Sindrome delirante
Gent. mi Dottori,
esattamente due anni fa, mi è stata diagnosticata una sindrome delirante, da cui sono rinsavita grazie ad una cura farmacologica iniziale di Risperdal (2mg) e Olanzapina (10mg). Contemporaneamente alla cura sono sprofondata in una profonda crisi depressiva (probabilmente la depressione era già presente) e il medico me l’ha cambiata, eliminando l’Olanzapina e aggiungendomi Fluoxetina (40mg). Attualmente, e costantemente da due anni, prendo 1mg di Risperdal e 40mg di Fluoxetina al giorno e seguo una terapia psicologica. Tuttavia, la psichiatra del CIM presso la quale sono in cura, non vuole che diminuisca le dosi. Io credo di stare bene, e a tal proposito volevo cercare di fare a meno dei farmaci, anche perché sono ingrassata di 10 kg e non mi riconosco più, anche caratterialmente (sono meno sensibile ed emotiva). Ma la mia domanda è: sono da considerarmi ancora “malata” nonostante abbia preso coscienza dei miei deliri? Cioè, l’accezione del termine “sindrome delirante” è sempre “cronica”? Facendo a meno dei farmaci, posso sprofondare nuovamente in quell’incubo? Inoltre, dato che soffro anche di una trombocitemia essenziale, mi è stata concessa un’invalidità civile del 100%, e sarò nuovamente chiamata a visita a febbraio dell’anno prossimo. Pensate che me la confermeranno? Vi ringrazio anticipatamente.
esattamente due anni fa, mi è stata diagnosticata una sindrome delirante, da cui sono rinsavita grazie ad una cura farmacologica iniziale di Risperdal (2mg) e Olanzapina (10mg). Contemporaneamente alla cura sono sprofondata in una profonda crisi depressiva (probabilmente la depressione era già presente) e il medico me l’ha cambiata, eliminando l’Olanzapina e aggiungendomi Fluoxetina (40mg). Attualmente, e costantemente da due anni, prendo 1mg di Risperdal e 40mg di Fluoxetina al giorno e seguo una terapia psicologica. Tuttavia, la psichiatra del CIM presso la quale sono in cura, non vuole che diminuisca le dosi. Io credo di stare bene, e a tal proposito volevo cercare di fare a meno dei farmaci, anche perché sono ingrassata di 10 kg e non mi riconosco più, anche caratterialmente (sono meno sensibile ed emotiva). Ma la mia domanda è: sono da considerarmi ancora “malata” nonostante abbia preso coscienza dei miei deliri? Cioè, l’accezione del termine “sindrome delirante” è sempre “cronica”? Facendo a meno dei farmaci, posso sprofondare nuovamente in quell’incubo? Inoltre, dato che soffro anche di una trombocitemia essenziale, mi è stata concessa un’invalidità civile del 100%, e sarò nuovamente chiamata a visita a febbraio dell’anno prossimo. Pensate che me la confermeranno? Vi ringrazio anticipatamente.
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La presenza di un disturbo di tipo delirante può portare a delle remissioni sintomatologiche totali qualora tale condizione sia valutabile come episodio delirante.
E' probabile che la sua psichiatra abbia considerato nel suo caso l'impossibilità alla sospensione, sebbene è da chiarire che i dosaggi di antipsicotico potrebbero non essere sufficienti per la scomparsa di eventuali sintomi deliranti presenti.
Per l'invalidità deve guardare sul verbale le patologie che sono state inserite.
E' probabile che la sua psichiatra abbia considerato nel suo caso l'impossibilità alla sospensione, sebbene è da chiarire che i dosaggi di antipsicotico potrebbero non essere sufficienti per la scomparsa di eventuali sintomi deliranti presenti.
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Utente
La ringrazio della risposta Dottore. Dimenticavo di scrivere che ho quasi 42 anni. Attualmente non ho sintomi deliranti e proprio per questo vorrei fare a meno dei farmaci. La diagnosi dello psichiatra che mi ha avuto in cura è stata di sindrome delirante (senza la definizione "cronica") e non so se è da considerare solo un episodio, in quanto ha avuto un esordio insidioso per poi maturare nell'arco di diversi mesi in un tipo di delirio misto, tra il persecutorio, l'erotomanico e di grandezza (ero anche convinta di avere dei poteri soprannaturali) e avevo idea di suicidarmi in seguito a tutte le mie convinzioni . La mia domanda è, come si fa a fare una diagnosi precisa? Come faccio a sapere se si è trattato di un solo episodio o se rischio, anche a distanza di due anni, una ricaduta? Può, un dosaggio minimo di Risperidone, ovviare a questo o posso farne benissimo a meno?
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Utente
Gent.li Dottori, ultimamente ho eseguito un test sulla personalità su richiesta del mio medico curante e, dopo quasi due anni di terapia, non sembro essere molto migliorata. Tendenzialmente sono depressa, diffidente, ho bassa autostima con un equilibrio emotivo alquanto compromesso e tendenze alla fantasticheria autistica. Ultimamente poi, mi stanno succedendo cose strane, coincidenze e fenomeni che mi stanno allarmando particolarmente e ai quali cerco di non prestare molta attenzione per non ricadere nel vortice dei deliri. Tutto ciò, è preoccupante? La psichiatra sostiene di dovermi aumentare la dose di risperdal nel caso questi pensieri dovessero ossessionarmi ulteriormente, ma io sento di tenerli sotto controllo e mi sento molto meglio rispetto a aue anni fa, sono socievole e abbastanza attiva... è possibile una ricaduta a distanza di due anni e con terapia? Le ricordo che attualmente prendo al giorno 1mg di Risperdal e Fluoxetina (da20mg per due volte al dì). Secondo lei la malattia è cronica?
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 4.9k visite dal 15/06/2015.
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