Esaurimento, depressione ed eredità

Buongiorno! Ho sempre vissuto una vita molto stressante e piena di responsabilità, pensavo di essere invincibile avendo sempre superato tutto e sono sempre stata considerata da tutti una persona forte e dalla mano ferma. In realtà da qualche anno ho iniziato ad implodere, fino a quando qualche mese fa, un fatto che ora riesco a vedere come banale (e che non racconterò poiché non è utile ai fini della domanda) mi ha distrutta psicologicamente. Per circa due settimane era impossibile concentrarmi su un pensiero razionale senza sentirmi male, mi sembrava di sentire un rumore di fondo continuo come se fossi dentro ad un ristorante pieno di gente (arrivando a dire a voce alta "silenzio!"), e nel frattempo è iniziato un lungo periodo di attacchi di panico giornalieri (ne ho sofferto anche in passato) una paranoia infondata e a stento controllabile (es. qualcuno legge i miei messaggi e ascolta le conversazioni al telefono,non mi posso fidare di nessuno e tutti i miei amici mi odiano ecc...) e la cosa più dolorosa, cioè sbalzi d'umore ogni due ore circa nel periodo più acuto. Durante questi ultimi sentivo la depressione che arrivava, un dolore sordo, nero e insopportabile, piangevo di nascosto e sono arrivata al punto di pensare a quanto sarebbe stata bella una morte liberatoria....poi pian piano passava, e iniziavo a ridere, cantare, fare battute e ridere, poi risentivo "il mostro" che tornava, e allora di nuovo giu. Ho superato tutto questo da sola, mi sono auto sfidata in tante piccole cose, del tipo "lascia il telefono in un'altra stana per un'ora e vedrai che non succede niente", ho iniziato a fare attività fisica e pian piano ho iniziato a sentirmi meglio. Tutto ciò però mi spaventa, perché altre cose che prima erano lievi in me hanno iniziato ad accentuarsi: amo sempre di meno stare in mezzo ad altre persone, mi devo concentrare per guardare negli occhi una persona mentre parlo, odio i contatti e ho degli attacchi d'ira per stupidaggini, per esempio se una frase mi sembra inopportuna ci rimugino per giorni, sento spesso la rabbia dentro me che sale e mi porta a fare azioni molto avventate. Quando sto in gruppo sono sempre l'anima della festa, sono sempre la più ammirata, rido e scherzo ma la verità è che starei da sola per sempre. Mi sento un mostro ipocrita. Mia mamma ha un carattere molto simile al mio, anche lei si offende per sciocchezze e rimane anche per giorni chiusa in camera a piangere....mia nonna ha lo stesso problema, è stata ricoverata molte volte, in passato le diagnosticarono un esaurimento nervoso (so che oggi il termine è obsoleto) e ho saputo che in passato ha tentato il suicidio varie volte, sempre per futili motivi (del tipo "mio marito non mi ha voluto portare in scampagnata"). Sembra che nella mia famiglia siamo un po troppo inclini all'ira, con tutto quello che ne consegue, e la cosa mi spaventa moltissimo. Voglio sapere se ho qualcosa che non va ma non so da dove iniziare, e mi vergogno molto, e vorrei dei consigli, grazie
[#1]
Dr. Manlio Converti Psichiatra, Psicoterapeuta 799 17
Detta così è una bella descrizione, di una persona capricciosa e volubile.
Questo non comporta una malattia mentale, ma è opportuno parlarne dal vivo con uno psichiatra.
Le consiglio, data la sua grande capacità di introspezione, una psicoterapia.
Valuti se soffre di Acufeni (i rumori continui nelle orecchie).

Dr. Manlio Converti

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Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Ho affrontato tutto da sola senza confidarmi con nessuno, e soffrendone anche molto dunque, sebbene non fosse intesa come un'offesa, leggere "capricciosa e volubile" non mi incoraggia certo a chiedere aiuto ad un professionista, ma aumenta solo la mia paura di essere giudicata (volubile e capricciosa appunto, una che fa perdere tempo al prossimo con i suoi capricci).

Inoltre conosco gli acufeni, e sono completamente diversi da quello che sentivo.
[#3]
Dr. Manlio Converti Psichiatra, Psicoterapeuta 799 17
io intendevo che sono note caratteriali come le descrive lei e non necessariamente una patologia psichiatrica, questo non toglie che consultarsi con un professionista (psichiatra o psicologo, dal vivo) le garantirà quella serenità che non riesce a trovare, e magari a scoprire parti di sé che non emergono da questa conversazione.
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