Terapia per depressione maggiore, fobia sociale, pensieri ossessivi
Ho 65 anni, un lungo percorso di psicoterapie e farmacologico che solo a tratti negli anni ha migliorato il mio stato, ma sempre senza grandi risultati.
Oggi sopravvivo con l'assunzione di 100 mg (o 200 a seconda dei momenti) di Zoloft, unico antidepressivo, tra i tanti provati, che pare darmi un po' di beneficio senza enormi effetti collaterali come invece mi davano altri, il tutto sempre sotto controllo medico specialistico.
Oggi mi trovo impossibilitata a ricorrere allo psichiatra che mi cura(va) e di fronte ad un evento luttuoso che mi prostra enormemente per cui, nell'emergenza e nell'attesa di trovare un valido sostituto al mio medico di fidicua, sono a chiedere un vostro consiglio su come potermi destreggiare (a livello farmaceutico) per superare il momento e, soprattutto, per arginare i pensieri ossessivi di morte che non riesco a gestire con il solo supporto dello Zoloft che abbino a lunghi periodi di sonno anche diurno che mi deprimono ancora di più ma a cui non riesco a sottrarmi.
Spero in un consiglio e anticipatamente ringrazio. Lucia
Oggi sopravvivo con l'assunzione di 100 mg (o 200 a seconda dei momenti) di Zoloft, unico antidepressivo, tra i tanti provati, che pare darmi un po' di beneficio senza enormi effetti collaterali come invece mi davano altri, il tutto sempre sotto controllo medico specialistico.
Oggi mi trovo impossibilitata a ricorrere allo psichiatra che mi cura(va) e di fronte ad un evento luttuoso che mi prostra enormemente per cui, nell'emergenza e nell'attesa di trovare un valido sostituto al mio medico di fidicua, sono a chiedere un vostro consiglio su come potermi destreggiare (a livello farmaceutico) per superare il momento e, soprattutto, per arginare i pensieri ossessivi di morte che non riesco a gestire con il solo supporto dello Zoloft che abbino a lunghi periodi di sonno anche diurno che mi deprimono ancora di più ma a cui non riesco a sottrarmi.
Spero in un consiglio e anticipatamente ringrazio. Lucia
[#1]
Purtroppo da queste pagine non possono scaturire indicazioni terapeutiche, capirà bene che si tratterebbe di un azzardo. Fermo restando lo Zoloft che Lei tollera è possibile aumentarne l'efficacia associando piccole dosi di alcuni farmaci generalmente - a quei dosaggi - ben tollerati ed utili. Sono le cosiddette tecniche di "augmentation" per le quali però, purtroppo, dovrà comunque rivolgersi ad uno psichiatra esperto.
Un caro saluto
Un caro saluto
Mario Savino
medico
Specialista in Psichiatria
[#2]
Gentile Signora,
sono d'accordo con il mio collega che Le ha risposto.
Aggiungo:
rivolgendosi ad uno specialista dal vivo, anche se il ruolo di questo specialista fosse provvisorio e anche se lui non fosse percepito come "un valido sostituto" del Suo specialista di fiducia, si ottiene una valutazione senz'altro più valida rispetto ad un consulto via internet.
Uno specialista che sia come il Suo curante di fiducia forse Lei dovrà cercare e cercare, ma la Sua situazione clinica attuale non può aspettarlo.
-----------------------
Ritengo possibile darLe solo una raccomandazione:
non cambiare la dose dello Zoloft "a seconda dei momenti" come se fosse un ansiolitico al bisogno, perché gli effetti terapeutici di questo farmaco non dovrebbero manifestarsi subito dopo il cambiamento della dose, ma quello che può manifestarsi a breve termine sono gli effetti collaterali (sia nel senso di una eventuale attivazione, compreso l'accentuarsi dei pensieri negativi, sia nel senso di eventuali sedazione e sonnolenza). Mantenga stabile la dose del farmaco finché non vede lo specialista.
Per gli interventi sintomatici, nei momenti particolarmente critici Lei può rivolgersi alla Guardia Medica, anche telefonicamente (o venendo a casa), e loro hanno sì la competenza di dare i consigli a livello farmacologico anche al telefono, e devono conoscere i farmaci ansiolitici. Ma, come scrivevo, è molto meglio rivolgersi ad uno specialista dal vivo, anche se non è detto che sarà uno specialista definitivo che Lei, alla fine, sceglierà.
Infine, con tutti i limiti di un consulto a distanza via internet, mi sento di accennarLe che non è detto che la soluzione per superare questo momento sia per forza farmacologica. Io non sottovaluto i farmaci, ma il punto critico qui non sono i farmaci, bensì l'assenza di una persona cara, e di una persona di fiducia, di riferimento. Dunque, è molto importante riuscire a colmare questa lacuna, anche se, perora, parzialmente, anche se, per ora, non in maniera perfetta.
sono d'accordo con il mio collega che Le ha risposto.
Aggiungo:
rivolgendosi ad uno specialista dal vivo, anche se il ruolo di questo specialista fosse provvisorio e anche se lui non fosse percepito come "un valido sostituto" del Suo specialista di fiducia, si ottiene una valutazione senz'altro più valida rispetto ad un consulto via internet.
Uno specialista che sia come il Suo curante di fiducia forse Lei dovrà cercare e cercare, ma la Sua situazione clinica attuale non può aspettarlo.
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Ritengo possibile darLe solo una raccomandazione:
non cambiare la dose dello Zoloft "a seconda dei momenti" come se fosse un ansiolitico al bisogno, perché gli effetti terapeutici di questo farmaco non dovrebbero manifestarsi subito dopo il cambiamento della dose, ma quello che può manifestarsi a breve termine sono gli effetti collaterali (sia nel senso di una eventuale attivazione, compreso l'accentuarsi dei pensieri negativi, sia nel senso di eventuali sedazione e sonnolenza). Mantenga stabile la dose del farmaco finché non vede lo specialista.
Per gli interventi sintomatici, nei momenti particolarmente critici Lei può rivolgersi alla Guardia Medica, anche telefonicamente (o venendo a casa), e loro hanno sì la competenza di dare i consigli a livello farmacologico anche al telefono, e devono conoscere i farmaci ansiolitici. Ma, come scrivevo, è molto meglio rivolgersi ad uno specialista dal vivo, anche se non è detto che sarà uno specialista definitivo che Lei, alla fine, sceglierà.
Infine, con tutti i limiti di un consulto a distanza via internet, mi sento di accennarLe che non è detto che la soluzione per superare questo momento sia per forza farmacologica. Io non sottovaluto i farmaci, ma il punto critico qui non sono i farmaci, bensì l'assenza di una persona cara, e di una persona di fiducia, di riferimento. Dunque, è molto importante riuscire a colmare questa lacuna, anche se, perora, parzialmente, anche se, per ora, non in maniera perfetta.
Dr. Alex Aleksey Gukov
[#3]
Ex utente
Grazie per le vostre veloci risposte.
Era proprio un consiglio su quei farmaci di "augmentation" menzionati dal Dott. Savino che speravo e di cui credo di aver bisogno, ma che non conosco e non so da chi farmi prescrivere, perchè è verissimo anche che il punto critico sono le assenze sottolineate dal Dott. Gukov che essendo vicino alla mia residenza valuterò se contattare personalmente.
Rivolgermi alla guardia medica, cui non avevo pensato, a dire il vero mi spaventa un po' ma terrò presente la possibilità di chiamarla.
Per quanto riguarda lo Zoloft ho scritto per brevità "a seconda dei momenti" ma intendevo dire che ne aumento la dose - sempre secondo parere medico - a seconda della "stagione" (non letterale) essendo soggetta a periodi di maggior mal-essere ricorrenti e coincidenti a determinati periodi dell'anno. Ora, pur non potendo conferire con il mio Dott. ma sulle esperienze pregresse, ho ritenuto di aumentare la dose da 100 a 200 da ieri, ben sapendo che non si tratta di un ansiolitico (nè di una panacea). A livello di ansiolitici assumo talvolta alcune gocce di Lexotan alla bisogna ma mi pare di aver maggiore bisogno di qualcosa che mi sostenga anzichè tranquillizzarmi.
Ritenete che con un medico della guardia medica sia possibile instaurare un discorso di tal fatta?
Ancora mille grazie e cordialissimi saluti ad entrmbi.
Era proprio un consiglio su quei farmaci di "augmentation" menzionati dal Dott. Savino che speravo e di cui credo di aver bisogno, ma che non conosco e non so da chi farmi prescrivere, perchè è verissimo anche che il punto critico sono le assenze sottolineate dal Dott. Gukov che essendo vicino alla mia residenza valuterò se contattare personalmente.
Rivolgermi alla guardia medica, cui non avevo pensato, a dire il vero mi spaventa un po' ma terrò presente la possibilità di chiamarla.
Per quanto riguarda lo Zoloft ho scritto per brevità "a seconda dei momenti" ma intendevo dire che ne aumento la dose - sempre secondo parere medico - a seconda della "stagione" (non letterale) essendo soggetta a periodi di maggior mal-essere ricorrenti e coincidenti a determinati periodi dell'anno. Ora, pur non potendo conferire con il mio Dott. ma sulle esperienze pregresse, ho ritenuto di aumentare la dose da 100 a 200 da ieri, ben sapendo che non si tratta di un ansiolitico (nè di una panacea). A livello di ansiolitici assumo talvolta alcune gocce di Lexotan alla bisogna ma mi pare di aver maggiore bisogno di qualcosa che mi sostenga anzichè tranquillizzarmi.
Ritenete che con un medico della guardia medica sia possibile instaurare un discorso di tal fatta?
Ancora mille grazie e cordialissimi saluti ad entrmbi.
[#4]
Gentile Signora,
no, la Guardia Medica non farebbe le modifiche della terapia di base (per questo ci vuole uno specialista), ma può intervenire coi farmaci più sintomatici (come il Lexotan o altri), se si tratta di una notte critica o di un fine settimana critico, e in attesa della visita specialistica.
Comunque, se la Guardia Medica La spaventa più di quanto il Suo proprio stato d'animo, allora vuol dire che Lei non è nello stato di criticità e può dedicare le energie piuttosto per trovare uno specialista. Ho scritto della Guardia Medica, come di una risorsa per gli stati di criticità.
<<..A livello di ansiolitici assumo talvolta alcune gocce di Lexotan alla bisogna ma mi pare di aver maggiore bisogno di qualcosa che mi sostenga anziché tranquillizzarmi..>>
In realtà l'azione di "sostegno" degli antidepressivi (Zoloft e altri) è dovuta, fra l'altro, anche all'azione ansiolitica di questi, benché questa azione ha un altro meccanismo rispetto agli ansiolitici classici, come Lexotan. Per l'azione "ansiolitica" intendo calmante ma non sedativa. E siccome azione ansiolitica dei farmaci come Lexotan è più immediata e più sicura, mentre quella degli antidepressivi è meno immediata e, all'inizio, possono dare, anzi, gli effetti paradossi, allora i due tipi di farmaci sono spesso utilizzati in associazione nelle fasi di passaggio. In poche parole, non bisogna sottovalutare la potenziale utilità degli ansiolitici classici, ed è più corretto farsi consigliare le dosi ed il regime di assunzione appropriate dell'ansiolitico piuttosto che gestirlo da sola al bisogno.
<<..Ora, pur non potendo conferire con il mio Dott. ma sulle esperienze pregresse, ho ritenuto di aumentare la dose da 100 a 200 da ieri..>>
I risultati dell'incremento della dose dovrebbero farsi sentire, benché non immediatamente. Se già in precedenza avete utilizzato questa strategia e questo dosaggio, e se ha funzionato in passato, allora potrebbe funzionare anche questa volta, e Lei stessa sa già in quanto tempo, nel Suo caso, arriveranno i cambiamenti e in che cosa consisteranno, e potrebbe essere sufficiente anche senza l'aggiunta di un altro antidepressivo. Fermo restando che anche in questo caso ci vuole un monitoraggio da parte di uno specialista, e che ogni episodio depressivo nella vita della persona può avere caratteristiche e circostanze diverse (compresa l'età) e può richiedere una strategia diversa.
no, la Guardia Medica non farebbe le modifiche della terapia di base (per questo ci vuole uno specialista), ma può intervenire coi farmaci più sintomatici (come il Lexotan o altri), se si tratta di una notte critica o di un fine settimana critico, e in attesa della visita specialistica.
Comunque, se la Guardia Medica La spaventa più di quanto il Suo proprio stato d'animo, allora vuol dire che Lei non è nello stato di criticità e può dedicare le energie piuttosto per trovare uno specialista. Ho scritto della Guardia Medica, come di una risorsa per gli stati di criticità.
<<..A livello di ansiolitici assumo talvolta alcune gocce di Lexotan alla bisogna ma mi pare di aver maggiore bisogno di qualcosa che mi sostenga anziché tranquillizzarmi..>>
In realtà l'azione di "sostegno" degli antidepressivi (Zoloft e altri) è dovuta, fra l'altro, anche all'azione ansiolitica di questi, benché questa azione ha un altro meccanismo rispetto agli ansiolitici classici, come Lexotan. Per l'azione "ansiolitica" intendo calmante ma non sedativa. E siccome azione ansiolitica dei farmaci come Lexotan è più immediata e più sicura, mentre quella degli antidepressivi è meno immediata e, all'inizio, possono dare, anzi, gli effetti paradossi, allora i due tipi di farmaci sono spesso utilizzati in associazione nelle fasi di passaggio. In poche parole, non bisogna sottovalutare la potenziale utilità degli ansiolitici classici, ed è più corretto farsi consigliare le dosi ed il regime di assunzione appropriate dell'ansiolitico piuttosto che gestirlo da sola al bisogno.
<<..Ora, pur non potendo conferire con il mio Dott. ma sulle esperienze pregresse, ho ritenuto di aumentare la dose da 100 a 200 da ieri..>>
I risultati dell'incremento della dose dovrebbero farsi sentire, benché non immediatamente. Se già in precedenza avete utilizzato questa strategia e questo dosaggio, e se ha funzionato in passato, allora potrebbe funzionare anche questa volta, e Lei stessa sa già in quanto tempo, nel Suo caso, arriveranno i cambiamenti e in che cosa consisteranno, e potrebbe essere sufficiente anche senza l'aggiunta di un altro antidepressivo. Fermo restando che anche in questo caso ci vuole un monitoraggio da parte di uno specialista, e che ogni episodio depressivo nella vita della persona può avere caratteristiche e circostanze diverse (compresa l'età) e può richiedere una strategia diversa.
[#5]
Ex utente
Sì, Dottore, ora ho meglio compreso il ragionamento sul ricorso alla guardia medica che ha maggiormente posto in evidenza la priorità di trovare uno specialista cui affidarmi, per vivere al meno peggio il pezzetto di vita che mi resta davanti piuttosto che cercare di tamponare l'acutezza del momento della mia malattia.
La lunga storia della mia depressione, che, per la certi versi, ormai, più che una malattia curabile tendo a ritenere una summa negativa tra indole, storia personale, ed incontri con psicologi, e spesso cure, inefficaci, mi ha insegnato che tra l'affidarmi a farmaci che mi estraniano completamente da me stessa e rifugiarmi nella più totale chiusura come avviene in momenti come quello presente, è "preferibile" la seconda alternativa perchè l'estraniamento da farmaci, che talvolta ho purtroppo provato, è peggiore del male stesso, per grave che questo possa essere e, le assicuro, che nel mio caso è abbastanza grave seppur non mi sfiorino pensieri suicidari.
Ma ci vorrebbe ben altro spazio che quello di questo contatto virtuale per spiegarmi. Non ho grossi mezzi finanziari e, se è vero che i soldi non fanno la felicità, è altrettanto vero che, quando non ci si può permettere nemmeno il ricorso a supporti medici di cui si sentirebbe la necessità, più che aspirare alla felicità o alla serenità ci si trova confinati in un limbo di non-vita mentre questa, la vita, ti scorre a fianco e tu non hai la forza, il coraggio nè i mezzi, per afferrarne almeno in parte almeno le briciole.
Grazie dell'attento ascolto, le sono infinitamente grata e spero anzi vorrei poterla conoscere. Buona giornata.
Lucia
La lunga storia della mia depressione, che, per la certi versi, ormai, più che una malattia curabile tendo a ritenere una summa negativa tra indole, storia personale, ed incontri con psicologi, e spesso cure, inefficaci, mi ha insegnato che tra l'affidarmi a farmaci che mi estraniano completamente da me stessa e rifugiarmi nella più totale chiusura come avviene in momenti come quello presente, è "preferibile" la seconda alternativa perchè l'estraniamento da farmaci, che talvolta ho purtroppo provato, è peggiore del male stesso, per grave che questo possa essere e, le assicuro, che nel mio caso è abbastanza grave seppur non mi sfiorino pensieri suicidari.
Ma ci vorrebbe ben altro spazio che quello di questo contatto virtuale per spiegarmi. Non ho grossi mezzi finanziari e, se è vero che i soldi non fanno la felicità, è altrettanto vero che, quando non ci si può permettere nemmeno il ricorso a supporti medici di cui si sentirebbe la necessità, più che aspirare alla felicità o alla serenità ci si trova confinati in un limbo di non-vita mentre questa, la vita, ti scorre a fianco e tu non hai la forza, il coraggio nè i mezzi, per afferrarne almeno in parte almeno le briciole.
Grazie dell'attento ascolto, le sono infinitamente grata e spero anzi vorrei poterla conoscere. Buona giornata.
Lucia
[#6]
Gentile Lucia,
Lei scrive:
<<..Non ho grossi mezzi finanziari e, se è vero che i soldi non fanno la felicità, è altrettanto vero che, quando non ci si può permettere nemmeno il ricorso a supporti medici di cui si sentirebbe la necessità..>>
- Mi è triste rendermi conto (della verità), che fra noi, gli specialisti privati, e la persona, si trova un ostacolo costituito dai soldi; ma questo ostacolo può rendere la scelta dello specialista più consapevole. Comunque, sono in dovere di dirLe, che, in primo luogo, esistono i servizi pubblici, dove può capitare anche un buon specialista e dove la spesa è più contenuta o non c'è:
i servizi ambulatoriali dell'Ospedale San Martino, come l'Ambulatorio della Clinica Psichiatrica Universitaria (dove si accede su impegnativa del medico di base, la successiva prenotazione tramite il CUP, e pagando il ticket, a meno che Lei sia esente dal pagamento del ticket: per motivi di reddito o per motivi di una patologia);
il Centro di Salute Mentale della Sua zona (dove Lei può rivolgersi direttamente senza impegnativa, non deve pagare niente, e dove dovrebbero essere sia i medici psichiatri, sia gli psicologi).
Lei ha già avuto l'esperienza di essere seguita dal servizio pubblico ?
Lei scrive:
<<..Non ho grossi mezzi finanziari e, se è vero che i soldi non fanno la felicità, è altrettanto vero che, quando non ci si può permettere nemmeno il ricorso a supporti medici di cui si sentirebbe la necessità..>>
- Mi è triste rendermi conto (della verità), che fra noi, gli specialisti privati, e la persona, si trova un ostacolo costituito dai soldi; ma questo ostacolo può rendere la scelta dello specialista più consapevole. Comunque, sono in dovere di dirLe, che, in primo luogo, esistono i servizi pubblici, dove può capitare anche un buon specialista e dove la spesa è più contenuta o non c'è:
i servizi ambulatoriali dell'Ospedale San Martino, come l'Ambulatorio della Clinica Psichiatrica Universitaria (dove si accede su impegnativa del medico di base, la successiva prenotazione tramite il CUP, e pagando il ticket, a meno che Lei sia esente dal pagamento del ticket: per motivi di reddito o per motivi di una patologia);
il Centro di Salute Mentale della Sua zona (dove Lei può rivolgersi direttamente senza impegnativa, non deve pagare niente, e dove dovrebbero essere sia i medici psichiatri, sia gli psicologi).
Lei ha già avuto l'esperienza di essere seguita dal servizio pubblico ?
[#7]
Ex utente
Sì, ho provato diverse volte le soluzioni che mi ha indicato.
Non mi pare corretto entrare nello specifico ma posso dirle che, a parte un'unica eccellente eccezione, che, per motivi di residenza sono stata costretta ad abbandonare, non ho trovato risposte valide. Negli ambulatori delle strutture pubbliche è mancata, a mio avviso, la volontà da parte degli specialisti di seguirmi con l'attenzione necessaria, probabilmente a causa della mia età avanzata (che tuttavia al primo approccio con S. Martino tanto avanzata non era).
Lo stesso limitante contatto mi è capitato anche ad una visita nello studio privato di uno specialista ospedaliero: in questo caso mi è stato addirittura chiesto se avessi ancora voglia di provarci (a stare meglio) e se ancora credessi nei benefici di medicinali o colloqui psicoterapeutici o se non fosse meglio darmi da fare diversamente... il che, secondo me, dimostra che anche pagando non è detto si riesca ad avere il sostegno che si cerca perchè la componente relazionale interpersonale, non si acquista pagando una parcella, per salata che possa essere e per noto che possa essere il medico che si consulta, bensì tramite ben altri strumenti che dovrebbero essere alla base di un qualsiasi rapporto (terapeutico o meno) con una persona depressa anche se questa si presenta, con tutti gli sforzi e l'esperienza del caso, meno abbattuta di quanto lamenti.
Voglio dire: non è che il mal d'essere, con tutte le componenti del caso (fobie sociali, pensieri ossessivi, difficoltà ad uscire di casa, etc) si possa sottovalutare in chi non si presenta strisciando sui gomiti o totalmente privo di un tot di lucidità od autoironia. Non so se sono riuscita a spiegare ciò che intendo.
Non mi pare corretto entrare nello specifico ma posso dirle che, a parte un'unica eccellente eccezione, che, per motivi di residenza sono stata costretta ad abbandonare, non ho trovato risposte valide. Negli ambulatori delle strutture pubbliche è mancata, a mio avviso, la volontà da parte degli specialisti di seguirmi con l'attenzione necessaria, probabilmente a causa della mia età avanzata (che tuttavia al primo approccio con S. Martino tanto avanzata non era).
Lo stesso limitante contatto mi è capitato anche ad una visita nello studio privato di uno specialista ospedaliero: in questo caso mi è stato addirittura chiesto se avessi ancora voglia di provarci (a stare meglio) e se ancora credessi nei benefici di medicinali o colloqui psicoterapeutici o se non fosse meglio darmi da fare diversamente... il che, secondo me, dimostra che anche pagando non è detto si riesca ad avere il sostegno che si cerca perchè la componente relazionale interpersonale, non si acquista pagando una parcella, per salata che possa essere e per noto che possa essere il medico che si consulta, bensì tramite ben altri strumenti che dovrebbero essere alla base di un qualsiasi rapporto (terapeutico o meno) con una persona depressa anche se questa si presenta, con tutti gli sforzi e l'esperienza del caso, meno abbattuta di quanto lamenti.
Voglio dire: non è che il mal d'essere, con tutte le componenti del caso (fobie sociali, pensieri ossessivi, difficoltà ad uscire di casa, etc) si possa sottovalutare in chi non si presenta strisciando sui gomiti o totalmente privo di un tot di lucidità od autoironia. Non so se sono riuscita a spiegare ciò che intendo.
[#8]
Sì, Lei è abbastanza chiara.
Quello di cui Lei scrive la società e lo Stato non possono garantire, e nemmeno i soldi non lo possono garantire, .. e dipende dalle persone che incontri. Dunque, credo che l'unico modo è cercare. Ma non scarterei a priori le strutture pubbliche: dopo anni è possibile che il personale che lavora li è cambiato, chi sa.. (parlo soprattutto dei Centri di Salute Mentale).
C'è anche un altro ambito della sanità pubblica: il medico di base, che, nel periodo di ricerca può essere di valido aiuto. Molte persone, avendo resistenze di rivolgersi ad uno psichiatra (pubblico o privato), si fermano alla tappa del Medico di Base; e questo non posso condividere come "l'approccio ottimale", perché spesso vuol dire non riconoscere la propria malattia, e non tutti i medici di base hanno le competenze necessarie; però bisogna notare che alcuni medici di base sono abbastanza bravi e, ciò è una risorsa importante, e meno male che c'è. Molti medici di base hanno una o più specializzazioni, ed è capitato che qualcuno di loro ha una specializzazione nell'ambito. Ma, ripeto, ci sono i medici di base bravi anche senza essere psichiatri.
Poi, per quanto riguarda l'area del privato ed i soldi, ovviamente i soldi non garantiscono un buon lavoro. Piuttosto.., per chi non lavora nel pubblico, l'onorario è l'unico modo di tenere in piedi la propria attività professionale. Dunque, se uno decide di cercare nel privato, è chiaro che bisogna spendere soldi, e, siccome non è detto che ci si azzecca subito il professionista adatto, e potrà essere necessario incontrare più di uno degli specialisti, ma ci sono problemi finanziari, allora un criterio potrebbe essere quello dell'onorario (non troppo alto), perché sarebbe comunque una visita di prova.
Quello di cui Lei scrive la società e lo Stato non possono garantire, e nemmeno i soldi non lo possono garantire, .. e dipende dalle persone che incontri. Dunque, credo che l'unico modo è cercare. Ma non scarterei a priori le strutture pubbliche: dopo anni è possibile che il personale che lavora li è cambiato, chi sa.. (parlo soprattutto dei Centri di Salute Mentale).
C'è anche un altro ambito della sanità pubblica: il medico di base, che, nel periodo di ricerca può essere di valido aiuto. Molte persone, avendo resistenze di rivolgersi ad uno psichiatra (pubblico o privato), si fermano alla tappa del Medico di Base; e questo non posso condividere come "l'approccio ottimale", perché spesso vuol dire non riconoscere la propria malattia, e non tutti i medici di base hanno le competenze necessarie; però bisogna notare che alcuni medici di base sono abbastanza bravi e, ciò è una risorsa importante, e meno male che c'è. Molti medici di base hanno una o più specializzazioni, ed è capitato che qualcuno di loro ha una specializzazione nell'ambito. Ma, ripeto, ci sono i medici di base bravi anche senza essere psichiatri.
Poi, per quanto riguarda l'area del privato ed i soldi, ovviamente i soldi non garantiscono un buon lavoro. Piuttosto.., per chi non lavora nel pubblico, l'onorario è l'unico modo di tenere in piedi la propria attività professionale. Dunque, se uno decide di cercare nel privato, è chiaro che bisogna spendere soldi, e, siccome non è detto che ci si azzecca subito il professionista adatto, e potrà essere necessario incontrare più di uno degli specialisti, ma ci sono problemi finanziari, allora un criterio potrebbe essere quello dell'onorario (non troppo alto), perché sarebbe comunque una visita di prova.
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 2.6k visite dal 20/03/2015.
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