Sospetto disturbo paranoide

Gentili dottori,
Sono una ragazza di 22 anni, studio filosofia all'università e conduco uno stile di vita pressoché normale. Vi scrivo perché ho un grosso problema con il mio ragazzo. Il mio ragazzo ha 24 anni, ci siamo conosciuti quattro anni fa, io andavo ancora al liceo e lui, in ritardo con i tempi, stava per diplomarsi. Sono stati quattro anni parecchio difficili. Non sono stati continuativi, abbiamo passato anche mesi senza vederci e senza sentirci, ma poi, siamo sempre ritornati insieme. L'instabilità del nostro rapporto ha fatto si che durante queste pause frequentassimo anche altre persone. Questo, per darvi un quadro generale del nostro rapporto. Ma vorrei tornare a lui. Fin dall'inizio si dimostrò diffidente.. Ma negli ultimi due anni la situazione é degenerata. É molto geloso si, ma lo sono anche io.. E questo credo sia un tratto caratteriale: Chi più chi meno. Il suo atteggiamento invece sfocia nella paranoia più assurda. Ha iniziato a dubitare di me, pensando che io andassi a letto prima con il suo migliore amico, con suo padre, con suo fratello e anche con un altro suo amico. Ogni mio atteggiamento, ogni mia parola era per lui una prova valida rispetto a queste sue supposizioni. Fatti accidentali, coincidenze del tutto trascurabili, davano motivo a lui di credere che davvero io avessi potuto avere rapporti con tutti questi uomini a lui vicini. Ha chiuso definitivamente i rapporti con il suo migliore amico e non ha parlato con suo padre per più di un anno. Secondo il suo punto di vista, io lo avrei tradito con le persone suddette per procurargli dolore, essendo io sempre pronta a fargli del male, senza coscienza e piena di cattiveria. Queste discussioni sono spesso e volentieri sfociate in violenza fisica procurata da lui e subita da me. Riportando lividi e segni sul corpo. L'ho sempre perdonato, anche se fondamentalmente lui non mi ha mai chiesto davvero scusa. Non voglio essere ipocrita, se lui fosse andato a letto con mia madre, lo avrei ucciso ( é una iperbole!), lui crede davvero che io sia andata a letto con suo padre, suo fratello ecc.. La sua reazione quindi, potrebbe essere quasi, comprensibile anche se ovviamente non giustificabile. Il mio perdono, talvolta, lui lo.ha considerato come una ammissione di colpa. Negli ultimi tre mesi ha subito.un grande tracollo emotivo.. La sua ipocondria, sempre presente ma mai a questi livelli, lo ha fatto stare parecchio male. É arrivato a pensare di aver subito un infarto, di essere addirittura morto.. Il tutto accompagnato da una forte depressione, con assoluto disinteresse per qualunque cosa, dal sesso alle sue due più grandi passioni: La politica in cui é attivo e la musica, che rappresenta per lui una passione ma anche un piccolo modo per guadagnare qualche soldo. In questi ultimi mesi, sembrava fosse cambiato.. Riconosceva di avere un problema a livello psicologico e ha cercato anche supporto da uno psichiatra. Nessuna paranoia, forte riavvicinamento con il padre, e fiducia nei miei confronti.. Nonostante la depressione e l'ipocondria che lo condizionavano abbondantemente. Da un giorno con l'altro, é ritornato ad essere quello di prima, paranoico, ossessivo, violento. Abbiamo smesso di vederci, lui non si fida di me e io non posso reggere ancora tutto questo. Vorrei aiutarlo, perlomeno aiutarlo a farsi aiutare, ad aiutarsi.. Non voglio che si autodistrugga cosi, sono l'unica persona che davvero sa quali siano i suoi problemi.. Ma qualsiasi tipo di intervento mi pare sbagliato. Come ci si deve rapportare a persone con questi tipi di disturbi? Come si possono aiutare? So benissimo che per la mia incolumità e fisica e psicologica dovrei allontanarmi da lui, ma voglio prendermi la responsabilità di non farlo, con ciò che ne consegue. Vorrei solo sapere quale potrebbe essere il modo più opportuno per aiutarlo.
Vi ringrazio per l'attenzione, spero di esser stata chiara, per quanto mi é possibile e spero che voi potrete aiutarmi.
Ancora grazie, aspetto vostre.
G.
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 25
Gentile Utente,
lei non riporta, forse perché potrebbe non esserne a corrente, quale diagnosi il suo ex fidanzato abbia ricevuto. Da ciò che scrive sembrerebbe comunque che in seguito al contatto con lo psichiatra il suo ex sia migliorato da un punto di vista sintomatologico, il che farebbe pensare che abbia fatto una cura (se si quale?). Riguardo alla domanda su come aiutarlo attualmente penso che la cosa migliore sia che lei, o qualcuno che lui ascolta, lo incoraggi e rinforzi la possibilità di farsi seguire da uno psichiatra, dal momento che, i sintomi che lei descrive sono di una certa importanza e, come giustamente lei dice, causa di sofferenza per lui e per chi gli sta vicino.
Cordialità

Dr. Roberto Di Rubbo

[#2]
Utente
Utente
Gentile Dottore, prima di tutto la ringrazio molto per aver preso in considerazione il mio caso.
Con lo psichiatra ha avuto un solo incontro ed ora, da quando sembra sparito lo star depressivo e sembra sia tornato quello paranoide non vuole continuare a vederlo. Detto questo, quindi.. A livello materiale, quale tipo di atteggiamento io dovrei assumere nei suoi confronti? Lei potrebbe avvicinarsi ad.una diagnosi? C'è possibilità, secondo lei, di guarigione? Quando chiedo che atteggiamento dovrei assumere, intendo dire, devo cercare si farmi credere? Fornirgli prove della mia onesta? Oppure dargli contro e non assecondare le paranoie?
Grazie mille per avermi risposto,
Aspetto sue.
[#3]
Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 25
Gentile Utente,
non ci è possibile fornire diagnosi a distanza, solo lo psichiatra che lo segue può farlo. La possibilità di guarigione è direttamente connessa alla possibilità di fare la terapia. Dati i sintomi che descrive non credo che fornire prove di onestà possa rassicurarlo. Credo che possa essere più utile da parte di qualcuno che ha un ascendente su di lui metterlo di fronte alla necessità di farsi curare, magari evidenziando la sofferenza che soggettivamente sicuramente lui percepisce.
Cordialità
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