Una fobia che non vuole passare

Salve buonasera volevo elencarvi questo disturbo che sto avendo oramai già da quasi un mesetto! In pratica il mese di dicembre ebbi un forte attacco di panico che mi fece avere ina paura forte! I sintomi furono sudorazione e mancanza d'aria e poi mi sentii come se si stesse per fermare il cuore! Ho fatto un eco cardiogramma che mi ha detto che tutto va bene al mio cuore è il dottore addirittura scherzando disse che potevo fare 10 partite di calcio al giorno! Se solo sento parlare di infarto vado nel panico più assoluto e la cosa più strana è che fortunatamente non ho né dolori al petto,ne allo stomaco o altri sintomi che ho letto riguardo all'infarto,però sto sempre sull attenti come se aspettassi che da un momento all'altro mi arrivasse qlks. Come dovrei fare per cominciare a scacciare queste fobie? Xke se non ho sintomi la
Mia mente si sofferma sul cuore,sui battiti, e ho pura che si fermi da un momento all'altro?
Scusate Le domande magari anche sciocche ma
A volte può servire a calmarti! Grazie buoansera
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Utente
Utente
Dall'alto della sua esperienza,visto questo mio periodo molto buio diciamo!
È assodato che si tratti di ipocondria allo stato puro e va curato, ma può servirmi una rassicurazione del genere: un ragazzo come me di 23 anni con il cuore sano potrebbe morire di infarto?
Ecco questa forse può essere la base per cominciare a combattere questo male!
Se può magari calmarmi su questa cosa,così passo alla fase 2 e comincio a curare l'ipocondria!
Grazie per la cordialità buonaserata
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
Non è questa la base per cominciare a combattere questo male. Con questa base, dicendo a Lei che non ha motivi per aver paura, Lei si mette il cuore in pace e non avrà alcuno stimolo per curarsi. E sarà pure una cosa in dissonanza con quello che sente Lei, una non verità, perché per Lei, soggettivamente, la paura dell'infarto c'è. E questo, perché Lei ha sicuramente paura di qualcosa..., e pensare all'infarto è un modo per concretizzarlo, perché una paura senza nome sarebbe stata ancora più tremenda. Dire alla persona ipocondriaca che non ha niente di cui preoccuparsi vuol dire... lasciarla nella sua malattia.

A parte l'infarto, di che cosa Lei ha paura ?
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Utente
Utente
Questa paura si è scatenata dopo un attacco di panico che ho avuto a dicembre con i sintomi
Di mancanza di fiato,oppressione e paura di svenire!
Diciamo che le vere e prp fobie che si sono scatenate da quel giorno sono la paura di un infarto un arresto cardiaco o di svenire! In sostanza io fino a metà dicembre stavo una favola,viaggiavo sempre e non avevo paura di tutti i sintomi banali e quotidiani! Da quel giorno sto attento a questi sintomi e nella mia mente rimane assiduamente questo pensiero a volte mi porta a pensare addirittura di stare per impazzire! Tutte le rassicurazioni dei medici non riescono a farmi stare tranquillo però nessuno mi dice mai se con tutte le analisi positive posso avere un infarto improvviso!
La risposta a questa domanda io credo sarebbe molto importante per farmi combattere questa cosa,le ripeto non sono mai stato così ipocondria verso una cosa. Ma la paura di quell attacco è stata grande che anche l'eco cardiogramma non è riuscito a farmi togliere il pensiero!
Alla fine la paura che viene fuori è quella di morire,e con qualche cosa al cuore! Qualcosa che mi possa allontanare in un secondo dai miei affetti più xari,credo sia questa la paura grande che è in me adesso!
Grazie mille
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Dr. Alex Aleksey Gukov Psichiatra 2.8k 119
L'infarto può capitare anche in una persona apparentemente sana, che ha tutti gli esami abitualmente nella norma; benché è una circostanza rara, e quasi sempre qualche fattore di rischio c'è. Ad esempio, il sovrappeso (predispone ai problemi sia cardiaci che respiratori). Dai Suoi dati mi risulta che Lei ha un po' di peso in più. In tal caso può essere ragionevole cercare di normalizzare il peso corporeo: dieta ottimale, stile di vita, attività fisica; però non in maniera drastica, perché allora, se non si è abituati, si rischia. Come si dice, in corpo sano - spirito sano. Ed è meglio un approccio razionale che la paura.

La morte può colpire anche una persona apparentemente sana, però, nella Sua fascia d'età, la causa cardiaca non è la più frequente. Dunque, complessivamente, la morte da infarto, è molto poco probabile.

Il punto è che prima o poi la vita si conclude con la morte, ed è così per tutti gli esseri viventi - malati e sani; il timore della morte è naturale, ma alcuni di noi, come Lei, lo percepiscono in maniera più spiccata.

La paura della morte non sempre correla con una condizione della malattia nota che porta primo o poi alla morte: ci sono le persone gravemente malate che non pensano alla morte, e ci sono le persone sane che ci pensano... Mi azzardo di dire che ciò potrebbe dipendere ... dal livello di sicurezza generale che la persona ha.

Lei scrive: "Qualcosa che mi possa allontanare in un secondo dai miei affetti più cari".

Se una persona è sicura di avere questi affetti, allora non ha la paura di perderli, e non le viene facilmente in mente una circostanza (come la morte), che può interromperli, oppure è talmente sicura che pensa di non perderli nemmeno nell'Aldilà. Esiste anche un detto (non so se è uguale in italiano): "una persona felice non si accorge del tempo che passa" (anche quando passano molti anni, e la persona, in linea teorica, ha la morte vicina).

Ma non tutte le persone vivono i propri affetti più cari con una sicurezza: i legami affettivi più importanti nella vita della persona possono stabilirsi anche con le modalità diverse: di insicurezza, di instabilità, di ambivalenza (vissuti contrastanti verso la stessa persona, o da parte di quella persona verso di noi), e spesso ciò fa vivere l'amore in maniera ancora più forte, più intensa... , come compensazione, ma alla base può esserci un vissuto di insicurezza che lo alimenta.

Io Le consiglio (oltre agli approcci al panico e all'ipocondria che Lei ha letto negli articoli da me citati, e oltre ad uno stile di vita che possa ridurre il peso corporeo):

analizzare i Suoi rapporti ed i vissuti nei confronti delle persone per Lei care e la Sua percezione di loro affetto - con il Suo psicoterapeuta, se fa la psicoterapia; e se non la fa, valutare se è magari il caso di farla.
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