Terrore di essere un ripiego
Gentili Dottori,
ho quasi 34 anni,lavoro a costo di molti sacrifici, vivo lontano dalla mia famiglia, ma mi caratterizza, purtroppo, una mentalità per molti aspetti ancora piuttosto adolescenziale ed a tratti infantile.
Da tre anni sono insieme ad un uomo di 38 anni, con il quale convivo, anche se in maniera molto instabile.
Sono rimasta come ipnotizzata da questa persona, per la quale provo un misto di tenerezza e dipendenza affettiva, un amore smisurato a volte, un odio profondo altre: a lui, nel bene e nel male, sono dedicate le intere mie giornate.
Quest'odio nasce da una forte gelosia (invidia?) nei confronti della sua ex, con cui ha vissuto tutti gli anni della giovinezza ( dai 20 ai 35 anni), giovinezza che a causa dei problemi economici e della forte repressività della mia famiglia, io ho vissuto semi-rinchiusa nella mia stanza di un paese del sud.
Quando ci siamo messi insieme (a quasi un anno da un colpo di fulmine reciproco)lui era ancora con la sua ex, alle prese con un fortissimo esaurimento nervoso.
Dopo aver indagato sul suo precedente rapporto, rassicurata dal fatto che, a detta sua, non era mai stato, almeno da parte del mio ragazzo, un grande amore, ma quasi un vedersi inglobato in una situazione decisa da altri, un'abitudine ed un affezionarsi ad una persona che a lui teneva tanto, mi sono buttata anima e corpo in quello che credevo essere la materializzazione del mio sogno unico e grande: quello di condividere la mia vita con la mia anima gemella.
Mi dispiaceva che un'altra dovesse perdere quello che io consideravo (e considero ancora, in fondo) un essere perfetto e speciale, ma, visto che lui era convinto, che era una sua scelta, ho messo da parte i sensi di colpa.
Tuttavia in seguito, dopo qualche settimana appena, ho iniziato a notare quelli che - per me almeno- erano segni di un dolore per la perdita della persona amata, di quella che in realtà considerava l'unica e sola donna della sua vita.
Una volta mi ha chiamta con il suo nomignolo mentre eravamo a letto...
Altre volte si è rabbuiato guardando un film...
Potrei descrivere altri mille di questi episodi, poi finiti in scenate, urla, pianti incontrollabili, per ore se non per giorni.
In tutto questo io mi aspetterei delle parole di consolazione da parte sua. Ma il risultato è che lui si arrabbia moltissimo. In rarissime occasioni è venuto alle mani. Dice che è una paranoia assurda e che non ha fondamenti reali.
Mi dice che sono sadica, perché mi ha spiegato tante volte che il passato è passato, che non si fanno i paragoni tra persone diverse appartenenti a tempi diversi, che non può dirmi che sono la donna che ha amato ed amerà di più perché si amano persone diverse in modi diversi e in più io non gli do nulla, e quindi non sono al di sopra di nessun'altra.
Ma io ho paura. Paura che lui pensi a lei, che non sarà mai completamente mio.
Che io possa essere per lui solo un ripiego.
Soffro di fortissimi attacchi di panico, appena vedo una foto, un vecchio "residuo" di lei dimenticato in qualche angolo della casa.
Ho provato a chiedergli di trasferirci altrove, ma non vuole: dice che per le mie fobie non ha alcuna fiducia in me, e che finché durano non faremo mai progetti insieme.
Ma più lui mi tratta così, più io mi sento debole e insicura, indegna del suo amore e sola al mondo.
Questa storia mi paralizza da tre anni e qualche volta ho pensato (anche se mai avuto il coraggio di mettere in pratica) al suicidio...
La cosa più grave è che non riesco a capire se le mie paure siano fondate. Lui dice che mi ama, altrimenti non sopporterebbe un litigio al giorno...
Grazie per il vostro aiuto
M.
ho quasi 34 anni,lavoro a costo di molti sacrifici, vivo lontano dalla mia famiglia, ma mi caratterizza, purtroppo, una mentalità per molti aspetti ancora piuttosto adolescenziale ed a tratti infantile.
Da tre anni sono insieme ad un uomo di 38 anni, con il quale convivo, anche se in maniera molto instabile.
Sono rimasta come ipnotizzata da questa persona, per la quale provo un misto di tenerezza e dipendenza affettiva, un amore smisurato a volte, un odio profondo altre: a lui, nel bene e nel male, sono dedicate le intere mie giornate.
Quest'odio nasce da una forte gelosia (invidia?) nei confronti della sua ex, con cui ha vissuto tutti gli anni della giovinezza ( dai 20 ai 35 anni), giovinezza che a causa dei problemi economici e della forte repressività della mia famiglia, io ho vissuto semi-rinchiusa nella mia stanza di un paese del sud.
Quando ci siamo messi insieme (a quasi un anno da un colpo di fulmine reciproco)lui era ancora con la sua ex, alle prese con un fortissimo esaurimento nervoso.
Dopo aver indagato sul suo precedente rapporto, rassicurata dal fatto che, a detta sua, non era mai stato, almeno da parte del mio ragazzo, un grande amore, ma quasi un vedersi inglobato in una situazione decisa da altri, un'abitudine ed un affezionarsi ad una persona che a lui teneva tanto, mi sono buttata anima e corpo in quello che credevo essere la materializzazione del mio sogno unico e grande: quello di condividere la mia vita con la mia anima gemella.
Mi dispiaceva che un'altra dovesse perdere quello che io consideravo (e considero ancora, in fondo) un essere perfetto e speciale, ma, visto che lui era convinto, che era una sua scelta, ho messo da parte i sensi di colpa.
Tuttavia in seguito, dopo qualche settimana appena, ho iniziato a notare quelli che - per me almeno- erano segni di un dolore per la perdita della persona amata, di quella che in realtà considerava l'unica e sola donna della sua vita.
Una volta mi ha chiamta con il suo nomignolo mentre eravamo a letto...
Altre volte si è rabbuiato guardando un film...
Potrei descrivere altri mille di questi episodi, poi finiti in scenate, urla, pianti incontrollabili, per ore se non per giorni.
In tutto questo io mi aspetterei delle parole di consolazione da parte sua. Ma il risultato è che lui si arrabbia moltissimo. In rarissime occasioni è venuto alle mani. Dice che è una paranoia assurda e che non ha fondamenti reali.
Mi dice che sono sadica, perché mi ha spiegato tante volte che il passato è passato, che non si fanno i paragoni tra persone diverse appartenenti a tempi diversi, che non può dirmi che sono la donna che ha amato ed amerà di più perché si amano persone diverse in modi diversi e in più io non gli do nulla, e quindi non sono al di sopra di nessun'altra.
Ma io ho paura. Paura che lui pensi a lei, che non sarà mai completamente mio.
Che io possa essere per lui solo un ripiego.
Soffro di fortissimi attacchi di panico, appena vedo una foto, un vecchio "residuo" di lei dimenticato in qualche angolo della casa.
Ho provato a chiedergli di trasferirci altrove, ma non vuole: dice che per le mie fobie non ha alcuna fiducia in me, e che finché durano non faremo mai progetti insieme.
Ma più lui mi tratta così, più io mi sento debole e insicura, indegna del suo amore e sola al mondo.
Questa storia mi paralizza da tre anni e qualche volta ho pensato (anche se mai avuto il coraggio di mettere in pratica) al suicidio...
La cosa più grave è che non riesco a capire se le mie paure siano fondate. Lui dice che mi ama, altrimenti non sopporterebbe un litigio al giorno...
Grazie per il vostro aiuto
M.
[#1]
Gentile utente,
il luogo adatto per discutere di questi suoi dubbi e' lo studio di uno psicologo o di uno psicoterapeuta.
Puo' facilmente trovare indirizzi e recapiti sia su questo sito che con altri mezzi.
il luogo adatto per discutere di questi suoi dubbi e' lo studio di uno psicologo o di uno psicoterapeuta.
Puo' facilmente trovare indirizzi e recapiti sia su questo sito che con altri mezzi.
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Gentile utente,
comprendo la sua sofferenza e credo che lei abbia bisogno di discutere delle sue problematiche con uno specialista che le dia una mano ad affrontare le sue paure e il suo rapporto tanto travagliato, e allo stesso tempo le consigli una terapia per gestire l'ansia e risollevare l'umore che appare depresso. Le faccio il mio in bocca al lupo.
cordiali saluti
comprendo la sua sofferenza e credo che lei abbia bisogno di discutere delle sue problematiche con uno specialista che le dia una mano ad affrontare le sue paure e il suo rapporto tanto travagliato, e allo stesso tempo le consigli una terapia per gestire l'ansia e risollevare l'umore che appare depresso. Le faccio il mio in bocca al lupo.
cordiali saluti
Dott. Vassilis Martiadis
Psichiatra e Psicoterapeuta
www.psichiatranapoli.it
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 5.7k visite dal 16/09/2008.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Dipendenza affettiva
Come superare la dipendenza affettiva? Perché e come si instaura e cosa fare per superare una relazione non equilibrata che provoca sofferenza.