Padre malato di tumore e umore propio per aiutarlo
Ho mio padre malato di tumore di 74 anni quasi 75.
Si sta' curando da 2 anni e solo adesso la malattia ha dato un piccolo segno di progressione. I medici che lo hanno in cura sono molto umani e continuano a curarlo con i farmaci piu' avanzati.
L'altro giorno io e la compagna di mio padre ( mia madre è morta quando avevo 19 anni - adesso 35 - ) siamo andate su sua idea / speranza da un medico specilista che conosceva da tanto tempo essendo stato suo medico di famiglia.
In poche parole lui ha interpretato due referti di tac in modo molto pessimistico anche se anche lui persona molto umana ( non è un oncologo).
Ho passato due giorni d'inferno, se fino a quel momento avevo condotto una vita abbastanza serena e quindi positiva anche per il manage familiare, questo colloquio mi ha abbatutto a tal punto di sentirmi vuota, piangere in continuazione e sentire mancare la terra sotto i piedi.
Mi sono rinchiusa parecchie volte in bagno per non farmi vedere da mio padre e mi sentivo opprimere la testa di giorno e di notte con i pensieri piu' nefasti come se il peggio dovesse accadere il giorno dopo.
Sono in un momento della mia vita particolare anche per il fatto che devo trasferirmi in un altra citta' per cominciare la mia vita col mio fidanzato ma capira' che al momento è tutto piu' difficile.
Ho un'amica del cuore che parifico ad una sorella che ieri mi ha sostenuto veramente tanto con le giuste parole ( sua madre è stata operata di tumore qualche mese fa') e mi ha risollevato molto ridandomi quel filo di speranza che quel colloquio occasionale mi aveva completamente tolto.
Adesso sto' meglio ma vedere mio padre cosi' debole ( è sotto cura tutt'ora non ci hanno dato "scadenze") mi intristisce perche' non posso fare tanto di piu'.
Cerco di farlo distrarre magari fare 2 passi in accordo col suo stato e dare serenita' e qualche progetto.
Mi puo' dire se devo prendere qualche tranquillante io magari blando o che cosa posso fare per lui per non fargli pesare la situazione piu' di quello che realmente è?
grazie
Si sta' curando da 2 anni e solo adesso la malattia ha dato un piccolo segno di progressione. I medici che lo hanno in cura sono molto umani e continuano a curarlo con i farmaci piu' avanzati.
L'altro giorno io e la compagna di mio padre ( mia madre è morta quando avevo 19 anni - adesso 35 - ) siamo andate su sua idea / speranza da un medico specilista che conosceva da tanto tempo essendo stato suo medico di famiglia.
In poche parole lui ha interpretato due referti di tac in modo molto pessimistico anche se anche lui persona molto umana ( non è un oncologo).
Ho passato due giorni d'inferno, se fino a quel momento avevo condotto una vita abbastanza serena e quindi positiva anche per il manage familiare, questo colloquio mi ha abbatutto a tal punto di sentirmi vuota, piangere in continuazione e sentire mancare la terra sotto i piedi.
Mi sono rinchiusa parecchie volte in bagno per non farmi vedere da mio padre e mi sentivo opprimere la testa di giorno e di notte con i pensieri piu' nefasti come se il peggio dovesse accadere il giorno dopo.
Sono in un momento della mia vita particolare anche per il fatto che devo trasferirmi in un altra citta' per cominciare la mia vita col mio fidanzato ma capira' che al momento è tutto piu' difficile.
Ho un'amica del cuore che parifico ad una sorella che ieri mi ha sostenuto veramente tanto con le giuste parole ( sua madre è stata operata di tumore qualche mese fa') e mi ha risollevato molto ridandomi quel filo di speranza che quel colloquio occasionale mi aveva completamente tolto.
Adesso sto' meglio ma vedere mio padre cosi' debole ( è sotto cura tutt'ora non ci hanno dato "scadenze") mi intristisce perche' non posso fare tanto di piu'.
Cerco di farlo distrarre magari fare 2 passi in accordo col suo stato e dare serenita' e qualche progetto.
Mi puo' dire se devo prendere qualche tranquillante io magari blando o che cosa posso fare per lui per non fargli pesare la situazione piu' di quello che realmente è?
grazie
[#1]
Gentile utente,
per una prescrizione deve rivolgersi eventualmente al suo medico di famiglia.
Diversamente non e' possibile prescriverle alcun farmaco in questa sede.
per una prescrizione deve rivolgersi eventualmente al suo medico di famiglia.
Diversamente non e' possibile prescriverle alcun farmaco in questa sede.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#3]
Gentile utente,
sinceramente elargire consigli senza che si conoscano certe situazioni direttamente, oppure elargili anche conoscendole ma senza conoscere chi si ha davanti, e' un po' come scrivere a famose riviste per poi avere una risposta generica ed incompetente che in quel momento puo' sembrare la migliore soluzione al mondo (cose tipo: gli stia vicino, quanto capisco la vostra sofferenza, lo accompagni alla morte, provi a sentire un altro parere, consideri la vita dopo la morte, gli dica quanto gli vuole bene etc.)
la professionalita', l'aiuto psicologico, la reale consulenza e' ben altro da cio' che sta chiedendo lei ora.
Purtroppo, questo e' dovuto alla enorme medializzazione dei sentimenti e, pertanto, si pensa che oramai il mondo sia fatto cosi'.
Quando scrive "Mi puo' dire se devo prendere qualche tranquillante io magari blando", invece non sta chiedendo un medicinale?
Il blando tranquillante e' pur sempre un medicinale.
Se lei necessita di un consiglio professionale che in qualche modo puo' ritenere di aiutarla allora si rivolga ad una figura competente nella sua zona.
Probabilmente in altri punti della rete (e spero non in questo sito) potra' trovare individui che si presteranno a fornirle consigli senza neanche capire di cosa stanno parlando.
Diffidi da quei soggetti!
Sono molto dispiaciuto per la sua situazione e di non poterle essere di ulteriore aiuto.
sinceramente elargire consigli senza che si conoscano certe situazioni direttamente, oppure elargili anche conoscendole ma senza conoscere chi si ha davanti, e' un po' come scrivere a famose riviste per poi avere una risposta generica ed incompetente che in quel momento puo' sembrare la migliore soluzione al mondo (cose tipo: gli stia vicino, quanto capisco la vostra sofferenza, lo accompagni alla morte, provi a sentire un altro parere, consideri la vita dopo la morte, gli dica quanto gli vuole bene etc.)
la professionalita', l'aiuto psicologico, la reale consulenza e' ben altro da cio' che sta chiedendo lei ora.
Purtroppo, questo e' dovuto alla enorme medializzazione dei sentimenti e, pertanto, si pensa che oramai il mondo sia fatto cosi'.
Quando scrive "Mi puo' dire se devo prendere qualche tranquillante io magari blando", invece non sta chiedendo un medicinale?
Il blando tranquillante e' pur sempre un medicinale.
Se lei necessita di un consiglio professionale che in qualche modo puo' ritenere di aiutarla allora si rivolga ad una figura competente nella sua zona.
Probabilmente in altri punti della rete (e spero non in questo sito) potra' trovare individui che si presteranno a fornirle consigli senza neanche capire di cosa stanno parlando.
Diffidi da quei soggetti!
Sono molto dispiaciuto per la sua situazione e di non poterle essere di ulteriore aiuto.
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 3.1k visite dal 26/09/2008.
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