Ora

Salve! Vorrei chiedere un consulto a voi perché con mio padre non sappiamo più che fare.

Partiamo dall'inizio: mio padre ha 62 anni. Mesi fa si è sottoposto a degli accertamenti in quanto, camminando, sentiva come un crampo muscolare ad una gamba. E' stata rilevata un'occlusione ad una vena (mio padre è diabetico e, da poco, ex fumatore). Non vedeva l'ora di operarsi (ha aspettato molti mesi) in quanto camminare era diventato un problema. Poco tempo prima dell'operazione ha iniziato a uscire molto poco di casa, passava la maggior parte del tempo guardando la televisione e ad ascoltare ogni minimo dolore (ad esempio era fissato con un mal di pancia ed era convinto fosse un tumore allo stomaco anche se il medico, guardando una colonscopia eseguita da poco, l'aveva rassicurato dicendo che era colpa dei diverticoli).

Il 30 giugno lo abbiamo portato al pronto soccorso in quanto non si sentiva bene. Diagnosi: ansia. Il 2 luglio è stato operato a questa vena, ma fino all'ultimo non voleva entrare in sala operatoria perché aveva paura di non svegliarsi dall'anestesia, comunque alla fine si è operato ed è andato tutto bene, ma probabilmente gli hanno toccato un tendine e ha iniziato ad aver male ad un ginocchio, così poi ha iniziato ad avere paura di rimanere in carrozzina. Dimesso dall'ospedale lo abbiamo portato al pronto soccorso due volte in quanto gli "mancavano le gambe" all'improvviso. Sono state fatte tac al cervello ed accertamenti vari e la diagnosi è sempre stata ansia.

Poi abbiamo dovuto chiamare l'ambulanza, ma stavolta è stato male davvero in quanto ha avuto una crisi epilettica. E' stato ricoverato in neurologia e gli accertamenti (esami del sangue, risonanza magnetica cerebrale con contrasto, ecc.) non hanno rilevato patologie. Un'amica dottoressa ci ha detto che potrebbe essere stato anche un raro effetto collaterale dell'anestesia. Già quando era ricoverato è iniziata la depressione e l'ansia, i medici se ne sono resi conto e gli hanno prescritto un antidepressivo, la sertralina.
Una volta dimesso, a casa i primi giorni non parlava mai, non voleva saperne di uscire e mangiava a fatica. Camminava pochissimo in quanto le gambe gli cedevano e prendeva paura e attacchi di ansia, ora però questo problema si è risolto bene. Ora, a distanza di circa una ventina di giorni, le cose sono un po' migliorate, ma la depressione persiste. Ad ogni modo è stato visitato da uno psichiatra che gli ha prescritto anche il trilafon.
Attualmente mio padre se gli chiediamo di uscire a fare un giro viene senza problemi. Ad esempio questa mattina siamo andati io, lui ed un'altra persona in diverse agenzie per organizzare una gita. E' sempre stato, almeno all'apparenza, sereno, rispondeva a tono, parlava, si interessava... una volta giunto a casa di nuovo ansia e depressione e in questi giorni abbiamo dovuto litigare due volte per farlo mangiare. Ha iniziato anche delle sedute da una psicologa ma lui dice che è inutile.
Potrà mai guarire?
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Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.6k 1k
La prognosi della patologia va valutata nel tempo.

Non ha specificato i dosaggi di trattamento.

Le sedute psicologiche sono utili in condizioni di eleggibilità.

La presenza di sintomi di questo tipo andrebbe raccordata con la possibilità di oscillazioni glicemiche nel corso della giornata anche in considerazione di fenomeni periferici dipendenti dal diabete di cui suo padre soffre.

https://wa.me/3908251881139
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Utente
Utente
Prende una pasticca di sertralina (50 mg) al giorno e una pasticca di trilafon alla sera. Sono dosi troppo basse a suo parere? Tenga conto che per i primi 8 giorni di trattamento prendeva solo mezza dose di sertralina.

Volevo aggiungere che mio padre, da sempre, è un tipo puntiglioso: se decide di non fare una cosa è irremovibile, anche se capisce che sta sbagliando lo fa per principio e per il gusto di impuntarsi. Quando si impunta a non voler mangiare cosa dobbiamo fare?