Depressione ricorrente?

Gentili medici,

Sono in cura da uno psichiatra da cui mi sono recato con diagnosi di disturbo bipolare e che sostanzialmente è stata confermata. Alla terapia precedente che comprendeva Abilify 30mg, Depakin 2000mg sono stati aggiunti il Litio a 750mg attualmente e Gabapentin 2700mg. Adesso un mese e mezzo fa son stato preso in cura da questo psichiatra che mi ha raccolto che ero uno straccio e lentamente mi sono ripreso. Tuttavia da un paio di settimane sono ri-iniziati nuovamente alcuni sintomi tra cui ansia libera, soprattutto al mattina (al risveglio), umore di nuovo di conseguenza bassino da una decina di giorni a questa parte. Sinceramente sono piuttosto scoraggiato da quest'ennesima ricaduta, dal momento che si verifica così a breve termine dalla precedente e soprattutto dal momento che mi era stato detto da questo nuovo psichiatra che gli antidepressivi erano stati la mia rovina e che senza avremmo potuto avere un discreto compenso senza rischiare ricadute. Adesso questo non è che si sia del tutto verificato, ma qualche segno già c'è. Mi rendo conto dell'impossibilità di far diagnosi online e non chiedo questo...ma si potrebbe pensare che sostanzialmente la diagnosi con cui vengo portato avanti da due anni e più sia sbagliata? Il confine tra depressione ricorrente e disturbo bipolare è così sfumato o invece è molto netto?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

Il ragionamento che una cura antibipolare, specie nelle forme di tipo I, se possibile si realizza senza antidepressivi, è corretto.
La questione è che le ricadute depressive, per quanto parziali, sono mal sopportate da chi soffre di questo disturbo, per cui si tende a cercare una soluzione "sulla fase". Le terapie che cercano un equilibrio si misurano ovviamente sulla prevenzione, la stabilità nel tempo, mentre le terapie sulle singole fasi sono controverse, ovvero sono anche meno conosciute come standard.

La diagnosi è bipolare, non depressione ricorrente. Sono due cose diverse. Non è che tolte le fasi maniacali rimane la depressione ricorrente: come manifestazioe sì, non come diagnosi.

Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini

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Utente
Utente
Gentile dott. Pacini,

La ringrazio per la sollecita risposta. Probabilmente Lei avrà dedotto dall'antipsicotico a dosaggio massimo il fatto che io sia bipolare di tipo I. In effetti io non ho mai capito perchè sia stato mantenuto a dosaggio così alto per così tanto tempo. E' ormai da gennaio che è a 30 mg, una decisione presa per contrastare una fase d'agitazione che solo con il depakin non si riusciva a contenere, ma episodi psicotici non ne ho mai avuti..Adesso che ci penso forse è la cosa migliore non mantenere l'antidepressivo in terapia, poichè fu proprio quello probabilmente a causare la fase d'agitazione per cui poi si è reso necessario aumentare abilify a 30mg. Adesso tuttavia la fase è rientrata, per cui questa è una cosa che non capisco...Le chiederei però se potesse essere una strategia, non potendo usufruire dell'antidepressivo, scalare l'antipsicotico, che sò nello specifico caso essere un'agonista parziale e a dosaggi più bassi avere qualche proprietà antidepressiva, me lo conferma?
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Dr. Matteo Pacini Psichiatra, Psicoterapeuta, Medico delle dipendenze 45.3k 1k
Gentile utente,

L'antipsicotico può utilizzarsi anche per un'agitazione non psicotica, su questo ci sono diverse tendenze prescrittive e non sempre un'evidenza di una superiorità di una strategia rispetto ad un'altra.

Certo, uno dei modi per facilitare una ripresa delle funzioni legate all'umore è quella di usare una dose di antipsicotico meno "frenante" una volta terminata la fase acuta.

Le proprietà antidepressive degli antipsicotici a basse dosi sembrano esistere, e questa naturalmente sarebbe la soluzione per chi cerca un miglioramento umorale senza rischio di viraggio. La cosa non è ancora ben conosciuta.
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