Terapia con escitalopram

Gent.li Dottori,
sono un ragazzo di 34 anni con peso corporeo di 80Kg. Attività fisica regolare e dieta equilibrata. Poco consumo di alcolici. Ingegnere attualmente disoccupato.
Sono attualmente in terapia con bupropione 150mg/die ed escitalopram 20mg/die.
Diagnosi: disturbo d’ansia generalizzato, fobia sociale, depressione caratterizzata da astenia.
La terapia è iniziata circa 10 mesi fa con il mio nuovo psichiatra che mi ha prescritto il Wellbutrin 150mg/die. La mia esperienza con il bupropione finora è stata buona. Mi ha attivato, reso più lucido ed energico, ma alla fine, dopo un periodo iniziale di buon umore, non ha migliorato l’ansia e la depressione. Così, dopo 4 mesi, ho riconsultato di nuovo il mio specialista.
Da Aprile scorso lo psichiatra ha deciso di aggiungere escitalopram 10mg/die. I primi due mesi sono stato veramente male fisicamente. Ho resistito fino a che un giorno ho improvvisamente avuto un cambiamento. Ho iniziato gradualmente a sentirmi bene, la nube grigia di tristezza se n’era andata, ho riacquistato fiducia facendo nuovi progetti per la vita, buttandomi alla ricerca di un lavoro. Ansia sparita, fobia sociale anche. L’effetto collaterale più importante è stata comunque la sedazione. Nonostante l’assunzione alla sera prima di andare a dormire, accuso sonnolenza durante il giorno, sbadigli incontrollabili, debolezza fisica in particolare alle gambe. Dopo due settimane di buon umore sono ricrollato in depressione. L’ansia e la fobia sociale non limitano più così tanto i miei rapporti con le persone ma sprofondo facilmente nel senso di vuoto. Oscillo tra fasi di malinconia a fasi in cui penso al suicidio. Lo psichiatra mi ha così alzato la dose a 15mg/die; esperienza simile: fasi di buon umore, poi depressione, di nuovo buon umore e depressione. Adesso da circa due settimane sono a 20mg/die. Anche questa volta ho avuto dieci giorni in cui sono stato bene poi crollo di nuovo: la mattina non mi voglio alzare dal letto, mi sveglio depresso. Ho un umore pessimo, non sopporto la presenza di altre persone intorno a me, vorrei sparire. Totale mancanza di iniziativa. Continuo a sopportare inoltre la sedazione, gli sbadigli incontrollati e la debolezza muscolare che non mi abbandona nonostante mi imponga di fare un po’ di attività fisica.
Cosa pensate di questa mia situazione?
Perché ho queste fasi dell'umore oscillanti?
E’ possibile che il motivo sia il fatto che abbia cominciato una terapia farmacologica molto tardi, dopo anni di depressione e ansia? Devo aggiungere che da quando ho circa 23 anni ho fatto molta psicoterapia di cui ormai sento di non avere più bisogno. Quando mi sento bene vivo semplicemente facendo e pensando sempre molto ma in modo costruttivo.
Come si potrebbe risolvere inoltre il fastidioso problema della sedazione e della debolezza muscolare che mi fanno stare quotidianamente in uno stato letargico?
Vi ringrazio anticipatamente.
Cordiali saluti.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
L'associazione di due antidepressivi non è considerata risolutiva per la sintomatologia depressiva, in generale.

La possibilità di miglioramento può essere data o da aumenti posologici o da variazioni della molecola qualora dovesse risultare la scarsa risposta al trattamento.

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[#2]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Gent. le Dott. Ruggiero,
la ringrazio innanzitutto per la sua opinione espressami.
Tuttavia non vorrei contraddirla, ma tramite ricerche su internet ho potuto verificare che è pratica molto comune associare il bupropione ad un SSRI. In particolare ho trovato un articolo su PubMed che ne attesta la validità terapeutica in combinazione proprio con escitalopram. La combinazione di antidepressivi di diversa famiglia è soprattutto usata negli Stati Uniti in cui prescrivere addirittura tre antidepressivi di classi diverse a quanto pare non è affatto un'eresia. Molti sostengono che la combinazione di differenti classi di farmaci non solo può portare a un miglioramento dell’efficacia terapeutica sfruttando la sinergia dei diversi meccanismi chimici d’azione, ma anche aumentare la tollerabilità della terapia sfruttando la contrapposizione dei diversi effetti collaterali.
Tornando quindi al mio caso, ha senso combinare due farmaci come il bupropione e l’escitalopram che hanno effetti sui trasportatori dei neurotrasmettitori complementari ed altamente selettivi?
E’ possibile che se un antidepressivo abbia dato gli effetti sperati ma parziali in combinazione con un'altra molecola perda la sua efficacia terapeutica? In termini più scientifici e, permettetemi, molto semplificati, può esistere il principio di linearità in farmacologia e in psichiatria secondo cui la somma degli effetti di più molecole nell’organismo è pari alla somma dei singoli effetti delle singole molecole?
Nel mio caso il bupropione è stato un buon farmaco che ha trasformato la mia depressione più che risolverla, ma che tuttavia mi ha dato molti benefici. Non è stato però per niente risolutivo per l’ansia e la fobia sociale. Ha senso quindi combinare due farmaci che hanno effetti specifici su determinate sintomatologie?
E’ possibile che nel mio caso 20mg/die siano ancora non sufficienti per la remissione dei sintomi della depressione?
E’ possibile che una molecola pulita ed efficace come l’escitalopram in realtà non vada bene per me?
Grazie ancora per la disponibilità.

Cordiali saluti.
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Su pubmed si può scrivere qualunque cosa. Il dato di fatto è che recenti studi dimostrano che l'associazione non ha alcuna efficacia maggiore rispetto all'utilizzo di una sola molecola.

Nel suo caso, del resto, l'associazione dovrebbe sfruttare diverse componenti ma in commercio sono presenti farmaci con la stessa modalità di azione per cui sarebbe stato più semplice introdurre la molecola che avrebbe dato l'effetto desiderato.

Nella mia esperienza clinica il bupropione è un farmaco di efficacia parziale, poco soddisfacente, inizialmente buono poi perde totalmente caratteristiche di funzionamento.

Le ripeto, l'associazione a mio parere non ha senso.
[#4]
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
La ringrazio Dottore, è stato chiarissimo.

E' possibile dunque, data la risposta parziale e DISCONTINUA nel tempo dell'escitalopram, il dosaggio sia ancora basso per me? (ripeto, sono a un regime di 20mg/die da poco più di due settimane dopo aver assunto il farmaco da Aprile scorso inizialmente con 10mg/die poi 15mg/die per quattro mesi con risposta discontinua).
Finora, al passaggio a 20mg/die, l'effetto sedativo del farmaco sembra essersi un pò attenuato, come anche le palpitazioni.
Ho avuto un netto miglioramento in termini di ansia e fobia sociale.
Tuttavia ancora faccio molta fatica ad alzarmi dal letto, non ho motivazione, avverto scarsa lucidità ed energia al mattino, ho umore davvero basso da sentirmi senza speranza, la realtà mi infastidisce. Questo mio stato però non è così drammatico come era prima della terapia. Cioè so per certo che i farmaci in parte mi stanno aiutando, conoscendo bene, ormai dopo anni, le mie fasi acute. In più migliorare di molto l'ansia nella vita di tutti i giorni è già un bel passo verso un'esistenza dignitosa.

Cosa ne pensa lei? 20mg/die per un adulto di 80Kg può essere ancora non sufficiente?
L'anno scorso, prima di della terapia con bupropione ed escitalopram ero in terapia con solo duloxetina fino a regime di 60mg/die per almeno 4 mesi. Anche in quel caso, durante i 4 mesi, ho avuto una risposta parziale sulla depressione, miglioramento dell'ansia, ma fastidiosissima sedazione durante la giornata.

La ringrazio nuovamente.

Cordiali saluti.
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
20 mg è considerato il dosaggio massimo raggiungibile, quindi non potrà essere aumentato.

Prescrizioni in aumento sono considerate off-label e necessitano di consenso informato e valutazione del rischio.
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Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
La ringrazio per il chiarimento.

Cordiali saluti.
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