Psicosi/schizofrenia

Gentile Dottore,
mi rivolgo a Lei in merito ad una situazione che da critica sta diventando potenzialmente rischiosa. Tra i vicini di casa dei miei nonni, vi è una famiglia pericolosamente disfunzionale: madre con problemi di alcolismo e mania religiosa, padre con idee deliranti circa un presunto malocchio a lui rivolto dal vicinato e un figlio di ormai 22 anni, che purtroppo temo non sia mai stato aiutato adeguatamente. Le scrivo proprio in merito a quest'ultimo: fin da bambino ha mostrato segni di trascuratezza (tra cui scarsa igiene) e ritiro sociale (per anni, tornato da scuola, si chiudeva in casa e, se usciva, lo faceva solo di notte). Bisogna ammettere che l'omertà del vicinato è, col senno di poi, ingiustificabile; tuttavia la situazione ora è degenerata: da quando ha terminato le scuole superiori, circa 2 anni fa, il ragazzo non ha alcun tipo di relazione interpersonale, se non con i membri più stretti della famiglia, e da qualche tempo ha crisi che oserei definire psicotiche, durante le quali inveisce contro il vicinato, di giorno e di notte, sia urlando dalle finestre di casa, che recandosi direttamente davanti al cancello dei vicini. Rivolge offese pesanti, non risparmiando riferimenti sessuali, sostiene che tutta la via parli male di lui e della sua famiglia e, quando questa fase più acuta cessa, rimane nel giardino di casa parlando tra sè e sè.
Mi rendo conto che il soggetto ha 22 anni e quindi ormai non si possa pensare ad un allontanemento o ad altri provvedimenti che, probabilmente, in passato si sarebbero rivelati fondamentali; Le chiedo però se secondo Lei si può fare qualcosa per questo ragazzo e in che modalità.
Grazie per la Sua attenzione.
Distinti saluti.
Vittoria