Riduzione dosaggio Eutimilper Attacchi di panico
Salve dott. ho 54 anni e Da circa 11 anni assumo Eutimil 1 CP die da 20 mg per DAP. In passato per ben due volte, con il mio psichiatra, ho provato a ridurre la dose ma dopo qualche mese stavo male e così ho ripreso di nuovo 1 CP intera. Lo psichiatra ora è in pensione, e pertanto le chiedo se volessi riprovare a scalare molto lentamente la dose, come fare? Con la compressa è difficile scalare, non c'è un Eutimil gocce? Inoltre, dopo 10 anni di cura è possibile pian piano liberarsi dal medicinale oppure sono cronicizzato? Saluti e grazie
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Gentile utente,
se ha una diagnosi psichiatrica (DAP) e se sta assumendo uno psicofarmaco, qualsiasi sia il Suo programma desiderato, ci vuole uno specialista che a segue. Se il Suo specialista è andato in pensione, non si può dire che anche la Sua malattia è "andata in pensione". Sicuramente, dopo un periodo molto lungo della cura, mantenendo il compenso, è maggiore la probabilità che sia così, ma non c'è la garanzia, e, come a Lei, così anche ad altri, è capitato di avere le ricadute dopo la riduzione della cura protratta anche per anni. Per cui, l'eventuale decisione di scalare la dose deve essere presa in ogni caso solo assieme con uno psichiatra dopo la valutazione clinica che fa lui, e deve essere vista, anche di per sé, come una prova, che permette di valutare la possibilità del Suo compenso senza il farmaco, per cui, lo scalare deve essere monitorato dallo stesso psichiatra con incontri di controllo dal vivo.
Per cui, bisogna trovare uno nuovo psichiatra che La seguirà.
Visto che avete già provato a scalare senza successo, conviene chiedersi il perché. Forse perché l'approccio farmacologico, benché può tenere la Sua malattia molto bene sotto controllo, da solo non può guarirla.
Si tratta di un disturbo che, oltre all'approccio farmacologico, giova anche della psicoterapia adatta, la quale ultima può essere indicata e fatta nel mentre si assume ancora il farmaco ed è anche un mezzo più radicale rispetto al farmaco.
Non so se Lei, negli anni ha fatto anche la psicoterapia e se sì, di quale tipo.
Molti, con la diagnosi di DAP, purtroppo non la fanno: o per motivi economici, o per motivi di sfiducia verso l'approccio psicoterapeutico, o perché "non sono portati", non hanno la motivazione per fare la psicoterapia, oppure la fanno, ma non risulta efficace, oppure... trovando il compenso con il farmaco semplicemente non cercano altro.... Ma, se non si cerca altro, allora perché aspettare che, dopo anni, da un giorno ad altro, la malattia non ci sia più ?
La psicoterapia è un mezzo di cura che garantisce maggiormente un compenso successivo.
I fallimenti possono dipendere dalla scelta errata dello psicoterapeuta o della propria fase di malattia o di vita che non è stata ottimali per la psicoterapia.
I principi e le tecniche mirate nel caso del DAP possono essere anche molto semplici, mentre la parte difficile... è la costanza e la metodicità.
se ha una diagnosi psichiatrica (DAP) e se sta assumendo uno psicofarmaco, qualsiasi sia il Suo programma desiderato, ci vuole uno specialista che a segue. Se il Suo specialista è andato in pensione, non si può dire che anche la Sua malattia è "andata in pensione". Sicuramente, dopo un periodo molto lungo della cura, mantenendo il compenso, è maggiore la probabilità che sia così, ma non c'è la garanzia, e, come a Lei, così anche ad altri, è capitato di avere le ricadute dopo la riduzione della cura protratta anche per anni. Per cui, l'eventuale decisione di scalare la dose deve essere presa in ogni caso solo assieme con uno psichiatra dopo la valutazione clinica che fa lui, e deve essere vista, anche di per sé, come una prova, che permette di valutare la possibilità del Suo compenso senza il farmaco, per cui, lo scalare deve essere monitorato dallo stesso psichiatra con incontri di controllo dal vivo.
Per cui, bisogna trovare uno nuovo psichiatra che La seguirà.
Visto che avete già provato a scalare senza successo, conviene chiedersi il perché. Forse perché l'approccio farmacologico, benché può tenere la Sua malattia molto bene sotto controllo, da solo non può guarirla.
Si tratta di un disturbo che, oltre all'approccio farmacologico, giova anche della psicoterapia adatta, la quale ultima può essere indicata e fatta nel mentre si assume ancora il farmaco ed è anche un mezzo più radicale rispetto al farmaco.
Non so se Lei, negli anni ha fatto anche la psicoterapia e se sì, di quale tipo.
Molti, con la diagnosi di DAP, purtroppo non la fanno: o per motivi economici, o per motivi di sfiducia verso l'approccio psicoterapeutico, o perché "non sono portati", non hanno la motivazione per fare la psicoterapia, oppure la fanno, ma non risulta efficace, oppure... trovando il compenso con il farmaco semplicemente non cercano altro.... Ma, se non si cerca altro, allora perché aspettare che, dopo anni, da un giorno ad altro, la malattia non ci sia più ?
La psicoterapia è un mezzo di cura che garantisce maggiormente un compenso successivo.
I fallimenti possono dipendere dalla scelta errata dello psicoterapeuta o della propria fase di malattia o di vita che non è stata ottimali per la psicoterapia.
I principi e le tecniche mirate nel caso del DAP possono essere anche molto semplici, mentre la parte difficile... è la costanza e la metodicità.
Dr. Alex Aleksey Gukov
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.2k visite dal 08/04/2015.
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