Stress, depressione e capacità cognitive

Gentilissimi dottori,
chiedo un consulto per una questione che mi sta facendo dubitare delle mie capacità cognitive, che fino a qualche tempo fa ritenevo ottime alla luce di alcuni risultati conseguiti con successo. Ultimamente sto soffrendo di forte stress e, benchè non mi possa autodiagnosticare alcuna malattia, suppongo di una qualche forma di depressione già da qualche anno, ma non mi sono ancora deciso ad andare dallo specialista. Tuttavia questo non vuole essere il punto del consulto, giacchè voi più di spingermi a farmi visitare non potete fare online, e capisco benissimo. La domanda invece è se c'è una relazione reale, tangibile e comprovata che lo stress, e in forme più gravi la depressione, affligano le capacità cognitive e in che misura. Sembra una domanda che ha una risposta affermativa banale, tuttavia anche in passato ho sofferto di forte stress, oltre che già dentro in quella che io forse erroenamente chiamo depressione (e non me ne vogliate), ma questo non ha influenzato le mie capacità cognitive e i miei risultati universitari; anzi, nei momenti di massimo sforzo e stress, sono arrivati i migliori risultati. Ultimamente, invece, oltre ad aver finito l'università e quindi forse anche fuori allenamento, ho più difficoltà a concentrarmi, a risolvere i problemi, a mantenere il focus più a lungo e a strutturare e destrutturare i problemi con capacità analitica. Sento di sfruttare le mie energie cognitive in maniera peggiore rispetto al passato, con un efficenza molto più bassa. La domanda vuole essere anche su come si possa contrastare questo processo e tornare ai miei livelli precedenti, oltre l'ovvio consiglio di andare dallo psicologo per risolvere il problema di stress/depressione alla radice, che si tira dietro tutti i miei problemi quali sfiducia nel futuro, insensatezza della vita, anedonia, totale disinteresse per qualsivoglia attività.
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Dr. Giuseppe Quaranta Psichiatra 338 2
Gentile utente,

lo stress di per sé potrebbe attivare in chi lo subisce una serie di risorse che contribuiscono a combatterlo. Una sorta di pronto soccorso che viene fuori nei periodi di necessità (come si evince anche dalla sua storia). A volte, però, in soggetti predisposti, gli eventi stressanti possono slatentizzare disturbi di tipo ansioso o depressivo e in questi casi fungere da trigger, da miccia per l'insorgenza di vari sintomi, tra cui quelli cognitivi.
I soggetti ansiosi così come quelli depressi molto spesso presentano deficit di concentrazione e attenzione, che non permette loro di immagazzinare le informazioni in maniera adeguata, così si ha l'impressione che questi soggetti non abbiano tanta "memoria". In realtà ciò che è compromessa è la capacità di attenzione e concentrazione; perché la memoria è come un armadio, se non ci mettiamo le cose all'interno, è inutile che poi ci sforziamo di trovarle.
Le consiglio in ogni caso una visita psichiatrica,
Cordiali saluti

Dr. Giuseppe Quaranta
giuseppe.quarant@gmail.com

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Utente
Utente
Gentilissimo dottori,
chiedo scusa se riesumo questa discusione piuttosto vecchia. Nel frattempo, ne avevo anche aperto un altra:

https://www.medicitalia.it/consulti/psichiatria/492652-iter-per-chiedere-un-consulto-psicologico.html

Tuttavia scrivo più perchè ciò che voglio dire riguarda ciò che ho già scritto nel primo post.

La situazione negli ultimi mesi è peggiorata parecchio, in quanto si sono aggiunti disagi vari tutti in contemporanea: il trasferimento e l'andare a vivere da solo per la prima volta, coinquilino inquinetante (credo che abbia qualche disturbo, parla da solo e inveisce e ha comportamenti strani), la difficoltà a trovare un nuovo appartamento nonostante la ricerca costante, e infine il peggiore di tutti: una situazione lavorativa al limite del mobbing, dove sono stato messo senza fare nulla (letteralmente) per circa un mese.Adesso sono stato assegnato ad una mansione che non mi piace e non mi da stimoli.
Tutto ciò ha messo a dura prova il mio stato d'animo, e come scrivevo nell'altro topic mi sono rivolto ad un medico di base sperando mi prescrivesse una visita specialistica, ma invece mi ha prescritto paroxetina, che non ho preso in quanto spaventato dagli effetti collaterali.
Sul posto di lavoro, col passare delle ore, divento insofferente e mi sento in gabbia, nelle ultime ore mi assale un senso di disperazione. Provando a prepararmi per altri colloqui noto un netto peggioramento delle capacità di memoria, di ragionamento ecc, molto di più di quanto avevo scritto a Settembre. Non ho più voglia di fare nulla, tutto mi sembra senza senso, la maggior parte del tempo sono apatico e quando non lo sono è perchè mi assalgono stati di tremenda disperazione.
Quale può essere la via percorribile? Tornare dal medico di base e dirgli che non ho preso le medicine prescritte? Lasciare il lavoro?

Confido nella vostra esperienza, certo di risposte che mi aiuteranno a trovare la via adatta per migliorare la situazione.
Grazie