Aiutare il proprio compagno che ha la mamma malata

Gentilissimi dottori,
vorrei aiutare il mio compagno a superare ad affrontare la malattia della madre, affetta da Parkinson ( ancora allo stadio iniziale per quanto riguarda i movimenti) ma seguita da un forte decadimento cognitivo, con allucinazioni , stato depressivo a soli 60 anni.
Sua mamma ha già alle spalle una depressione mai curata nel modo giusto, è sempre stata dipendente dai farmaci, quasi ossessionata, questo fin quando era giovane, per intenderci: non andava in bagno un giorno? L'ansia prendeva il sopravvento e doveva a tutti i costi prendere un farmaco per andarci.E' sempre stata una persona poco socievole, chiusa in se stessa e dipendente dal marito in tutto. Da quando la conosco, dieci anni quasi, ogni volta che entravo in casa si parlava di malattie, di farmaci. Ad oggi la situazione è davvero pesante. E' in cura in un centro specializzato per i malati di Parkinson, ma a livello cognitivo è sempre peggio. Quello che ora mi preme è poter aiutare nel modo migliore il mio ragazzo per aiutarlo ad affrontare al meglio questa situazione. Lui è figlio unico, è molto sensibile e purtroppo è già caduto in depressione due anni fa sempre per questi problemi famigliari, ha seguito un percorso psicologico che l'ha aiutato ad uscire e a vivere questa situazione meglio rispetto all'inizio. Ora che sta diventando sempre più difficile, anche la gestione in casa della madre, lui è sempre preoccupato, ha sempre i pensieri rivolti a suo padre (pensa alla sofferenza che questa situazione gli sta creando) si rende conto che sua madre non è più li mentalmente ma in un suo mondo, spesso fatto di allucinazioni (dovute anche alla terapia) e a stati d'ansia ingestibili. La situazione è davvero molto pesante, lui mette sempre in primo piano gli altri e poi la sua persona, abbandonando i suoi hobby e le serate con gli amici.Gli dico che sbaglia che deve pensare a lui, e questo non vuol dire abbandonare la sua famiglia. Capisco quanto possa essere difficile ma vederlo così mi strazia il cuore, lui mi dice che non riesce a staccare la mente, mi chiede come fare.gli sono sempre vicina, gli dico che deve concentrare le sue energie e i suoi pensieri su altro, riprendendo le sue passioni,ritrovando il suo equilibrio, pensare alla nostra casa, al nostro di futuro , visto che dopo l'estate andremo a vivere insieme...Purtroppo fin da quando era piccolo è sempre stato il pilastro di casa, ha assorbito tanta negatività, tanta ansia repressa, avendo due genitori (soprattutto sua madre) fissati con le medicine, stra ansioni e iperprotettivi,lui stesso ammette che l'atteggiamento dei genitori nei suo confronti, è sbagliato, che con i suoi figli non vorrà essere così, ma purtroppo ora è lui che ne sta pagando le conseguenze.non so più cosa fare, lo ascolto in ogni momento, cerco di dargli la forza e di tirarlo su facendolo svagare,facendolo sorridere e ragionare, ma è difficile.So che ci sarà sempre un velo di tristezza in lui,ma più di questo cosa posso fare?
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Dr. Roberto Di Rubbo Psichiatra, Psicoterapeuta 1.1k 25
Gentile Utente,
la descrizione che lei fa della situazione è molto accurata e l'aiuto che lei offre al suo fidanzato in questa circostanza sembra essere appropriato. Il fatto che lei stessa si domandi che altro può fare indica l'ipotesi che il suo fidanzato possa ricevere un aiuto da un professionista, oltre al suo. Lei riferisce che in passato il suo fidanzato sembra aver fatto un percorso psicologico. Qualora egli fosse disposto consiglierei che fosse visto da un collega psichiatra che potrebbe valutare direttamente un ulteriore aiuto farmacologico e/o psicologico perché egli possa affrontare meglio possibile il periodo attuale.
Cordialità

Dr. Roberto Di Rubbo

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