Dismorfofobia

Credo di essere affetto da dismorfofobia. La mia immagine riflessa allo specchio è nettamente diversa rispetto a 1 anno fa. La parte negativa è incentrata soprattutto sugli occhi (da qui forse anche le mie domande sul sito relativi alla chirurgia estetica). Vorrei sapere quali sono le cure? Il paziente una volta "guarito" si vede diversamente allo specchio o accetta che la sua immagine sia distorta?
E' importante per me soprattutto conoscere la cura.
[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente,

lei ha gia' postato in questa area in merito a dei trattamenti per i quali non e' stata ben compresa la diagnosi.

Continua inoltre a fare autodiagnosi e non riesce bene a comprendere che rivolgersi ad uno psichiatra per il trattamento dei suoi disturbi e' fondamentale e non rimandabile.

Sembra essere evidente che il suo trattamento, qualora ancora presente, non sia in grado di compensare le sue problematiche che richiedono un ulteriore approfondimento clinico.

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[#2]
Attivo dal 2007 al 2010
Ex utente
Caro dottor Ruggiero,
io ho già effettuato un analisi clinico approfondito per cui mi è stato diagnosticato un disturbo del pensiero. Attualmente ho iniziato la psicoterapia. Sono alla terza seduta. Solo che vorrei sapere altri pareri a riguardo. Questo è tutto dottore
Grazie
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente,

la diagnosi di "disturbo del pensiero" e' una diagnosi inesistente, per quanto mi riguarda non esiste alcuna diagnosi di questo tipo e pertanto ritengo di poterle dire che la sua diagnosi e' sbagliata.

Se il suo problema e' un problema di tipo "interpretativo", motivo per il quale le sono stati prescritti farmaci antipsicotici, la psicoterapia non sortira' nessun risultato, soprattutto se la sua diagnosi e' imprecisa e non fa riferimento a nessuna diagnosi clinica esistente attualmente.

Oltretutto e' preferito sempre un trattamento farmacologico associato a diagnosi psichiatriche che pongano il dubbio su fenomeni di tipo intrepretativo.

Credo che lei stia buttando il suo denaro.
Si rivolga a professionisti competenti
[#4]
Attivo dal 2007 al 2010
Ex utente
Dottore mi può spiegare meglio cosa intende per problema di tipo "interpretativo"?
[#5]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
Gentile utente,

un esempio di sintomo interpretativo puo' essere considerato cio' che lei ritiene essere una dismorfofobia, convinto che lo specchio rifletta una immagine diversa da quella realmente esistente.

Per quanto mi riguarda, la sua diagnosi precedente era sbagliata ed ancor piu' il trattamento psicoterapeutico nel suo caso puo' non essere una buona scelta.

Certamente a mio parere sarebbe opportuno un trattamento diverso prescritto da uno psichiatra.
[#6]
Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.4k 1k
Gentile utente,

lei parla di dismorfofobia. Lei fa affermazioni circa la percezione di diversità di una sua parte del corpo, e si dimostra preoccupato del fatto che l'anormalità che lei vede sia modificata in maniera che l'immagine che vede la soddisfi. In merito a questo ci sono due considerazioni da fare:
- questo problema può rientrare nel quadro della dismorfofobia, ma lei ha già chiesto diversi consulti e riferito almeno in parte le terapie che assume, quindi sicuramente le è stata fatta una diagnosi.
- la terapia mira nella dismorfofobia ad eliminare la dismorfofobia. Molti chirurghi estetici, anzi tutti quelli che ho conosciuto, ad esempio, chiedono prima una valutazione psichiatrica quando qualcuno richiede loro di modificare qualche elemento fisico senza una ragione medica diversa dal desiderio di cambiarsi "in meglio". Questo perché se la ragione è una "fissazione" sulla bruttura non meglio specificata di un elemento, la persona sistematicamente non è soddisfatta dei risultati, poiché la "fissazione" rimane, e non originava da un elemento oggettivo in sé. Altrimenti chi non ha canoni estetici conformi al bello riconosciuto dovrebbe essere dismorfofobico.
Quindi la risposta è: se la terapia funziona il paziente in un certo senso non ha più un problema nel vedersi allo specchio.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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