Angoscia in gravidanza, effetti su nascituro
Mia moglie ha trent’anni ed è al settimo mese di gravidanza (termine previsto 18 novembre). Voleva chiedere il seguente consulto a un neuropsichiatra infantile:
"Volevo esporre la mia situazione, in quanto sono terrorizzata da quanto letto su alcuni siti web, ossia che la situazione psicologica della madre possa influire sullo sviluppo mentale del bambino. Mi rivolgo a Voi in quanto le persone a cui ho chiesto fino ad ora mi sembravano molto poco interessate a sentire la mia storia e mi davano risposte affrettate e stereotipate.
La mia è stata una gravidanza a lungo cercata a causa di problemi di fertilità di mio marito, per i quali ci avevano dato poche speranze di un concepimento naturale e ci avevano consigliato la fecondazione assistita. A marzo 2008, dopo varicocele e cure farmacologiche di mio marito, miracolosamente sono rimasta in cinta naturalmente. Nonostante la grande gioia del concepimento, ho vissuto la gravidanza in uno stato perenne di angoscia per varie ragioni più o meno fondate. Le principali sono state la paura che il collo dell’utero non tenesse, timori per un polipo riscontrato in un’ecografia, fobie di prendere varie malattie pericolose per il bimbo (toxoplasmosi, citomegalovirus, listeriosi…), paura che avesse malformazioni o fosse down, timori per la salute di mia madre (le hanno scoperto un cancro alla tiroide in un controllo quasi casuale a giugno, poi è stata operata a luglio e sottoposta a iodio radioattivo, fonte di ulteriori timori per il feto….). L’ansia e l’angoscia, seppur non sempre per la stessa causa, sono state compagne della mia gravidanza. In alcuni giorni ci ho convissuto bene, altri sono passati tra crisi di pianto e paura che il bambino fosse ormai compromesso.
Ora che buona parte di queste paure e timori sono superate, in quanto sia io che il bambino fisicamente stiamo bene, ho paura che il mio atteggiamento possa causare ansia o disturbi comportamentali o addirittura psicosi nel bambino.
Volevo sapere se questo è possibile, oppure no, e in quale misura”.
"Volevo esporre la mia situazione, in quanto sono terrorizzata da quanto letto su alcuni siti web, ossia che la situazione psicologica della madre possa influire sullo sviluppo mentale del bambino. Mi rivolgo a Voi in quanto le persone a cui ho chiesto fino ad ora mi sembravano molto poco interessate a sentire la mia storia e mi davano risposte affrettate e stereotipate.
La mia è stata una gravidanza a lungo cercata a causa di problemi di fertilità di mio marito, per i quali ci avevano dato poche speranze di un concepimento naturale e ci avevano consigliato la fecondazione assistita. A marzo 2008, dopo varicocele e cure farmacologiche di mio marito, miracolosamente sono rimasta in cinta naturalmente. Nonostante la grande gioia del concepimento, ho vissuto la gravidanza in uno stato perenne di angoscia per varie ragioni più o meno fondate. Le principali sono state la paura che il collo dell’utero non tenesse, timori per un polipo riscontrato in un’ecografia, fobie di prendere varie malattie pericolose per il bimbo (toxoplasmosi, citomegalovirus, listeriosi…), paura che avesse malformazioni o fosse down, timori per la salute di mia madre (le hanno scoperto un cancro alla tiroide in un controllo quasi casuale a giugno, poi è stata operata a luglio e sottoposta a iodio radioattivo, fonte di ulteriori timori per il feto….). L’ansia e l’angoscia, seppur non sempre per la stessa causa, sono state compagne della mia gravidanza. In alcuni giorni ci ho convissuto bene, altri sono passati tra crisi di pianto e paura che il bambino fosse ormai compromesso.
Ora che buona parte di queste paure e timori sono superate, in quanto sia io che il bambino fisicamente stiamo bene, ho paura che il mio atteggiamento possa causare ansia o disturbi comportamentali o addirittura psicosi nel bambino.
Volevo sapere se questo è possibile, oppure no, e in quale misura”.
[#1]
Gentile signora,
innanzitutto le faccio le mie felicitazioni per il lieto evento che vi cambierà la vita. Per quanto riguarda i suoi timori credo di poterle consigliare di non preoccuparsi eccessivamente di tutto quello che può avere conseguenze sul bambino. Lei non è la prima mamma del mondo e non sarà l'ultima. Tutti i genitori attraversano un primo periodo in cui sono preoccupati per tutto e di tutto (l'ho sperimentato anch'io sulla mia pelle). Poi con il passare dei primi mesi le cose ci appaiono diverse, più semplici e naturali di quanto non siano sembrate fino ad allora. Non fatevi trascinare nel vortice delle preoccupazioni inutili e godetevi questo piccolo ciclone che vi metterà la vita sottosopra (e ne sarete felici). Nel caso poi che l'ansia, la preoccupazione, l'angoscia dovessero perdurare o diventare ingestibili, allora non esitate a chiedere l'aiuto di uno specialista, più opportunamente in neuropsichiatria infantile (ma anche il pediatra di fiducia saprà darvi ottimi consigli) in modo da evitare che determinati comportamenti o atteggiamenti possano danneggiare voi e influenzare il nascituro.
In bocca al lupo
innanzitutto le faccio le mie felicitazioni per il lieto evento che vi cambierà la vita. Per quanto riguarda i suoi timori credo di poterle consigliare di non preoccuparsi eccessivamente di tutto quello che può avere conseguenze sul bambino. Lei non è la prima mamma del mondo e non sarà l'ultima. Tutti i genitori attraversano un primo periodo in cui sono preoccupati per tutto e di tutto (l'ho sperimentato anch'io sulla mia pelle). Poi con il passare dei primi mesi le cose ci appaiono diverse, più semplici e naturali di quanto non siano sembrate fino ad allora. Non fatevi trascinare nel vortice delle preoccupazioni inutili e godetevi questo piccolo ciclone che vi metterà la vita sottosopra (e ne sarete felici). Nel caso poi che l'ansia, la preoccupazione, l'angoscia dovessero perdurare o diventare ingestibili, allora non esitate a chiedere l'aiuto di uno specialista, più opportunamente in neuropsichiatria infantile (ma anche il pediatra di fiducia saprà darvi ottimi consigli) in modo da evitare che determinati comportamenti o atteggiamenti possano danneggiare voi e influenzare il nascituro.
In bocca al lupo
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
[#2]
Aggiungo la mia risposta solo in quanto la richiesta era di un consulto di neuropsichiatria infantile, per dire che concordo pienamente con quello che ha scritto qui sopra il dr Martiadis. Aver paura è assolutamente legittimo e normale, importante è non farsi sopraffare dalla paure. Un proverbio toscano dice "Meglio aver paura che buscarle". In bocca al lupo (sperando che sia vegetariano, come ha detto una giovane studentessa prima degli esaami...)
Dr. Gianmaria Benedetti
http://neuropsic.altervista.org/drupal/
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 8.9k visite dal 17/09/2008.
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