Sertralina cure e compassione
Buongiorno,
attualmente mi e' stata consigliata una cura con sertralina a un dosaggio molto basso. Vorrei sapere se e' un buon farmaco e porre una domanda di carattere deontologico. Ho letto parzialmente alcune domande poste da utenti circa la cura con questo e altri farmaci ed una in particolare mi ha colpito per
l' apparente bizzarria di una risposta. Lo specialista parlava di "compassione" nei riguardi di una utente che evidentemente mostrava disagio nell'effettuare la cura. Vorrei sapere di quale utilità potrebbe essere una simile considerazione e come dovrebbe comportarsi in alternativa un paziente che soffre di disturbi che richiedono tale farmaco. Andare a Lourdes?
Grazie
attualmente mi e' stata consigliata una cura con sertralina a un dosaggio molto basso. Vorrei sapere se e' un buon farmaco e porre una domanda di carattere deontologico. Ho letto parzialmente alcune domande poste da utenti circa la cura con questo e altri farmaci ed una in particolare mi ha colpito per
l' apparente bizzarria di una risposta. Lo specialista parlava di "compassione" nei riguardi di una utente che evidentemente mostrava disagio nell'effettuare la cura. Vorrei sapere di quale utilità potrebbe essere una simile considerazione e come dovrebbe comportarsi in alternativa un paziente che soffre di disturbi che richiedono tale farmaco. Andare a Lourdes?
Grazie
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La "bontà" di un farmaco dipende dalla "bontà" dell'indicazione (patologia o sintomi bersaglio). Se la sertralina viene prescritta per una patologia per la quale è indicata è ,ovviamente, un buon farmaco. Se la indicazione è sbagliata, o se viene prescritta ad un paziente per il quale è controindicata, diventa "un cattivo farmaco" (ma la colpa non è della sertralina, bensì di chi in questi casi la prescrive).
Il quesito riguardante la "compassione" deve essere rivolto al medico che ha usato questa espressione.
Il quesito riguardante la "compassione" deve essere rivolto al medico che ha usato questa espressione.
Dr. Paolo Carbonetti
Specialista in Psichiatra
Specialista in Psichiatria Forense
Viterbo-Terni-
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Non conosco il contesto della "compassione" cui si riferisce, può mettere il link?
La Sertralina è un buon farmaco se usato rispetto alle proprie dosi (ma immagino le saranno aumentate) rispetto alle patologie che può curare (ma lei non ha scritto nulla nel merito).
Nessun farmaco però è perfetto e ci sono persone "resistenti" a tutti i farmaci. "Resistenti" è un termine tecnico, non ha alcun legame con la parola "resistenza" di uso comune.
Le persone "resistenti" a tutti i farmaci possono usare l'omeopatia o lo stregone wodoo, non ne trarrano comunque alcun beneficio maggiore, purtroppo, tranne quello chiamato "effetto placebo".
In medicina si usa il termine tecnico "compassionevole" per intendere le "cure palliative" o appunto "compassionevoli" per mitigare il disagio di chi non ha alcuna possibilità di cura ed è destinano a morire in breve tempo a causa della sua patologia. Anche questa parola non è in relazione con il significato comune del termine.
Non so se sia stata usata correttamente o secondo un significato diverso perché non so da dove lo ha letto.
La Sertralina è un buon farmaco se usato rispetto alle proprie dosi (ma immagino le saranno aumentate) rispetto alle patologie che può curare (ma lei non ha scritto nulla nel merito).
Nessun farmaco però è perfetto e ci sono persone "resistenti" a tutti i farmaci. "Resistenti" è un termine tecnico, non ha alcun legame con la parola "resistenza" di uso comune.
Le persone "resistenti" a tutti i farmaci possono usare l'omeopatia o lo stregone wodoo, non ne trarrano comunque alcun beneficio maggiore, purtroppo, tranne quello chiamato "effetto placebo".
In medicina si usa il termine tecnico "compassionevole" per intendere le "cure palliative" o appunto "compassionevoli" per mitigare il disagio di chi non ha alcuna possibilità di cura ed è destinano a morire in breve tempo a causa della sua patologia. Anche questa parola non è in relazione con il significato comune del termine.
Non so se sia stata usata correttamente o secondo un significato diverso perché non so da dove lo ha letto.
Dr. Manlio Converti
[#3]
Utente
Il medico era lei ora che vedo la foto e non a caso si e' apprestato a rispondere.La sua ironia circa eventuali dosaggi mi sembra del tutto fuori luogo e poco professionale, sono minimi e leggendo quanto scrive un medico come lei potrebbero essere anche nulli. Si preoccupi delle bizzarrie che scrive lei che presumo siano espressione di una sua condizione interiore. Il link non ho tempo per postarglielo ma lei non ha scritto compassione nel senso di cure compassionevoli. Al limite nel senso buddhista del termine che nel suo caso mi sembra poco appropriato. Ma che mi ha colpito e' stata l'assoluta gratuità della sua risposta. Mi sono chiesto pur essendo completamente estraneo ai fatti, quale giovamento ne potrebbe trarre un paziente da un consulto spocchioso e gratuito come il suo. E come quello che in fondo ha scritto adesso.
Se trovo il link glielo posto.
Se trovo il link glielo posto.
[#5]
Utente
Iscritto dal 2011 Provo molta compassione per una persona che da anni insegue una terapia farmacologica in nome di una diagnosi e non la qualità della vita in nome di sè medesima.
La sua vita corrente? I suoi desideri? Le sue amicizie? La sua famiglia? I suoi hobby? tutto cancellato in nome del DSM IV.
Questo approccio mi sembra infruttuoso.
Ha mai fatto una psicoterapia. Ha mai pensato di farla?
Gli psicofarmaci da lei usati e citati, ormai dovrebbe saperlo, hanno effetti collaterali abbastanza sovrapponibili, ed effetti benefici altrettanto sovrapponibili.
Ecco questa e' parte della discussione, penso riconoscerà la sua risposta?
Ripeto: non so chi sia la paziente, ma volevo capire cosa intendeva?
La sua vita corrente? I suoi desideri? Le sue amicizie? La sua famiglia? I suoi hobby? tutto cancellato in nome del DSM IV.
Questo approccio mi sembra infruttuoso.
Ha mai fatto una psicoterapia. Ha mai pensato di farla?
Gli psicofarmaci da lei usati e citati, ormai dovrebbe saperlo, hanno effetti collaterali abbastanza sovrapponibili, ed effetti benefici altrettanto sovrapponibili.
Ecco questa e' parte della discussione, penso riconoscerà la sua risposta?
Ripeto: non so chi sia la paziente, ma volevo capire cosa intendeva?
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Sono sicuro di avere dei problemi e sono contento di aver trovato un cavaliere che difende gli inermi...
Gli inermi però vanno difesi anche da sè stessi...
Troppe persone schiacciano la propria esistenza sulla psicopatologia e gli psicofarmaci, purtroppo, senza contare quelli che subiscono lo stigma cioè l'essere schiacciati dal contesto sociale e familiare in una dimensione in cui ogni aspetto della propria esistenza è solo psicopatologia e psicofarmaci.
Come nel caso da lei citato, che aveva riportato una sequenza di dati incompatibili con un'esistenza dignitosa, ho provato un profondo disagio emotivo nel leggere associazioni confuse tra farmaci ed emozioni, effetti collaterali e sintomi, che cancellavano del tutto la vita del paziente.
Rappresentare in modo forte le mie emozioni in quel caso (con una sola parola, giacché i testi lunghi possono essere confusi, visto che usiamo solo le parole scritte) è stato pensato per spiegare come la forza delle emozioni faccia parte della vita e come la qualità della vita in tutte le componenti debba essere rappresentata, per sollecitare il paziente a parlare di sè stesso in modo più ampio e per indurlo a riflettere su sè stesso, fino a, come citato, discuterne con uno psicoterapeuta dal vivo.
Mi spiace che l'abbia turbata. Ma essere turbati fa parte della vita. Non siamo macchine neutrali, neanche noi psichiatri...anche se scrivere solo online induce a pensarci come parte della macchina fredda dalla quale si leggono i nostri testi.
Anche per questo mettiamo una nostra fotografia, anche se non tutti i colleghi la usano e a me dispiace che non sia consentito dal sistema a voi utenti di apporne una... magari riservata solo alla visione del medico.
Renderci riconoscibili come esseri umani, con tutti i nostri difetti, i nostri pregi, le nostre emozioni, i nostri affetti, i nostri disagi...
Un giorno forse la tecnologia ci permetterà di usare anche le video chiamate a scopo diagnostico, quanto peno per un'intervista e magari prendere visione di esami fatti altrove.
Al momento la consultazione su questo sito ha questi limiti, cui facciamo fronte come possiamo, qualcuno difendendosi dietro l'anonimato, altri cercando di mostrare e sollecitare gli aspetti umani che contraddistinguono noi esseri umani.
Gli inermi però vanno difesi anche da sè stessi...
Troppe persone schiacciano la propria esistenza sulla psicopatologia e gli psicofarmaci, purtroppo, senza contare quelli che subiscono lo stigma cioè l'essere schiacciati dal contesto sociale e familiare in una dimensione in cui ogni aspetto della propria esistenza è solo psicopatologia e psicofarmaci.
Come nel caso da lei citato, che aveva riportato una sequenza di dati incompatibili con un'esistenza dignitosa, ho provato un profondo disagio emotivo nel leggere associazioni confuse tra farmaci ed emozioni, effetti collaterali e sintomi, che cancellavano del tutto la vita del paziente.
Rappresentare in modo forte le mie emozioni in quel caso (con una sola parola, giacché i testi lunghi possono essere confusi, visto che usiamo solo le parole scritte) è stato pensato per spiegare come la forza delle emozioni faccia parte della vita e come la qualità della vita in tutte le componenti debba essere rappresentata, per sollecitare il paziente a parlare di sè stesso in modo più ampio e per indurlo a riflettere su sè stesso, fino a, come citato, discuterne con uno psicoterapeuta dal vivo.
Mi spiace che l'abbia turbata. Ma essere turbati fa parte della vita. Non siamo macchine neutrali, neanche noi psichiatri...anche se scrivere solo online induce a pensarci come parte della macchina fredda dalla quale si leggono i nostri testi.
Anche per questo mettiamo una nostra fotografia, anche se non tutti i colleghi la usano e a me dispiace che non sia consentito dal sistema a voi utenti di apporne una... magari riservata solo alla visione del medico.
Renderci riconoscibili come esseri umani, con tutti i nostri difetti, i nostri pregi, le nostre emozioni, i nostri affetti, i nostri disagi...
Un giorno forse la tecnologia ci permetterà di usare anche le video chiamate a scopo diagnostico, quanto peno per un'intervista e magari prendere visione di esami fatti altrove.
Al momento la consultazione su questo sito ha questi limiti, cui facciamo fronte come possiamo, qualcuno difendendosi dietro l'anonimato, altri cercando di mostrare e sollecitare gli aspetti umani che contraddistinguono noi esseri umani.
[#8]
Utente
Quella di una foto identificativa e' l'ultimo dei miei problemi. la privacy di questo sito la impone e visti i temi trattati mi sembra anche giusto. Del resto un paziente e' in qualche modo più vulnerabile. La ringrazio per la sua spiegazione. Non sono solo io ad essere rimasto sorpreso dalla sua risposta, ma lo stesso paziente che glielo aveva anche scritto. Purtroppo ci sono persone che attraverso la psicoterapia hanno dei miglioramenti e altri che si aiutano anche con i farmaci. A volte anche la psichiatria diventa ideologica e può indurre a voli pindarici. E' solo un mio parere. Nel mio caso potrei fare a meno dei farmaci ma a volte per fare meno fatica ne faccio utilizzo per periodi più o meno brevi, anche perché li considero solo un aiuto.
Cordiali Saluti
Cordiali Saluti
[#9]
Adesso lei torna a parlare di sè stesso facendo una certa confusione...
Fermo restando che lei è libero di credere anche a babbo natale...
Il suo modo di prendere i farmaci e di fare uso della psicoterapia non solo non le è utile, ma può essere dannoso.
Certo, se le piace soffrire...
Segua le indicazione dello psicoterapeuta e dello psichiatra dal vivo.. che, almeno lui, potrà vederla come una persona e non come parole scritte sul proprio computer...
Sulla privacy, noi due non possiamo decidere nel merito...
Lei si nasconde il volto quando va dal dottore? Perché dovrebbe farlo quando viene a chiedere un consulto online? Perché dovrebbe farlo per la psichiatria e non per la cardiologia?
Le mie sono domande, ma non sono rivolte a lei... ma a tutti quelli che le leggeranno...
Fermo restando che lei è libero di credere anche a babbo natale...
Il suo modo di prendere i farmaci e di fare uso della psicoterapia non solo non le è utile, ma può essere dannoso.
Certo, se le piace soffrire...
Segua le indicazione dello psicoterapeuta e dello psichiatra dal vivo.. che, almeno lui, potrà vederla come una persona e non come parole scritte sul proprio computer...
Sulla privacy, noi due non possiamo decidere nel merito...
Lei si nasconde il volto quando va dal dottore? Perché dovrebbe farlo quando viene a chiedere un consulto online? Perché dovrebbe farlo per la psichiatria e non per la cardiologia?
Le mie sono domande, ma non sono rivolte a lei... ma a tutti quelli che le leggeranno...
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Utente
Secondo me e' lei che fa confusione. A parte che non capisco come può uno psichiatra ( mi fa venire il dubbio che lo sia) sconsigliare una psicoterapia o una cura farmacologica. Nel caso le soluzioni si restringono a lasciar perdere e convivere con i propri problemi? ( e' solo una domanda retorica) Vorrei poi chiarirle definitivamente che non sono l'utente al quale ha risposto in quel modo. Non c'entro niente, non so nemmeno chi sia. Ho solo letto la sua risposta e le ho scritto il mio pensiero in merito.
Per quanto riguarda i consulti on line mi sembra anche giusto l'anonimato. Sono cose personali ed il web non e' certo la miglior copertina per un individuo. Esistono anche dei pregiudizi circa i problemi dell'ansia per cui spesso non vengono equiparati a quelli cardiologici o di altro genere. Sono del nord quindi non si preoccupi non sono uno dei suoi pazienti scontenti ( ogni medico può averne). Mi sembra una persona più in cerca di risposte che pronta a fornirle agli altri. Senza offesa, ma solleva non pochi dubbi.
Ma mi sembra un atteggiamento generalizzato, a parte i consulti medici non inerenti alla vostra categoria. Tanto da rendere a mio avviso non solo inutile ma persino inquietante la conversazione e la permanenza in questo sito.
Per quanto riguarda i consulti on line mi sembra anche giusto l'anonimato. Sono cose personali ed il web non e' certo la miglior copertina per un individuo. Esistono anche dei pregiudizi circa i problemi dell'ansia per cui spesso non vengono equiparati a quelli cardiologici o di altro genere. Sono del nord quindi non si preoccupi non sono uno dei suoi pazienti scontenti ( ogni medico può averne). Mi sembra una persona più in cerca di risposte che pronta a fornirle agli altri. Senza offesa, ma solleva non pochi dubbi.
Ma mi sembra un atteggiamento generalizzato, a parte i consulti medici non inerenti alla vostra categoria. Tanto da rendere a mio avviso non solo inutile ma persino inquietante la conversazione e la permanenza in questo sito.
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Utente
Ho capito. Grazie del consiglio. Se avrò soldi a sufficienza magari farò una psicoterapia a breve termine. Ho già fatto psicoterapia in passato quindi non so fino a che punto mi potrebbe essere utile. Per dubbi intendevo circa le sue teorie dal momento che nel post precedente sconsigliava anche la psicoterapia.
Questo consulto ha ricevuto 14 risposte e 4.6k visite dal 02/04/2015.
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Approfondimento su Cure palliative
Cosa sono le cure palliative? Una raccolta di video-pillole sui farmaci palliativi e la cura del dolore nei malati terminali.