Le incomprensioni che ci sono state stanno migliorando, le cose possono risolversi ma mi domando se
Buongiorno,
scrivo perchè sono vicina alla disperazione e non so più come fare...non mi era mai successa una cosa del genere e ora non so davvero come affrontarla, nel titolo ho scritto dipendenza affettiva ma ovviamente non sono in grado di fare una diagnosi, mi pareva soltanto la definizione che poteva rendere meglio l'idea di quello che mi sta succedendo.
sono sposata da tre anni e stiamo insieme da dodici, negli ultimi due anni abbiamo avuto grosse crisi iniziate per via del fatto che non possiamo avere figli ma poi degenerate e ingigantite fino a portarci ad una terapia di coppia. ho iniziato prima io con una terapia psicologia perchè il problema principalmente l'ho avuto io rendendomi conto in tutto questo di non essere realmente innamorata di mio marito ma di essermi fidanzata e poi sposata soltanto perchè è stato l'unico in tutta la mia vita ad aver mostrato interesse per me, ma io non mi sono mai domandata se l'amavo. volevo un fidanzato non volevo restare sola non mi capacitavo del perchè nessuno mi volesse nonostante fossi comunque carina simpatica e intelligente, non capivo e quando lui mi ha voluta non ho cercato di capire se fosse la persona giusta per me ne se ne fossi innamorata. purtroppo soltanto due anni fa ho capito cosa volesse dire amare qualcuno perchè nonostante non volessi assolutamente, è successo che mi sono innamorata del mio collega di ufficio. se lui mi avesse voluta avrei lasciato mio marito, ma non è andata così e io non sono stata abbastanza forte da lasciare lo stesso mio marito ne da non essere più innamorata del collega ed ora è un inferno..........adesso continuo a stare con mio marito che non amo e continuo a vedere ogni giorno il mio collega che non riesco a smettere di amare.
con mio marito sto facendo di tutto per stare bene, voglio stare con lui ma quando ci penso e sento che non lo amo e non posso farci niente, mi sento male. stiamo andando ancora in terapia di coppia e in teoria le cose migliorano e tutte le incomprensioni che ci sono state stanno migliorando, le cose possono risolversi ma mi domando se io sarò in grado di sostenere questa vita.
col collega ci sono abbracci baci carezze...ma lui non vuole niente di più e io vorrei smettere ma non ci riesco, non riesco più a farne a meno e il mio umore varia in base alla quantità delle sue attenzioni nei miei confronti.....continuo a paragonare i miei due sentimenti e non riesco ad accettare il fatto che col collega c'è solo questo tipo di amicizia affettuosa e questo mi impedisce di stare bene anche con mio marito nonostante tutto il mio impegno.
mi rendo conto che adesso che ci saranno le ferie, non ci vedremo per un mese e mi sento male solo all'idea.....non deve essere così. ma non riesco a farne a meno ed è inutile che dica come mi sento per mille motivi........mi domando se c'è una soluzione, se c'è un modo, cosa posso fare......a volte mi sento davvero depressa non ho voglia di fare nulla e penso che se sparissi sarebbe tutto più semplice.....
scrivo perchè sono vicina alla disperazione e non so più come fare...non mi era mai successa una cosa del genere e ora non so davvero come affrontarla, nel titolo ho scritto dipendenza affettiva ma ovviamente non sono in grado di fare una diagnosi, mi pareva soltanto la definizione che poteva rendere meglio l'idea di quello che mi sta succedendo.
sono sposata da tre anni e stiamo insieme da dodici, negli ultimi due anni abbiamo avuto grosse crisi iniziate per via del fatto che non possiamo avere figli ma poi degenerate e ingigantite fino a portarci ad una terapia di coppia. ho iniziato prima io con una terapia psicologia perchè il problema principalmente l'ho avuto io rendendomi conto in tutto questo di non essere realmente innamorata di mio marito ma di essermi fidanzata e poi sposata soltanto perchè è stato l'unico in tutta la mia vita ad aver mostrato interesse per me, ma io non mi sono mai domandata se l'amavo. volevo un fidanzato non volevo restare sola non mi capacitavo del perchè nessuno mi volesse nonostante fossi comunque carina simpatica e intelligente, non capivo e quando lui mi ha voluta non ho cercato di capire se fosse la persona giusta per me ne se ne fossi innamorata. purtroppo soltanto due anni fa ho capito cosa volesse dire amare qualcuno perchè nonostante non volessi assolutamente, è successo che mi sono innamorata del mio collega di ufficio. se lui mi avesse voluta avrei lasciato mio marito, ma non è andata così e io non sono stata abbastanza forte da lasciare lo stesso mio marito ne da non essere più innamorata del collega ed ora è un inferno..........adesso continuo a stare con mio marito che non amo e continuo a vedere ogni giorno il mio collega che non riesco a smettere di amare.
con mio marito sto facendo di tutto per stare bene, voglio stare con lui ma quando ci penso e sento che non lo amo e non posso farci niente, mi sento male. stiamo andando ancora in terapia di coppia e in teoria le cose migliorano e tutte le incomprensioni che ci sono state stanno migliorando, le cose possono risolversi ma mi domando se io sarò in grado di sostenere questa vita.
col collega ci sono abbracci baci carezze...ma lui non vuole niente di più e io vorrei smettere ma non ci riesco, non riesco più a farne a meno e il mio umore varia in base alla quantità delle sue attenzioni nei miei confronti.....continuo a paragonare i miei due sentimenti e non riesco ad accettare il fatto che col collega c'è solo questo tipo di amicizia affettuosa e questo mi impedisce di stare bene anche con mio marito nonostante tutto il mio impegno.
mi rendo conto che adesso che ci saranno le ferie, non ci vedremo per un mese e mi sento male solo all'idea.....non deve essere così. ma non riesco a farne a meno ed è inutile che dica come mi sento per mille motivi........mi domando se c'è una soluzione, se c'è un modo, cosa posso fare......a volte mi sento davvero depressa non ho voglia di fare nulla e penso che se sparissi sarebbe tutto più semplice.....
[#1]
Gentile utente,
lei identifica la sua situazione in termini di "dipendenza affettiva", ma se ho ben capito c'è da un lato un forte coinvolgimento emotivo con il collega e dall'altro una certa ansia di separazione nei confronti del marito. Lei dice che se il collega accettasse di stare con lei forse la situazione si sbloccherebbe. Ma sono domande e ipotesi che non fanno altro che rendere un circolo vizioso il disagio in cui si trova.
Il problema adesso non è la situazione in quanto tale (può accadere nella vita di fare scelte un po' "trascinate" e di voler fare dei cambi di rotta), ma come lei vive questa situazione ( "il mio umore varia", "a volte mi sento davvero depressa non ho voglia di fare nulla", "continuo a paragonare i miei due sentimenti", "penso che se sparissi sarebbe tutto più semplice"). La sua ambivalenza affettiva, il suo oscillare nei sentimenti e nelle emozioni, l'ansia che la pervade, il malessere, devono essere affrontati.
Solo avendo in mano la serenità potrà fare una scelta più giusta e consapevole, non in uno stato di inquietudine parossistica.
SI rivolga a uno psichiatra e ne parli faccia a faccia.
Le faccio i miei auguri
Cordiali saluti
lei identifica la sua situazione in termini di "dipendenza affettiva", ma se ho ben capito c'è da un lato un forte coinvolgimento emotivo con il collega e dall'altro una certa ansia di separazione nei confronti del marito. Lei dice che se il collega accettasse di stare con lei forse la situazione si sbloccherebbe. Ma sono domande e ipotesi che non fanno altro che rendere un circolo vizioso il disagio in cui si trova.
Il problema adesso non è la situazione in quanto tale (può accadere nella vita di fare scelte un po' "trascinate" e di voler fare dei cambi di rotta), ma come lei vive questa situazione ( "il mio umore varia", "a volte mi sento davvero depressa non ho voglia di fare nulla", "continuo a paragonare i miei due sentimenti", "penso che se sparissi sarebbe tutto più semplice"). La sua ambivalenza affettiva, il suo oscillare nei sentimenti e nelle emozioni, l'ansia che la pervade, il malessere, devono essere affrontati.
Solo avendo in mano la serenità potrà fare una scelta più giusta e consapevole, non in uno stato di inquietudine parossistica.
SI rivolga a uno psichiatra e ne parli faccia a faccia.
Le faccio i miei auguri
Cordiali saluti
Dr. Giuseppe Quaranta
giuseppe.quarant@gmail.com
[#2]
Ex utente
la ringrazio per la risposta, a volte mi sembra impossibile che dovrò passare il resto della mia vita con una persona che non amo e continuerò a domandarmi se, se avessi avuto il coraggio di lasciarlo, il mio collega avesse potuto cambiare idea ma poi penso che se una persona è innamorata non gli importa se è sposata o meno, non se la lascia scappare così quindi penso che non è innamorato di me anche se mi vuole molto bene e quindi non trovo il coraggio e la motivazione per lasciare mio marito. non ce la farò mai. la mia vita mi sembra un incubo se penso al futuro., poi penso che non riuscirò mai ad amare un'altra persona perchè di questo collega non riesco a liberarmi i pensieri.
la psicologa probabilmente non è bastata, cercherò di andare da uno psichiatra...
grazie ancora
la psicologa probabilmente non è bastata, cercherò di andare da uno psichiatra...
grazie ancora
[#3]
Ex utente
gentile dott.Quaranta, purtroppo le visite psichiatriche costano molto e non posso permettermi di spendere tanti soldi, io in passato ho preso il seropram e volevo chiederle se non fosse il caso di riprenderlo, mi rendo conto che non è facile fare un consulto di questo tipo però avendolo già preso vorrei poter rifare lo stesso percorso e quindi le chiedo se possibile come poter procedere all'assunzione.
la ringrazio ancora per l'attenzione...
la ringrazio ancora per l'attenzione...
[#4]
Gentile utente,
si può rivolgere presso l'Asl della sua città, e consultare in questo modo uno psichiatra con servizio a carico dello Stato.
Per quanto riguarda il seropram, il fatto che l'abbia preso in passato non è un buon motivo per riprenderlo. Il quadro potrebbe essere diverso e spetta a uno specialista valutare il tipo di terapia da intraprendere.
Buona giornata
si può rivolgere presso l'Asl della sua città, e consultare in questo modo uno psichiatra con servizio a carico dello Stato.
Per quanto riguarda il seropram, il fatto che l'abbia preso in passato non è un buon motivo per riprenderlo. Il quadro potrebbe essere diverso e spetta a uno specialista valutare il tipo di terapia da intraprendere.
Buona giornata
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 1.9k visite dal 13/07/2015.
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