Disturbo da panico irrisolvibile
Buongiorno Cari Dottori, Vi espongo il mio problema piu grande nella speranza di qualche consiglio su quale strada intraprendere. Io sono un ragazzo di 28 anni, sono sempre stato un soggetto nervoso e ansioso, in età adolescenziale ero un pò ipocondriaco. All'età di 21 anni iniziai ad avere strani sintomi che nel tempo dopo varie visite vennero identificati come crisi semplici di una forma di epilessia parziale. Così da allora sono in cura con il keppra a dosaggio 3000 mg al giorno. Le mie crisi sono quasi del tutto scomparse. Purtroppo però verso i 24 anni iniziai a sviluppare una sorta di paura di "essere visto " dagli altrio nello stare male, poichè ebbi alcuni episodi di malore riconducibili a cali di pressione in pubblico cosicchè ebbi il terrore di svenire in pubblico e da li iniziai ad avere vee e proprie crisi di ansia ogni volta che andavo in un posto o situazione dalla quale non potevo andarmene senza dover "dare spaeetacolo" nel caso si fosse presentato un attacco di panico. Anche perchè durante la lunga diagnosi di epilessia in passato ebbi il mio primo vero attacco di panico a casa e durò 10 minuti di paura e malore e poi in pronto soccorso ancora tremori e scosse che mi facevano pensare che gli attacchi di panico non finissero mai se non con un farmaco sedativo. Tre anni fa andai da uno psichiatra in quale fece strane congetture senza capire la causa di tutta questa ansia. Poi un altro psichiatra che mi seguì per anni mi diede il dropaxin e xanax 0,5 rp al mattino. Migliorai ma cambiai dropaxn con protiaden perchè avevo troppi effetti colllatali e in piu diventai insonne. Ora prendo il protiaden e lo xanax rp alla mattina ormai da 2/3 anni ma l'ansia è ancora tanta. Infatti da due anni faccio psicoterapia congitivo comportamentale ma non è servita a molto per ora perchè io ho due problemi: 1)la paura di avere ansia visibile cioè panico di fronte ad altri e quindi essere visto e giudicato e non avere la possibilità di fare nulla vista la condizione fisica che impone un attacco di panico. 2) la paura dell'attacco di panico stesso che effettivamente è molto brutto come evento fisicamente parlando ed infatti spesso ho ansia anche in casa magari scatenata da qualche reazione fisica (ad esempio facendo palestra mi manca aria dopo uno sforzo ed ecco che parte il panico). Altre volte senza motivo apparente sono in casa ma teso come una corda di violino. Tre mesi fa ho dimezzato il protiaden per vedere come andava, ora infatti prendo mezza compressa da 75, ma dormo peggio e ho piu ansia. Inoltre credo che lo xanax rp ormai non serva piu dopo anni. In altre parole ora sono costretto al bisogno ogni volte che vado da qualche parte a prendere xanax normale 0,50 o anche 0,75. Altrimenti senza di questo ho attacchi di panico. Non so cosa fare per uscire da questo e ci tengo che NON VOGLIO PRENDERE FARMACI A VITA visto che sono cosi giovane. Quindi vorrei qualche consiglio: cosa devo fare? cambiare farmaco? fare altra psicoterapia? O cosa altro?
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In tre anni ha fatto oltre ventisei domande, alcune molto simili tra loro.
Se un problema è irrisolvibile, perché pensa che la rete lo possa risolvere?
Ha bisogno di sfogare la sua frustrazione per l'inefficacia dei farmaci e per il loro bisogno a vita?
Bene... lo faccia dal vivo durante una psicoterapia.
Parlare della sua vita reale invece che delle sue terapie e dei suoi sintomi e preoccuparsi della sua vita reale (amicizie, studio, lavoro, hobby, divertimenti, sport...) invece che solamente del suo mondo interiore?
Rispondere che sta troppo male per farlo... è sbagliato... FARLO nonostante le sue difficoltà è terapeutico.
Se un problema è irrisolvibile, perché pensa che la rete lo possa risolvere?
Ha bisogno di sfogare la sua frustrazione per l'inefficacia dei farmaci e per il loro bisogno a vita?
Bene... lo faccia dal vivo durante una psicoterapia.
Parlare della sua vita reale invece che delle sue terapie e dei suoi sintomi e preoccuparsi della sua vita reale (amicizie, studio, lavoro, hobby, divertimenti, sport...) invece che solamente del suo mondo interiore?
Rispondere che sta troppo male per farlo... è sbagliato... FARLO nonostante le sue difficoltà è terapeutico.
Dr. Manlio Converti
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Utente
Dottore, ha ragione, No, non penso che la rete lo possa risolvere, ma ho pensato nella possibilità che mi venga dato un consiglio che invece lo specialista che mi ha seguito non pensa neanche, considerando spesso le reali differenze di metodo /interpretazione degli specialisti nella stessa materia. No, non penso che i farmaci siano inefficaci, voglio solo trovare, e sperare che esista un modo per uscire da questo non dico senza usare farmaci, ma senza doverli prendere a vita poichè questo non sarebber "uscirne", ma solo essere "coperti"dal farmaco.
Dice che devo parlare al psicoterapeuta della mia vita reale? Va bene, lo farò. Non penso che sto troppo male per farlo, non l'ho mai detto. Solo, pensa che questo possa essere terapeutico per il disturbo d'ansia? Parlare della mia vita potrebbe farmi uscire dal panico? In altre parole non la psicoterapia congitivo comportamentale, ma quella classica mi possa aiutare?
Dice che devo parlare al psicoterapeuta della mia vita reale? Va bene, lo farò. Non penso che sto troppo male per farlo, non l'ho mai detto. Solo, pensa che questo possa essere terapeutico per il disturbo d'ansia? Parlare della mia vita potrebbe farmi uscire dal panico? In altre parole non la psicoterapia congitivo comportamentale, ma quella classica mi possa aiutare?
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Il suo metodo produce due effetti:
sfiducia nel suo medico e confusione in lei...
Capisco il suo bisogno di trovare una via d'uscita, ma che questa esista o meno non la troverà sfiduciando il medico o aumentando la sua confusione.
La psicoterapia è di sostegno appunto per trovare conforto e risposte al proprio disagio, non è la via d'uscita, ma aiuta ad accettare la condizione attuale ed a migliorare la vita reale, tollerando meglio i propri problemi, invece di mettere questi al centro ossessivo di tutto.
sfiducia nel suo medico e confusione in lei...
Capisco il suo bisogno di trovare una via d'uscita, ma che questa esista o meno non la troverà sfiduciando il medico o aumentando la sua confusione.
La psicoterapia è di sostegno appunto per trovare conforto e risposte al proprio disagio, non è la via d'uscita, ma aiuta ad accettare la condizione attuale ed a migliorare la vita reale, tollerando meglio i propri problemi, invece di mettere questi al centro ossessivo di tutto.
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Utente
Si Dottore capisco cosa intende. Il fatto è che la storia è un Po più complessa e ovviamente è difficile spiegare ad uno psichiatra che mi segue la storia della mia vita anche perché quest'ultimo non è anche psicoterapeuta,il mio psicologo è un altro e stesso hanno avuto idee diverse sul mio caso. Inoltre non lavorano insieme. Il fatto è che,riassumendo,io non sono contento della mia vita perché non ho ancora trovato la mia strada e la cosa strana è che non capisco neanche io quale sia,forse è una alla quale non ho ancora neppure pensato. Però mi rendo conto ora che il mio disturbo d'ansia mi sta rovinando la vita sia quotidiana sia il futuro. Nel senso che se avevo o avrei anche dei progetti da provare a portare a termine,come l iscrizione al università ad esempio, ora non riuscirei a farlo perché sono talmente ansioso che avrei panico al primo esame proprio per l agoràfobia. Quindi mi sembra di vedere la vita scorrere velocemente e senza accorgermene ho già quasi 28 anni e non ho fatto niente. La cosa assurda è che io sarei un soggetto con varie doti,ad esempio sono un musicista,un compositore,un atleta, potrei ad esempio fare il modello(non lo dico io ma gli altri),ho un qi molto alto,tant'è che anche secondo il mio psicologo potrei studiare qualsiasi cosa e ci riuscirei. Ma non sto facendo niente. Lavoro solo la mattina in catena di montaggio di una fabbrica. Ho brutti rapporti con la mia famiglia. Mia madre mi ha sempre trattato male e preferisce mio fratello e questo potrebbe essere la causa dei miei problemi di ansia ma secondo lo psicologo non si può fare niente,perché lei non cambierà mai con me e devo solo accettarlo e capire che è lei che sbaglia e non sono io fatto male.
Ho sempre creduto che trovando la causa di un problema si trovasse la soluzione. Qui però non so se sia così e non se quale sia la causa,sempre che ci sia. Vorrei solo sapere se un modo per tornare a fare tutto come anni fa senza ansia esiste. Ma è difficile capirlo. Mi è rimasta poca voglia di lottare, poca energia, ma voglio ancora farlo. Mi basta sapere quale sia la vera sfida.
Ho sempre creduto che trovando la causa di un problema si trovasse la soluzione. Qui però non so se sia così e non se quale sia la causa,sempre che ci sia. Vorrei solo sapere se un modo per tornare a fare tutto come anni fa senza ansia esiste. Ma è difficile capirlo. Mi è rimasta poca voglia di lottare, poca energia, ma voglio ancora farlo. Mi basta sapere quale sia la vera sfida.
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Lo scopo di questo gioco è che lei cambi stile di vita e faccia la vita migliore che lei pensa di fare... lamentandosi come tutti senza riferire ogni lamentela a cause psichiatriche.
D'altra parte le cause e gli effetti inerenti la psichiatria in sè, a parte che non li conosciamo, ma non l'aiuterebbero a molto, al massimo serviranno per avere un premio Nobel...
D'altra parte le cause e gli effetti inerenti la psichiatria in sè, a parte che non li conosciamo, ma non l'aiuterebbero a molto, al massimo serviranno per avere un premio Nobel...
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Utente
Dottore non credo di seguirla...dice che io reputo ogni problema della mia vita come una conseguenza di qualcosa mentale o comunque psichiatrico?...non dico questo,parlo proprio in ambito pragmatico:ho questa maledetta ansia che mi impedisce di svolgere le normali cose che fanno tutti. In altre parole risulto invalido in questo modo. Capisco che non si conoscono le vere cause della mente umana e come dice Lei anche se fosse non mi servirebbe a molto o al Max a prendere un premio per la scienza...ma io da profano pensavo che le cose avessero una causa,dopotutto è tipico degli psicologi il cercare(e trovare)una causa a tutto ciò che facciamo. Io di psicologi ne ho visti e sentiti e fra le mie amicizie ci sono anche tre psicologi. E conoscendoli ho notato la loro attitudine ad attribuire qualsiasi cosa della vita a qualche causa psicologica spesso dell'infanzia ecc...proprio per questo ho pensato potesse trattarsi anche del mio caso. Ad ogni modo a prescindere dalla causa sempre che ci sia,a me interessa solo non avere più panico ed essere libero di andare in un negozio o al supermercato come tutte le persone normali. Non penso di chiedere tanto. Non mi sto piangendo addosso ma sono stanco di non riuscire a uscirne almeno un Po. Ecco il perché del mio stare in rete,anche se non sarà la strada più corretta.G
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 2.6k visite dal 03/06/2015.
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