Termoregolazione e sospetta ansia

Salve a tutti. Ho 23 anni e da tempo, ovvero dal 2010, soffro di problemi di termoregolazione. In particolare:

- vampate di calore
- sudorazione fredda
- caldo e freddo nello stesso momento
- estrema sensibilità al freddo (sottolineo estrema).

Inoltre, ho altri disturbi secondari, che non di rado si accompagnano alle vampate di calore:
- palpitazioni (questo è quello che si accompagna di più)
- strani attacchi di raffreddore e/o di tosse pur non essendo allergico a niente (talvolta estremamente forti, ho bisogno di una bacinella per sputare il catarro)
- pelle che punge, come trafitto da aghi
- lievi spasmi muscolari

Approfondendo, le vampate di calore sono state nel corso degli anni perfino invalidanti, tanto che ho dovuto lasciare l'università. Sembra una barzelletta e sinceramente provo una certa vergogna a parlarne. Anzi, temo di non essere nemmeno preso sul serio, sebbene i medici che mi hanno seguito si sono mostrati di mente relativamente aperta.

L'unico metodo per mandar via questo calore efficacemente per qualche ora è di lavarmi.
Negli anni, sono arrivato a lavarmi anche 5 volte al giorno.

Inoltre, la cosa strana è che tali vampate mi vengono se inizialmente ho FREDDO, come se mi surriscaldassi esageratamente e senza motivo, tanto da dovermi spogliare e stendere. Inoltre, poi inizio a non controllare bene i movimenti delle braccia, come se fossi in overdose da caffé (che nemmeno bevo...)

Ma c'è un colpo di scena. Da questa primavera, con il clima più caldo, la situazione è abastanza migliorata (prima volta in 5 anni). Ora mi lavo solo a fine giornata, le vampate sono drasticamente diminuite per non dire quasi scomparse, ma presento ancora tutti gli altri sintomi, tranne la pelle che punge (causata dal calore che provavo).

Chissà il prossimo inverno...

Nell'ultimo anno, ho fatto un'ecografia alla tiroide, una RM a cranio e ipofisi (ma senza mezzo di contrasto), eco addome (specie per le surrenali). Più gli esami degli ormoni tiroidei - TSH, FT3, FT4... tutto regolare.

Mi hanno dunque reputato un soggetto ansioso. In effetti, ho avuto per molti anni una difficile situazione a livello familiare.

Tuttavia: mi hanno dato del delorazepam da 0,5mg. Dosi: mezza pasticca x 3 volte al giorno. Risultato? Sono riuscito a prenderlo per meno di una settimana. Una notte ho sperimentato una specie di crisi nervosa, contorcendomi come un indemoniato. Questo a causa degli effetti collaterali che non sono riuscito a tollerare: spossatezza, sonno, visione sfocata e doppia, andamento barcollante mi hanno fatto leggermente dare di matto. Dato che trovo un controsenso che un ansiolitico faccia degenerare così corpo e mente, l'ho lasciato perdere in tronco, ritrovando immediatamente lucidità e vigore (eventi di pochissimi giorni fa).

Tuttavia, rimango perplesso: possibile che un po' di ansiolitico mi faccia un effetto così controproducente?

E poi: dev'essere per forza un problema ansioso? E se fosse, che alternative avrei agli psicofarmaci?



[#1]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Una patologia di tipo ansioso non può essere trattata con i soli ansiolitici per tempi prolungati.

Gli effetti che ha lamentato sono frutto di una sua suggestione.

https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/

[#2]
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Sinceramente, io più che di suggestione parlerei di semplice sconforto. Credo di essermi abbattuto e al tempo stesso arrabbiato per gli effetti collaterali (comuni, a quanto ne so). Riconosco di non aver subito effetti così eclatanti, anzi mi rimprovero di non aver tenuto maggiormente duro almeno per vedere con il tempo come avrei reagito.
Il fatto è anche un altro: come scritto nel mio post precedente, sono migliorato abbastanza con la fine dell'inverno (infatti ho sviluppato gradualmente grandi problemi con il freddo). Ma la cosa strana, e scusi se sono un po' monotono, è che miglioramenti così prolungati non li avevo mai sperimentati. Quindi, la mia reazione avversa all'ansiolitico potrebbe essere stata dovuta alla frustrazione di perdere il discreto stato di benessere che attualmente mi caratterizza (sia chiaro, benessere relativo). Va detto poi che ero stato redarguito a dovere e soprattutto, mi era stato detto che eventuali effetti collaterali - spossatezza sopratutto - se insorti, si sarebbero poi verosimilmente attenuati o scomparsi. Si capisce che forse non avrei dovuto mollare così presto, ma proprio non ce l'ho fatta. Lì per lì mi è sembrato di andare contronatura.

Lei dice che "una patologia di tipo ansioso non può essere trattata con i soli ansiolitici per tempi prolungati". Infatti questo ansiolitico che ho preso - anzi, che avrei dovuto prendere! - sarebbe stato solo un primo passo. Mi è stato fatto capire che avrei dovuto prendere un mix di ansiolitici e antidepressivi (ignoro per quanto, dato che non mi è stato detto nulla a riguardo).
Finendola qui, andrò da chi mi ha in cura, parlerò di quanto mi è successo e cercherò di elaborare una nuova soluzione. Ma l'eventualità di prendere psicofarmaci, devo dire che non mi esalta tantissimo...
[#3]
Dr. Francesco Saverio Ruggiero Psichiatra, Psicoterapeuta 42.4k 1k
Se la fanno stare bene non c'è motivo di non utilizzarli.

Il problema è che iniziare trattamenti efficaci è il primo passo e più importante, diversamente si tende a procrastinare il trattamento efficace per disturbi ansiosi.
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