Il medico di famiglia sostiene che sarebbe opportuno tornasse a dose piena ma lui,anche
Buonasera ,sono una mamma molto in ansia .Mio figlio ventiseienne da circa una decina d'anni soffre di una grave forma di ipocondria .Si fissa ossessivamente su un disturbo fisico ,esige visite mediche ,richiede continui consulti che ,pur negativi ,non lo rassicurano mai compiutamente .Questo pregiudica pesantemente i suoi studi ed un eventuale lavoro alla cui ricerca non dedica le energie necessarie ,tutto preso com'è dai suoi immaginari problemi di salute .Neanche un rapporto felice con una ragazza molto sensibile e comprensiva che dura da oltre un anno riesce ad aiutarlo in maniera sensibile.Per circa due anni ha assunto daparox 20mg che dava in effetti ottimi risultati ma per sua volontà da oltre un anno ha ridotto la dose alla metà .Il medico di famiglia sostiene che sarebbe opportuno tornasse a dose piena ma lui,anche comprensibilmente ,non vuole in alcun modo interrompere il processo di dismissione.Ha provato anche la terapia psicologico comportamentale che ha però interrotto dopo qualche mese.È un bellissimo ragazzo ,frequenta una palestra ,all'esterno non dimostra in alcun modo il suo turbamento .In particolare lo colgono ansie terribili legate all'angoscia di essere stato contaminato,avvelenato suo malgrado.Grazie per l'attenzione .In casa non si vive più ...
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È opportuno considerare una visita psichiatrica e controlli continuativi, non accontentandolo sulle richieste di accertamenti ulteriori.
La convinzione di essere avvelenati potrebbe non essere appartenente al solo disturbo ipocondriaco.
La convinzione di essere avvelenati potrebbe non essere appartenente al solo disturbo ipocondriaco.
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