Aiutare partner Peter Pan
Salve,
sono reduce da una relazione di quasi 9 anni iniziata da adolescenti (17 anni), abbiamo trascorso anni molto felici per entrambi, la mia prima storia d'amore e la prima davvero importante per lui, siamo cresciuti insieme senza screzi anzi con amore, affetto e lealtà, ciascuno dei due aveva i suoi obiettivi, abbiamo sempre avuto una relazione che ritenevo matura nonostante la giovane età (ciascuno dei due usciva liberamente con i suoi amici senza gelosie, le cose si decidevano insieme..). Circa 3 anni fa lui ha ricevuto dai suoi genitori la proprietà di un appartamento e da lì sono sorti i primi problemi, sebbene non nel primo periodo. Nei primi tempi infatti data la nostra giovane età avevamo deciso di comune accordo di vivere nella casa alcuni giorni a settimana ed è stata un'esperienza molto bella, decidevamo insieme l'arredamento, cucinavamo insieme come una coppia tradizionale che affronta insieme la crescita. In questo periodo la convivenza era quasi un gioco senza particolari responsabilità (andavamo nella casa quando volevamo, non vivendoci le bollette erano poco onerose...). Poi lui è andato a vivere nella casa in modo stabile, il lavoro che svolge ha una remunerazione bassa quindi era costretto a fare i conti con la responsabilità di mantenere un immobile inoltre io iniziavo ad essere più presente in casa e a proporre piccole idee e progetti più da adulti rispetto alla nostra vita insieme da adolescenti (progettare la vita insieme, prenderci cura della casa noi senza affidarci ai suoi genitori che anche ora vanno a casa sua quotidianamente ad aggiustare le cose rotte, a lavare i piatti e pulire la casa...) . Queste responsabilità temo lo abbiano spaventato sebbene io abbia cercato il piu possibile di non fargli pressioni (quando non voleva pulire la casa facevo tutto da sola, volevo convivere piu stabilmente ma lui non si sentiva allora mi dividevo tra casa dei miei genitori e casa sua nonostante i km) inoltre i suoi genitori esercitavano pressioni perchè si assumesse le sue responsabilità nella gestione della casa e cambiasse lavoro con un lavoro più "sicuro". Per il lavoro io non ho mai fatto pressioni anzi l'ho sostenuto anche nei confronti dei genitori dicendo che era giusto che facesse il lavoro che amava. Date queste premesse negli ultimi mesi lui è diventato freddo, apatico , silenzioso, esce sempre più con gli amici a bere alcolici, ha iniziato a fumare, appena gli viene chiesto un'aiuto per una faccenda in casa trova una scusa o esce di casa e negli ultimi giorni mi ha lasciato affermando che sente di non amarmi piu e che vorrebbe ancora rivivere la storia d'amore com'era prima della casa. Ripete sempre che la casa gli ha rovinato la vita e la nostra storia. Dopo i primi momenti di sconforto, sto vedendo la nostra storia con distacco e mi accorgo che il vero problema tra noi era che io chiedevo responsabilità e lui scappava. Vorrei però aiutarlo a capire che le responsabilità si possono affrontare insieme e non perderlo
sono reduce da una relazione di quasi 9 anni iniziata da adolescenti (17 anni), abbiamo trascorso anni molto felici per entrambi, la mia prima storia d'amore e la prima davvero importante per lui, siamo cresciuti insieme senza screzi anzi con amore, affetto e lealtà, ciascuno dei due aveva i suoi obiettivi, abbiamo sempre avuto una relazione che ritenevo matura nonostante la giovane età (ciascuno dei due usciva liberamente con i suoi amici senza gelosie, le cose si decidevano insieme..). Circa 3 anni fa lui ha ricevuto dai suoi genitori la proprietà di un appartamento e da lì sono sorti i primi problemi, sebbene non nel primo periodo. Nei primi tempi infatti data la nostra giovane età avevamo deciso di comune accordo di vivere nella casa alcuni giorni a settimana ed è stata un'esperienza molto bella, decidevamo insieme l'arredamento, cucinavamo insieme come una coppia tradizionale che affronta insieme la crescita. In questo periodo la convivenza era quasi un gioco senza particolari responsabilità (andavamo nella casa quando volevamo, non vivendoci le bollette erano poco onerose...). Poi lui è andato a vivere nella casa in modo stabile, il lavoro che svolge ha una remunerazione bassa quindi era costretto a fare i conti con la responsabilità di mantenere un immobile inoltre io iniziavo ad essere più presente in casa e a proporre piccole idee e progetti più da adulti rispetto alla nostra vita insieme da adolescenti (progettare la vita insieme, prenderci cura della casa noi senza affidarci ai suoi genitori che anche ora vanno a casa sua quotidianamente ad aggiustare le cose rotte, a lavare i piatti e pulire la casa...) . Queste responsabilità temo lo abbiano spaventato sebbene io abbia cercato il piu possibile di non fargli pressioni (quando non voleva pulire la casa facevo tutto da sola, volevo convivere piu stabilmente ma lui non si sentiva allora mi dividevo tra casa dei miei genitori e casa sua nonostante i km) inoltre i suoi genitori esercitavano pressioni perchè si assumesse le sue responsabilità nella gestione della casa e cambiasse lavoro con un lavoro più "sicuro". Per il lavoro io non ho mai fatto pressioni anzi l'ho sostenuto anche nei confronti dei genitori dicendo che era giusto che facesse il lavoro che amava. Date queste premesse negli ultimi mesi lui è diventato freddo, apatico , silenzioso, esce sempre più con gli amici a bere alcolici, ha iniziato a fumare, appena gli viene chiesto un'aiuto per una faccenda in casa trova una scusa o esce di casa e negli ultimi giorni mi ha lasciato affermando che sente di non amarmi piu e che vorrebbe ancora rivivere la storia d'amore com'era prima della casa. Ripete sempre che la casa gli ha rovinato la vita e la nostra storia. Dopo i primi momenti di sconforto, sto vedendo la nostra storia con distacco e mi accorgo che il vero problema tra noi era che io chiedevo responsabilità e lui scappava. Vorrei però aiutarlo a capire che le responsabilità si possono affrontare insieme e non perderlo
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Gentile utente,
Il problema che pone però non è un problema medico, riguarda una vostra particolare situazione di vita.
Il problema che pone però non è un problema medico, riguarda una vostra particolare situazione di vita.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 1.1k visite dal 21/08/2015.
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