti" (che durano qualche giorno) penso al suicidio e ho paura dei pensieri che faccio. Ho paura che io decida di fare questo gesto. Da qualche giorno questi pensieri sono tornati e sono più intensi del passato. Ho paura che in seguito a un raptus di follia possa suicidarmi. Oscillo tra il ripetermi "è un gesto che non farei mai " e la paura che io possa farlo. Poi mi capita di pensare cosa penserebbero le persone che conosco se io mi suicidassi.
Io sono seguito da uno psichiatra. Ho avuto un episodio psicotico (durato pochi giorni) un anno e mezzo fa, e da allora prendo risperidone. Non ricordo quanto ne prendevo subito dopo la crisi, ma uscito dal momento critico la dose si è abbassata a 2 milligrammi. Ne prendo tutt'oggi 2 milligrammi. Questa dose, oltre a prevenire momenti come quello, tiene a bada la mia emotività, che è decisamente straripante (mi perdoni il termine) e estremamente intensa. Del pensiero di questi giorni ancora non gliene ho parlato per il fatto che ancora non l'ho visto. Volevo un parere anche di un altro specialista.
Non essendo in passato questi sintomi forti come in questi giorni, questo tema non è stato uno dei temi centrali della terapia che faccio con questo psichiatra (appena lo vedrò gliene parlerò). In generale tutte le volte che abbiamo toccato l'argomento lui è stato molto rassicurante, dicendomi che un gesto simile avviene solo nei casi in cui ci fosse una disperazione intensa, assieme alla certezza che le cose non possano cambiare, e una notevole dose di rabbia contro sè stessi ( rassicurandomi del fatto che io non avrei questi prerequisiti).
Volevo anche un'altra opinione, anche perché di parlarne con la mia famiglia non se ne parla, non voglio dare loro questo peso, quando trall'altro potrebbe anche non esserci alcun rischio concreto.
Come vede sono confuso. Non so cosa pensare e non so se ci sia il rischio concreto.
Ho il terrore che il mio psichiatra sottovaluti, e che il rischio vi sia.
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La cosa più opportuna da fare é parlare al più presto con lo specialista esplicitando questo tipo di pensieri. Lo specialista saprà apportare gli eventuali correttivi necessari alla terapia. É possibile che questo tipo di pensieri, se non correlati ad alterazioni importanti dell'umore, possano avere una origine di tipo ossessivo. Ma questa é solo un'ipotesi che va discussa con il proprio specialista che é l'unico a dover prendere decisioni in merito e a poter esprimere un parere qualificato.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#4]
Utente
Pardon *alterazioni
Ho parlato con il mio psichiatra che ha confermato l'origine ossessiva dei miei pensieri. Non ha ritenuto necessario dover cambiare qualcosa nei farmaci che prendo. Il fatto che abbiano molto probabilmente un ' origine ossessiva, dice il mio psichiatra, ci rende un po' più tranquilli sul fatto che io non passi sul piano dell'azione... nonostante questo è stato meno rassicurante del passato e mi ha detto di chiamarlo per qualsiasi cosa... Di chiamarlo tempestivamente qualora cominciassi a fare progetti legati al suicidio. Qualora rimanesse solo sul piano del pensiero, la mia preoccupazione, dice il mio psichiatra, deve essere una preoccupazione a livello esistenziale: devo chiedermi, cioè, quali sono gli aspetti della mia vita che mi rendono scontento della situazione in cui sono. è su quelli che bisogna lavorare. Però su questo aspetto non mi dilungo oltre perché sarebbe fuori luogo credo. In tutto questo va un po' meglio rispetto a quando le ho scritto, ma i pensieri continuano a esserci, Anche se sono meno frequenti.
Ho parlato con il mio psichiatra che ha confermato l'origine ossessiva dei miei pensieri. Non ha ritenuto necessario dover cambiare qualcosa nei farmaci che prendo. Il fatto che abbiano molto probabilmente un ' origine ossessiva, dice il mio psichiatra, ci rende un po' più tranquilli sul fatto che io non passi sul piano dell'azione... nonostante questo è stato meno rassicurante del passato e mi ha detto di chiamarlo per qualsiasi cosa... Di chiamarlo tempestivamente qualora cominciassi a fare progetti legati al suicidio. Qualora rimanesse solo sul piano del pensiero, la mia preoccupazione, dice il mio psichiatra, deve essere una preoccupazione a livello esistenziale: devo chiedermi, cioè, quali sono gli aspetti della mia vita che mi rendono scontento della situazione in cui sono. è su quelli che bisogna lavorare. Però su questo aspetto non mi dilungo oltre perché sarebbe fuori luogo credo. In tutto questo va un po' meglio rispetto a quando le ho scritto, ma i pensieri continuano a esserci, Anche se sono meno frequenti.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 3.5k visite dal 23/09/2015.
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