Dopo anni di psicofarmaci la psicoterapia conviene?
Salve.
cercherò di essere breve. Nel 1990 ho avuto il primo episodio di ansia.
per 10 anni ho tirato avanti sperando che passasse da sola e non ho preso ne farmaci e non ho fatto terapie.
nel 2000 oltre all ansia si e aggiunta la depressione e spaventato sono ricorso ad una psicologa che a sua volta mi ha indirizzato da uno psichiatra...
cosi ho iniziato una cura farmacologia con dello xeristar 0,60 una volta al giorno e dello xanax 0,25 tre volte al giorno.
in piu psicoterapia per quattro anni.
nel 2004 ho concluso la psicoterapia su suggerimento della mia psicolaga perché a suo dire erano già tanti gli anni trascorsi.
Io comunque non stavo tanto bene avevo ancora stati di ansia lievi ma a suo dire poteva bastare cosi e mi suggeri di non abbandonare i farmaci per evitare ricadute.
al che io le risposi ....ma i farmaci li devo prendere a vita ? E lei mi rispose di si.
io andai via distrutto e cosi ho continuato a prendere farmaci e a cercare di andare avanti anche se non mi sentivo molto bene. Gli stati d ansia continuavano ad esserci e continuano tutt ora poca depressione e qualche piccolo attacco di panico. Ora vi chiedo .... sono condannwto a vita a prendere farmaci o è possibile intraprendere una nuova psicoterapia che mi possa aiutare a toglierli o magari ridurli con il tempo. C'è da dire che non hoai avuto un buon rapporto con gli psicofarmaci mi sono sempre vergognato di prendeli e hanno influito molto sui miei rapporti sentimentali mi vergognavo di dire che ero depresso e soggetto a farmaci. Ip ho 50 anni sono nato nel 1965 e il primo esordio di ansia l ho avuto nel 1990 . Cosa posso fare ?
cercherò di essere breve. Nel 1990 ho avuto il primo episodio di ansia.
per 10 anni ho tirato avanti sperando che passasse da sola e non ho preso ne farmaci e non ho fatto terapie.
nel 2000 oltre all ansia si e aggiunta la depressione e spaventato sono ricorso ad una psicologa che a sua volta mi ha indirizzato da uno psichiatra...
cosi ho iniziato una cura farmacologia con dello xeristar 0,60 una volta al giorno e dello xanax 0,25 tre volte al giorno.
in piu psicoterapia per quattro anni.
nel 2004 ho concluso la psicoterapia su suggerimento della mia psicolaga perché a suo dire erano già tanti gli anni trascorsi.
Io comunque non stavo tanto bene avevo ancora stati di ansia lievi ma a suo dire poteva bastare cosi e mi suggeri di non abbandonare i farmaci per evitare ricadute.
al che io le risposi ....ma i farmaci li devo prendere a vita ? E lei mi rispose di si.
io andai via distrutto e cosi ho continuato a prendere farmaci e a cercare di andare avanti anche se non mi sentivo molto bene. Gli stati d ansia continuavano ad esserci e continuano tutt ora poca depressione e qualche piccolo attacco di panico. Ora vi chiedo .... sono condannwto a vita a prendere farmaci o è possibile intraprendere una nuova psicoterapia che mi possa aiutare a toglierli o magari ridurli con il tempo. C'è da dire che non hoai avuto un buon rapporto con gli psicofarmaci mi sono sempre vergognato di prendeli e hanno influito molto sui miei rapporti sentimentali mi vergognavo di dire che ero depresso e soggetto a farmaci. Ip ho 50 anni sono nato nel 1965 e il primo esordio di ansia l ho avuto nel 1990 . Cosa posso fare ?
[#1]
Il suo psichiatra in proposito cosa le risponde?
https://wa.me/3908251881139
https://www.instagram.com/psychiatrist72/
[#2]
Utente
Salve dottore.
Dopo quellaa parentesi di psicoterapia di quattro anni dove mi fu detto dalla psicologa che secondo lei avrei dovuto prendere gli psicofarmaci a vita mi rivolsi ad un altro psichiatra il prof Todarello di Bari che oltre a continuare con lo xeristar da 0,60 e xanax iniziai a fare psicoterapia da lui. Mi diagnostico ' una depressione stagionale e secondo lui con la psicoterapia saremmo arrivati a togliere il farmaco per prenderlo solo nei cambi di stagione.
la terapia ( psicoterapia ) purtroppo ho dovuto interromperla perché per me troppo onerosa e anche perché in fondo in fondo venivo gia da quattro anni senza successo. Ora vorrei un consiglio dato che ho 50 anni di cui 15 anni di farmaci che si mi riducono i sintomi ma non del tutto.....continuo ad avere piccoli attacchi di panico ansia e leggera depressione insomma non vivo bene. Tenendo presente anche che il mo rapporto con gli psicofarmaci è stato sempre conflittuale......mi vergogno di prenderli ed hanno sempre compromesso la mia vita sentimentale dato che nascondevo alle mie partner che prendevo farmaci.
a volte si dice che dalla depressione e dall ansia se ne esce a volte leggo che bisogna prendere farmaci a vita.......io a questo punto vorrei sapere se una terapia cognitivo comportamentale può aiutarmi dato che anche con i farmaci la mia vita non è affatto soddisfacente.grazie per avermi ascoltato.
Dopo quellaa parentesi di psicoterapia di quattro anni dove mi fu detto dalla psicologa che secondo lei avrei dovuto prendere gli psicofarmaci a vita mi rivolsi ad un altro psichiatra il prof Todarello di Bari che oltre a continuare con lo xeristar da 0,60 e xanax iniziai a fare psicoterapia da lui. Mi diagnostico ' una depressione stagionale e secondo lui con la psicoterapia saremmo arrivati a togliere il farmaco per prenderlo solo nei cambi di stagione.
la terapia ( psicoterapia ) purtroppo ho dovuto interromperla perché per me troppo onerosa e anche perché in fondo in fondo venivo gia da quattro anni senza successo. Ora vorrei un consiglio dato che ho 50 anni di cui 15 anni di farmaci che si mi riducono i sintomi ma non del tutto.....continuo ad avere piccoli attacchi di panico ansia e leggera depressione insomma non vivo bene. Tenendo presente anche che il mo rapporto con gli psicofarmaci è stato sempre conflittuale......mi vergogno di prenderli ed hanno sempre compromesso la mia vita sentimentale dato che nascondevo alle mie partner che prendevo farmaci.
a volte si dice che dalla depressione e dall ansia se ne esce a volte leggo che bisogna prendere farmaci a vita.......io a questo punto vorrei sapere se una terapia cognitivo comportamentale può aiutarmi dato che anche con i farmaci la mia vita non è affatto soddisfacente.grazie per avermi ascoltato.
[#3]
Una psicoterapia non è un trattamento casuale.
È una terapia che può trovare applicazione in determinate condizioni che vanno valutate preventivamente onde evitare di perdere tempo.
Proporre la psicoterapia come una soluzione assoluta secondo me non è corretto se tali condizioni non sono state prese in considerazione.
Il problema principale è il suo pregiudizio sull'uso dei farmaci non la validità del trattamento.
È una terapia che può trovare applicazione in determinate condizioni che vanno valutate preventivamente onde evitare di perdere tempo.
Proporre la psicoterapia come una soluzione assoluta secondo me non è corretto se tali condizioni non sono state prese in considerazione.
Il problema principale è il suo pregiudizio sull'uso dei farmaci non la validità del trattamento.
[#4]
Utente
Mi scusi dottore.
lei parla di determinate condizioni.......a cosa si riferisce ?
Si certo io ho un pregiudizio sull uso dei farmaci e penso che lei in fondo in fondo capisca il perche... e poi lei parla di trattamento ma si riferisce alla psicoterapia o al farmacologico ?
Vi ringrazio in anticipo.
lei parla di determinate condizioni.......a cosa si riferisce ?
Si certo io ho un pregiudizio sull uso dei farmaci e penso che lei in fondo in fondo capisca il perche... e poi lei parla di trattamento ma si riferisce alla psicoterapia o al farmacologico ?
Vi ringrazio in anticipo.
[#5]
Quando parlo del suo pregiudizio e sulla reale validità mi riferisco ai farmaci.
Le condizioni a cui faccio riferimento sono le condizioni di eleggibilità ad una psicoterapia che sono condizioni fondamentali per intraprendere questo tipo di percorso nel migliore modo possibile e con i risultati più apprezzabili possibili.
Altrimenti, come lo descrive, diviene una alternativa ad una terapia che non vuole fare.
Come se per la cura del diabete invece dell'ipoglicemizzante le proponessero la meditazione e lei accettasse perché non vuole prendere i farmaci.
Non comprendo il pregiudizio verso le terapie perché sono provate, validate e certamente forniscono risultati.
Se poi lei non sta bene con una terapia questa può essere rivista anche diverse volte fino a quando non si raggiunge una terapia realmente efficace, ma non per questo si può pensare di fare una scelta di psicoterapia "per convenienza", non crede?
Le condizioni a cui faccio riferimento sono le condizioni di eleggibilità ad una psicoterapia che sono condizioni fondamentali per intraprendere questo tipo di percorso nel migliore modo possibile e con i risultati più apprezzabili possibili.
Altrimenti, come lo descrive, diviene una alternativa ad una terapia che non vuole fare.
Come se per la cura del diabete invece dell'ipoglicemizzante le proponessero la meditazione e lei accettasse perché non vuole prendere i farmaci.
Non comprendo il pregiudizio verso le terapie perché sono provate, validate e certamente forniscono risultati.
Se poi lei non sta bene con una terapia questa può essere rivista anche diverse volte fino a quando non si raggiunge una terapia realmente efficace, ma non per questo si può pensare di fare una scelta di psicoterapia "per convenienza", non crede?
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 2.3k visite dal 19/03/2015.
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