Trattamento insonnia

Buongiorno
sono un ragazzo di 23 anni e da ormai due anni soffro di insonnia. Inizialmente (i primi 5-6 mesi) gli episodi di insonnia erano occasionali (una volta ogni 10 giorni circa) e consistevano nel non riuscire ad addormentarmi e quindi restare sveglio tutta la notte. Le volte che invece mi addormentavo, riuscivo a dormire in modo soddisfacente senza risvegli notturni.
Successivamente la caratterizzazione di questo disturbo è mutata: ultimamente (ultimi 6 mesi diciamo) gli episodi di insonnia consistono in un tempo di addormentamento di circa un'ora in media e in risvegli notturni. Diciamo che adesso non mi capita più di restare sveglio tutta la notte ma non mi capita nemmeno più di dormire in modo "normale": ogni notte mi addormento (a volte in meno tempo altre in più tempo) e dopo due-tre ore mi risveglio per poi riaddormentarmi dopo un pò di tempo. Raramente riesco a dormire più di 5 ore e percepisco il mio sonno come poco ristoratore e talvolta agitato. Durante il giorno avverto sonnolenza, difficoltà di concentrazione e stanchezza.
Sono stato da due neurologi presso due centri di medicina del sonno. Il primo mi ha consigliato una terapia cognitivo comportamentale e sconsigliato fortemente una terapia farmacologica. Il secondo, al contrario, mi ha consigliato di iniziare subito una terapia farmacologica e di assumere per tre mesi Xanax RP 0,50.
Premettendo che non ho mai assunto farmaci prima d'ora e che non credo che la mia insonnia sia legata a problemi di depressione o simili (a parte una leggera ansia dovuta al fatto di non riuscire a dormire in modo adeguato e al fatto che questo mi porta difficoltà nello studio; ma più che ansia la definirei frustrazione e comunque non di grave entità) volevo chiedere quale è la terapia che generalmente viene utilizzata in questi casi. Cosa indica la letteratura scientifica?
Ho letto, anche su questo sito, che le benzodiazepine non sono indicate nel trattamento dell'insonnia cronica e che sono un rimedio temporaneo e non hanno un effetto curativo a lungo termine: è così? E, per quanto riguarda la terapia cognitivo-comportamentale, si adatta al mio caso? Avendo avuto due pareri discordanti e opposti, sono incerto su quale terapia seguire e, non essendo esperto nel campo, non ho molti elementi sui quali effettuare una scelta. Ogni tipo di suggerimento è ben accetto, vi ringrazio per l'attenzione.
Cordiali saluti
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Le due prescrizioni non sono antitetiche ma complementari.
Dal momento che il problema del sonno è diventato importante per lei, ci pensa spesso, ha effettuato due visite in due diversi centri del sonno ecc, direi che la terapia cognitivo comportamentale sarebbe di sicuro indicata. Però questo non è in contraddizione con l'assunzione di Xanax a rilascio prolungato per un periodo di tempo magari più breve di quello indicato, per evitare fenomeni di tolleranza (cioè che il farmaco abbia meno effetto se assunto per periodi prolungati).
Poi aiuta andare a letto sempre più o meno alla stessa ora, non mangiare troppo, non fare sport a ridosso del periodo di sonno, assumere poco caffè e limitare il sonnellino pomeridiano, che non è vietato, anzi può essere utile, ma non deve superare la mezz'ora.

Franca Scapellato

[#2]
Utente
Utente
Capisco che le due prescrizioni possono non essere antitetiche ma quello che mi ha sorpreso è il diverso giudizio sull'uso di benzodiazepine. Uno dei due medici lo riteneva del tutto inutile, l'altro lo ha prescritto quindi non sapevo quale parere seguire
A suo giudizio lo Xanax ha solo un effetto temporaneo (aiuta a dormire quando lo si prende) o può avere anche effetti curativi a lungo termine?

La ringrazio vivamente per l'attenzione
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Lo xanax è un sintomatico, aiuta a dormire ma soprattutto dà un po' di tranquillità di non perdere delle notti quando ancora la psicoterapia è all'inizio. E' consigliabile utilizzarlo per non più di 2-3 settimane.
Probabilmente il neurologo contrario alle benzodiazepine non si è spiegato chiaramente: non sono inutili, anzi sono talmente efficaci che il rischio è di creare una dipendenza, per quello vanno usate sotto stretto controllo medico e per periodi brevi.
Concordo con lei che tra "niente farmaci" e 3 mesi di fila di cura c'è una bella differenza. La medicina non è una scienza esatta e per alcuni disturbi non ci sono protocolli fissi, ognuno segue la propria esperienza.
[#4]
Utente
Utente
Il neurologo contrario alla benzodiazepine sosteneva che sono efficaci quando vengono assunte ma non hanno effetti curativi a lungo termine, ovvero una volta terminata la cura la situazione torna come prima. Grazie comunque per il suo parere.
Un'ultima domanda: gli effetti collaterali dello Xanax a rilascio prolungato sono rilevanti? Mi riferisco soprattutto alla sonnolenza diurna; avendo degli esami a breve e avendo quindi necessità di studiare non vorrei che mi portasse problemi di difficoltà di concentrazione
La ringrazio molto per la disponibilità.
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Dr.ssa Franca Scapellato Psichiatra, Psicoterapeuta 4.1k 202
Se la dose è quella giusta per lei (e si può sapere solo assumendo il farmaco) riposerà meglio e quindi non avvertirà la sonnolenza che ha ora perché dorme male. Se avvertisse troppa sonnolenza (ma è poco probabile) può segnalarla allo specialista che ha fatto la prescrizione.
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