Malattia mentale
Salve,
premetto che non conosco la causa del mio malessere per questo motivo ho intitolato l'oggetto della seguente "malattia mentale". Se la conoscessi penso che non cercherei una risposta alle mie domande.
Credo che tutto abbia inizio da quando sono nato in realtà. Dà quando sono piccolo non ho mai manifestato interesse per nulla e credo che si trovi qua l'origine del mio problema.
Da piccolo ero molto legato ad un mio amico che già manifestava interesse per il mondo circostante mentre io non provavo interesse per nulla, anzi. L'unica domanda che mi facevo era: che cosa ci faccio qua? Vedevo i miei amici che erano incuriositi dalle cose mentre io no e infatti l'unica cosa che facevo era andare dietro a loro. Recentemente ho sofferto di attacco di panico e se penso che devo affrontare la vita da solo sono così sicuro di non riuscirci che mi blocco e non parlo.
A tutt'oggi il problema più grande che ho è che non ho capacità di critica e di comprensione delle cose. Ho consultato uno psichiatra e i miei famigliari stessi sostengono che non ci siano problemi in me in quanto tutte le cose che sostengo vengono smentite dai fatti.
Esempio: non sono intelligente --> eppure mi sono laureato
Io sostengo che se non fosse per via del fatto che sono stato accompagnato anche durante il mio percorso di studi non avrei fatto nulla in quanto appunto non sono capace di farlo da solo.
Da quando ho iniziato il mio percorso alle elementari fino alle superiori sono sempre stato il peggiore della classe e infatti ho interrotto gli studi per poi ricominciare.
Quando inizio a parlare mi fermo perché non sono in grado di formulare un discorso complesso e sensato.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che il mio pensiero è come disturbato da qualcosa che non so definire. Sono io stesso che parlo a me stesso e mi chiedo se sia una cosa normale.
Inoltre a tutto questo si aggiunge il fatto che non provo più sensazione di pericolo per le cose.
Sono del tutto indifferente a tutto.
Possibile che abbia un problema e nessuno si sia accorto di questo?
Vi ringrazio in anticipo e spero che possiate darmi un consiglio per uscire da questa situazione anche se non credo sia possibile.
Ci sono esami da fare per stare tranquillo? (perchè se mi vengono dette le cose non le capisco?)
premetto che non conosco la causa del mio malessere per questo motivo ho intitolato l'oggetto della seguente "malattia mentale". Se la conoscessi penso che non cercherei una risposta alle mie domande.
Credo che tutto abbia inizio da quando sono nato in realtà. Dà quando sono piccolo non ho mai manifestato interesse per nulla e credo che si trovi qua l'origine del mio problema.
Da piccolo ero molto legato ad un mio amico che già manifestava interesse per il mondo circostante mentre io non provavo interesse per nulla, anzi. L'unica domanda che mi facevo era: che cosa ci faccio qua? Vedevo i miei amici che erano incuriositi dalle cose mentre io no e infatti l'unica cosa che facevo era andare dietro a loro. Recentemente ho sofferto di attacco di panico e se penso che devo affrontare la vita da solo sono così sicuro di non riuscirci che mi blocco e non parlo.
A tutt'oggi il problema più grande che ho è che non ho capacità di critica e di comprensione delle cose. Ho consultato uno psichiatra e i miei famigliari stessi sostengono che non ci siano problemi in me in quanto tutte le cose che sostengo vengono smentite dai fatti.
Esempio: non sono intelligente --> eppure mi sono laureato
Io sostengo che se non fosse per via del fatto che sono stato accompagnato anche durante il mio percorso di studi non avrei fatto nulla in quanto appunto non sono capace di farlo da solo.
Da quando ho iniziato il mio percorso alle elementari fino alle superiori sono sempre stato il peggiore della classe e infatti ho interrotto gli studi per poi ricominciare.
Quando inizio a parlare mi fermo perché non sono in grado di formulare un discorso complesso e sensato.
A tutto ciò si aggiunge il fatto che il mio pensiero è come disturbato da qualcosa che non so definire. Sono io stesso che parlo a me stesso e mi chiedo se sia una cosa normale.
Inoltre a tutto questo si aggiunge il fatto che non provo più sensazione di pericolo per le cose.
Sono del tutto indifferente a tutto.
Possibile che abbia un problema e nessuno si sia accorto di questo?
Vi ringrazio in anticipo e spero che possiate darmi un consiglio per uscire da questa situazione anche se non credo sia possibile.
Ci sono esami da fare per stare tranquillo? (perchè se mi vengono dette le cose non le capisco?)
[#1]
Gentile utente,
Può darsi che il suo pensiero sia disturbato da un fenomeno di tipo ossessivo, che lo ingolfa. Ovviamente non è l'unica ipotesi, però di fatto le sue capacità sono nella media (si è laureato), sembra "bloccato" sull'iniziativa personale e le decisioni, così come sulla fluidità e spontaneità del pensiero, ma è consapevole di questo e la cosa la disturba.
"perchè se mi vengono dette le cose non le capisco?"
Questo ad esempio rientra nel tipo di ipotesi, ovviamente non è che non le capisca, rimane ingolfato ad esempio.
Lei si è mai fatto visitare da uno psichiatra ?
Può darsi che il suo pensiero sia disturbato da un fenomeno di tipo ossessivo, che lo ingolfa. Ovviamente non è l'unica ipotesi, però di fatto le sue capacità sono nella media (si è laureato), sembra "bloccato" sull'iniziativa personale e le decisioni, così come sulla fluidità e spontaneità del pensiero, ma è consapevole di questo e la cosa la disturba.
"perchè se mi vengono dette le cose non le capisco?"
Questo ad esempio rientra nel tipo di ipotesi, ovviamente non è che non le capisca, rimane ingolfato ad esempio.
Lei si è mai fatto visitare da uno psichiatra ?
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#2]
Utente
La ringrazio Dottore per la pronta risposta,
Si, sono stato visitato. In realtà ogni qual volta inizio a parlare con il mio psichiatra mi blocco perché non so cosa dire e mi fermo a pensare su quello che stavo dicendo e intanto prende la parola lui. In questo modo io finisco per non esprimere più il mio pensiero. Non mi sento compreso in quanto lui sembra non capire che provo una situazione di disagio molto grande.
Io mi sento fuori dal mondo. So che sono sulla terra ma è come se non ci fossi.
Faccio un esempio:
- Tutto ciò che mi circonda; tutto ciò che conosco, lo conosco in quanto sono le persone o i libri ad avermele insegnate. Io le imparo così come sono dandole per certe. Sono delle verità che accetto per scontato in quanto mi vengono dette ma non perché siano il frutto di un mio ragionamento.
Sento come se fossi incapace di comprendere perché si fanno certe cose e vado in tilt perché mi risulta difficile utilizzare le informazioni acquisite per uno scopo utile.
Ho difficoltà ad esprimere giudizi (anzi in realtà credo proprio di non avere la capacità di esprimere un giudizio), e ad avere una visione critica delle cose.
Poco tempo fa mi è capitato di assistere ad una conversazione tra alcune ragazze e in particolare una di loro diceva cose senza senso senza rendersene conto ma sapendo di stare parlando con coetanee. Non so se fosse sotto l'effetto di qualche sostanza (ma sono quasi convinto non lo fosse) in primis perché non ho mai fatto uso di sostanze e non saprei come ci si comporta sotto tale effetto e mi sono un po' ritrovato nei comportamenti di quella ragazza. Lei si trovava in quel posto ma era come se non ci fosse del tutto.
Forse è difficile capire quello che sto dicendo ma sta nell'ultima descrizione quello che provo.
Si, sono stato visitato. In realtà ogni qual volta inizio a parlare con il mio psichiatra mi blocco perché non so cosa dire e mi fermo a pensare su quello che stavo dicendo e intanto prende la parola lui. In questo modo io finisco per non esprimere più il mio pensiero. Non mi sento compreso in quanto lui sembra non capire che provo una situazione di disagio molto grande.
Io mi sento fuori dal mondo. So che sono sulla terra ma è come se non ci fossi.
Faccio un esempio:
- Tutto ciò che mi circonda; tutto ciò che conosco, lo conosco in quanto sono le persone o i libri ad avermele insegnate. Io le imparo così come sono dandole per certe. Sono delle verità che accetto per scontato in quanto mi vengono dette ma non perché siano il frutto di un mio ragionamento.
Sento come se fossi incapace di comprendere perché si fanno certe cose e vado in tilt perché mi risulta difficile utilizzare le informazioni acquisite per uno scopo utile.
Ho difficoltà ad esprimere giudizi (anzi in realtà credo proprio di non avere la capacità di esprimere un giudizio), e ad avere una visione critica delle cose.
Poco tempo fa mi è capitato di assistere ad una conversazione tra alcune ragazze e in particolare una di loro diceva cose senza senso senza rendersene conto ma sapendo di stare parlando con coetanee. Non so se fosse sotto l'effetto di qualche sostanza (ma sono quasi convinto non lo fosse) in primis perché non ho mai fatto uso di sostanze e non saprei come ci si comporta sotto tale effetto e mi sono un po' ritrovato nei comportamenti di quella ragazza. Lei si trovava in quel posto ma era come se non ci fosse del tutto.
Forse è difficile capire quello che sto dicendo ma sta nell'ultima descrizione quello che provo.
[#5]
Gentile utente,
Se è ansia come fa a stare tranquillo ? E poi che significa "solo" ansia ?
Mi sa che c'è un equivoco di fondo. Se attiene alla sfera psichiatrica, d'accordo, e quindi va curata come tale. Non ha senso chiedere al paziente il controllo del sintomo di cui non ha evidentemente controllo, e separare la cosa dal resto ("solo" ansia).
Se è ansia come fa a stare tranquillo ? E poi che significa "solo" ansia ?
Mi sa che c'è un equivoco di fondo. Se attiene alla sfera psichiatrica, d'accordo, e quindi va curata come tale. Non ha senso chiedere al paziente il controllo del sintomo di cui non ha evidentemente controllo, e separare la cosa dal resto ("solo" ansia).
[#8]
Utente
La ringrazio di nuovo per la risposta.
Si parlando con i miei genitori lui sostiene che sono un ragazzo normalissimo, molto intelligente in quanto mi sono laureato e tutti i risultati che ho ottenuto li ho conseguiti da solo. Al di là che io a tal risposta abbia ribattuto dicendo che ho ottenuto tutti i risultati solo per merito del fatto che ci fosse stata una persona al mio fianco in questo cammino che mi ha aiutato tantissimo.
Non so se sia possibile fare una autodiagnosi ma io credo di aver capito quale sia la mia malattia e ho provato a spiegarlo a mio papà ma lui sostiene che non è possibile e che tutti abbiamo difficoltà nella vita e che bisogna superarle. Io rispondo dicendo che è vero e che capisco quello che mi dice ma che a questa cosa che credo di avere non si ha la possibilità di guarire in nessuna maniera.
E' da quando sono piccolo che mi chiedo che cosa sia quello che vedo intorno a me.
Oggi ho le idee un po' più chiare.
Non ricordo precisamente quando ma quando ero piccolo ho avuto un incubo bruttissimo (ho sognato scarafaggi dagli occhi gialli che mi camminavano incontro mentre ero nel letto). Poi da quando ho iniziato a capire un po' le cose intorno a me mi sono sempre chiesto che cosa fossero con sbalordimento ma non ho mai preso iniziativa nel cercare di darmene una spiegazione.
Ricordo che una volta a mia mamma dissi; Mamma è possibile che le persone siano controllate come in un videogioco (tipo pacman)? Non mi ricordo cosa rispose ma le sembrò buffo e la conversazione finì lì.
Così iniziai la scuola. Sempre con esiti negativi e più cercavo di controllare e di capire le cose e meno ci riuscivo come confermano i miei scarsi risultati scolastici oltre al fatto che mi isolavo dai miei compagni ma senza rendermene conto (il non riuscire era dovuto al fatto che mentre mi spiegavano le cose io avevo la testa da un altra parte).
Ricordo addirittura che una volta andando in bici mi sono scontrato contro un muro perché avevo i pensieri che volavano nella testa e invece che guardare la strada ne sono finito contro.
Un altro pensiero che ho avuto e che tuttora capisco in parte è: perchè le persone hanno bisogno di credere in Dio?.. A questa domanda credo di conoscere la risposta ma è come se io non mi sentissi come le altre persone. Sento che c'è qualcosa di diverso ma non di natura caratteriale.
Poi in alcuni contesti inizio a non capire più cosa devo fare perché mi agito in quanto penso che le persone mi stiano giudicando.
Leggendo su internet mi sono soffermato su un sito in cui spiegavano del pensiero concreto e del pensiero simbolico (che credo di averli capiti).
Il pensiero concreto è relativo al dare significato alle cose perchè vengono dette dagli altri. Il pensiero simbolico è invece la capacità di poter esprimere la propria opinione oppure di capire il secondo senso di un modo di dire (a me questa capacità manca, per capirlo devo chiederlo agli altri). Io credo che a me manca questo tipo di pensiero. Non so cosa fare; devono essere gli altri a dirmelo.
Ho avuto il primo attacco di panico nel 2010 e il secondo poco tempo fa (inframezzo mi si è manifestato prurito generalizzato in tutto il corpo) e recentemente ho sognato quel brutto sogno che ho fatto da bambino.
Caratterialmente: sono sempre stato un ragazzo timido e introverso ma a volte altre persone sostengono il contrario.
Si parlando con i miei genitori lui sostiene che sono un ragazzo normalissimo, molto intelligente in quanto mi sono laureato e tutti i risultati che ho ottenuto li ho conseguiti da solo. Al di là che io a tal risposta abbia ribattuto dicendo che ho ottenuto tutti i risultati solo per merito del fatto che ci fosse stata una persona al mio fianco in questo cammino che mi ha aiutato tantissimo.
Non so se sia possibile fare una autodiagnosi ma io credo di aver capito quale sia la mia malattia e ho provato a spiegarlo a mio papà ma lui sostiene che non è possibile e che tutti abbiamo difficoltà nella vita e che bisogna superarle. Io rispondo dicendo che è vero e che capisco quello che mi dice ma che a questa cosa che credo di avere non si ha la possibilità di guarire in nessuna maniera.
E' da quando sono piccolo che mi chiedo che cosa sia quello che vedo intorno a me.
Oggi ho le idee un po' più chiare.
Non ricordo precisamente quando ma quando ero piccolo ho avuto un incubo bruttissimo (ho sognato scarafaggi dagli occhi gialli che mi camminavano incontro mentre ero nel letto). Poi da quando ho iniziato a capire un po' le cose intorno a me mi sono sempre chiesto che cosa fossero con sbalordimento ma non ho mai preso iniziativa nel cercare di darmene una spiegazione.
Ricordo che una volta a mia mamma dissi; Mamma è possibile che le persone siano controllate come in un videogioco (tipo pacman)? Non mi ricordo cosa rispose ma le sembrò buffo e la conversazione finì lì.
Così iniziai la scuola. Sempre con esiti negativi e più cercavo di controllare e di capire le cose e meno ci riuscivo come confermano i miei scarsi risultati scolastici oltre al fatto che mi isolavo dai miei compagni ma senza rendermene conto (il non riuscire era dovuto al fatto che mentre mi spiegavano le cose io avevo la testa da un altra parte).
Ricordo addirittura che una volta andando in bici mi sono scontrato contro un muro perché avevo i pensieri che volavano nella testa e invece che guardare la strada ne sono finito contro.
Un altro pensiero che ho avuto e che tuttora capisco in parte è: perchè le persone hanno bisogno di credere in Dio?.. A questa domanda credo di conoscere la risposta ma è come se io non mi sentissi come le altre persone. Sento che c'è qualcosa di diverso ma non di natura caratteriale.
Poi in alcuni contesti inizio a non capire più cosa devo fare perché mi agito in quanto penso che le persone mi stiano giudicando.
Leggendo su internet mi sono soffermato su un sito in cui spiegavano del pensiero concreto e del pensiero simbolico (che credo di averli capiti).
Il pensiero concreto è relativo al dare significato alle cose perchè vengono dette dagli altri. Il pensiero simbolico è invece la capacità di poter esprimere la propria opinione oppure di capire il secondo senso di un modo di dire (a me questa capacità manca, per capirlo devo chiederlo agli altri). Io credo che a me manca questo tipo di pensiero. Non so cosa fare; devono essere gli altri a dirmelo.
Ho avuto il primo attacco di panico nel 2010 e il secondo poco tempo fa (inframezzo mi si è manifestato prurito generalizzato in tutto il corpo) e recentemente ho sognato quel brutto sogno che ho fatto da bambino.
Caratterialmente: sono sempre stato un ragazzo timido e introverso ma a volte altre persone sostengono il contrario.
[#9]
Gentile utente,
Dai ragionamenti che fa l'impressione generale è quella che dicevo sopra, ovviamente c'è una differenza qualitativa tra la riflessione sulle cose e le domande che rovinano la vita e ingolfano il pensiero, e la differenza sta sostanzialmente nel momento in cui questo tipo di assilli non le piacciono, non le interessano o non le aumentano la probabilità di trovar risposte.
Le ossessioni alla fine fanno avere meno risposte anche avendo capito molte cose.
Dai ragionamenti che fa l'impressione generale è quella che dicevo sopra, ovviamente c'è una differenza qualitativa tra la riflessione sulle cose e le domande che rovinano la vita e ingolfano il pensiero, e la differenza sta sostanzialmente nel momento in cui questo tipo di assilli non le piacciono, non le interessano o non le aumentano la probabilità di trovar risposte.
Le ossessioni alla fine fanno avere meno risposte anche avendo capito molte cose.
[#10]
Utente
La ringrazio dottore per la sua risposta.
Finalmente da quando sono nato. Inizio a capire cosa sia successo in me.
E' probabilmente una storia che ha dell'incredibile ma finalmente sono riuscito a decifrarla.
Ora sta a me prendere possesso della mia vita. Spero di riuscirci.
Grazie ancora della disponibilità
Finalmente da quando sono nato. Inizio a capire cosa sia successo in me.
E' probabilmente una storia che ha dell'incredibile ma finalmente sono riuscito a decifrarla.
Ora sta a me prendere possesso della mia vita. Spero di riuscirci.
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Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 3.1k visite dal 08/07/2015.
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